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Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

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Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda gabriele il 20/07/2017, 13:14

Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo': Carminati condannato a 20 anni, Buzzi a 19
Undici anni a Gramazio e sei per Coratti. Affollatissima l'aula bunker di Rebibbia. C'è anche la sindaca Raggi

di FEDERICA ANGELI

Salvatore Buzzi condannato a 19 anni, Massimo Carminati a 20. Per Coratti la condanna è di sei anni, mentre per Gramazio la pena è di 11 anni.
E' arrivato il grande giorno della sentenza Mafia Capitale per l'inchiesta che nel 2014 è piombata come uno tsunami su Roma, dal mondo criminale a quello politico, è arrivato.
I giudici della X sezione penale stanno leggendo la sentenza nell'aula bunker di Rebibbia è affollatissima e carica di tensione.

Era dai tempi della Banda della Magliana che così tanti imputati romani non finivano in un dibattimento con l'accusa di mafia. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Giuseppe Cascini sono arrivati in aula a mezzogiorno. Il pm Luca Tescaroli era in aula dalle 9. Atteso anche il presidente del tribunale di Roma. Arrivata anche Virginia Raggi. "La lettura della sentenza è un momento importante per Roma, per i romani e per gli italiani" ha dichiarato la sindaca.

Oltre ai legali e ai familiari dei 46 imputati, cento giornalisti sono stati accreditati per seguire la fine di un processo che si è sviluppato in 230 udienze. Buzzi e Carminati sono collegati in video conferenza.
Intorno alle 10.20 un lancio Ansa che dava Massimo Carminati condannato per mafia a 28 anni, partito per errore, ha suscitato un riso amaro tra i presenti. "Sarà un segno premonitore?" Ironizzano alcuni legali degli imputati. Probabilmente non per lo stesso 'Cecato' che aveva confidato al fratello: "Mi condanneranno sicuramente a 28 anni, non ho dubbi. Dopo quello che hanno messo in piedi per tre anni e mezzo, come vuoi che vada?". Lo ha riferito Sergio Carminati che un paio di settimane ha fatto visita al fratello in carcere. "E' un processo ridicolo, Massimo sta ancora pagando le cose degli anni '80 - ha detto il fratello minore e gestisce un bar a Roma -. Non mi aspetto nulla oggi, lo condanneranno a 28 anni e due mesi". Nell'aula bunker del carcere romano ci sono tra i familiari di Carminati anche la compagna Alessia Marini, la cognata e i nipoti, oltre a Lorenzo Alibrandi, amico di famiglia e fratello del defunto terrorista nero Alessandro Alibrandi.
Mafia Capitale, iniziata Camera di Consiglio con Carminati e Buzzi in videoconferenza

Cominciato il 5 novembre del 2015 é terminato il 13 luglio 2017. Oltre 500 gli anni di condanna richiesti dalla pubblica accusa nei confronti dei 46 imputati 22 dei quali accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Nei corridoi dell'aula bunker umori contrastanti e pronostici: c'è chi é convinto che l'associazione di stampo mafioso sarà riconosciuta, ma non per tutti coloro hanno la contestazione, chi invece sostiene che sarà derubricato a una semplice associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Concordi tutti su un punto: questo processo ha fatto emergere un sistema sporco nella capitale d'Italia. Che si chiami mafia o corruzione comunque il marcio é stato scoperchiato.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/ ... P1-S1.8-T1
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda gabriele il 20/07/2017, 13:15

Mafia Capitale, la sentenza: Carminati condannato a 20 anni di carcere, per Buzzi 19

Vent’anni di carcere per Massimo Carminati, diciannove per Salvatore Buzzi. Colpevoli anche i politici: sei anni per il Pd, Mirko Coratti, undici per l’esponente di Forza Italia, Luca Gramazio. Dopo 21 mesi e 230 udienze, a due anni e mezzo dai 37 arresti del Ros che squassarono per alcuni giorni i palazzi del potere, è arrivato il verdetto su Mafia capitale, un’organizzazione, secondo la procura di Roma, capace di infiltrarsi e fare business nella gestione dei centri accoglienza per immigrati e dei campi nomadi, di finanziare cene e campagne elettorali. I giudici della X sezione penale di Roma, presieduti da Rosanna Ianniello, hanno impiegato quasi un quarto d’ora per leggere la sentenza.

