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L'Italia spaccata in due dai certificati.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda gabriele il 03/11/2017, 13:10

L'Italia spaccata in due dai certificati. A Milano metà rilasciati online, a Napoli nessuno
Il Paese che si converte al digitale e quello che a tre anni dalla legge non ha attivato il servizio. Ecco chi marcia e chi resta a guardare

di CRISTINA NADOTTI

ROMA - La legge c'è, qualcuno si attrezza, altri ne sfruttano le possibilità, altri ancora confondono i servizi che l'ufficio anagrafe del Comune può fornire in digitale con le informazioni turistiche.

Intanto però i dati raccontano, come spesso accade, che in Italia le innovazioni procedono a macchia di leopardo. Così, se il comune di Milano annuncia che nel 2016 ha emesso più certificati digitali, il 54 per cento, di quanti ne siano stati consegnati allo sportello, a Napoli gli utenti hanno ancora e soltanto l'unica opzione di una fila e una chiacchierata con l'impiegato.

L'Agenda digitale italiana è partita nel 2014 e prevede azioni e norme per lo sviluppo delle tecnologie, dell'innovazione e dell'economia digitale. In pratica, i comuni italiani devono attrezzarsi per dialogare e fornire o ricevere documenti online da cittadini e imprese. Per questo è indispensabile l'attivazione dello Spid, il sistema che permette agli utenti di accedere con un'unica identità telematica ai servizi online della pubblica amministrazione e privati.

Appunto: il traguardo di Milano, non a caso annunciato dall'assessora alla Trasformazione digitale e ai servizi civici del Comune, Roberta Cocco, passa attraverso lo Spid attivato, un sito in cui si naviga con grande facilità e un video che spiega passo passo come si accede al sistema. Detto fatto: i cittadini evitano volentieri di andare in Comune e fanno tutto dal computer di casa. Fa altrettanto bene Firenze, con il 45 per cento dei certificati rilasciati online e un articolato piano di digitalizzazione che prevede corsi di formazione, pubblicità, convenzioni con ordini professionali. Torino stima il 55 per cento ma i dati non sono ufficiali , Bari il 25 e Roma il 21 per cento.

Si è fatto l'esempio di Napoli, ancora indietro, ma non è una questione di Nord e Sud. A Cagliari sciorinano soddisfatti il loro 39 per cento di certificati online e Danilo Fadda, assessore a Personale affari generali e servizi demografici spiega: "L'amministrazione ha puntato molto sulla digitalizzazione perché, viste le assunzioni bloccate, poter liberare del personale dal lavoro allo sportello permette di destinare risorse altrove".

Il buon dato di Cagliari si spiega anche con una campagna di informazione, perché è vero che alcuni comuni hanno lo Spid e siti efficienti, ma i cittadini talvolta non sanno se e come usarli. Dicono infatti dal comune di Venezia (quasi 27 per cento di certificati emessi online): "Il dato riguarda il 2017 e lo riteniamo già abbastanza buono, specie se si considera che non tutta la popolazione residente ha ancora la consapevolezza di tale possibilità e per questo si sta rilanciando un nuovo piano di comunicazione in materia. La stampa può essere senz'altro di aiuto".

Si dicono soddisfatti dell'avvio anche a Perugia, con il loro 29 per cento e un vasto piano di incremento per la città "ultradigitale". Anche in questo caso, l'accesso alla registrazione Spid è rapido e sul sito si naviga con facilità.

Tuttavia informazione ed efficienza del Comune non sono garanzia di riuscita, perché l'abitudine e l'età media della popolazione sono una zavorra. A Bologna le richieste online non decollano, complice anche una fitta rete di sportelli in ogni quartiere cittadino, che di fatto rende molto semplice ottenere i documenti richiesti, tanto che il 70 per cento dei certificati viene ancora rilasciato da un operatore.

Stessa cosa accade a Genova, dove lo Spid è attivo ma, spiega l'assessore a Servizi civili e informatica Matteo Campora "l'esiguo 10 per cento è anche dovuto al fatto che Genova è una città con molti anziani, pochi giovani e attività, dove solo i professionisti sono passati al nuovo sistema".

