Università, ecco la grande fuga degli studenti dal Sud
Centinaia di migliaia di studenti, raccontano gli ultimi dati del ministero, hanno lasciato le proprie regioni di origine al meridione per andare a studiare altrove
davide mancino
A parlare di immigrazione le immagini che corrono prima alla mente sono quelle televisive: girate di notte, magari un po’ sgranate, di persone in difficoltà su barconi di fortuna. Eppure non si tratta certo dell’unica, e anzi ne è in corso un’altra silenziosa e per fortuna meno drammatica – magari proprio per questo poco raccontata: la grande fuga degli studenti dal Sud Italia.
Sono centinaia di migliaia, raccontano gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, gli universitari che hanno lasciato le loro regioni di origine per andare a studiare al centro e soprattutto al nord. Luoghi dove si aspettano di ricevere intanto un’istruzione migliore, e poi di riuscire a trovare lavoro con più facilità.
Ragazzi che arrivano spesso da Puglia, Sicilia, Campania e Calabria, per dirigersi in particolare verso Lazio, Lombardia e Emilia Romagna.
Questi numeri, vale la pena ricordarlo, mostrano soltanto gli studenti iscritti ma non i laureati effettivi. E in effetti fra le due cose c’è spesso un’enorme differenza, perché una parte non proprio irrilevante degli immatricolati si laurea o in ritardo o per nulla
Questo però non vuol dire per forza che gli universitari del Nord restino sempre nelle loro aree di origine. La geografia dei fuori sede è tanto varia quanto le predisposizioni, il talento e le occasioni disponibili nel nostro paese. Tuttavia una differenza esiste, e non da poco: anche al settentrione troviamo diverse province dove si tende spesso ad andare a studiare altrove, ma si tratta quasi sempre di altre città del nord.Anche la presenza di università, sedi e corsi specifici nelle città principali fa la differenza, anche se non è l’unico fattore che conta. Nelle province di Roma e Torino, per esempio, troviamo la fetta minore di studenti fuori sede, mentre nell’altro verso esistono diverse aree dove chiunque vuole fare l’università si sposta altrove o quasi.
Prendendo proprio gli studenti romani vediamo come certo si dividono fra le varie discipline, ma a parte qualche eccezione tendono a restare nella capitale. E anche fra coloro che lasciano la provincia diversi non vanno proprio lontanissimo, tanto che troviamo flussi diretti comunque in zona, a Viterbo, e pochissimi altri che invece si spostano a nord.
Frammentata invece è la situazione dei ragazzi pugliesi, che si sono spostati un po’ al Centro – soprattutto nel Lazio –, nonché verso altre aree del settentrione. Gli universitari che arrivano da Taranto – provincia con un bel numero di ragazzi che vanno a studiare fuori sede – hanno fra le preferenze più variegate, sia quanto a sede che materia di studio.
Giocando un po’ con i dati forniti dal ministero, poi, ognuno può cercare la propria provincia preferita per scoprire dove si dirigono i relativi ragazzi, e a studiare cosa.
Caso speciale è quello degli universitari che arrivano dall’estero. Pochini in verità, circa 23mila in totale, e che però si concentrano in particolare a Milano e Torino; con quest’ultima città in cui va forte ingegneria. Anche nel capoluogo lombardo i futuri ingegneri di origine non italiana sono diversi, ma studenti e studentesse si trasferiscono lì anche per le facoltà di architettura o economia.
La curiosità di conoscere l’origine degli studenti può venire anche al contrario. Prendiamo per esempio gli studenti di economia a Milano, uno dei gruppi disciplinari più consistenti in città: molti di loro vengono dalla città stessa, e parecchie comunità comunque non arrivano da lontano perché si tratta lo stesso di lombardi. Con loro un gruppetto di romani, insieme a diversi altri che si sono spostati dal centro o sud Italia.
Meno aperta all’esterno, per citare un altro caso, è la situazione di chi studia ingegneria a Napoli. Anche in questo caso fra studenti del primo e secondo livello si tratta di parecchie migliaia di ragazzi, ma la differenza è che a parte qualche eccezione – alcuni romani, tra gli altri – arrivano tutti dalla Campania stessa.
A dimostrazione che ben pochi, persino fra gli stessi ragazzi meridionali, quando si tratta di decidere del proprio futuro sembrano avere fiducia nelle opportunità offerte da questo angolo d’Italia.
Nel link ci sono interessanti e fondamentali grafici di approfondimento.
https://www.wired.it/attualita/2018/02/ ... denti-sud/