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L'Italia del fare

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'Italia del fare

Messaggioda gabriele il 15/12/2017, 17:11

É questa l'Italia del fare che serve.

La maggior parte delle famiglie che conosco hanno comprato un prodotto melegatti per dare una mano.

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Miracolo di Natale per la Melegatti: ritirata (per ora) la cassa integrazione
Sono stati messi in produzione altri 5 mila pandori che saranno messi in vendita nello spaccio aziendale di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona

L’ultimo pandoro della Melegatti doveva essere sformato il 12 dicembre. Ma la produzione nello stabilimento di San Giovanni Lupatoto è ripresa oggi, in extremis. Il «miracolo di Natale» della Melegatti è una produzione extra di cinquemila pandori per lo spaccio aziendale veronese: una fornitura che non farà in tempo a raggiungere i supermercati, ma che il marchio proporrà in vendita diretta per far cassa.



Una buona notizia accompagnata da una ancora più grande «il ritiro delle sei settimane di cassa integrazione, comunicate una settimana fa dall’azienda», afferma Paolo Veghini, segretario provinciale di Fai Cisl di Verona.

A poter tirare un respiro di sollievo sono ora settanta dipendenti fissi e 250 stagionali. «Nel periodo di Natale gli stabilimenti rimarranno aperti per l’ordinaria gestione e il mantenimento degli impianti. Poi dopo l’Epifania inizierà la produzione pasquale», prosegue Veghini.



La decisione è arrivata durante una riunione convocata dai commissari, l’avvocato Bruno Piazzola e il commercialista Lorenzo Miollo, a seguito della domanda crescente dei consumatori a sostegno dello storico marchio. Con l’intervento del fondo maltese Abalon, che ha garantito un prestito da sei milioni di euro, è stato possibile sfornare un milione 575mila pezzi tra pandori e panettoni che sono andati letteralmente a ruba grazie alla campagna di solidarietà promossa sui social.



I dipendenti hanno mobilitato il web raccontando la loro storia, dei tre mesi di stipendio non incassati e dell’incubo della cassa integrazione proprio a Natale, chiedendo a tutti di acquistare i loro pandori. Ma tutto questo non era bastato.

La società fondata nel 1894 da Domenico Melegatti ha 10 milioni di euro di esposizione con le banche e 12 milioni di debiti verso i fornitori. Ora per lunedì è stata convocata una nuova riunione, che si spera potrà fare chiarezza sul futuro dell’azienda veronese.

http://www.lastampa.it/2017/12/15/econo ... agina.html
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda pianogrande il 15/12/2017, 17:16

Be'.
Viste le cifre in gioco, per risolvere il problema ci vuole altro che cinquemila panettoni.

Speriamo sia successo dell'altro per allontanare la minaccia della cassa integrazione.
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda gabriele il 15/12/2017, 18:38

pianogrande ha scritto:Be'.
Viste le cifre in gioco, per risolvere il problema ci vuole altro che cinquemila panettoni.

Speriamo sia successo dell'altro per allontanare la minaccia della cassa integrazione.


Nell'articolo non lo scrivono perché è un aggiornamento (positivo) della situazione lavorativa dei dipendenti, ma l'azienda ha venduto più di un milione e mezzo di prodotti
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda pianogrande il 15/12/2017, 18:41

gabriele ha scritto:
pianogrande ha scritto:Be'.
Viste le cifre in gioco, per risolvere il problema ci vuole altro che cinquemila panettoni.

Speriamo sia successo dell'altro per allontanare la minaccia della cassa integrazione.


Nell'articolo non lo scrivono perché è un aggiornamento (positivo) della situazione lavorativa dei dipendenti, ma l'azienda ha venduto più di un milione e mezzo di prodotti


OH!

Adesso si ragiona.

Bella notizia e buon Natale ai lavoratori.
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda ranvit il 15/12/2017, 18:56

Mi unisco anch'io agli auguri ai dipendenti.
Purtroppo pero' quando un'impresa arriva a questo punto, escluso come in questo caso un crollo dei consumi di questo prodotto, ci sono sempre gravi motivi di management. Quindi la cosa non si risolve immettendo solo soldi ma mandando via i manager....possibilmente tutti, ma sicuramente i piu' in alto 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda pianogrande il 15/12/2017, 20:52

ranvit ha scritto:Mi unisco anch'io agli auguri ai dipendenti.
Purtroppo pero' quando un'impresa arriva a questo punto, escluso come in questo caso un crollo dei consumi di questo prodotto, ci sono sempre gravi motivi di management. Quindi la cosa non si risolve immettendo solo soldi ma mandando via i manager....possibilmente tutti, ma sicuramente i piu' in alto 8-)


Probabilmente, quando un prodotto ha successo, il management finisce per essere meno selezionato o selezionato con criteri dove l'efficienza non è la priorità.

Succede quello che è successo in compagnie a reddito garantito come Alitalia o rischia di succedere con la RAI.