In altre città, come Palermo, i certificati richiesti online sono circa il 12 per cento del totale, ma non essendo attivo lo Spid (assicurano ci sarà da gennaio) per registrarsi al servizio bisogna andare al Comune. E qui comincia il viaggio nelle amministrazioni che arrancano. Ad Ancona, per esempio, giurano che si stanno attrezzando, ma intanto qualche documento si può richiedere via posta certificata ma "non sono ancora stati digitalizzati i dati anteriori al 2000".

A Potenza, dopo che alla voce "servizi online" del sito del Comune si è trovato un Qr code per informazioni turistiche, la telefonata di verifica ottiene una risposta piccata: "E come si fa, bisogna pagare la marca da bollo". Beati i milanesi e gli altri che hanno già scoperto i pagamenti online. Ma non è la sola bizzarria: su molti siti dei comuni la ricerca di termini come "digitale" e "online" non produce alcun risultato, come se la tecnologia si fosse fermata ai vecchi macchinari degli uffici dell'anagrafe, che l'impiegato manovrava con grande fragore di ingranaggi e cartellini fruscianti.

C'è poi chi il sito lo cura assai, come Reggio Calabria, dove il primo tra i servizi online è un sistema per inserire "il tuo evento", mentre per scovare l'anagrafe digitale ci vuole un certo puntiglio. E infatti dal Comune confermano: "Sono registrati 898 utenti e sono state presentate circa 40 richieste". Quanti certificati emessi? Mah, però i social sulla pagina principale sono elencati tutti.

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/1 ... 10-S1.8-T1

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A me sta storia degli "anziani" che non sono capaci non mi convince proprio per niente e credo sia una foglia di fico dietro la quale è facile nascondersi.
E' vero che persone di una certa età, vissute in un epoca dove la tecnologia era molto meno informatizzata di oggi, abbiano più difficoltà ad approcciarsi ad un computer o ad uno smartphone, ma difficoltà non vuol dire per forza ostruzionismo o abbandono.

C'è anche da dire che la tecnologia, per gli ovvi bisogni di mercato, si è fatta intuitiva, semplice da usare e alla portata di tutti.

Quindi il problema sta a monte. Sta nelle mani di una classi dirigente che non sa pianificare le sue politiche, a cominciare dalla pianificazione esecutiva dei provvedimenti emanati.
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda pianogrande il 03/11/2017, 13:36

Intanto è piuttosto raro che un anziano non abbia un nipote o altro riferimento almeno per queste operazioni.

Inoltre, è proprio agli anziani che bisogna evitare di andare a fare code in uffici e proprio in quelli più arretrati e barbari (come non possono non essere quelli non informatizzati/digitalizzati) dove ancora si litiga per stabilire chi è arrivato prima.

Il livello di rispetto del cittadino utente, in questo paese, è mediamente piuttosto basso.

Credo restando in tema, vorrei denunciare le allucinanti atmosfere nelle sale d'attesa di tanti medici di base dove basterebbe il classico numerino per evitare di non andare neanche in bagno o a fare altro stimando il tempo di attesa.

Lo stato sperpera sulle cose che costano; figuriamoci se non esagera nel non rispetto del cittadino che non costa niente.
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda Robyn il 03/11/2017, 13:51

Il pc è una cosa positiva ma non tutti hanno il pc e la stampante e poi c'è un problema di abitudini mentali.Per ex si potrebbe andare in un'agenzia di servizi anziche all'anagrafe a fare la fila con il numeretto dare una password e dietro un lieve compenso avere i certificati richiesti
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda mariok il 03/11/2017, 14:21

