Evviva Elsa Fornero, gigante di dignità tra i nani e i pavidi della politica
Ancora oggi, l’ex ministro del lavoro del governo Monti, è l'unica persona che si prende la responsabilità della riforma delle pensioni e del caos esodati. Anche ieri sera, pubblicamente, in occasione della presentazione di un film. Onore a lei e al suo coraggio. Vergogna per tutti gli altri
di Francesco Cancellato
Più o meno nelle stesse ore, il professor Mario Monti, officiante dell’apertura dell’anno accademico dell’Università Bocconi, si prendeva i complimenti della commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager, per aver «salvato l’Italia» durante la crisi dello spread del 2011. Ed Elsa Fornero, ministro del lavoro e della previdenza dello stesso governo, presenziando volontariamente alla visione del film ”L’esodo” di Ciro Formisano alla Cascina Roccafranca di Torino, si consegnava al processo sommario di chi era stato penalizzato dagli effetti della sua riforma previdenziale.
Diciamo con forza quel che gli altri giornali, nelle loro fredde e pavide cronache, non hanno avuto il coraggio di dire: onore a applausi alla dignità di Elsa Fornero, che in una sera riesce a fare cose che nessun politico italiano sarebbe in grado di fare, anche solo una alla volta. Uno: intestarsi pienamente una riforma impopolare che, ricordiamolo, è stata votata da un intero consiglio dei ministri, controfirmata da un Presidente della Repubblica, votata da una larghissima maggioranza parlamentare, da Berlusconi a Bersani. Due: rivendicarne i meriti, orgogliosamente, anche a costo di dire dire cose tanto vere quanto estremamente sgradevoli – ad esempio, che senza quella riforma saremmo finiti come la Grecia, altro che esodati. Tre: non negare i disagi che la riforma ha prodotto, né la sua sofferenza umana nel vederli accadere.
Il punto quattro – ristabilire una minima verità storica sulla vicenda – toccherebbe a noi: ad esempio, ci sarebbe da ricordare il balletto delle cifre sul numero esatto degli esodati, - 65 mila secondo il governo di allora, 390mila per l’Inps - che ancora oggi non ha ancora trovato risposta. La vulgata ha dato ormai per buono il numero che diede allora l’Inps, ma un recente documento dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha sollevato più di qualche dubbio in merito, affermando testuale che le successive sette salvaguardie “hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove”, comprese persone che “avevano preso decisioni molti anni prima della riforma Fornero e che attendevano la decorrenza della pensione anche in tempi di molto successivi alla riforma”.
O ancora, ci sarebbe pure da dire che le prime tre salvaguardie, che coprirono una platea di 116mila potenziali esodati, vennero poste in essere dallo stesso governo che fece la riforma delle pensioni (dalla Fornero, quindi). E che i governi successivi – Letta e Renzi: facciamo nomi e cognomi - con vincoli di bilancio più laschi, arrivarono a corprirne “solamente” altri 80mila. Diciamo “solamente” perché se gli esodati fossero stati effettivamente 390mila le risorse per tutelare ciascuno di loro ci sarebbero state. Perché non è stato fatto, preferendo mettere undici miliardi all’anno sul bonus degli 80 euro e diciotto sulla decontribuzione piena delle nuove assunzioni? Perché gli esodati non sono importanti? O perché, alla fine, non erano 390mila? Attendiamo risposte che non arriveranno.
Quel che è certo è che nessuno ha invitato Monti, Berlusconi o Bersani a vedere il film di Formisano, né Letta o Renzi. E che nessuno di loro ci andrà, ne siamo certi, qualora quell’invito arrivasse. E che nessuno di loro avrà il coraggio di prendersi anche la minima parte di responsabilità di quella controversa vicenda, anche solo per ristabilirne, almeno in parte, la verità storica. Lasciando Elsa Fornero da sola, a prendersi insulti, minacce squadriste e processi sommari, senza nemmeno una parola di solidarietà. Davvero, complimenti vivissimi.
http://www.linkiesta.it/it/article/2017 ... pol/36352/