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Chi è Mario Centeno

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 12:40

Vediamo... :roll:



Chi è Mario Centeno, il socialista portoghese che vuole cambiare l’Europa
Il 50enne ministro dell'economia portoghese è diventato capo dell'organo che riunisce i 19 paesi con la moneta unica. Ama il rugby, il Benfica e ha risollevato l'economia del Portogallo con ricette anti austerity. Si propone come l'uomo giusto per riformare l'eurozona ma la strada è ancora lunga
di Andrea Fioravanti

5 Dicembre 2017 - 09:30
Da giovane giocava a rugby. Ora tifa il Benfica, sorride molto e parla poco. Dopo un dottorato ad Harvard e un decennio come dirigente della Banca centrale portoghese, nel novembre del 2015 è diventato ministro dell’economia del Portogallo. Ha preso un Paese a rischio default, con il rapporto debito Pil più alto dell’eurozona dopo Grecia e Italia, e un deficit del 4,2%. Non solo ha risanato le finanze rispettando e qualche volta sfidando i vincoli imposti da Bruxelles, ma ha fatto ripartire l’economia. L’ha fatto così bene che l'ex ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble, l’ha definito il Cristiano Ronaldo dei ministri delle finanze europei. E ieri Mario Centeno - 51 anni il 9 dicembre - è diventato presidente dell’Eurogruppo, l’organo europeo che riunisce i 19 ministri dell’economia dei Paesi con la moneta unica. Ha vinto grazie all’appoggio dei Paesi del sud Europa come Italia e Grecia; ma anche Germania e Francia hanno sostenuto la sua candidatura. Alcuni l’hanno già definito il campione dell’anti-austerity per le sue posizioni dure contro il rigore di Bruxelles, molti sperano che possa guidare l’integrazione dell’eurozona, tutti sanno che sarà un compito molto difficile.

Cresciuto a Vila Real de Santo Antonio, città di confine nel sud del Portogallo con il solo fiume Guadiana a separarlo dalla Spagna. Famiglia comunista, in un’epoca manichea dove chiunque fosse contro il regime era definito tale; il fratello maggiore Luis gli ha trasmesso due passioni: il Benfica e il rugby. Centeno è la definizione plastica di tecnico prestato alla politica: preparato ma pessimo oratore, fino ai limiti della goffaggine. Addirittura pochi giorni prima di essere nominato ministro delle finanze, nel novembre del 2015, durante una conferenza stampa per comunicare il programma economico del Partito socialista portoghese, non riuscì a ricordare la previsione del suo partito sul deficit, perdendosi dietro a una risata isterica. Con il tempo ha imparato come gestire la pressione, diventando sempre più mediatico ed efficace. Se fosse un motto latino sarebbe “Festina Lente”: affrettati lentamente. La sua è stata una rivoluzione tranquilla, fatta di mediazioni e qualche strappo. E anche per questo è stato eletto come presidente dell’Eurogruppo, forse l’organo europeo che vive più di frenate, accordi e negoziati.

Centeno è la definizione plastica di tecnico prestato alla politica: preparato ma pessimo oratore, fino ai limiti della goffaggine. Con il tempo ha imparato come gestire la pressione, diventando sempre più mediatico ed efficace. Se fosse un motto latino sarebbe “Festina Lente”: affrettati lentamente. La sua è stata una rivoluzione tranquilla, fatta di mediazioni e qualche strappo.
Da mesi si parla del modello portoghese come la risposta efficace alle politiche di austerità.Il governo del socialista Antonio da Costa, a capo di una coalizione formata da partiti di estrema sinistra (Bloco de Esquerda e Partido Comunista Português) ha basato la sua rinascita sul programma economico scritto da Centeno. Bruxelles ha dato due vincoli: ridurre di due punti percentuali il deficit (da 4,2% a 2,2%) e non chiedere altre tranche. L’obiettivo politico di Centeno, specializzato nello studio del mercato del lavoro, è stato quello di ridare fiducia alle famiglie della classe media per spingerle a consumare di più, aumentando i salari minimi e le pensioni. Per finanziare l’aumento della spesa senza sforare il budget, Centeno ha tagliato di ⅓ gli investimenti pubblici, aumentato le imposte indirette e ha previsto per i dipendenti pubblici un aumento graduale verso la settimana da 35 ore per aumentare la produttività. La miglior definizione della sua dottrina economica è “austerità redistributiva”, data dall’economista Ricardo Paes Mamede in un’intervista al Manifesto. Ovvero come uno chef con un frigo quasi vuoto, Ceteno ha lavorato con gli ingredienti a sua disposizione.

