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Cose da matti!

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Cose da matti!

Messaggioda gabriele il 15/02/2018, 19:07

Le bollette elettriche non pagate saranno (in parte) a carico degli altri utenti
–di Jacopo Giliberto 14 febbraio 2018

Si stima attorno al miliardo di euro l’insoluto totale delle bollette elettriche non pagate dai morosi, non i morosi che oggi s’inteneriscono per San Valentino ma quelli di ben altra specie che evadono la fattura della corrente. Al posto loro ne pagheranno una parte tutti gli altri consumatori elettrici, quelli che saldano con regolarità il conto della luce.
L’hanno stabilito ricorsi e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, e l’Autorità dell’energia ha formalizzato: sarà distribuita fra tutti i consumatori una prima fetta di “oneri generali” elettrici pari a circa 200 milioni arretrati.
Diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna aveva addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate. Altre aziende erano state colpite da politiche commerciali poco indovinate.

In sostanza, sulle bollette della corrente già cariche di risarcimenti, di oneri, di voci e di incentivi si aggiunge un nuovo capitolo, ovvero saremo noi consumatori a rimborsare alle società elettriche di distribuzione della luce una parte del buco creato negli oneri parafiscali delle aziende in crisi da chi evade la bolletta della corrente.
Una delibera dell’Autorità dell’energia, appena ribattezzata Arera da quando ha rilevato oltre agli acquedotti anche l’area rifiuti, ha stabilito come ripartire fra tutti gli oneri generali di sistema, una parte parafiscale della fattura elettrica, non pagati dai consumatori morosi. Insomma, una socializzazione di una fetta degli insoluti.

Aziende elettriche in crisi
Diverse società del mercato libero avevano traballato e qualcuna esposta alla drammatica crescita delle bollette non pagate aveva addirittura dovuto chiudere, a cominciare, anni fa, dall’Esperia creata dall’imprenditore Filippo Giusto. Ma il mancato pagamento delle bollette e in alcuni casi anche politiche commerciali poco indovinate nei mesi scorsi avevano buttato fuori dal mercato un plotone di altre società fra le quali un nome forte come Gala, l’azienda di vendita di energia più esposta al fenomeno dei mancati pagamenti.

Morosità miliardaria
Quant’è il valore da saldare? Per ora è impossibile dare una cifra esatta: le morosità complessive rivendicate dalle società elettriche ammontano a cifre superiori al miliardo di euro, ma per ora questa delibera sfilerà dalle nostre tasche una prima fetta di circa 200 milioni.
Altre delibere ancora allo studio dovrebbero essere messe a punto nei prossimi mesi per completare le procedure con cui noi consumatori rimborseremo ciò che non è stato pagato dai furbetti della bolletta.

Alcuni dati però sono sicuri. Nel 2016 il controvalore complessivo del mercato finale dell’elettricità si aggirava sui 61 miliardi di euro (fonte: «Electricity Market Report», Politecnico di Milano, ottobre 2017).

Per quello stesso anno l’Autorità dell’energia, delle reti e dell’ambiente aveva censito richieste di distacchi per morosità per il 2,8% dei consumatori del segmento “maggior tutela” (quello con le tariffe regolate dallo Stato). Sul mercato libero nel 2016 il numero di contatori sigillati per mancato pagamento era arrivato addirittura al 4,7%, il 5,8% di richieste di distacco per i consumatori non domestici come i negozi e gli uffici. (fonte: «Monitoraggio retail», autorità Arera, 2017).

Il canone Rai
Gli oneri generali in bolletta, tra i quali gli incentivi alle fonti rinnovabili e agli “energìvori”, sono pagati dai consumatori ai venditori di corrente, i quali poi devono rigirarli alle società di distribuzione elettrica che consegnano i chilowattora ai consumatori tramite i fili elettrici.

Il problema dei morosi e delle aziende di vendita in crisi si era presentato con l’imposta radio tv (il cosiddetto canone Rai). Il canone dei consumatori morosi non poteva essere pagato dalle società di vendita che fatturavano le bollette non incassate. È stato necessario intervenire con un atto normativo.

Lo stesso si è ripetuto con gli oneri. I fornitori di energia si accollavano gli oneri non riscossi dai clienti finali. Dovevano cioè versarli ai distributori anche se non incassati.

Ci sono stati ricorsi e sentenze finché il Consiglio di Stato ha deciso: l’obbligato al versamento degli oneri di sistema è il cliente finale.

Il turismo delle bollette
Il fenomeno delle morosità è più ricorrente nel Mezzogiorno ed è più forte sul mercato libero, dove si può cambiare fornitore di corrente con un clic del mouse. Viene chiamato “turismo dell’elettricità”, e si basa sul fatto che prima di poter portare a conclusione la sigillatura del contatore ci vogliono carriolate di bollette non pagate. Il “furbetto della bolletta” straccia un po’ di bollette bimestrali e prima che si attivi la procedura di recupero credito cambia vittima, cioè cambia società di fornitura elettrica, con la quale ricomincia.

