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Si allo yus soli

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Si allo yus soli

Messaggioda Robyn il 15/06/2017, 20:32

Si allo yus soli per i figli di cittadini extracomunitari nati in Italia.Per essere cittadini a tutti gli effetti è necessaria la cittadinanza altrimenti non si si sà chi si è non si hanno riferimenti.Lo yus soli c'è in in Usa,Canada,Francia,Gran Bretagna,e nei paesi anglosassoni lo yus soli è automatico .Lo yus soli manca solo in l'Italia e solo persone rinchiuse nelle grotte possono combattere lo yus soli
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda mariok il 16/06/2017, 10:10

Chi bobo e chi no

Venerdì 16 giugno 2017
di Massimo Gramellini

Ieri mattina, tra i banchi di un mercatino di Parigi, si è ulteriormente scolorita la distinzione tra destra e sinistra, surclassata dalla vera dicotomia del nostro tempo: chiusura-apertura. La ex portavoce di Sarkozy, esponente di quella che un tempo avremmo chiamato destra moderata, è stata aggredita da un tizio malmostoso sulla cinquantina che le ha tolto di mano i volantini elettorali e glieli ha sbattuti in faccia, forse cercando di colpirla con un pugno e di sicuro gridandole addosso: «bobo de merde». L'ultima parolina non ha bisogno di traduzione e in Francia vanta anche una nobile tradizione. Invece «bobo» sta per bourgeois-bohème, borghese alternativo. Noi diremmo «radical-chic». La destinataria dell'epiteto, svenuta per lo spavento e ricoverata in ospedale dopo avere sbattuto la testa sul selciato, si chiama Nathalie Kosciusko-Morizet e vanta nobili ascendenze che arrivano fino a Lucrezia Borgia. NKM - evocata con le iniziali come capita soltanto alle persone famose e ai possessori di cognomi complessi - è stata ministra dell'Ecologia, ha osteggiato i suv e gli ogm e imposto il cibo biologico nelle mense pubbliche. Suona l'arpa e colleziona uccelli impagliati. Ma a differenza di Jo Cox, la parlamentare laburista uccisa da un fanatico pro Brexit, è iscritta a un partito della destra, sia pure moderata. Il suo aggressore, forse un elettore di Marine Le Pen o semplicemente un uomo che si sente escluso dalla festa a inviti della modernità, ha dunque dato della radical-chic a una politica che in Italia siederebbe tra Mara Carfagna e Beatrice Lorenzin.

Una che in Germania voterebbe a occhi chiusi Angela Merkel. Ma per quella parte crescente di opinione pubblica che ha i figli disoccupati ancora in casa, e sotto casa un kebab dove prima c'era una panetteria, le vecchie categorie sono esercizi verbali anacronistici. A fare la differenza è l'atteggiamento verso il nuovo che incute paura: migrazioni di massa, startup tecnologiche, moneta unica, capitali stranieri. Se sei a favore o comunque non pregiudizialmente contrario, allora ti prendi in faccia del « bobo de merde ». Anche De Gasperi oggi lo sarebbe. Anche Kohl, anche Nixon. Forse persino Reagan.
Il partito della chiusura è forte in provincia, dove sopravvive la tradizione, e in periferia, dove si sta peggio. Quando ti senti male, non hai voglia di invitare sconosciuti a casa tua. Ti rinserri nei pregiudizi, che per te rappresentano dei valori, e tiri su il ponte levatoio. Invece il partito dell'apertura è maggioritario nelle grandi città, dove il cambiamento arriva prima, e si considera dalla parte del giusto o forse dell'ineluttabile. L'episodio di Parigi conferma che per farne parte conta sempre meno l'ideologia e sempre più l'appartenenza alla classe dirigente, non disgiunta da un certo grado di benessere economico che ti consenta di guardare al nuovo con distaccata curiosità. Il partito della chiusura è pieno di rabbia perché si sente tradito e giudicato. Trattato come un bifolco senza cuore. Reagisce appiccicando l'etichetta di «buonista» a chi dall'alto di una posizione sociale favorevole sembra interessarsi più al gay discriminato, al migrante disperato e al vegano ossessionato che al ceto piccolo borghese che l'alta marea della globalizzazione ha spinto contro gli scogli della povertà. In fondo, questo piccolo borghese chiede soltanto di essere compatito e aiutato. Vorrebbe che gli altri si occupassero di lui e invece di lui si occupano soltanto per deriderlo.
Entrambi i partiti si ritengono antropologicamente diversi, e l'uno superiore all'altro. Se si parlassero scoprirebbero di non avere amici in comune, ma magari qualche nemico: la burocrazia ottusa, il capitalismo finanziario che pensa più a distribuire utili che a fare investimenti. Ma non ci riescono e anche ieri hanno dato spettacolo della loro incomunicabilità a Parigi come a Roma, nell'aula un tempo compassata del Senato. Durante il parapiglia per la legge sullo ius soli , che il partito degli aperti considera una bandiera e quello dei chiusi una iattura, la cavalleria leghista ha travolto la ministra Fedeli, schiacciandola contro il banco del governo e mandandola in infermeria con qualche osso contuso. Si potrebbe concludere che, in questo scontro tra titani di latta, a finirci di mezzo sono sempre le donne. Se non fosse che, già solo nel dirlo, si passa immediatamente per « bobo de merde».

