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Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda annalu il 07/06/2008, 17:08

Da La Repubblica:

Arturo Parisi: "Walter ammetta la sconfitta politica,
rompa con il passato o riperderemo"


Intervista di Claudio Tito

ROMA - «È stata una sconfitta storica. Se ne deve prendere atto. Eppure, a distanza di due mesi questa constatazione non ha ancora trovato un luogo per essere riconosciuta». Arturo Parisi sembra tornare ad indossare più le vesti del professore, dello studioso di flussi elettorale e di fenomeni politici, che quelle dell´ex ministro.

Non parla da leader della pattuglia "ulivista" ma da semplice parlamentare del Pd. E lo fa rivolgendosi in primo luogo a Walter Veltroni. Che non vuole ammettere la sconfitta. E, anzi, confida sulla «rivincita». E invece servirebbe una «nuova leadership plurale».

Perché parla di "sconfitta storica"?
«Perchè è una sconfitta politica, non una sconfitta elettorale. La natura politica della sconfitta appare evidente solo se confrontiamo la risposta degli elettori con la proposta politica messa in campo. E aggiungo se ricordiamo che questa proposta ha due nomi: Veltroni e Bertinotti. Quella che era stata definita e proposta, come una "separazione consensuale" tra la sinistra radicale e quella moderata. Una separazione consensuale guidata dalla illusione che si potesse così allargare il campo».

Perché non è avvenuto?
«I numeri parlano da soli. La sinistra radicale è scomparsa. Ma il centro, quello che amava proporsi come la sinistra moderata, non è riuscito a proporsi come un punto di riferimento per consensi nuovi. È questa la causa del risultato modesto del Pd. Se siamo riusciti a tenere, è solo perchè gli apporti da sinistra hanno compensato quelli persi al centro o verso l´astensione. Esattamente l´opposto di quello ci si proponeva».

E Veltroni ne dovrebbe prendere atto?
«Di fronte a questo cataclisma, ognuno ha più domande che risposte. Tutti siamo nel pieno della elaborazione di un lutto. Ma è dal riconoscimento della sconfitta politica che dobbiamo ripartire. E nessuno ha mai elaborato un lutto senza averlo prima riconosciuto. È per questo che mi sento pessimista sul futuro del partito. Il gruppo dirigente propone il futuro come una continuazione del presente»

Cioè?
«Penso a Bettini e al suo "diritto alla rivincita". La preoccupazione che il riconoscimento della sconfitta chiami in causa le corrispondenti responsabilità soggettive sembra impedirci di analizzare anche la situazione oggettiva nella quale ci siamo cacciati. La paura che si ripeta quel che è successo nel ‘94 con Occhetto e nel 2000 con D´Alema, quando i due leader sconfitti sentirono la necessità di far derivare dal riconoscimento della sconfitta atti conseguenti, ci costringe a discutere della sconfitta solo in corridoio e a difendere in pubblico una sconfitta evidente come se fosse una vittoria insufficiente».

Insomma il segretario del Pd si dovrebbe dimettere?
«È proprio pensando al rischio che per non parlare degli sconfitti finissimo per negare anche la sconfitta, che all´indomani del voto volli riconoscere a Veltroni tutto l´onore che meritava e merita per la passione con cui aveva portato avanti la sua battaglia. E questo anche perchè se di responsabilità della sconfitta si deve parlare è questa una sconfitta da imputare a tutto il gruppo dirigente. Ed è per questo che avevo condiviso praticamente da solo la proposta dello stesso Veltroni di aprire un nuovo percorso congressuale che consentisse di verificare la correttezza della linea seguita».

In soldoni, serve un nuovo leader?
«Non è in discussione Veltroni, ma certamente serve una nuova leadership collettiva. Che, però, può nascere, rinnovarsi o rafforzarsi solo all´interno di un confronto vero. Quello appunto che avevo immaginato cercasse Veltroni con l´apertura di un percorso congressuale. Non è all´insegna della continuità che Veltroni può immaginare di rafforzare la sua guida del partito. Altro che rivincere. Nella continuità non possiamo che riperdere».

