trilogy ha scritto:pianogrande ha scritto:Infatti il problema è politico e va gestito politicamente e non è un problema da poco.
Senza prendere a cannonate i "taxi" ma agendo a livello internazionale sia con l'intelligence che con accordi/interazioni tra i paesi interessati.
L'invasione che stiamo subendo è, almeno in parte, una scelta demenziale della politica estera italiana.
Poi non c'è da stupirsi che i paesi confinanti con noi tirano su i muri.
http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3936
L'articolo parla del fatto che l'Italia si è trovata via via costretta a salvare vite umane sopperendo anche alla latitanza degli altri paesi.
Detta così è un titolo di merito.
Ma la colpe italiane non consistono nel salvare vite umane. Lasciar morire gente in mare non può essere in nessun caso una politica accettabile.
Le colpe stanno nel fatto che oltre a ciò non c'è una politica che abbia un qualche senso.
L'ultima di Minniti, quella di affidare a delle improbabili guardie costiere libiche, dandogli un paio di vedette ed un po' di soldi, il compito di combattere i trafficanti è patetica, se non peggio.
Non sarebbe stato meglio fare un accordo, ovviamente con relativa contropartita economica, che ci consentisse di impiantare un campo profughi su suolo libico dove poter sbarcare i naufraghi salvati?
O fare qualcosa del genere anche con la Tunisia?
Che politica è quella di consentire alle imbarcazioni di mezzo mondo di portare migliaia e migliaia di persone sulle nostre coste, per poi di fatto abbandonarle a se stesse, forse con la speranza che grazie a Schengen se ne vadano in giro per l'Europa?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville