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Uccidi l'immigrato

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Uccidi l'immigrato

Messaggioda flaviomob il 10/02/2018, 15:54

COME LIBERARSI DEI MIGRANTI ITALIANI? UCCIDENDOLI
Il "problema" degli italiani a New Orleans nell'agghiacciante vignetta del quotidiano The Mascot nel 1888



Nel 1888 il quotidiano di New Orleans The Mascot consigliava – con un’agghiacciante vignetta chiamata “Per quanto riguarda gli italiani” – alcuni metodi per risolvere alla radice il “problema italiani”. Tra questi spiccano l’arresto e l’annegamento.

Due le sezioni, una superiore e una inferiore. Nella prima ci sono alcune persone – definite “una seccatura per i pedoni” – riversate a terra sui marciapiedi, alcuni uomini ammassati in una stanza descritta come “le loro camere da letto” e una rissa con coltelli e bastoni, definita “un rilassante passatempo pomeridiano”.

In basso, invece, la “soluzione finale”: uomini ingabbiati che aspettano di essere calati in mare da un molo (la didascalia recita “il modo di liberarsi di loro”) e persone trascinate per il colletto da forze dell’ordine armate di manganello, cioè “il modo di arrestarli”.

La vignetta – che in questi giorni ha acquisito una nuova viralità sui social network – è stata ripresa dal Post, che la commenta così:

Durante la seconda metà del Diciannovesimo secolo circa 10 milioni di italiani emigrarono verso gli Stati Uniti da tutte le regioni d’Italia. In particolare a New Orleans arrivarono moltissimi siciliani, grazie a una rotta navale che collegava Palermo e New Orleans. Molte delle persone che viaggiavano verso gli Stati Uniti lo facevano con l’idea di lavorare per qualche anno prima di tornare in Italia dalle loro famiglie e questo fece sì che per molti anni le comunità di immigrati italiani fossero particolarmente chiuse e isolate: imparare la lingua e integrarsi nella cultura statunitense non era una loro priorità. Come in molte altre città degli Stati Uniti dove arrivarono immigrati italiani, anche a New Orleans si sistemarono in un quartiere della città che venne soprannominato “Little Palermo”.

Come testimonia la vignetta del The Mascot, il sentimento anti-italiano era piuttosto diffuso nella popolazione locale, tanto da essere trattato apertamente dai giornali, che allora erano lontani come idea dai giornali attuali e più apertamente incentrati sulle opinioni e le argomentazioni di parte. Proprio a New Orleans nel 1891 ci fu uno dei più gravi episodi di violenza razzista contro la comunità italiana: il più grave linciaggio della storia degli Stati Uniti. Nel 1890 il capo della polizia della città David Hennessy era stato ucciso e la polizia aveva arrestato diversi membri della comunità italiana accusandoli dell’omicidio. Qualche mese dopo, nel 1891, un processo stabilì l’innocenza degli imputati e l’infondatezza delle accuse. La sentenza fu accolta con grande rabbia da una parte della popolazione di New Orleans, che il giorno dopo si radunò per “porre rimedio agli errori della giustizia”, come diceva un annuncio pubblicato su un giornale locale il 13 marzo del 1891. Il 14 marzo circa 3.000 persone si radunarono a Canal Street e la folla linciò 11 persone di origine italiana, nessuna delle quali legata al processo per l’omicidio di David Hennessy.

http://frontierenews.it/2015/06/liberar ... cidendoli/

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Re: Uccidi l'immigrato

Messaggioda pianogrande il 10/02/2018, 20:25

E quindi?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Uccidi l'immigrato

Messaggioda flaviomob il 15/02/2018, 23:52

Latina. Aggredito violentemente ragazzo bengalese. Pestato da tre italiani che si sono finti poliziotti

di: MARCO OMIZZOLO



Tornano i raid razzisti in provincia di Latina. Espressione della peggiore tradizione fascista, che proprio nel Pontino continua ad avere un diffuso appeal, questa volta e per l’ennesima volta a farne le spese è un migrante. Una banda di tre balordi italiani, fingendosi poliziotti, hanno fermato e simulato un controllo su documenti e permesso di soggiorno di un ragazzo bangladese, ospite di un centro Cas gestito dalla coop. Astrolabio. Quest’ultimo stava camminando tranquillamente per le strade di borgo S. Maria, piccolo borgo rurale delle campagne del Comune di Latina, quando è stato avvicinato, intimidito da finti poliziotti che lo hanno privato del cellulare e del portafogli e poi malmenato. Il ragazzo del Bangladesh è stato aggredito così violentemente da essere stato ricoverato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e da lì dimesso il mattino seguente. Tutto questo a pochi giorni di distanza da un altro attentato, in questo caso incendiario e per fortuna non riuscito, ai danni di un centro di accoglienza nel Comune di Sermoneta.

I malviventi italiani hanno colpito ancora una volta una persona indifesa, in gruppo, come solo i vigliacchi e i pavidi sanno fare, senza farsi riconoscere. Un gesto vile, a sfondo razzista. I tre italiani vigliacchi avevano il volto coperto e certo l’oscurità della sera li ha agevolati. Chissà perché questi gesti vengono sempre compiuti da persone in gruppo che nascondo la loro identità contro altre persone sempre sole e inermi. Colpiscono il migrante solo perché vittima facile. Il razzismo è evidente. Perché, infatti, rapinare una persona e poi anche malmenarlo? A poco vale fondarsi sulle dichiarazioni del ragazzo bangladese rapinato e malmenato. Non comprende infatti l’italiano ne lo parla, come anche non parla inglese. Difficile dunque che abbia compreso, nel caso, gli insulti razzisti a lui rivolti.

Interviene anche il Sindaco di Latina, Damiano Coletta, il quale afferma che “la notizia dell’aggressione del ragazzo ospite del centro immigrati di Borgo Santa Maria è un fatto di grave intolleranza che mi sento di condannare a nome dell’Amministrazione e di tutta la comunità che rappresento. Un vile atto di violenza che sembra avere i contorni e la natura di un odioso episodio di razzismo. Per questo è necessario il massimo impegno da parte degli organi preposti per chiarire i fatti, per individuare e colpire i responsabili. Riflettano coloro che ogni giorno alimentano la fobia contro gli immigrati, si rendano conto di quale responsabilità si assume chi semina paura, chi rappresenta ogni migrante come un pericolo o un nemico e, così facendo alimenta un clima di intolleranza e di odio in cui può accadere ogni orrore”.

Non è la prima aggressione che capita nel Pontino. Diversi anni fa andava di moda la “caccia all’indiano in bicicletta”. Bande di italiani in auto, infatti, con l’avvicinarsi della sera, cercavano indiani in bicicletta che tornavano dal lavoro nelle campagne e li facevano cadere urtando le loro ruote posteriori. lo scopo era il puro divertimento, anche in questo caso a sfondo razzista. Agli indiani venivano urlati insulti razzisti e qualunque faceva anche il saluto romano. Altri invece amavano tirare loro bottiglie di birra vuote, insultarli, oppure, ancora più spregevole, avvicinarsi a loro e dopo averli spinti fuori strada, rapinarli dei soldi che avevano in tasca.

Le aggressioni invece fingendosi poliziotti o carabinieri non sono nuove. Già nel dossier “Sfruttati a tempo indeterminato” di In Migrazione si trova la testimonianza di un lavoratore indiano che racconta di essere stato rapinato da alcuni ragazzi italiani che lo fermarono presentandosi come esponenti delle forze dell’ordine. Gli indiani, tra la scarsa comprensione dell’italiano e la paura di essere portati in caserma, si sono spesso fidati, trovandosi senza portafogli, cellulare o altro. Anche recentemente il fenomeno si è presentato. Alcuni italiani hanno infatti fermato ragazzi indiani millantando di essere delle forze dell’ordine e rubando loro cellulare e portafogli. E’ accaduto nei borghi di Le Ferriere, borgo Hermada e nelle campagne tra San Felice e Sabaudia. Questa volta però gli indiani, dopo essere stati derubati ed insultati, hanno denunciato tutto alla caserma provinciale dei Carabinieri, a dimostrazione di una nuova relazione di fiducia maturata con le forze dell’ordine e rafforzatasi dopo lo sciopero del 18 aprile del 2016. Una relazione di fiducia che sta aiutando a fare luce su un mondo di sfruttamento, prevaricazione e caporalato.

In questo caso, oltre alla rapina, predomina lo sfondo razziale, le ingiurie, la violenza manifesta nei confronti di una persona inerme. Altro che rapina. Qui c’è molto di più.

https://www.articolo21.org/2018/02/lati ... oliziotti/


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Re: Uccidi l'immigrato

Messaggioda mauri il 17/02/2018, 17:38

strano che dai paesi in conflitto come siria non arrivino o magari sono in quel "altro", ma se le cose stanno così i populisti sono farabutti in cerca di voti per sistemarsi nelle poltrone e farsi mantenere, come salvini parlamentare europeo nulla facente
ciao mauri

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I flussi migratori e i richiedenti asilo in Italia migrazioni
Nell’ultimo anno il numero di arrivi si è ridotto, tuttavia la gestione dei flussi rimane uno dei grandi temi di questa fase politica.
I primi sbarchi di massa provenienti dal nord Africa sono avvenuti nel 2011. Durante quell’anno in gran parte della regione le speranze che erano state riposte sulle primavere arabe vennero disattese, e in Libia la repressione di Gheddafi portò alla reazione della Nato e all’intervento militare occidentale. Poi il flusso migratorio proveniente dal mediterraneo si è momentaneamente ridotto per raggiungere le dimensioni attuali nel 2014, quando sono sbarcate sulle coste italiane circa 170 mila persone. Da quel momento il numero di arrivi è rimasto più o meno stabile oscillando tra i 150 e i 180 mila negli anni successivi. Bisogna tenere presente che di questi, in media il 10% sono minori non accompagnati. Lo scorso anno si è registrato un calo considerevole degli sbarchi ma non è detto che questa tendenza sia confermata nel il 2018.
mauri
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