In concreto il Pd cosa deve fare? Deve ricostruire l´Unione con la sinistra radicale?
«Anche il percorso dell´Ulivo era guidato dall´idea di un bipolarismo a vocazione bipartitica ma nel campo del centrosinistra, il Pd era il nome della stazione d´arrivo. Qua invece per errore e impazienza personale siamo scesi alla prima stazione che abbiamo trovato e l´abbiamo chiamata Pd.
Il guaio è che quel che non doveva succedere, è ormai successo. Invece di condividere con incoscienza quella che abbiamo chiamato separazione consensuale, sarebbe stato meglio andare ad un confronto programmatico esigente con la sinistra radicale, pronti alla rottura o alla ricerca di una nuova unità riformatrice. Invece ci siamo accontentati di esibire la nostra moderazione attraverso la condivisione del centrodestra, e perchè chiamavamo Berlusconi "il principale esponente dello schieramento a noi avverso". È questo che, al di là delle parole, ha sconcertato gli elettori: quelli che sarebbero dovuti venire da destra e quelli che sarebbero dovuti rimanere a sinistra».

Ripeto: qual è la soluzione?
«Se non siamo riusciti ad attrarre consensi nuovi è perchè il PD non è riuscito a rappresentarsi come il partito nuovo che diceva di essere. Se questo è vero, ora non ci resta che fare esattamente quello che abbiamo detto che avremmo fatto sapendo di non averlo fatto, chiederci perchè, e riconoscere che è proprio a causa di questo che abbiamo perso. Invece a guardare quel che accade nel partito sembra di tornare al trapassato remoto, con correnti che nascono ogni giorno. Sarebbe questo il partito nuovo che abbiamo annunciato? Come non riconoscere i segni di una scomposizione?».
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda matthelm il 07/06/2008, 18:08

Analisi generiche e senza prospettive praticabili. Parisi persona seria, come Prodi, ma a cui non affiderei mai la guida di un partito.

Se la campagna elettorale fosse stata guidata da loro saremmo al 25%. confondono i desideri con la dura realtà.
Al momento credo che Veltroni abbia indicato un percorso possibile.
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda ranvit il 07/06/2008, 18:39

Condivido in toto quanto dice mathelm.
Aggiungo che la confusione è già tanta nelle file del Pd....ci manca solo il ritorno a "un confronto programmatico esigente con la sinistra radicale" e/o ad una leadership collegiale!
Roba da brividi!

Tutto cio' fa il paio con la speranza/pretesa di Prodi di dialogo e appoggio da parte della Chiesa (che naturalmente non c'è stato).

Finiti gli equivoci....è bene, come fa Veltroni, prendere atto che la situazione politica italiana si è semplificata : due schieramenti centrodestra e centrosinistra come in quasi tutti i Paesi democratici occidentali.

Forse il centrodestra, se opera decentemente, resterà al goveno per due legislature almeno. Ne approfitti il centrosinistra per rinnovarsi e togliersi dai piedi chi fa solo "ammuina"...contribuendo alla rovina dell'Italia.

Vittorio
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda Fabio il 07/06/2008, 20:11

Sono d'accordo con Parisi.
Non è Veltroni che decide la bontà o meno della linea politica se gli elettori continuano a bocciarlo nelle urne!
Se invece l'obiettivo del Pd è quello di sostituire il ruolo del vecchio PCI, allora va benissimo...
Intanto ci stanno cancellando progressivamente anche a livello locale.
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda matthelm il 07/06/2008, 23:39

Fabio ha scritto:Sono d'accordo con Parisi.
Non è Veltroni che decide la bontà o meno della linea politica se gli elettori continuano a bocciarlo nelle urne!
Se invece l'obiettivo del Pd è quello di sostituire il ruolo del vecchio PCI, allora va benissimo...
Intanto ci stanno cancellando progressivamente anche a livello locale.


Veltroni bocciato nelle urne è una opinione. Per me è stato premiato.
L'obiettivo del PD nonè sostituire il ruolo del vecchio PCI, ci mancherebe altro.

