Nessun paese Ue ha lo ius soli La cittadinanza va concessa ai genitori, non prima ai figli da Berlino Roberto Giardina
«Orgoglioso di essere tedesco? Perché mai? Sono nato in Germania per caso», ha detto l'ex campione di tennis Boris Becker, deludendo i suoi compatrioti nazionalisti. Mio figlio è nato ad Amburgo, è cresciuto in Italia e, ovviamente, non è tedesco, non vuole diventare tedesco, ha studiato e bene due o tre lingue, ma non il tedesco.
Scelta di cui si pente, per motivi culturali e di lavoro, non perché sia nato nella stessa splendida città di Angela Merkel.
Vivo ininterrottamente in Germania, tra Bonn e Berlino, dal 1986 (ed ero stato ad Amburgo, in precedenza, per sei anni). Qualche amico mi continua a chiedere perché non abbia chiesto la cittadinanza tedesca. Perché mai?, rispondo come Boris, anche se a tennis sono una schiappa. Non avrei un diritto in più di quelli di cui godo come cittadino europeo. Sono un privilegiato, ma la mia situazione non è diversa da quella di qualsiasi straniero con il permesso di soggiorno. Caso mai, un giorno, potrei chiedere asilo politico, chissà se Angela o chi per lei me lo concederebbe? Un paio di amici, anche un collega, hanno chiesto il doppio passaporto, suppongo perché hanno figli minorenni che vanno a scuola, o sono sposati con una tedesca. Ecco il punto: sono diventati tedeschi i genitori, e non prima i figli, come accadrebbe con la legge che si vuole adottare in Italia e che erroneamente, o subdolamente, viene chiamata ius soli, che è cosa ben differente. L'attuale legge sulla cittadinanza è pessima e crudele, va cambiata, ma non compiendo altri errori.
Ci si dovrebbe chiedere perché in nessun paese in Europa sia in vigore lo ius soli. Vige negli Stati Uniti, che hanno un territorio sconfinato, e anche lì si pensa di abolirlo, o modificarlo. In Germania, avrei i requisiti per votare un domani a favore di Angela o contro. Risiedo nel paese da più di otto anni, conosco la lingua meglio di un bambino delle elementari, almeno lo spero. Non ho commesso reati, pago le tasse. Dovrei superare un test di 33 domande scelte a caso fra 300. I buonisti, ci sono anche qui, hanno protestato contro la discriminazione. Ma le domande sono molto facili. Mi sono sottoposto al test per curiosità, e non ho commesso neppure un errore. Confesso che ho tirato a indovinare sull'ordine dei colori nella bandiera: nero rosso oro. Mi confondo anche con il nostro tricolore. Chi fa le leggi? Il parlamento o il sindaco? Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini? E così via. Ovvio, che basta un minimo di attenzione per superare la prova, che si può mentire.
Bisogna dimostrare di conoscere e rispettare la Costituzione che, qualcuno si sorprenderà, è molto simile alla nostra. Un musulmano dovrebbe accettare di seguire la Costituzione e non il suo imam. Come un cattolico dovrebbe sentirsi cittadino italiano e non suddito del Papa.
A un conoscente italiano che scoppiò in singhiozzi quando gli consegnarono il passaporto con l'aquila prussiana, la funzionaria ricordò: «Guardi che lei ha da adesso un documento tedesco, ma non è diventato tedesco».
Meglio non divagare. La cittadinanza andrebbe concessa ai genitori e non a un loro figlio di 10 anni con la licenza elementare. Adesso è un'impresa improba, e le norme sono ingiuste. Capisco che se si affronta questo tema si corre il rischio di venire insultato come razzista, e si finisce in pessima compagnia, però non si dovrebbero lasciare questi problemi agli xenofobi.
Se i populisti sono in calo in Germania, e sono crollati in Francia, sarà anche perché i governi hanno affrontato la situazione, rispettando i diritti civili, di tutti, tedeschi e cittadini ospiti. È possibile, senza cedere al ricatto di buonisti, sia pure in buona fede.
fonte:
http://www.italiaoggi.it/giornali/detta ... ius%20soli