Il fenomeno sarà frenato quando saranno disponibili i dati su noi consumatori raccolti nella banca dati del Sii, il Sistema informativo integrato, nel quale le società elettriche potranno consultare se il nuovo cliente è corretto oppure se è un fuggitivo delle bollette non saldate .

Un fenomeno simile accade per esempio con i telefonini, con la differenza che nel segmento elettrico non ci sono ancora i contratti prepagati e soprattutto che alla base della fornitura ci sono i costi orgogliosi dell’energia realmente prodotta da una centrale elettrica alimentata con un combustibile costoso.

Alcuni commenti
Ecco Massimo Bello, presidente dell’Aiget, l’associazione dei grossisti e rivenditori di energia: «Il nuovo assetto dovrà evitare che chi svolge un puro servizio di incasso per il sistema (ovvero i fornitori di energia) si ritrovino a sostenere un costo improprio. Qualsiasi iniziativa in tal senso, come i recenti provvedimenti dell’Arera, va nella direzione giusta». Aggiunge Marco Bernardi, presidente di Illumia, una delle aziende del mercato libero: «È un primo importante passo verso una modalità di riscossione degli oneri analoga a quella del canone Rai, che rispecchierebbe a pieno le corrette responsabilità tra tutti i soggetti della filiera».

Protestano alcune associazioni dei consumatori. «Quando ci sono da socializzare i profitti si chiamano in causa le aziende, quando invece si devono spalmare i debiti si chiama il consumatore», afferma Luigi Gabriele dell’assocazione Codici; «questa delibera sarebbe solo un incentivo per non perseguire i furbetti del quartierino», aggiunge Marco Vignola dell’Unione nazionale dei consumatori.

I dettagli secondo l’Autorità dell’energia
L’Autorità dell’energia, delle reti e dell’ambiente (Arera) specifica che «il provvedimento citato (deliberazione 50/2018) riguarda solo una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge. In particolare, il riconoscimento individuato dall’Autorità per i soli distributori è parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati ma non incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la possibilità di operare nel mercato dell'energia». Il meccanismo, parziale e circoscritto finalizzato a garantire il gettito degli oneri di sistema da assicurare per legge, «che l’Autorità ha strutturato in tal modo per adempiere ad una serie di sentenze della giustizia amministrativa che hanno annullato le precedenti disposizioni dell’Autorità in tema. La regolazione precedente imponeva ai venditori la prestazione di garanzie finanziarie in favore delle imprese distributrici anche a copertura degli oneri generali di sistema. Le pronunce della giustizia amministrativa sostengono che la legge pone in capo esclusivamente ai clienti finali, e non alle imprese di vendita, ne ai percettori degli incentivi, gli oneri generali di sistema, con la conseguenza che l’Autorità non avrebbe il potere di imporre il citato sistema di garanzie alle imprese di vendita negando che il rischio di mancato incasso degli oneri generali di sistema da parte dei clienti finali sia dei venditori».

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AEffypzD
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Re: Cose da matti!

Messaggioda flaviomob il 15/02/2018, 23:49

Eh già. In Italia si socializzano sempre le perdite. Il socialismo all'italiana ha bisogno dell'idraulico.


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Re: Cose da matti!

Messaggioda franz il 15/02/2018, 23:53

Protestano alcune associazioni dei consumatori. «Quando ci sono da socializzare i profitti si chiamano in causa le aziende, quando invece si devono spalmare i debiti si chiama il consumatore», afferma Luigi Gabriele dell’associazione Codici; «questa delibera sarebbe solo un incentivo per non perseguire i furbetti del quartierino», aggiunge Marco Vignola dell’Unione nazionale dei consumatori.

Surreale. È prassi che l'importo di quanto rubato sia riversato sul prezzo di vendita.
Nei supermercati i furti costano quasi 3 miliardi ma li pagano i consumatori onesti, quando comprano.
Tutte le voci di costo, taccheggio e imposte comprese, compongono il prezzo di vendita.
Impossibile che un'associazione di consumatori non lo sappia e se ne lamenti.


I furti nel carrello valgono 2,95 miliardi l'anno
La denuncia di Coldiretti: il vino è il prodotto preferito dai taccheggiatori, anche perché è il meno protetto. Lo scorso anno i supermercati hanno investito in sicurezza 2,4 miliardi

I furti nel carrello valgono 2,95 miliardi l'annoMILANO - Si ruba per fame, ma anche per sete. Almeno in Italia dove il prodotto preferito dei taccheggiatori da supermercato è il vino. Anche perché solo le bottiglie più pregiate hanno le capsule di sicurezza. E così lo scorso anno i furti nel carrello sono arrivati a quota 2,95 miliardi di euro, nonostante i supermercati abbiamo speso quasi altrettanto (2,4 miliardi) in prevenzione.