Veltroni cerca di costruire un nuovo partito. Parisi, purtroppo, avrebbe ricostruito la vecchia Unione e questo si ci avrebbe portato ad una sconfitta epocale.
A livello locale purtroppo il vecchio egemonismo di sinistra sta rinascendo.
Questa si sarebbe una tragedia. Annullerebbe tutto il lavoro di Veltroni.

Il Partito Democratico deve essere altro: ne comunista, ne socialista, ne democristiano.
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda franz il 08/06/2008, 9:03

matthelm ha scritto:Veltroni bocciato nelle urne è una opinione. Per me è stato premiato.

Non mi interessa personalizzare vittorie e sconfitte.
Mi interessa analizzare la situazione.
Che mi pare oggettivamente la seguente:
Non abbiamo sfondato al centro e malgrado un certo apporto di voto utile della sinistra (sparita) siamo stati 9 punti distanti dall'avversario. Mai cosi' distanti, direi, in 10 o 15 anni.

Questa è una analisi. Quello che non mi interessa è stabilire colpe (eterno gioco, vecchio film già visto) perché qui si passa alla dinamica della accusa e della difesa di persone e politiche.

Mi interessa di piu' capire perché parte della sinistra ha votato a destra con la lega e noi stessi non abbiamo raccolto i voti del centro moderato.
Mi interessa di piu' capire perchè il centrodestra è cosi' forte, malgrado il palese handicap del noto peronaggio e della sua corte.
Mi interessa capire perchè il paese preferisce di gran lunga il centro destra al nostro progetto.
Mi interessa capire perché nel 1996, senza rifondazione (desistente) superammo il centro destra grazie ad un valore aggiunto ora sparito.

Che fine ha fatto? Erano persone che votavano per noi. Che fine hanno fatto?

Una domanda, infine, ma sei sicuro che l'equazione Ulivo=Unione che pare trasparire dalla tua replica, sia corretta?

Ciao,
Franz
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda ranvit il 08/06/2008, 9:47

Dico la mia.
Le persone che votavano per noi erano e sono quel 10% di cui parlo spesso : persone che possono votare indifferentemente sia il centrodestra che il centrosinistra in funzione delle aspettative che vengono prospettate. Visti all'opera, quel 10% ci ha bocciato e votato nuovamente per il centrodestra perchè, nonostante il personaggio..., sono convinti che riesca a gestire l'Italia almeno in modo "decente". In altri termini se il Cd non mantiene le promesse e il Pd non viene nuovamente incasinato, dai chiacchieroni che vogliono masochisticamente ridialogare con la sinistra radicale e avere una leadership plurale, quel 10% è pronto a votare ancora per noi.

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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda carlo gualtieri il 08/06/2008, 10:29

sapete come la penso, non mi ripeterò elencando gli errori di impostazione della nostra "offerta al pubblico". Desidero però ripetermi su un aspetto che non viene quasi considerato nel forum: il tradizionale atteggiamento, più ideologico che pragmatico, di tutto il centrosinistra e di tutta la sinistra nei confronti del problema dell'immigrazione. Poco importa che è grazie all'immigrazione che sopravviviamo, poichè la popolazione italiana autoctona é in forte diminuzione, oltre che tremendamente invecchiata. Poco importa che il tasso di criminalità tra gli immigrati sia esattamente eguale a quello degli italiani (e poi dice che non si integrano).Il problema di sempre è capire come ottenere consenso mantenendo fermi i tuoi obiettivi, e se ti accorgi (ed era impossibile non accorgesene) che dal ventre del paese sale una dirompente ondata xenofoba (al momento nessuno é in grado di far capire alla gente che la nostra criminalità organizzata é un fenomeno infinitamente più grave della fisiologica microcriminalità che dovunque accompagna i processi migratori), devi inventarti un percorso per non lasciarti sommergere e per poter avere lo spazio e il tempo necessari per costruire argini e guidare l'ondata in direzioni utili a non farle travolgere tutto. Perciò ripeto: l'unica sinistra che ha capito questo e che ha agito di conseguenza, in Europa, é quella di Zapatero. Dopo di che, se adottiamo il modello Zapatero, diventa possibile anche discutere con la Lega, e questo, oggi, é indispensabile se non vuoi restare in una nicchia senza poter far niente per modificare l'andazzo. Quanto al deterrente rappresentato dalle idee del governo, secondo me non funziona: su 100 immigrati ai quali il giudice proporrà l'alternativa tra andarsene subito o la galera, 99 sceglieranno la galera, dove mangeranno tutti i giorni: e siamo fregati.
Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (Paul Auster)
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Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda Fabio il 08/06/2008, 13:47