Alla fine, anche il miglior prodotto del mondo può essere ammazzato da un management di incapaci o peggio.
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda gabriele il 15/12/2017, 21:55

Le vostre argomentazioni sono pertinenti. Io però evidenzierei il gioco di squadra fra impresa e popolazione. Questa è una delle pochissime vie di uscita dall'incubo che il nostro paese sta vivendo: rimboccarsi le maniche, mandare via i ladri e gli inetti, e ricominciare. In poche parole, occorre crederci.

Il "come" non lo so, ma da questa è altre esperienze positive sappiamo di per certo che possiamo farcela
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda pianogrande il 15/12/2017, 23:30

gabriele ha scritto:Le vostre argomentazioni sono pertinenti. Io però evidenzierei il gioco di squadra fra impresa e popolazione. Questa è una delle pochissime vie di uscita dall'incubo che il nostro paese sta vivendo: rimboccarsi le maniche, mandare via i ladri e gli inetti, e ricominciare. In poche parole, occorre crederci.

Il "come" non lo so, ma da questa è altre esperienze positive sappiamo di per certo che possiamo farcela


L'ondata di solidarietà sarà anche una "esperienza positiva" ma non può risolvere tutti i problemi (neanche quello di mandare a casa un management inadatto).

E' della stessa famiglia di comprate italiano o mangiate italiano.

Quanto possono reggere davanti a una concorrenza di migliore qualità e/o prezzo?

E a quanto vedo la ditta sta andando in mani straniere; tanto per cambiare.

Possibile che l'imprenditoria italiana non riesca a venir fuori dalla antica ricetta aiuti di stato e evasione fiscale?
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Re: L'Italia del fare

Messaggioda ranvit il 16/12/2017, 7:49

Pianogrande, succede anche il contrario 8-) :


http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AEvhctvC

Cigierre conquista America Graffiti
–Enrico Netti Giovedí 26 Ottobre 2017
Il Gruppo Cigierre, leader nella ristorazione servita controllato dal fondo di private equity Bc Partners, fa shopping e conquista America Graffiti franchising, catena con 63 ristoranti e fast food che offrono piatti tipici Usa in locali la cui ambientazione si ispira agli anni 50 e al rock’n’roll. L’accordo preliminare è stato firmato ieri a Forlì da Marco Di Giusto, ad di Cigierre, e Riccardo La Corte presidente di America Graffiti. L’operazione del valore di 35 milioni sarà finalizzata entro la fine di novembre.

«Nei primi mesi dell’anno ho proposto al board di Bc Partners il progetto e ottenuto carta bianca - premette l’ad di Cigierre -. Ora puntiamo a una strategia di crescita che mira a rendere appetibile l’offerta dei locali America Graffiti alla clientela dei centri commerciali e dei mall». Con questa mossa Di Giusto rileva il secondo diretto concorrente, il primo è Roadhouse Grill (Gruppo Cremonini), che ha vinto il premio per il miglior format nel 2017 e diventa un peso massimo della ristorazione moderna con un network di oltre 300 locali sparsi tra Italia, Francia, Svizzera e Belgio, più di 27 milioni di coperti serviti nel 2016 e un giro d’affari di 400 milioni. Ben 330 milioni di ricavi fanno capo alle insegne Cigierre come Old Wide West e Wiener Haus, format proprietari, mentre nel 2015 è stato acquisito il marchio d’ispirazione giapponese Shi’s e l’anno successivo la catena di pizzerie Pizzikotto.

«Il nostro format a stelle e strisce lo scorso anno aveva attirato l’interesse di diversi gruppi di investitori - aggiunge La Corte -. Abbiamo riconosciuto in Cigierre una realtà che permetterà di affrontare con maggiore solidità le sfide di un mercato in continua evoluzione». «L’offerta di America Graffiti è complementare a quella del Gruppo e permette di soddisfare il segmento dei giovani e delle famiglie facendo leva sull’ottimo rapporto qualità-prezzo - continua Di Giusto -. Contiamo di aprire una cinquantina di locali America Graffiti nei prossimi cinque anni e per il 2018 i piani di sviluppo del Gruppo prevedono per tutti i format in portafoglio l’inaugurazione di 50 ristoranti in Italia e all’estero, con un particolare focus sulla Francia». Il primo impegno è l’ottimizzazione della piattaforma di approvigionamento e «implementare nei locali appena acquisiti delle soluzioni per i pagamenti smart come Satispay e di altri strumenti per la fidelizzazione della clientela».

Cigierre è stata assistita dallo Studio Molaro, Pezzetta, Romanelli, Del Fabbro di Udine mentre i venditori dagli avvocati Valentina Bassani e Stefano Severi dello Studio E.Lege di Rimini.

enrico.netti@ilsole24ore.com

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Re: L'Italia del fare

Messaggioda flaviomob il 16/12/2017, 19:05

Bravi i lavoratori Melegatti, peccato che il loro prodotto fosse difficile da trovare nella grande distribuzione, almeno così mi è sembrato a Milano.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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