Molti media italiani ed europei in queste ore l’hanno definito il campione dell’anti-austeirty per la sua posizione dura, presa con il collega spagnolo Luis De Guindos nel novembre 2016, contro le sanzioni minacciate dalla Commissione europea. Lisbona e Portogallo sforarono di poco i parametri europei ma riuscirono a convincere Bruxelles ad applicare la regola del buon senso dopo le riforme dure fatte dai due Paesi.

Anche così Centeno ha costruito la sua reputazione, rimanendo nel precario equilibrio tra il rispetto dei vincoli europei e qualche forzatura. Una dote che farà comodo al nuovo presidente dell’Eurogruppo quando entrerà in carica il 13 gennaio. Sul tavolo avrà due dossier impegnativi: la riforma dell’eurozona e la ridiscussione del prestito alla Grecia. In un’intervista alla Bild del 22 novembre 2016, Centeno disse che L'Unione europea avrebbe dovuto discutere la riduzione del debito per Atene andando avanti anche senza il Fondo monetario internazionale. Anche per questo ha ricevuto il voto del governo Tsipras.

Il manifesto politico del nuovo presidente dell’eurogruppo si può trovare nell’intervista concessa a giugno a El Pais. Secondo Centeno la ricetta dell’Unione europea per risolvere i problemi dell’eurozona è stata «sbagliata, parziale e incompleta. Le riforme strutturali erano necessarie, ma dovevano essere accompagnate da stimoli per promuovere gli investimento».

Anche per questo Centeno sembra l’uomo giusto per portare avanti la riforma dell’eurozona. A settembre - come abbiamo scritto qui - il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha proposto di trasformare il presidente dell’Eurogruppo in un ministro delle finanze Ue. Non solo un mero coordinatore dei lavori, come è oggi, ma un commissario europeo con a disposizione un nuovo fondo economico per gli investimenti da istituire sulle ceneri del Meccanismo europeo di stabilità, il fondo salva stati creato nel 2011 per fronteggiare la crisi nell’eurozona. Domani la Commissione europea dovrebbe presentare le sue proposte, ma lo stallo in Germania, ancora alle prese con il negoziato tra Cdu e Spd per la Grande Coalizione rischia di bloccare tutto. Senza l’ok Berlino, Centeno sarebbe un generale senza esercito.

Ora con Centeno si apre una nuova fase ma sarebbe sciocco pensare che non riceveremo più lettere da Bruxelles con richieste di manovre aggiuntive o chiarimenti per gli accordi non mantenuti. La strada è ancora lunga e per ora il presidente dell'eurogruppo conta meno di quanto sperano gli amanti della flessibilità.
Senza contare che la nomina di Centeno è stata sostenuta da sette paesi e ha vinto solo al secondo giro di votazioni dopo il ritiro dei candidati meno forti. Questo vuol dire che almeno nove Paesi non sono favorevoli a un drastico cambio di rotta. Bisognerebbe ricordarli a quelli che hanno esultato per la nomina di Centeno. A difesa del suo predecessore Jeroeni Dijsselbloem, dipinto dalla stampa italiana come un freddo tecnocrate che prende in giro i viziosi Paesi del mediterraneo - qui spieghiamo come sia una bufala - bisogna dire che l’ex ministro laburista (sì, avete letto bene, laburista) sotto la sua presidenza ha dovuto affrontare la crisi del debito sovrano e il rischio default della Grecia. Un periodo non facile per nessuno.

Ora con Centeno si apre una nuova fase ma sarebbe sciocco pensare che non riceveremo più lettere da Bruxelles con richieste di manovre aggiuntive o chiarimenti per gli accordi non mantenuti. La strada è ancora lunga e per ora il presidente dell'eurogruppo conta meno di quanto sperano gli amanti della flessibilità.