16 giugno 2017 (modifica il 16 giugno 2017 | 08:50)
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda ranvit il 16/06/2017, 11:13

Anche Gramellini, Saviano, Fazio, etc al Governo! :lol: :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda trilogy il 16/06/2017, 14:01

mariok ha scritto:Chi bobo e chi no

Venerdì 16 giugno 2017
di Massimo Gramellini

[..]Il partito della chiusura è forte in provincia, dove sopravvive la tradizione, e in periferia, dove si sta peggio. Quando ti senti male, non hai voglia di invitare sconosciuti a casa tua. Ti rinserri nei pregiudizi, che per te rappresentano dei valori, e tiri su il ponte levatoio. Invece il partito dell'apertura è maggioritario nelle grandi città, dove il cambiamento arriva prima, e si considera dalla parte del giusto o forse dell'ineluttabile. L'episodio di Parigi conferma che per farne parte conta sempre meno l'ideologia e sempre più l'appartenenza alla classe dirigente, non disgiunta da un certo grado di benessere economico che ti consenta di guardare al nuovo con distaccata curiosità. Il partito della chiusura è pieno di rabbia perché si sente tradito e giudicato. Trattato come un bifolco senza cuore...


In questo caso risolvere il problema e integrare la popolazione è semplice. Basta aprire qualche centro di accoglienza immigrati, o qualche campo nomadi nei quartieri ricchi dove abitano i radical chic o i bobo de merde come dicono il francesi. A roma è pieno di nobildonne e intellettuali di sinistra che non si perdono un convegno sull'integrazione e la società multiculturale, però non hanno mai preso un autobus o la metro perchè fa schifo, e se un egiziano chiede la licenza per aprire un kebab nel loro quartiere, lanciano petizioni e telefonano al ministro dei beni culturali perchè il decoro del quartiere è in pericolo.
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda franz il 17/06/2017, 9:54

Interessanti considerazioni:
http://www.huffingtonpost.it/alfredo-lu ... _22353285/

Lo Ius soli, un dibattito antistorico
Lo scontro in Parlamento attorno alla legge sulla cittadinanza è fondamentalmente antistorico. Lega Nord e neofascisti, con il silenzio complice de M5S, starebbero tentando di evitare il "pericolo" dell'introduzione dello Ius soli (diritto di suolo) per l'acquisizione della cittadinanza italiana (storicamente basata sullo Ius sanguinis, diritto di sangue). Diritto già esistente nel nostro ordinamento dal 1992! Sono infatti fermi a due questioni ormai superate dalla storia. La prima è che i due tipi di diritto, una volta utilizzati distintamente dai paesi d'immigrazione (soli) e di emigrazione (sanguinis), avevano come scopo rispettivamente formare cittadinanza e non perdere i legami con i propri cittadini. Oggi quasi tutti gli Stati (in Europa e in America) applicano un mix tra le due tradizioni. È cittadino chi è figlio di cittadino e chi nasce sul territorio della nazione. Non esiste più una distinzione netta, restano solo sfumature temporali. Forse i leghisti non si ricordano, visto che c'erano, e sicuramente i grillini non sanno perché la Prima Repubblica è sempre e comunque da condannare, che l'Italia fece la stessa scelta (il mix di diritto) nel lontano 1992, con l'adeguamento della legge della cittadinanza ai provvedimenti sull'immigrazione contenute nella cosiddetta "Legge Martelli" del 1990. La legge che regolava la situazione legale degli immigrati, estendeva il diritto di asilo a tutte le nazioni (prima l'Italia riconosceva solo i rifugiati da altri paesi europei) e introduceva i "flussi migratori", cioé la programmazione dell'immigrazione (cosa praticamente mai avvenuta).

