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Riparliamo di Europa?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Riparliamo di Europa?

Messaggioda mariok il 24/09/2017, 19:13

Con le elezioni tedesche torna probabilmente alla ribalta il tema dell'Europa.
Tema da un po' uscito dalla scena del dibattito pubblico, assorbito da altre emergenze, soprattutto quelle relative a sicurezza ed immigrazione.
Segnalo in proposito la bella puntata di oggi di In 1/2 ora: è possibile per chi fosse interessato, vedere il video sul sito
raiplay.it.
Particolarmente interessanti l'intervista al governatore della Bundesbank Jens Weidmann e l'intervento di Yanis Varoufakis.
Per quanto riguarda quest'ultimo è significativo come la sua posizione si differenzi nettamente da quella della nostra sinistra, sostanzialmente anti-tedesca, euroscettica e sovranista, rappresentata in questa circostanza da Lucia Annunziata.
Suggerisco di guardare il passaggio dal minuto 25:00 che da un'idea molto precisa di tale differenza e dell'arretratezza della sinistra nostrana, che dopo Tsypras cerca ora in Varoufakis una sponda internazionale che la faccia uscire dalle miserie del suo dibattito attuale.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda mariok il 25/09/2017, 12:38

È certamente presto per capire quali saranno gli effetti di questi risultati sulla politica tedesca e sulla Unione europea.
Quello che si può già dire è che coloro che hanno pensato che con la sconfitta della Lepen in Francia il problema delle destre sovraniste ed anti-europee fosse superato, si sono sbagliati di grosso.
Elezioni Germania,
Merkel al minimo Crolla la Spd, l’ipotesi «Giamaica» con la coalizione con Verdi e Liberali

di Danilo Taino, corrispondente da Berlino

Un terremoto politico, domenica, in Germania. Alla fine di una campagna elettorale noiosa e priva di contenuti, una mezza rivoluzione. I due partito storici e popolari, che hanno governato assieme negli scorsi quattro anni nella Grande Coalizione, sono stati pesantemente puniti. Angela Merkel rimane cancelliera, incaricata di trovare una nuova coalizione di governo, ma la sua Unione Cdu-Csu registra il peggior risultato dal 1949. La Spd di Martin Schulz crolla al minimo storico. Alternative für Deutschland (AfD), il movimento nazionalista e anti-immigrati, diventa la terza forza nel Parlamento. Liberali, Verdi e Linke raccolgono qualche consenso in più rispetto al 2013.

Risultati che rendono difficile la formazione del prossimo governo. Sulla base dei numeri, le sole coalizioni possibili sarebbero un’altra Grosse Koalition oppure un’alleanza tra l’Unione Cdu-Csu, Liberali e Verdi. Schulz e tutti i dirigenti socialdemocratici hanno però subito detto, dopo avere preso nota della sconfitta, che non entreranno in un’altra alleanza con Merkel. Per parte loro, Liberali e Verdi non hanno voluto mostrare entusiasmo all’idea di andare al governo: un po’ perché tra loro hanno differenze programmatiche notevoli e soprattutto perché vorranno contrattare i termini di un loro eventuale ingresso. Merkel ha invece invitato tutti, Schulz in testa, a essere responsabili e a puntare alla formazione «di un governo stabile, che è il trademark della Germania». Nei prossimi giorni, ha annunciato, terrà colloqui esplorativi con i partiti, compresa la Spd.

Per la cancelliera saranno trattative difficili e per nulla scontate: ieri sera c’era chi parlava di una possibile irrealizzabilità di una nuova coalizione e quindi avanzava l’ipotesi di un governo di minoranza che forma maggioranze variabili di volta in volta; oppure addirittura di nuove elezioni. La tradizionale stabilità politica tedesca è insomma sotto un notevole stress.Sulla base dei dati conosciuti fino a ieri sera, l’Unione Cdu-Csu ha toccato il 32,8%, in caduta netta rispetto al 41,5% del 2013; aveva 311 deputati, ne avrà 243. La Spd è scesa dal 25,7 al 20,7%, livello preoccupante anche per il futuro: i suoi parlamentari calano da 193 a 153. AfD è arrivata al 13,2% dal 4,7% di quattro anni fa: non aveva deputati, ne avrà 98. Al quarto posto, i Liberali, che alle passate elezioni non avevano raggiunto la soglia di sbarramento del 5% (4,8%) e invece ieri hanno toccato il 10,4%, con 77 eletti. I Verdi sono dati al 9,1%, dall’8,4: avranno 67 deputati. Infine, la Linke arriva al 9%, dall’8,6, e conquista 67 seggi, dai 64 che aveva. Una Grosse Koalition avrebbe una maggioranza di 396 seggi su un totale al Bundestag di 705. Un’alleanza a tre fra Unione, Liberali e Verdi 387 seggi.

