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La crisi,la crescita

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La crisi,la crescita

Messaggioda Robyn il 15/11/2017, 17:36

Siamo ancora nella crisi ,ma stiamo uscendo dalla crisi perche l'1,7 di crescita è ancora insufficente per andare fuori la zona rossa.Siamo fuori la zona rossa se superiamo il 2,1 di crescita che è considerata crescita regolare.La crescita è considerata fragorosa al 2,9 ma sarebbe sufficente una crescita al 2,7 che assorba la disoccupazione.Infatti le eccedenze e le frazioni di crescita non possono essere assorbite da lavoro a termine e straordinari ma da lavoro indeterminato,full time,part-time e in parte intermittente dove si coprono le lacune.A contribuire alla crescita c'è la stabilità di governo ,la sobrietà le riforme che vanno completate.In merito a bertinotti noi siamo la sinistra capitalistica
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Re: La crisi,la crescita

Messaggioda Robyn il 15/11/2017, 19:04

sinistra capitalistica significa che sfrutta le regole del mercato per realizzare la protezione dei più deboli e diminuire l'ampiezza delle differenze senza però eliminarle altrimenti si eliminerebbe la meritocrazia
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Re: La crisi,la crescita

Messaggioda trilogy il 19/11/2017, 22:37

Andiamo peggio da 73 trimestri consecutivi

E sono 73. Con i dati diffusi dall'Istat sulla stima preliminare del pil del terzo trimestre si è ulteriormente allungata la interminabile serie di segni meno che certifica ogni trimestre il declino della nostra economia. Sono 73 trimestri consecutivi che il pil dell'Italia va peggio della media dei paesi Ue e dell'Euro zona. L'Italia ha realizzato un (discreto) + 0,5% a fronte del +0,6% della media Ue. La forbice continua ad allargarsi, da oltre 18 anni quando l'economia va bene, noi andiamo meno bene degli altri; quando va male, noi andiamo peggio. La serie storica attraversa trasversalmente l'alternanza alla guida del Paese; in questi 18 anni si sono succeduti governi di destra, di sinistra e di tecnici, ma il segno meno nel confronto con la media Ue è rimasto sempre uguale: la classe dirigente (non solo quella politica) è incapace di leggere il paese e refrattaria a qualunque ragionamento serio sul nostro declino economico.

Duole dirlo, ma ha ragione Katainen, l'algido euroburocrate vice presidente della Commissione Ue, che ha chiesto bruscamente ai politici di dire agli italiani che la situazione strutturale della nostra economia non è migliorata. Se si vuole essere oggettivi bisogna ricordare nonostante il buon andamento del pil nel 2017, siamo ancora 5 punti percentuali al disotto del livello del 2007 e ci vorranno altri 5-7 anni per tornare al livello pre crisi; le altre economie hanno già recuperato e superato quei livelli. La disoccupazione viaggia stabilmente a due cifre, quella giovanile al 35%, quasi il doppio di quella europea. Il futuro si presenta nero: l'inevitabile risalita dei tassi di interesse sarà devastante per i nostri conti sottraendo risorse all'economia reale per pagare la rendita ai portatori dei titoli del nostro debito pubblico che continua a salire (siamo arrivati a 2.300 miliardi).

Il nostro primo ministro dice invece soddisfatto che l'Italia non è più il fanalino di coda della Ue (abbiamo ceduto il posto al Belgio, capirai che soddisfazione) e in una ipotetica gara di salto in alto del pil vinceremmo la medaglia d'oro perché invece dello 0,8% previsto cresceremo dell'1,6%. Con il dovuto rispetto mi ricorda un orchestrale del Titanic.

fonte: http://www.italiaoggi.it/giornali/impro ... nglish.asp
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Re: La crisi,la crescita

Messaggioda Robyn il 19/11/2017, 23:10

L'Italia è sempre l'ultima però dobbiamo metterci l'anima in pace fare le riforme veramente necessarie senza inseguire il consenso inoltre è molto importante una guida sobria come può essere Gentiloni e un governo stabile.Per me non contribuiscono alla crescita solo gli investimenti ad ex ci sono fondi europei non utilizzati e che dovremmo utilizzare ma anche una certa stabilità dei rapporti di lavoro perche senza questa non ci sono certezze e se non ci sono certezze non c'è domanda di beni e servizi e senza domanda di beni e servizi non c'è sviluppo della produzione e quindi non c'è creazione di lavoro.Naturalmente si possono immaginare forme di flessibilità nella stabilità ad ex il part-time prevalentemente riservato alle donne ,in parte il contratto intermittente coperto durante i periodi di inattività ed altre forme ad ex riservando il lavoro parasubordinato a prestazioni che prevedono compensi alti e riservare il lavoro occasionale sono a determinate categorie e questo è possibile utilizzando la legge biagi.La prima cosa è far costare meno il lavoro indeterminato lasciando che il lavoro a termine possa servire per sostituire una ragazza in maternità e scaricando i costi della maternità interamente sulle protezioni sociali.Per l'articolo 18 copiando il modello inglese che prevede al massimo un'anno di prova i tre warnings nei disciplinari in un'anno il recesso per cause gravi come furto,stato di ubriachezza,molestie sessuali e per il gmo un'indennità variabile da 6 a 29 mensilità a seconda della grandezza aziendale che faccia da argine previo controllo giudiziale che non si tratti di discriminazioni.Nel caso dei disciplinari la legge è chiara e non si presta ad incertezze interpretative la forma scritta sulla bacheca e su fogli consegnati dall'azienda al momento dell'assunzione che possono anche includere cause diverse a seconda dei settori e regolati attraverso intesa rappresentanze sindacali azienda.Il gmo prevedeva anche una procedura che impegnava rappresentanti sindacali e azienda al ricollocamento del lavoratore senza alcun vincolo di riassunzione da parte del datore di lavoro era una possibilità liberale in più eliminata dall'ultima riforma del lavoro.Le cause dovrebbero prevedere un solo grado di giudizio e nel caso si facesse ricorso la possibilità di accesso raramente concessa al secondo grado previo parere di un'argano paritetico ma serve la riforma della giustizia civile.Infatti si vede che i tempi si allungano perche non è solo il lavoratore che può fare ricorso ma alla pari anche le aziende fanno la stessa cosa
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