Quindi dal 1992, in Italia esiste lo Ius soli. E qui veniamo al punto che i difensori dell'italianità ignorano. La formulazione esistente, cioè si può optare per la cittadinanza italiana al 18° anno (e solo fino al 19°) essendo nato in Italia e avendo vissuto regolarmente, è palesemente una discriminazione rispetto a chi è nato all'estero e può ottenere la cittadinanza dopo 10 anni ininterrotti di residenza. Cioè la legge in vigore dimezza i tempi per la concessione della cittadinanza a chi è nato all'estero rispetto a chi è nato sul suolo della Repubblica. La legge in discussione attualmente, il cosiddetto "Ius soli temperato", prevede un percorso allineato con il resto dell'Europa di 5 anni. Viene introdotto anche il cosiddetto "Ius culturae" che prevede la concessione della cittadinanza al minore che ha frequentato almeno 5 anni di scuola in Italia.

È di questo che stiamo parlando, non dell'introduzione di una nuova fonte di diritto, ma di un adeguamento temporale a ciò che esiste. La platea interessata, che comunque avrebbe avuto diritto alla cittadinanza al compimento del 18° anno (o dopo 10 anni di residenza) è di circa 850.000 ragazzi e ragazze.

Perché Lega Nord e neofascisti si oppongono con così tanta rabbia a questo provvedimento? Sono due le possibili risposte. La prima è che questi ragazzi eserciteranno il diritto di voto attivo e passivo. Difficilmente il loro consenso andrà a chi non li considera degni della cittadinanza. La seconda motivazione è più complessa. Finché esista la categoria "straniero", la xenofobia tipica dei movimenti di estrema destra è "tollerata" e mascherata.

Lo slogan "prima gli italiani" (o i francesi o gli spagnoli) regge fin quando la cittadinanza taglia in modo netto una società. Ma se la cittadinanza diventa diritto universale, bisogna trovare nuovi elementi di esclusione. Ovviamente a quel punto scatta la questione "etnica". Non ti posso più discriminare perché straniero, ma perché "oriundo"... Ecco che togliere l'alibi della cittadinanza all'estrema destra li svela per quello che sono: movimenti xenofobi. E non vale più il silenzio complice di chi in queste ore si sta astenendo per calcolo elettorale di piccolo cabotaggio. Si sta di qua o di là rispetto alle democrazie occidentali.
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda Robyn il 17/06/2017, 12:40

Strumentalizzare la cittadinanza ai bambini nati nel nostro paese è semplicemente una follia stiamo parlando del diritto e chissà cosa penserebbero quelli che si dicono contrari se stessero nei panni dei bambini nati qui.I contrari affermano che si aumenterebbe il voto a sinistra ma questo statisticamente non è mai vero in genere il voto si distribuisce,ma si può negare la cittadinanza per paura che questo si indirizzi in una sola direzione?Poi è necessaria una buona integrazione per evitare fenomeni di rigetto come in altri paesi europei,ad ex interi quartieri ghetto riservati agli immigrati che hanno costituito isole separate dove si può formare l'humus della esclusione e della marginalizzazione terreno fertile per cose ben più gravi
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda pianogrande il 17/06/2017, 12:48

Il fatto che le opposizioni si attacchino a tali parametri (che sono "atti dovuti") ingigantendoli potrebbe significare che nel paese va tutto bene e che bisogna lavorare di creatività per contrastare il governo degli avversari.

Il fatto che nel nostro paese le cose non vadano affatto bene e che ci sarebbe tantissimo da dire (in primis sulle mafie e l'evasione fiscale - tutto il resto viene a cascata) sta a dimostrare che, in realtà, a queste opposizioni, dei problemi del paese non glie ne frega una beata mazza e sono solo a caccia di voti per poi andare al potere (e fare le stesse cose di chi è al potere oggi).

Las lega l'ha ormai dimostrato alla grande e così lo stanno dimostrando i cinque stelle che ormai sono peggio della vecchia DC.

Insomma, alternative vere non ce ne sono e questa è la notizia più brutta.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda Robyn il 17/06/2017, 13:09

Infatti sono furbi ma così facendo bloccano il paese sù ogni cosa è un paese che può diventare isterico.In merito a Grillo e alle sue posizioni sull'immigrazione queste sono la sua pietra tombale.Per l'ala sinistra dei cinquestelle non c'è più spazio nel movimento della ditta casaleggio associati e company
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda franz il 17/06/2017, 13:26

Lo ius soli, il fatto cioè di poter avere la cittadinanza italiana solo perché si è nati in Italia, da genitori stranieri, esiste già dal 1992. Prima repubblica.

http://www1.interno.gov.it/mininterno/s ... ne_30.html

Art. 4
1. [...]
2. Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data.