Ce la farà Merkel a formare un governo? «Sono ottimista, come sempre», ha detto ieri sera. «Occorre essere calmi — ha aggiunto —. È la strada che serve per gestire il potere». Sarà lunga.
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda ranvit il 25/09/2017, 12:51

In "Temi caldi nel mondo" c'è un 3d sullo stesso argomento.....si puo' unificare...là?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda Robyn il 25/09/2017, 13:12

In Francia gli elettori si sono sfogati facendo sentire la loro voce in Germania probabilmente è uguale.La Merkel probabilmente si è scottata con la vicenda dei profughi siriani che in ogni caso rimarranno in Germania.Il problema dei flussi deve cambiare servono intese di partenariato,programmi di crescita per i paesi dell'Africa subshariana e del medio oriente,Siria in particolare,promuovere la pace e attuare programmi ambientali con il trattato di Parigi perche le migrazioni dipendono anche dai cambiamenti climatici.Poi il problema dei richiedenti asilo è un tema differente da non confondere nel marasma dell'immigrazione.In Italia credo che non si verificherà il deflusso a destra che c'è stato in altri paesi europei,e a partire dal csx non lo permetteremo.Attraverso l'immigrazione si intensificano anche problemi di identità oltre che di xenofobia e razzismo.In merito allo yus soli temperato una riforma repentina che assegni da subito la cittadinanza a 800,000 extracomunitari può essere controproducente "anche se sono favorevole perche non ho alcuna paura".Forse sarebbe meglio far valere lo yus soli temperato solo per chi nasce dopo l'approvazione della legge.Per gli ante cioè per i già nati prima dell'approvazione dello yus soli temperato far scattare la cittadinanza in automatico al compimento della maggiore età che potrà essere rifiutata nei due anni successivi.Per gli ante cioè per i nati prima dell'approvazione della legge sullo yus soli temperato anche se non sono formalmente cittadini italiani permettere ad essi di sentirsi tali attraverso la garanzia che ci sono uguali diritti e doveri di un cittadino nato con lo yus sanguinis evitare cioè qualsiasi trattamento che possa essere dispari con i nati con lo yus sanguinis fino al compimento della maggiore età in cui si acquisterà la cittadinanza senza fare domanda,e questo è possibile con la legislazione.Per quelli che sono già qua e che hanno bisogno di dieci anni per acquisire la cittadinanza è necessario eliminare tutte le pratiche burocratiche facendo acquisire automaticamente la cittadinanza dopo dieci anni che potrà essere rifiutata nei due anni successivi.Vale sia per chi ancora non ha maturato i dieci anni di permanenza,cioè per gli ante, e sia per chi li ha già maturati ma è alle prese con la burocrazia
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda mariok il 26/09/2017, 10:48

Strano, uscire dall’Ue non era così facile dopo tutto.

L’ex sindaco di Londra durante la campagna referendaria del 2016 aveva promesso che una volta usciti dall’Ue, il Regno Unito avrebbe avuto 350milioni di sterline a settimana da investire nel decadente sistema sanitario nazionale.

Quattro posizioni diverse, legate più all’ambizione politica dei leader conservatori che agli interessi del Regno unito.


Le vicende dell'Uk stanno fornendo la dimostrazione pratica di come l'argomento Europa sia un formidabile strumento di propaganda politica interna funzionale più all’ambizione politica dei leader che agli interessi del paese.

Quando dalla propaganda si passa ai fatti le cose si rivelano più complicate di quanto si voleva far credere ed oggi anche una tosta come la May, che inaugurò la sua leadership con la frase "Brexit vuol dire Brexit", non può fare altro che prendere tempo.
Niente Brexit, siamo inglesi
Venerdì a Firenze Theresa May ha promesso di mantenere le regole Ue dopo due anni dalla fine dei negoziati, cioè fino al 2021. Cinque anni dopo il referendum. Mentre i leader tories litigano sulla Brexit da attuare, Moody's declassa l'economia inglese e le previsioni sono catastrofiche
di Andrea Fioravanti
http://www.linkiesta.it/it/article/2017 ... esi/35609/
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda pianogrande il 26/09/2017, 11:12

Finora non mi viene in mente nessun politico inglese che abbia guadagnato qualcosa con la Brexit.