Le istituzioni europee vivono di compromessi ed equilibri. L’unico modo per far coesistere 27 Stati, 24 lingue, 10 valute, 8 gruppi politici e due visioni opposte su come gestire l’eurozona. In questi anni la presidenza espansiva di Mario Draghi alla Banca centrale europea è stata bilanciata dal rigore nei conti del presidente dell'eurogruppo Jeoren Dijsselbloem; all’atteggiamento più blando del commissario agli affari economici Pierre Moscovici verso i conti dei Paesi del sud Europa si contrappone quello del finlandese Jury Katanien, falco dell’austerity e supervisore di tutte le decisioni economiche della Commissione europea. E fino a marzo 2017 popolari e socialisti si sono divisi anche le due poltrone principali: Martin Schulz presidente del Parlamento europeo e Jean Claude Juncker a capo della Commissione. Con l’elezione del popolare Antonio Tajani all’europarlamento il domino delle poltrone è ripartito portando all’elezione del socialista Centeno alla presidenza dell’eurogruppo per bilanciare lo strapotere dei popolari.

Mal di testa? Ce l’hanno anche a Bruxelles perché ora si aprono scenari inaspettati. A giugno scadrà il mandato di Victor Costancio come vicepresidente della Banca centrale europea. Fuori un portoghese, dentro uno spagnolo, il ministro delle finanze iberico Luis de Giundos. Ma la partita più importante si giocherà il 31 ottobre del 2019. Sarà l’ultimo giorno di Mario Draghi come presidente della Bce. In questo gioco di poltrone il favorito alla sua successione diventa Jens Weidmann l’attuale presidente della Bundesbank. Con lui la Bce potrebbe tornare al suo ruolo originale: arbitro dell’eurozona e non giocatore.Tradotto: niente più quantitative easing, l’acquisto massiccio di titoli di Stato che ha dato respiro alla fragile economia italiana; niente più bazooka finanziari per proteggere il debito pubblico italiano ed evitare l’aumento dello spread con i bund tedeschi. Un anno e mezzo è un’eternità in politica e con le elezioni europee di giugno 2019 ogni discorso è prematuro. Ma con l’anti-austerity Centeno alla presidenza dell’Eurogruppo il gioco di check and balances potrebbe portare alla presidenza della Bce l’uomo che ha votato negli ultimi anni contro tutte le decisioni prese da Mario Draghi. E dovrà solo spostarsi di 3 km, la distanza che separa la Bundesbank dalla Banca centrale europea, entrambe a Francoforte.
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda pianogrande il 05/12/2017, 14:36

Anche io ho i miei "che noia".

Qua l'anti austerity mi appare come la storia dell'anti no.

Generalizzazioni per cercare di giustificare anche l'ingiustificabile (sono d'accordo con Mariok).

Questo signore ha raddrizzato l'economia di un paese e forse ha fatto dei passaggi che lo hanno messo in discussione da parte dell'Europa e cosa ti inventa l'articolista?

Che la ricetta è l'essere anti austerity.

Ma perché non spiega in dettaglio quello che è stato fatto davvero invece di strumentalizzare qualsiasi cosa per sostenere (magari più o meno subdolamente) che l'unica scappatoia dai debiti è farne altri?

Altro che noia!
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 16:16

La noia caro pianogrande è che qualsiasi argomento io metta in cui si parla di critica all'austerity mi si risponde...non rispondendo ed enunciando la litania che finchè non si abbassa il debito pubblico gli italiani se la devono prendere in quel posto là....
Ls realtà attuale dell'Italia, infatti, è che ha rsipettato l'austerity (al di là di qualche chiacchiericcio di Renzi) ....e i risultati si vedono: siamo sempre col culo per terra.
Viceversa e solo per esempio chi come gli Usa in modo notevole (di ieri la notizia del fortissmo taglio alle tasse) e chi come il Portogallo in modo piu' lieve (ritorno alle 35 ore lavorative, aumenti di stipendi etc) ha ragionato diversamente, le cose sono andate meglio.
Se a un malato di cancro non gli fai la chemio perchè fa tanto male (nausea vomito dolori e fa cadere i capelli etc ) etc...morirà velocemente! Viceversa invece, qualche speranza di riprendersi ce l'ha :roll:

Intendiamoci, ovvio che se il discorso lo spostiamo sul fatto che in Italia la politica non è capace di tagliare la spesa e prendere misure draconiane in tandem con forti investimenti e riduzioni delle tasse,,,,allora sono d'accordo con te, con Mariok, con Franz, etc etc
Ma in via teorica se non fai ripartire l'economia, col kaiser che sistemi le cose in tempi non biblici! E a lungo andare fai il gioco dei populismi o peggio del fascismo di ritorno :mrgreen:

Vedremo con il prossimo Governo di centrodestra....
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 16:32

http://www.lastampa.it/2017/12/05/cultu ... agina.html

Se la Brexit taglia i fondi alle imprese

MARCO ZATTERIN
Non senza l’insana leggerezza di chi pensa che amputarsi i piedi sia una soluzione perfetta per risparmiare sulle scarpe, l’Europa ha cominciato a ragionare sul bilancio Ue del dopo Brexit. L’addio di Londra alleggerirà di 70 miliardi la cassa comune che i rimanenti Ventisette, preoccupati per lo scetticismo dilagante delle opinioni pubbliche, non sembrano orientati a coprire con nuovi denari.

La conseguenza è che si sta immaginando un taglio delle spese, secco e sciagurato. Dal quale l’Italia, e non solo, potrebbe uscire impoverita e neanche di poco.

Il processo è lungo, c’è tempo per rinsavire: la proposta formale della Commissione Ue è attesa in maggio e i governi sperano di deliberare prima del rinnovo dell’Europarlamento nella primavera del ‘19. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, c’è ragione per ritenere preoccupanti le «ipotesi di lavoro» che circolano nelle cancellerie. Dati che, nella lettura più prudente, profilano una sforbiciata del 15% che sfilerebbe dalle tasche dei nostri agricoltori 3,5 miliardi ed espellerebbe il centro Nord dalle politiche di coesione. Un pessimo affare.

Ma è la sofferenza minima dell’euro-taccagneria. Il secondo scenario immaginato dai tecnici della Commissione Ue identifica una compressione delle risorse ancora più netta, stavolta del 30%. Per l’Italia sarebbe un incubo. Perderebbe tutti i fondi per le regioni, 40 miliardi nel settennato. E vedrebbe volatilizzarsi 9 miliardi per il sostegno dell’economia verde. Sarebbero a rischio anche ricerca e tecnologia, compreso Erasmus, il migliore testimonial del progetto a dodici stelle.

In coda alla crisi economica e finanziaria che ha colpito l’Europa nel 2008, dopo essere esplosa fra i mutui scellerati americani, i Ventotto hanno già deciso di non aumentare il loro budget. Sarebbe stato il momento di farlo, nel 2013. La stagione richiedeva più energia nel motore dell’Europa, per accompagnarla al necessario salto di qualità. Con una concessione ai britannici,completamente inutile col senno di poi, l’Ue ha invece deciso di non investire di più in se stessa. E’ prevalsa la paura di sentirsi accusare di finanziare un patto vuoto, si è rimasti a mille miliardi di contabilità comune. Cifra che, guarda il destino, è più o meno la stessa dell’evasione fiscale praticata nel vecchio continente.

Ora si deve ragionare sul periodo 2021-2027 e trovare una cura per sostituire il contributo netto dei britannici, 10 miliardi l’anno. Rende più difficile il quadro l’esigenza di trovare soldi per nuovi e importanti missioni: controllo delle frontiere, gestione dell’immigrazione, amministrazione di politiche sociali più efficaci, poi difesa e lotta al terrorismo. Il buon senso farebbe dire che servono più soldi per fare meglio insieme quello che da soli viene peggio. Al contrario, si ragiona sui tagli.

Chi crede nel potenziale dell’integrazione dovrebbe essere consapevole della criticità della fase, in termini di assetti economici e geopolitici: sarebbe opportuno immaginare di alzare l’asticella finanziaria, non di abbassarla. Se il timore di reazioni negative, o la cecità contabile nella definizione di bilancio, portasse ad alleggerire gli aiuti all’agricoltura o alle imprese, il risultato in termini di consenso risulterebbe peggiore, per non parlare delle ricadute in termini di sviluppo nei settori.

