Roma, Raggi: "Chiederò il giudizio immediato"
Ad annunciare la linea processuale, a pochissimi giorni dall'udienza davanti al gip, è la prima cittadina sul suo profilo Facebook; falso in atto pubblico l'accusa di cui dovrà rispondere
di FEDERICA ANGELI
Quel che temeva il M5S - Virginia Raggi a processo in piena campagna elettorale per le politiche - si è avverato. Ed è la prima cittadina a voler giocare d'anticipo rispetto alla valanga giudiziaria che potrebbe travolgerla.
"Ho chiesto al Tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla procura capitolina. Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti. Sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio. Ho piena fiducia nella giustizia e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione". E' quanto afferma la sindaca Virginia Raggi su Fb in riferimento alla vicenda delle nomine in Campidoglio.
Con una mossa a sorpresa, questa mattina i difensori di Virginia Raggi, che rischia il processo per una ipotesi di falso documentale, hanno depositato in cancelleria la richiesta di giudizio immediato: passo, questo, che eviterà alla sindaca di passare per l'udienza preliminare (fissata al 9 gennaio), in relazione al caso legato alla nomina (poi bloccata e revocata) di Renato Marra da dirigente della Polizia Municipale a capo del Dipartimento turismo.
La sindaca rischiava il rinvio a giudizio perchè, per la Procura di Roma, non avrebbe detto il vero alla responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio Maria Rosaria Turchi che chiedeva informazioni in merito alla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele, fino all'arresto capo del Personale) da dirigente della Polizia Municipale a capo del Dipartimento turismo con un incremento dello stipendio di 20mila euro annui. Secondo quanto accertato dalla Procura, Virginia Raggi avrebbe comunicato per iscritto all'Anticorruzione che il ruolo di Raffaele Marra, nella nomina del fratello, era stato 'di mera pedissequa esecuzione' delle sue determinazioni. Una versione smentita dal contenuto di alcune chat, acquisite agli atti, nelle quali la stessa Raggi si rammaricava con l'allora funzionario di sua stretta fiducia di non averle detto la verita' sui compensi di Renato. In questa vicenda, poi lo stesso Raffaele Marra risponde di abuso d'ufficio per aver favorito e gestito la pratica del fratello (determinando cosi' un conflitto di interessi).
http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/ ... P1-S1.8-T1