da Robyn il 22/04/2017, 10:29
Lo stato vegetativo è senza dubbio uno dei punti di attrito fra laici e cattolici ,ma è l'interessato che deve verificare se questo stato vegetativo permanente è nel suo migliore interesse e non le persone che lo circondano che non possono considerare queste vite di serie b,ma vite a cui dedicarsi attraverso l'alleanza terapeutica.Dopo tre mesi lo stato vegetativo è definito persistente,persiste ma può esserci il risveglio ,dopo un'anno permanente in cui le probabilità di risveglio scendono.In percentuale i casi di risveglio sono all'incirca nel'1% e in genere manifestano disabilità che crescono con la crescita del periodo di degenza.In tutti i casi bisogna stabilire una tolleranza di tempo molto ampia prima del quale non si possono attivare le dat precompilate dall'interessato quando era in stato libero e cosciente.In breve "due anni e sei mesi" dopodiche medico,fiduciario e familiari con l'alleanza terapeutica possono stabilire d'intesa altri tre mesi o possono attivare le dat.Questo periodo è necessario perche è un periodo in cui il medico si impegna attivamente affinche possa esserci la possibilità della reversibilità e il recupero di tutte le funzioni vitali che l'interessato aveva in precedenza al trauma.La fine della vita per fame e per sete non c'è mai perche se non si danno più idratazione nutrizione contemporaneamente si possono applicare terapie palliative che determinano il letargo profondo e la fine naturale della vita
Locke la democrazia è fatta di molte persone