I prossimi dieci anni saranno cruciali nel definire il ruolo dell’Unione nel mondo che cambia. Le sue potenzialità, la stabilità, la sicurezza. E’ il tempo di investire nel futuro e deve essere chiaro che, tagliando l’ossigeno, si può soffocare il paziente. Così si farebbe il gioco dei nazionalisti, si faciliterebbe la narrativa di chi vuole il male della famiglia europea. Non gli interessi dei cittadini che, ancora in maggioranza, credono che solo unita questa Europa possa sopravvivere, crescere, essere stabile, battere le diseguaglianze. O, per farla breve, avere un senso.
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda pianogrande il 05/12/2017, 17:13

E quindi permettere a questa classe politica di cialtroni e disonesti di fare altro debito ci porterebbe fuori dai guai?

Austerity sì o austerity no è un discorso troppo limitato per prendere di petto il problema.

I parametri sono ben altri e cioè efficienza, produttività, ricerca, meritocrazia, giustizia vera, evasione fiscale, mafia in tutti i rivoli dove passano soldi e mi fermo perché mi sento male solo ad andare avanti nell'elenco.

Però, qualcuno trasforma un ministro dell'economia che ha tirato fuori dai guai un paese in un anti austerity.

Che bello!

Magari dalla sua posizione in Europa permetterà anche a noi di essere anti austerity e così ci salviamo anche noi come è stato per il Portogallo.

La "flessibilità" non è la "chemioterapia" ma bensì l'eutanasia e con l'aggravante che è una eutanasia con la quale il malato non muore ma continua a soffrire peggio di prima.

Se ci vogliamo salvare dobbiamo aggredirla tutta la malattia e non solo quello che fa comodo al "medico" che ci lucra sopra.

Sicuramente per noi sarebbe meglio un anti mafia, anti evasione fiscale, anti corruzione e anti tante altre cose di cui quell'articolo neanche accenna con quella disonestà intellettuale a cui purtroppo siamo ormai abituati.
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda trilogy il 05/12/2017, 18:21

Però non capisco che vuole l'articolo. Esce il Regno Unito, quindi per mantenere la spesa invariata o si aumenta il contributo nazionale o si taglia la spesa. La commissione ha proposto tre scenari taglio del 15% taglio del 30% aumento del contributo nazionale dello 0,2% del pil. L'Italia è contributore netto quindi qualunque scelta venga fatta metterà 100 e prenderà 95% più è grande il 100% maggiore sarà il 5% che perdiamo
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 18:53

pianogrande ha scritto:E quindi permettere a questa classe politica di cialtroni e disonesti di fare altro debito ci porterebbe fuori dai guai?

Austerity sì o austerity no è un discorso troppo limitato per prendere di petto il problema.

I parametri sono ben altri e cioè efficienza, produttività, ricerca, meritocrazia, giustizia vera, evasione fiscale, mafia in tutti i rivoli dove passano soldi e mi fermo perché mi sento male solo ad andare avanti nell'elenco.

Però, qualcuno trasforma un ministro dell'economia che ha tirato fuori dai guai un paese in un anti austerity.

Che bello!

Magari dalla sua posizione in Europa permetterà anche a noi di essere anti austerity e così ci salviamo anche noi come è stato per il Portogallo.

La "flessibilità" non è la "chemioterapia" ma bensì l'eutanasia e con l'aggravante che è una eutanasia con la quale il malato non muore ma continua a soffrire peggio di prima.

Se ci vogliamo salvare dobbiamo aggredirla tutta la malattia e non solo quello che fa comodo al "medico" che ci lucra sopra.

Sicuramente per noi sarebbe meglio un anti mafia, anti evasione fiscale, anti corruzione e anti tante altre cose di cui quell'articolo neanche accenna con quella disonestà intellettuale a cui purtroppo siamo ormai abituati.