Le richieste di pena dell’accusa: “Karaoke della corruzione”
Il processo era nato da un’inchiesta di migliaia di pagine e di intercettazioni. La procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, aveva chiesto chiesto oltre 500 anni di carcere complessivi per i 46 imputati, in particolare 28 per l’ex terrorista neofascista Massimo Carminati, 26 anni e 3 mesi (leggi la scheda), per l’ex ras delle cooperative sociali Salvatore Buzzi (leggi la scheda). Sono loro per il procuratore aggiunto Paolo Ielo e i pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli le due figure apicali del clan, in grado di pilotare appalti, corrompere e minacciare: protagonisti di quello che hanno definito il “karaoke della corruzione”. I vertici del gruppo erano assecondati, secondo l’accusa, da una schiera di politici di destra e di sinistra a libro paga. Tra loro l’ex capogruppo del Pdl in Comune Luca Gramazio, unico politico accusato di concorso in associazione mafiosa, per il quale erano stati chiesti 19 anni e mezzo. Per il presunto braccio destro di Carminati, Riccardo Brugia, anch’egli un passato di estrema destra e rapine, sollecitata la condanna a 25 anni e 10 mesi; 22 anni invece per la ‘cerniera’ tra Mafia Capitale e il mondo politico-istituzionale, Fabrizio Testa. C’è poi l’ex amministratore delegato di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, Franco Panzironi, per il quale la richiesta era stata di 21 anni di carcere. Tutti loro sono accusati anche di mafia.

I pm avevano chiesto 2 anni e 6 mesi per corruzione di Luca Odevaine, l’unico a confessare le tangenti. L’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni in Campidoglio ed ex componente del tavolo sull’immigrazione, ha già patteggiato in continuazione 3 anni e due mesi davanti ai gup di Roma e Catania. Per l’ex presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti (Pd) erano stati chiesti 4 anni e mezzo. L’ex assessore alla Casa dem Daniele Ozzimo è stato invece già condannato a due anni e due mesi anni con rito abbreviato). Intanto 113 indagati sono stati archiviati dal gip Flavia Costantini su richiesta dei pm: tra loro anche il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti e Gianni Alemanno (per cui è rimasta in piedi l’accusa di corruzione).

Le intercettazioni: dal “Mondo di mezzo” di Carminati al “Pago tutti” di Buzzi
In una inchiesta così vasta hanno avuto un ruolo di primo piano le intercettazioni. Quella più famosa è di Carminati che spiega la filosofia del gruppo descrivendo il “Mondo di mezzo” dove si incontrano quello ‘di sopra’ delle istituzioni e dei colletti bianchi e quello di sotto del crimine di strada. Una terra intermedia per gestire soldi pubblici lontano dal bene pubblico, secondo la procura, fagocitare appalti e fare affari. L’ex Nar aveva anche una visione strategica: dopo la vittoria di Ignazio Marino aveva detto: “Adesso si va a bussacchiare… Che progetti c’avete?… Teneteci presenti per i progetti che c’avete, che te serve? Che cosa posso fare? Come posso guadagnare, che te serve il movimento terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo? Ecco, te lo faccio io. Perché se poi vengo a sape’ che te lo fa un altro, è ‘na cosa sgradevole”.

Del resto la cosa pubblica poteva essere soltanto un affare. “Una mucca da mungere“, diceva Buzzi intercettato. Che in un’altra conversazione confessava: “Pago tutti”e in un’altra confermava quanto fosse redditizio il business dei migranti: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Eh? Il traffico di droga rende de meno!”. Lo stesso uomo che però diceva: “Noi non sfruttamo nessuno, noi semo gente de sinistra” e anche “A me me piace Matteo Renzi, che cazzo vuoi? Tu glie devi di’: “Noi siamo diventati tutti renziani, ce devi di’ che cazzo me dai in cambio?”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... 9/3740493/
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda mariok il 20/07/2017, 13:49

Non ho ben capito, su 46 imputati, quanti ne hanno condannati.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda gabriele il 20/07/2017, 13:55

Da quanto ho capito tutti e 46

Cade l’accusa di mafia a Mafia capitale. Condannati i 46 imputati, ma non viene riconosciuto l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso che era stata contestata a 19 di loro.


http://www.lastampa.it/2017/07/20/itali ... agina.html
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda trilogy il 20/07/2017, 14:15

Come era prevedibile l'accusa di associazione mafiosa non ha retto. Mi lascia perplesso la condanna a 11 anni a gramazio. Mi devo essere perso qualche cosa.
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda gabriele il 20/07/2017, 16:13

Contrordine!

