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Temporali e uragani

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Temporali e uragani

Messaggioda trilogy il 11/09/2017, 13:42

Il temporale su livorno ha fatto più vittime di un uragano sulla florida. Ora c'è il solito scaricabarile tra autorità, ma c'è qualche cosa di profondo che non funziona in questo paese. Se un uragano come irma attraversasse l'Italia non rimarrebbe più anima viva. Ma a parte le polemiche e la propaganda si fa poco o nulla di concreto per evitare nuove tragedie. l'Italia è un paese che come sistema non funziona.
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda ranvit il 11/09/2017, 14:52

l'Italia è un paese che come sistema non funziona.

E' la maggioranza (Diciamo i due terzi) degli italiani che non funzionano....a tutti i livelli: dai morti di fame, ai piu' ricchi; dall'ultima ruota del carro ai massimi livelli istituzionali; dal singolo cittadino alla stragrande maggioranza dei politici e dei sindacalisti... :mrgreen:

PS Ciononostante non andrei a vivere da nessuna altra parte..... 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda trilogy il 11/09/2017, 15:09

Diciamo che siamo daccordo. L'Italia si regge su 1/3 penso che in realtà siano meno. il famoso 20% che individualmente manda avanti l'ospedale, il ministero, il comune ecc. Ma il sistema nel suo complesso non funziona anzi è demenziale, per questo non si riesce a realizzare nulla di concreto oppure quando lo si fa, viene fatto in tempi biblici con costi folli.
Ad esempio:

....Gentiloni: collaborazione senza polemiche
Un appello alla collaborazione istituzionale, evitando le polemiche, è arrivato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. «A Livorno invito tutte le istituzioni a collaborare senza fare polemiche, mettendo al centro la comunità» ha detto il premier inaugurando una scuola nel Milanese. «Alle vittime va non solo il pensiero ma la solidarietà di tutto il Paese», ha aggiunto.

Galletti: manca centro meteo nazionale
«Oggi non è possibile con questa costituzione avere un centro meteo nazionale, perché la meteorologia è affidata alle Regioni: questo è un errore, è un errore grave da segno rosso, perché oggi avere invece un centro meteo nazionale con delle linee guida nazionali rafforzerebbe il sistema»
ha detto Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, a proposito delle polemiche fra il governatore toscano Enrico Rossi e il sindaco di Livorno Filippo Nogarin sullo stato di allerta per il nubifragio del weekend. Poi ha aggiunto: «Come governo abbiamo stanziato milioni di euro per ripulire i fiumi e i tombini, questi soldi vanno spesi».....

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AE6OMwQC
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda pianogrande il 11/09/2017, 15:32

Perché?
Se li avvisavano in tempo pulivano o allargavano i torrenti/canali o abbattevano le "ville liberty"?

https://www.youtube.com/watch?v=JszAwSH0NEI

Non solo siamo un paese che non funziona e sono perfettamente d'accordo.
Siamo però il paese dove funziona splendidamente quel requisito che si chiama avere la faccia come....
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda franz il 12/09/2017, 9:41

pianogrande ha scritto:Perché?
Se li avvisavano in tempo pulivano o allargavano i torrenti/canali o abbattevano le "ville liberty"?

https://www.youtube.com/watch?v=JszAwSH0NEI

Non solo siamo un paese che non funziona e sono perfettamente d'accordo.
Siamo però il paese dove funziona splendidamente quel requisito che si chiama avere la faccia come....


Dubito che sia possibile pulire un torrente intombato da 40 o 50 anni.
Ed il problema è proprio quello. Un torrente ha una grande variazione di portata, da mezzo metro cubo al secondo magari per mesi fino al a 200 o anche piu' in poche ore, a seconda dell'ampiezza del bacino idrico di raccolta. Quando è in piena trasporta anche tonnellate di fango e pietre, che intasano il fondo. E in un torrente intombato ciò restringe gradualmente la portata. Circa il 3% rispetto al volume d'acqua puo' essere materiale solido. Rispetto ad un'ipotesi di 200 metri cubi al secondo, sono 21'000 metri cubi di detriti in un'ora che per essere smaltiti necessitano di piu' di 850 camion da 40 tonnellate per essere portati via. Hanno pensato solo a vasche di contenimento ma pare evidente che hanno sbagliato i calcoli.

PS: non capisco il filmato .... ma ammetto che non l'ho visto tutto. :-)
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda pianogrande il 12/09/2017, 10:53

Franz.

Sei molto gentile a dire "non capisco".

Quel link mi è rimasto nel mouse da un altro copia incolla mentre intendevo postare uno dei tanti articoli sul sindaco di Livorno che si lamenta appunto di non essere stato avvertito.
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda Robyn il 12/09/2017, 12:24

Le ville stile liberty non si possono abbattere non si può cancellare l'epoca vittoriana.Anche se l'arrivo del freddo è positivo perche elimina i vettori i cambiamenti climatici possono avere effetti negativi come a Livorno
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda pianogrande il 12/09/2017, 13:22

Robyn ha scritto:Le ville stile liberty non si possono abbattere non si può cancellare l'epoca vittoriana.Anche se l'arrivo del freddo è positivo perche elimina i vettori i cambiamenti climatici possono avere effetti negativi come a Livorno


Pare che i "Fossi medicei" abbiano funzionato egregiamente.