Da notare che non è una domanda, suscettibile di una risposta SI/NO.
Deve "dichiarare", non "domandare". Non è prevista, già dal 1992, alcuna facoltà di diniego, prevista invece per altri articoli diversi dal 4.
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Re: Si allo yus soli

Messaggioda trilogy il 21/06/2017, 12:26

Nessun paese Ue ha lo ius soli La cittadinanza va concessa ai genitori, non prima ai figli
da Berlino Roberto Giardina

«Orgoglioso di essere tedesco? Perché mai? Sono nato in Germania per caso», ha detto l'ex campione di tennis Boris Becker, deludendo i suoi compatrioti nazionalisti. Mio figlio è nato ad Amburgo, è cresciuto in Italia e, ovviamente, non è tedesco, non vuole diventare tedesco, ha studiato e bene due o tre lingue, ma non il tedesco.

Scelta di cui si pente, per motivi culturali e di lavoro, non perché sia nato nella stessa splendida città di Angela Merkel.

Vivo ininterrottamente in Germania, tra Bonn e Berlino, dal 1986 (ed ero stato ad Amburgo, in precedenza, per sei anni). Qualche amico mi continua a chiedere perché non abbia chiesto la cittadinanza tedesca. Perché mai?, rispondo come Boris, anche se a tennis sono una schiappa. Non avrei un diritto in più di quelli di cui godo come cittadino europeo. Sono un privilegiato, ma la mia situazione non è diversa da quella di qualsiasi straniero con il permesso di soggiorno. Caso mai, un giorno, potrei chiedere asilo politico, chissà se Angela o chi per lei me lo concederebbe? Un paio di amici, anche un collega, hanno chiesto il doppio passaporto, suppongo perché hanno figli minorenni che vanno a scuola, o sono sposati con una tedesca. Ecco il punto: sono diventati tedeschi i genitori, e non prima i figli, come accadrebbe con la legge che si vuole adottare in Italia e che erroneamente, o subdolamente, viene chiamata ius soli, che è cosa ben differente. L'attuale legge sulla cittadinanza è pessima e crudele, va cambiata, ma non compiendo altri errori.

Ci si dovrebbe chiedere perché in nessun paese in Europa sia in vigore lo ius soli. Vige negli Stati Uniti, che hanno un territorio sconfinato, e anche lì si pensa di abolirlo, o modificarlo. In Germania, avrei i requisiti per votare un domani a favore di Angela o contro. Risiedo nel paese da più di otto anni, conosco la lingua meglio di un bambino delle elementari, almeno lo spero. Non ho commesso reati, pago le tasse. Dovrei superare un test di 33 domande scelte a caso fra 300. I buonisti, ci sono anche qui, hanno protestato contro la discriminazione. Ma le domande sono molto facili. Mi sono sottoposto al test per curiosità, e non ho commesso neppure un errore. Confesso che ho tirato a indovinare sull'ordine dei colori nella bandiera: nero rosso oro. Mi confondo anche con il nostro tricolore. Chi fa le leggi? Il parlamento o il sindaco? Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini? E così via. Ovvio, che basta un minimo di attenzione per superare la prova, che si può mentire.

Bisogna dimostrare di conoscere e rispettare la Costituzione che, qualcuno si sorprenderà, è molto simile alla nostra. Un musulmano dovrebbe accettare di seguire la Costituzione e non il suo imam. Come un cattolico dovrebbe sentirsi cittadino italiano e non suddito del Papa. A un conoscente italiano che scoppiò in singhiozzi quando gli consegnarono il passaporto con l'aquila prussiana, la funzionaria ricordò: «Guardi che lei ha da adesso un documento tedesco, ma non è diventato tedesco». :mrgreen:

Meglio non divagare. La cittadinanza andrebbe concessa ai genitori e non a un loro figlio di 10 anni con la licenza elementare. Adesso è un'impresa improba, e le norme sono ingiuste. Capisco che se si affronta questo tema si corre il rischio di venire insultato come razzista, e si finisce in pessima compagnia, però non si dovrebbero lasciare questi problemi agli xenofobi.

Se i populisti sono in calo in Germania, e sono crollati in Francia, sarà anche perché i governi hanno affrontato la situazione, rispettando i diritti civili, di tutti, tedeschi e cittadini ospiti. È possibile, senza cedere al ricatto di buonisti, sia pure in buona fede.

fonte: http://www.italiaoggi.it/giornali/detta ... ius%20soli
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