In 41 sono stati condannati e in 5 assolti.


http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/ ... P1-S1.8-T1
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda mariok il 21/07/2017, 12:00

Una persona normale, come forse a torto mi ritengo, di fronte a questa raffica di condanne il primo problema che si pone è: come è potuto accadere? e, soprattutto, sono state poste le premesse perché non si ripeta?

La questione tecnico-giuridica relativa al fatto se ricorrano o non gli estremi dell'associazione mafiosa, appare di secondaria importanza, rispetto al dubbio che, mentre i giudici fanno il loro mestiere di valutare le posizioni individuali lungo la lunga trafila processuale, ci siano altri soggetti che stanno continuando, magari con altre modalità e forme, a mettere in atto le stesse pratiche criminali, a Roma come in altre città.

Ed invece c'è chi si preoccupa del "danno di immagine" inferto alla città non da chi ha gestito (e forse continua a gestire) il denaro pubblico in modo tanto vergognoso, ma da chi ha forse impropriamente utilizzato il termina "mafia".

Non che non ci sia stato, da tutte le parti, chi ha speculato politicamente come è ormai nella norma anche su questi fatti. Ma è delle loro scuse di cui dobbiamo prioritariamente preoccuparci?

Anche qui la domanda che si pone è la solita: sono cialtroni, incapaci o che altro?

L’onore di Roma svenduto dalla politica per un pugno di voti
Gigantesche calunnie, indignazioni roboanti, danni letali. La mafia non c’era ma è servita a tutti, dal Pd ai Cinquestelle
REUTERS

Pubblicato il 21/07/2017
Ultima modifica il 21/07/2017 alle ore 07:04
MATTIA FELTRI
ROMA
Ieri i giudici hanno stabilito che Roma è stata vittima di una calunnia entusiastica, colossale e globale da parte di spensierati calunniatori che hanno fatto a gara a chi calunniava meglio per due spicci di guadagno.


Mafia capitale non esiste, come era politicamente chiaro a chi volesse vederlo sin dall’avvio dell’inchiesta e a maggior ragione quando l’ex sindaco di destra, Gianni Alemanno, era stato prosciolto dall’aggravante mafiosa insieme a tutti gli altri politici coinvolti nell’inchiesta (tranne cinque o sei e non per mafia, fra cui Luca Gramazio che, siccome ieri è stato condannato, torna a casa: uno dei luminosi paradossi della giustizia italiana). È stata calunniata Roma, le sue amministrazioni, fallimentari ma non mafiose, i suoi cittadini e la sua trimillenaria storia che in giro per il mondo porta ancora il titolo del trionfo, malgrado evidenti e abissali disastri. Mafia capitale non era mafia, era una banale, banalmente grave storia di corruzione e delinquenza arrivata a toccare il Campidoglio, senza però stringerlo fra tentacoli di piovra, come era stato raccontato a partire dal 2 dicembre 2014, giorno in cui furono arrestati Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. E lì è partita la carneficina.

Per paradosso, in quei giorni, l’unico a tirare fuori due frasi da statista fu il sindaco Ignazio Marino: «Io mi rifiuto di avvalorare l’idea che Roma sia una città di mafiosi. Prima c’era la Roma ladrona, ora la Roma mafiosa. Non è così». È quello che avrebbe dovuto dire Matteo Renzi, presidente del consiglio e segretario del partito che esprimeva il sindaco di Roma, per proteggere quel che resta della dignità del Paese e del Pd, invece di ripararsi dietro a scaltrezze linguistiche senza domani, come si è visto: «Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all’amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura. Ma noi non lasceremo la capitale in mano ai ladri». Era lo schieramento del plotone d’esecuzione per Marino, che si sarebbe lasciato tirare dentro alla gara della purezza, dichiarandosi di colpo l’ultimo argine alla cupola («la mafia vuole far cadere la mia giunta»); e quella della purezza è sempre un gara che si corre col fiato corto. Dalle altezze sacre dell’Antimafia, Rosy Bindi si buttava nella filosofia del diritto: «L’inchiesta della procura di Roma presenta elementi di novità rilevanti: individua il metodo mafioso per il reato di criminalità organizzata di stampo mafioso che non è la semplice duplicazione dell’organizzazione mafiosa di altri territori». Cioè, non sarà una cosa corleonese, ma sempre mafia è. Matteo Orfini, portato dall’emergenza al commissariamento e alla guida del Pd romano, prometteva la sciabola contro «il sistema di potere» retto «dai mafiosi». Dunque, chi pensa che Roma sia passata ai Cinque stelle per una campagna brutale e dissennata, cui ha preso parte acriticamente buona parte della stampa, sa dove deve bussare.

Perché poi, certo, i grillini ci hanno infilato le mani. Erano i pomeriggi invernali in cui i loro militanti e quelli di Giorgia Meloni e Matteo Salvini andavano sotto il Campidoglio a gridare «fuori la mafia dal Comune». In cui il New York Times scriveva che la dimensione dello scandalo «sbalordisce persino gli italiani», e si noti la delizia di quel «persino». La stampa estera sarebbe arrivata all’apertura del processo con la solida speranza di vedere alla sbarra ceffi in doppiopetto gessato, come tanti Al Capone della Garbatella. Beppe Grillo impostava la campagna elettorale per il nuovo sindaco secondo le sue riflessioni bipartitiche: «Movimento Cinque Stelle o mafia capitale?». Spiegava che «Il Campidoglio va disinfestato, i legami con la mafia recisi». Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista duellavano quanto a soluzioni sovietiche. Il primo: «Cittadini, fateci avere anonimamente, in busta chiusa, tutto quello che sapete sulla mafia nella capitale: noi vi garantiamo riservatezza». Il secondo: «Nel Pd e in Forza Italia ci sono persone per bene. Ci mandino una mail con quello che sanno, gli garantiamo l’anonimato e penseremo noi a ripulire questa Repubblica filomafiosa». Virginia Raggi ancora ieri era in aula ad attendere la sentenza per raccattare il dividendo e, quando l’aggravante mafiosa è volata via col Ponentino, non ha mosso muscolo e dichiarato la vittoria dei cittadini contro il malaffare. Dopo avere condotto un’intera e vittoriosa campagna elettorale sulla reazione popolare alla «mangiatoia della criminalità e di mafia capitale». Dopo avere promesso che la sua sarebbe stata l’amministrazione «che niente ha a che fare con mafia e criminalità». Il sindaco di Roma - insieme con Renzi e tutti gli altri - farebbe buonissima figura a chiedere scusa alla città per il danno d’immagine inferto.

L’indagine della procura di Roma, grazie soprattutto al solito, eterno, sfiancante uso politico delle inchieste, ha prodotto guasti irreparabili: tutti i partiti, la Lega e Fratelli d’Italia compresi, hanno chiesto lo scioglimento del Comune per mafia. Hanno impostato la campagna elettorale per la successione di Marino in nome della lotta alla mafia. Hanno ceduto all’estero l’immagine della loro capitale sequestrata per collusione dalla criminalità organizzata. Nessuno ha avuto l’orgoglio di difendere il decoro del Paese pur di non cedere un metro, e quando si è disposti a tanto, a calunniare il proprio Paese, e a preferire il bene di fazione che il bene di tutti, allora sì che si intravede qualcosa di somigliante al metodo mafioso.
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda gabriele il 21/07/2017, 12:21

In tema giudiziario a me fa accapponare la pelle la felicità delle difese quando è stata ricunosciuta l'estraneità dei loro assistiti ad una associazione di tipo mafioso. Eppure alcuni si sono presi 20, 19, 11 anni.

Forse fra qualche mese, in sede di appello, dovremo continuare questa discussione nel forum "ma che giustizia è?"
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Re: Mafia capitale, oggi la sentenza sul 'mondo di mezzo'

Messaggioda ranvit il 21/07/2017, 12:26

Forse fra qualche mese, in sede di appello, dovremo continuare questa discussione nel forum "ma che giustizia è?"


SI! Nell'Italia supergarantista delle anime belle le cause non finiscono mai :twisted:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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