In questo caso, il vero pericolo è l'uomo che si mette a "regolare" la natura con una superficialità e incompetenza davvero inammissibili.
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda Robyn il 12/09/2017, 14:17

Se sono stati stanziati fondi per 8 mld per pulire canali perche non vengono utilizzati?
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Temporali e uragani

Messaggioda trilogy il 12/09/2017, 14:45

La minaccia dei fiumi “tombati”. Una rete di 12 mila chilometri
Alluvioni e nubifragi dimostrano la pericolosità dei canali sotterranei. Ma in Italia non è ancora stato compiuto un rilevamento completo

Roberto giovannini- Roma

Una mappa precisa non c’è, ma sappiamo che in Italia ci sono circa 12mila chilometri di corsi d’acqua «tombati». Fiumi, torrenti e rivi coperti da edifici e strade e trasformati in canali sotterranei. Per due secoli nelle Università si è insegnato che un fiume è un semplice collettore. Un «tubo» che si può trasformare in qualcosa d’altro usando cemento e buoni calcoli. La dinamica naturale di un fiume - che da sempre «vive» passando per fasi di magra e di espansione, ma anche di esondazione - è stata cancellata attraverso l’ingegneria.

Oggi abbiamo scoperto che questi fiumi «tombati», questi canali sotterranei su cui sono state costruite case e uffici in cui vivono e lavorano persone, nella loro «tomba» non ci stanno. Per colpa delle le precipitazioni «normali», di quelle potenziate al parossismo dal cambiamento climatico, ma anche per i flussi generati dalla impermeabilizzazione del territorio dovuta al consumo del suolo, a Livorno, Genova e in molte altre città l’acqua alla fine esplode letteralmente fuori da questi poveri fiumi tombati, cementificati, o strangolati da argini e ponti mal concepiti. Con conseguenze distruttive e devastanti, in termini umani ed economici.

La «tombatura» dei fiumi è un’invenzione francese: furono gli ingegneri del servizio delle «Acque e dei Ponti» del Regno d’Italia di Napoleone Bonaparte a immaginare per primi la necessità di coprire certi rivi minori all’interno delle città. La ragione era sanitaria: questi corsi d’acqua erano fogne a cielo aperto, potevano e dovevano essere trasformati in fogne ben chiuse che sfociavano nei fiumi più importanti, liberando le città e risanandole da cattivi odori ed epidemie. Tra fine Ottocento e inizio Novecento in tante città grandi e piccole del Belpaese molti rivi furono così «tombati», e coperti da strade e salubri viali alberati per il passeggio.

Successivamente, la motivazione di queste opere di sistemazione idraulica cambiò: negli Anni 60, 70 e 80 sempre più rivi vennero coperti per ragioni urbanistiche o per permettere l’edificazione di nuove costruzioni. I corsi d’acqua non coperti ebbero argini di cemento, il loro scorrere venne regimato, rettificato, ristretto e ingabbiato, e nel loro alveo vennero costruiti ponti e a volte anche edifici d’abitazione. Le aree paludose e le cosiddette «casse di espansione» in cui un tempo i fiumi riversavano l’eccesso di acqua non ci sono più.Nelle zone all’esterno delle città il terreno agricolo è stato occupato da case, centri commerciali, capannoni industriali, parcheggi. Il consumo del suolo continua ad aumentare, amplificando il processo di impermeabilizzazione: solo nel 2015-2016 sono stati «consumati» ogni giorno una media di 30 ettari. Tre metri quadri di suolo artificiale in più ogni secondo che passa.

Ma i fiumi - abbiamo verificato a nostre spese - non sono corpi «morti», ma «vivi». L’acqua che non può più scendere verso le falde sotterranee perché bloccata da cemento e asfalto, da qualche parte deve pur andare. Se piove molto, l’acqua che prima scorreva in un alveo fluviale di cento metri non ce la fa a passare dentro un canale sotterraneo largo solo venti metri. Adesso che il clima è cambiato, o non piove per molti giorni, o quando piove, piove tantissimo. L’acqua che giunge nella strettoia del fiume tombato, «esplode», e va dove ci sono le case e le persone.

La mappa che pubblichiamo accanto indica solo alcuni dei casi più eclatanti di questa situazione. Che secondo gli esperti è particolarmente pericolosa soprattutto nelle Regioni meridionali, dove sono state realizzate a suo tempo opere di qualità peggiore. Come spiega l’ingegner Martina Bussettini, ricercatore dell’Ispra, non si può fare moltissimo per rimediare: ci sono a volte dei sistemi di deflusso, si possono realizzare delle opere per rimediare alle situazioni più gravi, «ma l’Italia - spiega Bussettini - può essere paragonata a un paziente con gravi problemi circolatori cui si applica uno stent per far passare meglio il sangue dove le arterie sono più strette. L’unica cosa che si può fare veramente è tenerlo sotto controllo e vigilare».

Vigilanza, investimenti come quelli in corso (9400 cantieri avviati in tutto il paese e monitorati dalla task force di governo #Italiasicura). Ma c’è anche chi propone di imitare quanto si fa in paesi come la Germania, dove si spende per «rinaturalizzare» i corsi d’acqua. Gli alvei rettificati e le sponde in cemento si demoliscono; si ripristinano le aree di espansione; si piantano sulle sponde alberi di alto fusto, che aumentano la capacità del suolo di trattenere le acque. Vogliamo provarci anche nelle nostre città?

fonte: http://www.lastampa.it/2017/09/12/scien ... agina.html
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