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Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda ranvit il 25/05/2017, 12:30

Ora la vicenda si sposta al Consiglio di stato. Ma si rischia di perdere altro tempo prezioso per una riforma indispensabile al sistema economico e culturale italiano.

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda pianogrande il 25/05/2017, 13:18

Difesa della casta o riforme fatte male?

Forse una felice combinazione delle due cose.

Se questo pasticcio viene fuori perché la riforma Franceschini che pare abbia fatto fare all'Italia una rara bella figura davanti al mondo è scritta male, dovrebbe saltare più di una testa non solo dei soliti intoccabili e micidiali funzionari ma anche di qualche politico.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda mariok il 25/05/2017, 14:05

La sentenza parla tra l'altro di nomina di stranieri, tali definiti dei cittadini europei.

http://www.lastampa.it/2017/05/25/itali ... agina.html

Non so come sia scritta la legge, ma si tratta senza dubbio di cavilli, forse giustificati da un'approssimativa scrittura delle norme, ma pur sempre cavilli.

Mi viene poi un dubbio di fondo: ma su atti politici del governo non dovrebbe intervenite solo la corte costituzionale e non un organo di giustizia ordinaria come il TAR del Lazio?

Sono convinto che finirà tutto in una bolla di sapone: si sarà perso solo tempo e denaro in cause ed avvocati.

Oltre il danno, c'è quindi anche la beffa.

PS va detto comunque che gli uffici legislativi del ministero, che sono responsabili della scrittura delle norme, sono il prodotto della stessa cultura burocratica a cui si ispira la giustizia, in particolare quella amministrativa: due facce della stessa medaglia.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda ranvit il 25/05/2017, 17:24

Tar, Tribunale Anti Riforme
Perché la decisione sovranista del Tar del Lazio contro i direttori stranieri dei musei dimostra come la burocrazia vuole eliminare la buona riforma di Franceschini
di Renzo Rosati
25 Maggio 2017 alle 12:52Tar, Tribunale Anti Riforme
Dario Franceschini (foto LaPresse)
Il sovranismo, sbaragliato in Francia e nel resto d’Europa, traballante nei 5 stelle e nella Lega, e addirittura nell’agenda di Donald Trump, va alla riscossa nel Tar del Lazio, istituzione della giustizia amministrativa che tutto il mondo ci invidia. Con una sentenza della sezione “seconda-quater” il Tar ha annullato la nomina di 5 dei venti direttore dei musei di rilevanza nazionale voluti dalla riforma dei Beni culturali del ministro Dario Franceschini: motivo, il bando non poteva essere aperto a cittadini stranieri.

Quelli interessati direttamente dalla sentenza sono Peter Assman, già a capo dell’Associazione musei austriaci, scelto a dirigere il palazzo Ducale di Mantova, e Gabriel Zuchtriegel, tedesco, archeologo di fama mondiale e già docente all’Università della Basilicata, chiamato al Parco di Paestum. Entrambi hanno ottenuto performance mai viste: più 51 per cento di visitatori nel 2016 il primo, più 53 il secondo.

Direttori stranieri o provenienti dall’estero sono stati insediati anche agli Uffizi di Firenze (il tedesco Heike Schmidt), Urbino (l’austriaco Peter Aufraiter), Brera (l’anglo-canadese James Bradburne), Capodimonte (il francese Sylvaine Bellenger), Bargello (Paola D’Agostino, nata a Napoli e una carriera tra Gran Bretagna e Usa), e anche Flaminia Gennari Santori, romana con curriculum americano. Evidentemente in questi due ultimi casi né il Metropolitan di New York né lo University College di Londra sono stati a guardare il passaporto, e neppure i famosi “titoli interni”, simbolo dell’amministrazione pubblica italiana, magari conseguiti per anzianità. Forse perché non esistono Tar nello stato di New York o nella City of Westminster?

Se esistesse un Tar del Lazio anche per l’industria privata non avremmo amministratori delegati francesi all’Unicredit e alle Generali, e neppure Sergio Marchionne alla Fiat Chrysler: probabilmente la Fiat sarebbe fallita, e la seconda banca e il primo gruppo assicurativo italiano non se la passerebbero molto meglio. Egualmente un Tar del Lazio tedesco avrebbe bloccato la nomina dell’italiano Giuseppe Vita alla presidenza di Axel Springer e Schering, dell’inglese John Cryan alla Deutsche Bank, di un altro italiano, Mario Greco, a ceo di Zurich. Già, ma qui siamo nel settore privato, evidentemente considerato dalla giustizia amministrativa italiana geneticamente diverso da quello pubblico. Allora diciamo che un Tar del Lazio in trasferta a Londra avrebbe rimandato a casa il canadese Mark Carney, nominato dal cancelliere dello Scacchiere John Osborne governatore della Banca d’Inghilterra. E magari con un Tar laziale avrebbe, all’epoca, passato guai anche Henry Kissinger, tedesco ed ebreo, né Enrico Fermi e Edward Teller avrebbero collaborato ai progetti nucleari Usa. Chissà: la famosa direttiva Bolkestein che apre le frontiere europee a beni e talenti comunitari è stata lasciata in pace solo per il calcio. Ma non è mai troppo tardi.

“Non ho parole, ed è meglio…” dice Franceschini in attesa del solito Consiglio di stato. La scia del referendum del 4 dicembre è più lunga del previsto: Matteo Renzi aveva promesso “lotta violenta” alla burocrazia, riforma costituzionale compresa. Per ora abbiamo i burocrati alla riscossa.

http://www.ilfoglio.it/giustizia/2017/0 ... me-136306/
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda ranvit il 25/05/2017, 17:29

"Non potevano partecipare stranieri". Il Tar del Lazio boccia le nomine di Franceschini per i musei"Non potevano partecipare stranieri". Il Tar del Lazio boccia le nomine di Franceschini per i musei
(ansa)
Il ministro annuncia ricorso: "Figuraccia davanti al mondo". Schmidt, direttore Uffizi: "Gli stessi giudici che hanno riammesso i centurioni al Colosseo". M5s e Lega contro Renzi "ennesima riforma sbagliata". Il ministro Orlando: "Cambiamo i Tribunali regionali". Intanto da oggi cinque poli museali, da Napoli a palazzo Ducale di Mantova, sono senza direttori

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25 maggio 2017
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ROMA - La riforma dei musei voluta dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini rischia di tornare al punto di partenza. Con due sentenze, il Tar del Lazio ha infatti bocciato cinque dei venti direttori dei supermusei, cui nomine, di conseguenza, sono state annullate. Cinque musei, del calibro di Palazzo Ducale o del Museo Archeologico di Napoli, sono da ora senza direttori, che verranno sostituiti ad interim. Una decisione che ha provocato l'immediata reazione del ministro: "Non ho parole. Non do letture politiche e rispetto le sentenze. Ma registro con grande dolore quello che questo comporta praticamente e per l'immagine dell'Italia nel mondo".

Il Tar del Lazio - accogliendo il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione di musei di Mantova, Modena, Taranto, Napoli e Reggio Calabria - ha ritenuto infatti in primo luogo che le procedure di selezione fossero viziate in più punti.

Tre i nodi fondamentali che hanno convinto i giudici ad accogliere il ricorso degli altri candidati: "Il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall'articolo 38. Se infatti il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente".

Nel testo, firmato dal presidente Leonardo Pasanisi e dal consigliere Francesco Arzillo, si parla della illegittimità delle modalità di svolgimento del concorso: "A rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse" mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati.

Ma il ministro dei Beni culturali non ci sta e ha già annunciato per oggi il ricorso al Consiglio di Stato contro un verdetto per il quale ha parole durissime: "Mi lascia stupefatto che la sentenza del tar parli di procedura 'poco chiara e magmatica'. La selezione internazionale dei direttori è stata fatta da una commissione assolutamente imparziale composta dal direttore della National gallery di Londra, che è un inglese, dal direttore della più importante istituzione culturale di Berlino, che è un archeologo tedesco, dal presidente della biennale di Venezia, e da una persona che è stata appena nominata consigliere dal presidente Macron. Mi pare che più garanzia di neutralità e trasparenza non ci potesse essere".

E poche ore dopo Andrea Orlando, ministro della Giustizia, commentando la sentenza dice: "I Tar vanno cambiati senza demonizzarli, precisando meglio qual è l'ambito di competenza della politica e quello del tribunale amministrativo che spesso entra nel merito di scelte che dovrebbero essere della politica".

"Le istituzioni rispettino i magistrati, chiamati semplicemente ad applicare le leggi, spesso poco chiare se non incomprensibili - ha risposto Fabio Mattei, presidente Anma, l'Associazione nazionale magistrati amministrativi - la nomina di dirigenti pubblici stranieri è vietata nel nostro ordinamento. Se si vogliono aprire la porte all'Europa - e noi siamo d'accordo - bisogna cambiare le norme, non i Tar".

Sulla stessa linea anche il commento che Renzi ha affidato a un post Facebook: "Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar. Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione - sottolinea l'ex premier - merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma - una volta di più - che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso".

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... P2-S1.8-T2
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda trilogy il 25/05/2017, 18:59

Sulla questione dell'art. 38 non so, forse si può aggirare. Ma sul fatto che nel settore pubblico è illegittimo un colloquio di selezione a porte chiuse, ci sono centinaia di sentenze. Varie amministrazioni hanno provato ad aggirare la norma con vari trucchi ma i tribunali hanno sempre dato ragione ai ricorrenti annullando le prove.
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda pianogrande il 25/05/2017, 19:14

trilogy ha scritto:Sulla questione dell'art. 38 non so, forse si può aggirare. Ma sul fatto che nel settore pubblico è illegittimo un colloquio di selezione a porte chiuse, ci sono centinaia di sentenze. Varie amministrazioni hanno provato ad aggirare la norma con vari trucchi ma i tribunali hanno sempre dato ragione ai ricorrenti annullando le prove.


Be'.

Già parlare di "colloquio di selezione" mi piace di più che parlare di "prova orale" che sa più di scolaretto all'esame di terza media.

Il ministro fa benissimo a prenderla male ma non può tuonare solo contro i ricorrenti o contro il TAR (saranno anche cavilli ma non siamo in un ambito dove si fanno troppi complimenti).

Deve tuonare (e fulminare) anche contro chi ha usato procedure irregolari o quanto meno attaccabili.

Siamo sempre nell'ambito di quelli che negli anni settanta erano stati battezzati come "super burocrati".
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ancora una volta il partito trasversale del NO all'opera

Messaggioda trilogy il 25/05/2017, 19:54

Comunque è stata una ingenuità procedurale, perché è gente di un tale livello che non ha certo paura a sostenere un colloquio in pubblico. Gli avvocati poi su questi ricorsi ci vanno a nozze, parcelle facili. :mrgreen:
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