Posso portare una testimonianza di cui credo di aver già parlato.
Mia figlia, lavorando purtroppo con contratti a termine, usufruisce durante i periodi di inattività tra un contratto e l'altro del Naspi.
Sebbene sul sito dell'Inps ci siano le procedure informatiche per lo svolgimento di tutti gli adempimenti, se non ti rechi cimunque allo sportello o, preferibilmente presso un patronato, l'indennità non ti arriva mai.
Ho tentato di insistere con mia figlia perché tenesse il punto e pretendesse il rispetto di quanto scritto sul sito, ma purtroppo, malgrado ripetuti invii di reclami, non c' è stato nulla da fare.
È evidente che ci sono boigottaggi ed interessi soprattutto da parte dei Caf.
Ma a chi lo vai a dire?
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda Robyn il 03/11/2017, 15:32

Parlavo di agenzie private che offrono svariati servizi a cui si può andare con una password ed avere il certificato di nascita di residenza sono cioè in aggiunta al servizio dell'anagrafe normale e quello del pc per chi ce l'ha.I caf anche servono perche c'è chi non sà districarsi negli adempimenti da fa fare e poi ci sono gli anziani che seduti sulle sedie di plastica con il numeretto in mano conversano un pò si tengono compagnia.I caf andrebbero trasformati in APA"agenzia pubblica assistenza"
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda gabriele il 03/11/2017, 18:16

Robyn ha scritto:Parlavo di agenzie private che offrono svariati servizi a cui si può andare con una password


Esiste già. Si chiama Facebook. Con un profilo Facebook puoi iscriverti a non so quanti servizi privati e l'accesso è immediato.

È possibile pensare, pianificare e organizzate un servizio simile ma per la pubblica amministrazione che gestisca servers, ovvero dati, di tutti i cittadini per tutti i servizi che lo stato DEVE erogare con un unico e semplice accesso? E magari farsi vedere riconosciuti i propri diritti (vedi anche alla voce: CERTIFICATI") senza dover prima compilare un modulo da stampare e far firmare a qualche pubblico ufficiale (obbligati magari a fare pure la coda)?

Se lo fanno nel privato, vuol dire che tecnicamente é possibile. E allora, cosa si sta aspettando? Il solito magna magna di ministeri, dipartimenti e uffici inutili?
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda pianogrande il 03/11/2017, 19:03

Certo che gli stipendifici pubblici e le rendite dei vari CAF saranno durissimi a morire.

E' sicuramente quello il problema visto appunto che ormai dal punto di vista tecnico problemi non ce ne sono assolutamente.
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda Robyn il 03/11/2017, 19:59

Gabriele per chi sà usare e districarsi con facebook utilizzerà facebook,per chi non sà districarsi e non ha il pc userà le multiutility cioè le agenzie private in aggiunta alla normale anagrafe e l'Apa per altre cose.Adesso queste multiutility magari non forniranno tutti i servizi ma già potendo rilasciare un certificato di residenza uno di nascita ed altri certificati più semplici saranno in grado di alleggerire i compiti della pubblica amministrazione con meno tempo e minori adempimenti per il cittadino e di più non sò dirti perche la pubblica amministrazione è anche complessa.Per ex sono fuori casa non ho il portatile dietro ,l'anagrafe è lontana ho bisogno di un certificato ma la multiutility è vicina vado alla multiutility.Scusi sà dov'è una mutiutility?è alla terza traversa a sinistra in fondo al viale in via Ravenna.Grazie per l'informazione
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda trilogy il 03/11/2017, 20:41

Comunque l'identità digitale con lo spid funziona piuttosto bene. Si riesce ad utilizzare su molti siti della Pubblica Amministrazione.
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Re: L'Italia spaccata in due dai certificati.

Messaggioda gabriele il 03/11/2017, 21:35

trilogy ha scritto:Comunque l'identità digitale con lo spid funziona piuttosto bene. Si riesce ad utilizzare su molti siti della Pubblica Amministrazione.


Questo è vero. Quello di cui mi lamento è che non esiste una vera e propria piattaforma unica della PA. Uno strumento che consenta al cittadino di non essere vessato da inutili richieste di certificazione che magari qualche ente possiede già. Questo consentirebbe una velocizzazione delle pratiche, soprattutto per la dematerializzazione degli uffici pubblici, e un risparmio di pecunia pubblica e di rispetto per l'ambiente non da poco.
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