A partire dai due protagonisti iniziali e cioè bluff Cameron e sacco vuoto Farage.

Poi si è accodato Johnson per fare le scarpe a Cameron ma è rimasto nelle retrovie.

Poi la May che l'articolo definisce come una dura ma il titolo non mi ricordo più di quale giornale, a quei tempi, l'aveva definita May be (forse).

Insomma si direbbe in prima approssimazione che gli inglesi non sono neanche in grado di gestirla la brexit e hanno giocherellato col fuoco stando attenti sopratutto a non scottarsi troppo.

Adesso si illudono di fare i portoghesi invece che gli inglesi rimanendo a bordo gratis ma pare che non funzionerà.

Prendo sempre a riferimento il mio lavoro ma mi ricordano quei dirigenti o quasi che, andati in pensione, rientravano come consulenti solo per accorgersi che il potere che avevano prima non l'avevano più e dovevano adattarsi cambiando completamente atteggiamento.

Così sarà il rapporto tra Europa e UK e, tutto sommato, questo potrebbe venire a favore dell'Europa che viene a perdere la palla al piede più pesante.
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda pianogrande il 26/09/2017, 12:14

Per quanto riguarda la Germania, finora ha avuto molto da guadagnare dall'Europa e dall'Euro e, alla fine, se la sua classe politica (e imprenditoriale) non si fa trasportare dalle chiacchiere sovraniste o populiste ma baderà al sodo, non ci dovrebbero essere grossi scossoni se non puramente verbali.

La Brexit sarà servita anche a mettere un po' in riga gli ambienti che davvero decidono che non sono certo quelli dei comizi con le mani tese.
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda mariok il 28/09/2017, 9:23

Occhio a non innamorarsene troppo, dei sogni e di chi è bravo a fabbricarli, del tocco magico e della parlantina svelta, dei leader carismatici e baciati dalla fortuna, dei discorsi ispirazionali di cui citare a memoria i passi. Perché aiutano a far passare la nottata, funestata dai foschi proclami di Alternative fur Deutschland e compagnia marciante, certo. Ma per realizzarli bisogna svegliarsi e farlo in fretta. E le meravigliose, irrealizzabili supercazzole di Macron sono il sonnifero perfetto per continuare a fare sogni d’oro.

Il problema è che il risveglio da questi sogni d'oro sarà molto amaro per tutti.
Se noi europei continueremo a fare solo belle chiacchiere, dipingendo un'Europa meravigliosa senza fare nulla per realizzarla o riscavando vecchi sogni di riscatto nazionale che ci ridiano la perduta sovranità, ci risveglieremo quando ci accorgeremo di essere tornati indietro di un centinaio di anni, mentre il resto del mondo sarà andato avanti ovviamente senza aspettarci.
E sarà troppo tardi.


Non innamoratevi di Macron, ci rimarrete male

Il suo discorso alla Sorbona sul futuro dell’Europa è stato confuso, contraddittorio e velleitario. Utile a far passare la nottata dopo le elezioni tedesche, e a ridare slancio al processo di riforma dell’Unione, ma completamente disconnesso dalla realtà. Delusioni in vista
di Francesco Cancellato

27 Settembre 2017 - 09:30

D’accordo, la fortuna aiuta gli audaci. Ma con Emmanuel Macron, evidentemente, deve avere un rapporto speciale. Prendete l’ultimo fine settimana, ad esempio: col nostro che incassa una sonora sconfitta al Senato, scontata finché si vuole - votavano grandi elettori locali cui ha appena tagliato un sacco di soldi - ma pur sempre pesante, e cui un sondaggio attribuisce una percentuale di gradimento ancora inferiore al 50%, decine di punti sotto quella che aveva nei giorni della sua ascesa all’Eliseo, meno di quanto fosse popolare François Hollande, il presidente meno popolare di sempre, cinque anni prima. Eppure, complice la mezza vittoria di Angela Merkel - che ha preso quasi dieci punti più di lui, contro la quale la destra nazionalista ha preso dieci punti in meno del Front National - eccolo qua ancora oggi, dopo il suo discorso fiume alla Sorbona, a incarnare di nuovo i panni dell’Uomo della Provvidenza, dell’unico che col suo carisma e la sua forza politica, potrà rilanciare l’Europa.