Appena qualche giorno fa dicevo che ormai in Italia nessuno piu' vuole lasciare l'euro...nemmeno io!
Quindi risparmiami tutte le belle favolette della meritocrazia e menate varie!
Il punto è caro mio che cosi' come i ns politici non sono stati in grado di fottersene della Ue, rilanciando l'economia con un forte taglio alle tasse, grandi investimenti, etc MA con una cura draconiana ( a suo tempo ne ho ipotizzato qualche misura: tipo pagare le pensioni oltre un certo limite in Btp, una patrimoniale una tantum, etc etc per non parlare dei soldi risparmaiati non dovendo piu pagare un bel po' di miliardi alla UE), cosi' i ns politici sono incapaci di attuare tutte le belle cose che hai elencato! Quindi....ciccia, non abbiamo fatto nè l'un cosa nè l'altra!
Cio' detto ecco perchè nemmeno io oggi chiedo l'uscita dall'euro.

Insomma , se ancora non l'hai capito, l'argomento del mio tred era ed è di discutere in riferimento alla nomina del nuovo capo dell'eurogruppo :roll: :roll: (che, comunque, non è proprio un campione dell'austerity. Infatti appena possibile ha attuato misure che non hanno niente a che fare con l'austerity...Perchè lui ha capito che un popolo schiacciato da preoccupazione e senza speranze si sarebbe rivolto verso un voto populista....)

Forse non hai letto bene....ma al centro dell'articolo con cui ho aperto il tred c'è scritto:

Il manifesto politico del nuovo presidente dell’eurogruppo si può trovare nell’intervista concessa a giugno a El Pais. Secondo Centeno la ricetta dell’Unione europea per risolvere i problemi dell’eurozona è stata «sbagliata, parziale e incompleta. Le riforme strutturali erano necessarie, ma dovevano essere accompagnate da stimoli per promuovere gli investimento».

Capito mi hai????
Ultima modifica di ranvit il 05/12/2017, 19:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 18:59

trilogy ha scritto:Però non capisco che vuole l'articolo. Esce il Regno Unito, quindi per mantenere la spesa invariata o si aumenta il contributo nazionale o si taglia la spesa. La commissione ha proposto tre scenari taglio del 15% taglio del 30% aumento del contributo nazionale dello 0,2% del pil. L'Italia è contributore netto quindi qualunque scelta venga fatta metterà 100 e prenderà 95% più è grande il 100% maggiore sarà il 5% che perdiamo



Giusto! Ma con un bilancio ridicolo che diventerà ancora piu' insufficiente, come si pensa di accelerare il processo di integrazione??? Perchè è chiaro che se non si modificano i meccanismi passando da una cieca austerity (a tutto vantaggio dei Paesi piu' forti, che non a caso ne hanno molto beneficiato) ad una maggiore azione di sostegno àll'economia di tutti i Paesi in diffficoltà, come si puo' pensare di procedere verso una maggiore unione???
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda pianogrande il 05/12/2017, 19:24

Nel bilancio dell'Europa quello che esce da qualche parte deve entrare e quello che entra serve anche per i costi della stessa organizzazione.

Il problema di avere finanziamenti dall'Europa è una competizione tra stati; come quando Renzi invitò a non finanziare i paesi che non rispettavano i patti.

Nei discorsi che stiamo facendo, credo c'entri poco l'uscita o no dall'Euro e, alla fine, la ricchezza di ogni paese dipende dalle sue politiche e non dai finanziamenti la cui somma non sarà neanche uguale al versato (già detto da Trilogy).

La politica economica non si fa solo con i tagli ma anche con i giusti investimenti e con "tutte le belle favolette della meritocrazia e menate varie".

Dicono che son solo favolette, direbbe il grande Renzo.

Tra l'altro non colgo il collegamento tra le favolette e l'eventuale uscita dall'Euro.

Burocrati contro flessibilità, tagli e finanziamenti.

Tutto qua?
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Re: Chi è Mario Centeno

Messaggioda ranvit il 05/12/2017, 19:49

Scusa, ma ancora non hai capito quello che dico? NON STO PARLANDO DI USCIRE DALL'EURO!!! Non è piu' tempo! Bisognava farlo 6 anni fa (se non ci avessero accettato il piano di rilancio dell'economia)!

Comunque ora ci pensera' il centrodestra...a decidere cosa fare...
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