Stranamene quelli vispi fanno i nonni, gli altri imperversano.
La premessa introduce un nuovo caso.
Franco Berrino (un illustre medico nel campo dei tumori, con centinaia di pubblicazioni alle spalle) arrivato alla tenera età di 75 anni ha fatto un po' come James Watson quando parlò di neri ed intelligenza: l'ha fatta fuori dal vaso. Ma davanti a tutti, sulla sua pagina FB.
Si lamenta che non esista uno studio scientifico sulle complicazioni che insorgono in casi di vaccinazioni (che non è il suo campo); necessitando di grandi numeri e stante il mezzo milioni di bambini che nascono oggi in Italia (e sopravvivono grazie ai vaccini) propone la seguente cosa:
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Poiché le complicazioni gravi sono rare occorre uno studio molto grande. In Italia nascono ogni anno quasi mezzo milione di bambini e sarebbe possibile uno studio in cui i bambini nati l'anno successivo all'introduzione dell'obbligo vengano sorteggiati in due gruppi, uno che viene vaccinato appena nato, com'è la pratica attuale, uno che viene vaccinato dopo sei mesi, o dopo un anno, e intanto si registrano tutti gli eventi morbosi occorsi nel primo anno di vita. In tutte le regioni italiane esiste un sistema di registrazione dei ricoveri ospedalieri che permetterà di valutare la frequenza di qualunque patologia grave nei due gruppi. Per le patologie comuni che non richiedono ospedalizzazioni i pediatri dovranno obbligatoriamente registrare e segnalare tutti i casi incidenti nell'anno di studio.
Per ogni patologia che risultasse significativamente più frequente nel gruppo vaccinato si potrà indagare su eventuali differenze fra i bambini ammalatisi e quelli non ammalatisi (per esempio parto naturale o cesareo, ordine di nascita, patologie in gravidanza, abitudini al fumo dei genitori, allattamento al seno o artificiale, trattamenti antibiotici, allergie, malformazioni congenite, altre malattie...), allo scopo di identificare eventuali condizioni che sconsigliano di vaccinare.
Lo studio non consentirà di stimare il rischio di eventuali complicazioni a insorgenza tardiva, ma consentirà di valutare se il loro rischio dipende dall'età del trattamento vaccinale.
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Spero abbiate seguito bene. Un'idea del genere puo' venire a chiunque, in osteria, al terzo bicchiere di vino o alla sesta birra. Ma non dovrebbe venire in mente ad un medico responsabile. Qui siamo in presenza di danni gravi da età ed io mi chiedo con una certa apprensione se tra 11 anni sarò anche io così. So che diversi amici mi diranno di non preoccuparmi, dato che già adesso sono un caso grave, anzi da 20 anni e passa.
Una cosa del genere è in realtà comprensibile a qualsiasi madre responsabile, che mai vorrebbe che i suoi figli venissero messi nel gruppo che viene vaccinato sei mesi o un anno dopo. La sola idea che si possano fare esperimenti coi bambini (immaginiamo in doppio cieco, così nessuno sa chi è stato vaccinato e chi no) è atroce.
Naturalmente i virus sono sempre in agguato e sparano le loro cartucce ogni minuto, ogni secondo. Se trovano un bambino vaccinato (e rispondente al vaccino) non succede nulla ma ne trovano uno non vaccinato, la malattia colpisce con tassi di mortalità noti (o complicazioni gravi) e se la metà del mezzo milione di bambini non fosse vaccinato in tempo, le vittime per questa dozzina di virus sarebbero decine di migliaia. Particolare che a quanto pare non interessa al confuso professore.
Qualcuno ha paragonato questa proposta ad un doppio cieco davanti al plotone di esecuzione. Chi ha un vero giubbotto antiproiettile e chi no. E nessuno sa se ha quello vero o quello vero. Il plotone (i virus) però è vero.
Chi di voi parteciperebbe all'esperimento? Chi farebbe partecipare il figlio?
Che dire? A 70 anni siamo obbligati ad esami per la patente. Ogni tre o due anni. E se invece di vetture guidiamo autoarticolati, i controlli sono ancora piu' severi. Al crescere della responsabilità di cose fatte, crescono i controlli.
Ma non per le cose dette. Un noto medico di 75 anni è libero di sparare assurdità del genere.
A voi la linea!