Non che il ragazzo non se la meriti, intendiamoci. Sceglie la strada dell’estremismo europeista nel Paese più euroscettico d’Europa e complice il suicidio politico di Repubblicani e Socialisti, si porta a casa le presidenziali col suo partito nato da poco meno di un anno. Approfitta di un astensionismo da record, e coi suoi (relativamente) pochi voti riesce a prendersi pure una maggioranza mostruosa alle legislative.
Ricostruisce l’asse di ferro franco-tedesco con Angela Merkel e nonostante questo ancora in Italia c’è chi pensa sia il cavallo giusto per depotenziare i tedeschi e la loro idea d’Europa fondata sulla disciplina di bilancio. Si scaglia contro Donald Trump e le sue opinioni sul cambiamento climatico alla sua prima uscita da presidente francese e nonostante questo conquista pure lui, che lo definisce “smart and strong”.

Prendiamo il discorso-fiume sul futuro dell’Europa di ieri alla Sorbona. Un intervento che assomiglia più allo svolgimento di un tema scolastico dal titolo “Racconta l’Europa dei tuoi sogni” - contraddittorio, confuso, velleitario - che a un vero e proprio manifesto politico
Che ci sappia fare è fuori di dubbio. Ma attenzione ad innamorarsi troppo del golden boy francese. Prendiamo il discorso-fiume sul futuro dell’Europa di ieri alla Sorbona. Un intervento preparato da mesi, che probabilmente si è guadagnato ancora più luce sotto i riflettori a causa del mezzo passo falso di Angela Merkel alle elezioni federali tedesche. Ma che, non ce ne voglia Macron e chi oggi ne celebra i fasti, assomiglia più allo svolgimento di un tema scolastico dal titolo “Racconta l’Europa dei tuoi sogni” - contraddittorio, confuso, velleitario - che a un vero e proprio manifesto politico.

Un tema in cui è chiaro l’intento di buttare la palla più avanti possibile. Ma che, nel quadro politico che si delinea, rischia di diventare un esercizio di stile. “Accogliere nei nostri eserciti nazionali dei militari che vengano da tutti i Paesi europei”? Bellissimo? “Una tassa europea sulle transazioni finanziarie da devolvere agli aiuti allo sviluppo”? Fantastico. “Solidarietà e bilancio comune ma con “maggiori responsabilità e rispetto delle regole” di bilancio che tutti sfiorano? Una meraviglia. Legare il nostro destino ad Africa e Medio Oriente, ma difendendo le frontiere e mandando a casa i migranti senza diritto d’asilo? L’uovo di colombo.

Peccato Macron non spieghi come si fa. Come si possano avere soldati tedeschi che presidiano i confini francesi. Come si possa trasformare un continente-paradiso fiscale - con Londra alle porte - in una gigantesca Tobin Tax Area. Come si possano chiedere gli Eurobond a una Germania che si è appena svegliata ancora più rigorista e austera. Come si possa chiedere all’Italia prossima ventura, che si avvia verso fragilissime larghe intese, di essere ancora più rispettosa dei sacri parametri, laddove l’unica cosa su cui Salvini, Renzi e Di Maio sono d’accordo è sforarli o ridiscuterli. Come si possa trovare una quadra tra la Wilkommen Kultur di Angela Merkel e la sua volontà di modificare il Trattato di Dublino - sempre che rimanga tale dopo la batosta - e i muri di Viktor Orban sul tema dei migranti.

Occhio a non innamorarsene troppo, dei sogni e di chi è bravo a fabbricarli, del tocco magico e della parlantina svelta, dei leader carismatici e baciati dalla fortuna, dei discorsi ispirazionali di cui citare a memoria i passi. Perché aiutano a far passare la nottata, funestata dai foschi proclami di Alternative fur Deutschland e compagnia marciante, certo. Ma per realizzarli bisogna svegliarsi e farlo in fretta. E la meravigliose, irrealizzabili supercazzole di Macron sono il sonnifero perfetto per continuare a fare sogni d’oro.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda pianogrande il 28/09/2017, 11:34

Cercheremo di stare attenti ai fatti.

Vediamo, per esempio, se si realizza qualche entità comune che pare più verosimile a livello di difesa e controllo dei confini.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Riparliamo di Europa?

Messaggioda ranvit il 28/09/2017, 12:36

Ascoltai la "chiacchierata" di Macron ed ebbi la stessa sensazione ....Non innamoratevi di Macron, ci rimarrete male
Il suo discorso alla Sorbona sul futuro dell’Europa è stato confuso, contraddittorio e velleitario. Utile a far passare la nottata dopo le elezioni tedesche, e a ridare slancio al processo di riforma dell’Unione, ma completamente disconnesso dalla realtà. Delusioni in vista
di Francesco Cancellato


8-) :roll: :mrgreen:
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