E' quanto rileva la Coldiretti sulla base del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail "che evidenzia peraltro per l'Italia uno storico calo del 5% dovuto all'effetto congiunto della leggera ripresa economica e del rafforzamento dei sistemi di controllo". Le categorie merceologiche maggiormente colpite - sottolinea la Coldiretti - sono l'alimentare, con vini e liquori in testa alla classifica, seguiti da formaggi come Grana Padano e Parmigiano Reggiano e la carne fresca o trasformata. Dopo alimentari e bevande, nella hit dei furti seguono accessori moda, calzature ed abbigliamento sportivo, prodotti per il benessere e salute (ai primi posti lamette, cosmetici e profumi) e l'alta tecnologia (prodotti più a rischio sono accessori per cellulari, iphone, smartphone, ipad e tablet). Infine nel bricolage gli attrezzi elettrici, le batterie ed i cavi sono in cima alla classifica dei prodotti più rubati.

A sparire - precisa Coldiretti - è circa l'1,01% del fatturato dei supermercati che operano in Italia, con quasi il 70% delle differenze inventariali che è dovuta ai furti, di cui il 45% da parte dei clienti, il 23% dei dipendenti disonesti, seguiti dagli errori amministrativi, che si assestano al 19% e dalle frodi dei fornitori per un 13%.

L'area dove proliferano i furti è l' America Latina, con la percentuale più alta di differenze inventariali pari a 1,55%, seguita da Nord America (1,27%), Asia Pacifico (1,17%) ed Europa (1,05%). I Paesi con le percentuali

più alte sono il Messico (1,68%), i Paesi Bassi (1,48%) e la Finlandia (1,38%), mentre le nazioni che hanno registrato i tassi più bassi sono Norvegia (0,75%), Svizzera (0,76%) e Francia (0,81%). L'Italia si posiziona a metà classifica con l'1%.

http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... 131378196/
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Re: Cose da matti!

Messaggioda gabriele il 16/02/2018, 9:23

franz ha scritto:Surreale. È prassi che l'importo di quanto rubato sia riversato sul prezzo di vendita.
Nei supermercati i furti costano quasi 3 miliardi ma li pagano i consumatori onesti, quando comprano.
Tutte le voci di costo, taccheggio e imposte comprese, compongono il prezzo di vendita.
Impossibile che un'associazione di consumatori non lo sappia e se ne lamenti.


Franz, qui non si parla di furti ma di morosi. Utenti noti e stranoti che non pagano.

Altra cosa sono quelli che si attaccano abusivamente alla rete elettrica o del gas con allacci di fortuna (perlopiù pericolosissimi) e che rubano senza ritegno. Ovviamente la loro percentuale si può solo che stimare ma non credo siano in numero così elevato da creare milioni di debito
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Re: Cose da matti!

Messaggioda franz il 16/02/2018, 10:40

gabriele ha scritto:Franz, qui non si parla di furti ma di morosi. Utenti noti e stranoti che non pagano.

Hai ragione, c'è una certa differenza.
Dal punto di vista contabile però è sempre una perdita: un mancato incasso a fronte dell'erogazione di un servizio.
Diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna aveva addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate.

È anche un mancato incasso per lo stato (la bolletta è piena di voci fiscali e parafiscali ... ora avete anche il Canone RAI) ma una perdita se in certe zone diventa troppo frequente può portare al fallimento la piccola compagnia elettrica.
Preferite questo?

Ok, per prima cosa si taglia la corrente al moroso ma è solo con il settembre 2017 che una sentenza della Cassazione ha finalmente stabilito che l''energia elettrica non è bene indispensabile. Prima lo era ed uno invocando lo stato di necessità otteneva il riallaccio dell'utenza.
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Re: Cose da matti!

Messaggioda gabriele il 16/02/2018, 13:29

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Franz, qui non si parla di furti ma di morosi. Utenti noti e stranoti che non pagano.

Hai ragione, c'è una certa differenza.
Dal punto di vista contabile però è sempre una perdita: un mancato incasso a fronte dell'erogazione di un servizio.


Certo. Però sappiamo chi deve pagare. Che gli si mandino gli ispettori equitalia a pignorargli il pignorabile.

Magari non si può perché c'è una legge supergarantista? Che la si cambi
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Re: Cose da matti!

Messaggioda franz il 16/02/2018, 14:09

gabriele ha scritto:
franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Franz, qui non si parla di furti ma di morosi. Utenti noti e stranoti che non pagano.