franz ha scritto:
Non mi interessa personalizzare vittorie e sconfitte.
Mi interessa analizzare la situazione.
Che mi pare oggettivamente la seguente:
Non abbiamo sfondato al centro e malgrado un certo apporto di voto utile della sinistra (sparita) siamo stati 9 punti distanti dall'avversario. Mai cosi' distanti, direi, in 10 o 15 anni.

Questa è una analisi. Quello che non mi interessa è stabilire colpe (eterno gioco, vecchio film già visto) perché qui si passa alla dinamica della accusa e della difesa di persone e politiche.

Mi interessa di piu' capire perché parte della sinistra ha votato a destra con la lega e noi stessi non abbiamo raccolto i voti del centro moderato.
Mi interessa di piu' capire perchè il centrodestra è cosi' forte, malgrado il palese handicap del noto peronaggio e della sua corte.
Mi interessa capire perchè il paese preferisce di gran lunga il centro destra al nostro progetto.
Mi interessa capire perché nel 1996, senza rifondazione (desistente) superammo il centro destra grazie ad un valore aggiunto ora sparito.

Che fine ha fatto? Erano persone che votavano per noi. Che fine hanno fatto?

Una domanda, infine, ma sei sicuro che l'equazione Ulivo=Unione che pare trasparire dalla tua replica, sia corretta?

Ciao,
Franz


1) Non solo non si è sfondato al centro, ma il centro ha sfondato parzialmente nel Pd.
2) I voti provenienti da sinistra convinti dalla barzelletta del "voto utile" se ne ritorneranno da dove sono venuti già dalla prossima volta o, al massimo, andranno in ulteriore astensionismo.
3) Gli elettori di sinistra che hanno votato lega è una barzelletta: che la lega sia forte tra gli operai è una cosa risaputa e già consolidata da almeno un decennio, non dal 2008! La lega ha incassato gran parte dei voti fuoriusciti dal pdl (principalmente da an). Invito a leggersi l'analisi dei flussi elettorali fatta dall'Istituto Cattaneo di Bologna e disponibile sul loro sito.
4) Nel '96 si vinse perché la lega correva da sola: non fà testo.
Fabio
 

Re: Intervista a Parisi sulla sconfitta elettorale

Messaggioda Fabio il 08/06/2008, 13:48

matthelm ha scritto:
Fabio ha scritto:Sono d'accordo con Parisi.
Non è Veltroni che decide la bontà o meno della linea politica se gli elettori continuano a bocciarlo nelle urne!
Se invece l'obiettivo del Pd è quello di sostituire il ruolo del vecchio PCI, allora va benissimo...
Intanto ci stanno cancellando progressivamente anche a livello locale.


Veltroni bocciato nelle urne è una opinione. Per me è stato premiato.
L'obiettivo del PD nonè sostituire il ruolo del vecchio PCI, ci mancherebe altro.

Veltroni cerca di costruire un nuovo partito. Parisi, purtroppo, avrebbe ricostruito la vecchia Unione e questo si ci avrebbe portato ad una sconfitta epocale.
A livello locale purtroppo il vecchio egemonismo di sinistra sta rinascendo.
Questa si sarebbe una tragedia. Annullerebbe tutto il lavoro di Veltroni.



Poteva esserci una sconfitta più epocale di questa? Ah, beh, allora siamo stati fortunati...

Il lavoro di Veltroni? :lol: :lol: :lol:

Da ultimo: dando un'occhiata ai risultati delle ultime amministrative (escludendo Roma che meriterebbe un discorso a parte), tutta 'sta gente che scappava atterrita di fronte a "strane" alleanze non l'ho vista. Questi sono dati reali, tutto il resto è fuffa.
Fabio
 

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