Hai ragione, c'è una certa differenza.
Dal punto di vista contabile però è sempre una perdita: un mancato incasso a fronte dell'erogazione di un servizio.


Certo. Però sappiamo chi deve pagare. Che gli si mandino gli ispettori equitalia a pignorargli il pignorabile.

Magari non si può perché c'è una legge supergarantista? Che la si cambi

Giusto, ma in mancanza di un minimo vitale che sia degno di questo nome cio' che giustamente chiedi è complesso.
Vedi, se uno compra un TV e non lo paga, si puo' pignorare il bene oppure se non lo si trova altri beni per valore equivalente.

Ma qui si tratta di un servizio, già erogato. Non puoi pignorare la corrente e pretendere che torni indietro. Puoi pignorare soldi, se ci sono (se fosse un milionario) ma se è povero non puoi pignorare reddito sotto il minimo vitale, che poi in Italia manco è garantito.

Insomma gli si taglia la corrente ma per il ricupero del credito son c@¬¬i!
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Re: Cose da matti!

Messaggioda franz il 16/02/2018, 15:57

Un amico su FB scrive

CIRCA GLI INSOLUTI RICARICATI NELLE BOLLETTE DEI SOLVENTI.

Ho letto qua e là post di amici scandalizzati per il cambio di modalità di copertura degli insoluti nelle bollette elettriche. In effetti le bollette elettriche italiane sono scandalose ma non è quella la ragione in ordine a due motivazioni.

-> comunque gli oneri generali li paghiamo noi o ricaricati in bolletta o coperti dalla fiscalità generale (tasse che paghiamo). Che differenza fa?
-> nel prezzo di qualunque servizio o bene che acquistiamo viene ricaricata una quota a copertura di furti e mancati pagamenti.

E' altro ciò che rende la bolletta elettrica italiana una delle più costose d'Europa (e quindi la corretta ragione la ragione per scandalizzarsi): la quantità di voci infilate in bolletta che con i nostri consumi nulla hanno a che fare. Infatti il prezzo che paghiamo comprende:
• componente A2 – copertura dei costi di smantellamento delle centrali nucleari;
• componente A3 – copertura degli incentivi destinati alla promozione di impianti a Fonti Rinnovabili;
• componente A4 – a copertura finanziamenti tariffari speciali (a favore di RFI – ex Ferrovie dello Stato);
• componente A5 – a copertura di finanziamenti nell’ambito dello sviluppo delle attività e ricerca d’interesse generale per il sistema elettrico nazionale;
• componente As – a copertura del bonus elettrico destinato alle famiglie in condizione di disagio economico e fisico.
• componente UC3 – a copertura del sistema di perequazione dei costi di distribuzione;
• componente UC4 – a copertura del sistema volto a garantire pari trattamento per i consumatori connessi a sistemi elettrici minori (ad esempio nelle isole minori);
• componente UC6 – componente a copertura dei costi sostenuti per la remunerazione volta al miglioramento del servizio elettrico;
• componente UC7 – componente a copertura degli oneri derivanti da misure e interventi per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali;
• componente MCT – componente a copertura del sistema di compensazione a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare fino al definitivo smantellamento degli impianti.
• componente servizi di rete - ovvero le tariffe di trasporto, distribuzione e misura dell’energia elettrica.

Ovviamente poi: accise, iva, tassa "canone" televisivo, costi di trasporto (ammortamento della rete elettrica nazionale), ecc.

Morale: il costo della corrente effettivamente consumata è quota irrisoria della bolletta elettrica, il resto è un calderone dove hanno infilato di tutto: dalle regalie alle ferrovie dello stato per arrivare ai folli incentivi alle rinnovabili.
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Re: Cose da matti!

Messaggioda gabriele il 16/02/2018, 16:29

franz ha scritto:
Insomma gli si taglia la corrente ma per il ricupero del credito son c@¬¬i!


Esattamente Francesco. Questo è il punto. E se tanto mi dà tanto, secondo me la corrente o il gas all'insolvente non glieli staccano nemmeno. Tanto alla fine paga sempre pantalon
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Re: Cose da matti!

Messaggioda franz il 16/02/2018, 20:20

gabriele ha scritto:
franz ha scritto:
Insomma gli si taglia la corrente ma per il ricupero del credito son c@¬¬i!


Esattamente Francesco. Questo è il punto. E se tanto mi dà tanto, secondo me la corrente o il gas all'insolvente non glieli staccano nemmeno. Tanto alla fine paga sempre pantalon

Se poi le aziende elettriche in questione sono ancora piccole realtà pubbliche locali, allora il taglio è vietato: interruzione di pubblico servizio. Così mi dicono.
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