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Si ricomincia a parlare di politica?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda mariok il 13/03/2017, 9:34

Il confronto nel PD sembra essere focalizzato, soprattutto da parte di Orlando ed Emiliano, sul tema delle alleanze.

Renzi non si pronuncia, facendo solo intendere di guardare con interesse al tentativo di Pisapia, ma senza spingersi oltre, come fanno invece i suoi avversari che pongono tra i punti più importanti dei loro programmi quello della "ricostruzione" di un'alleanza con la sinistra.
Anche se solo "en passant", pare di non voler rinunciare al "sogno" maggioritario ed alla speranza (al momento impossibile) di conquistare anche con l'attuale legge elettorale la maggioranza dei seggi attraverso il raggiungimento della soglia del 40%.

A me sembra che focalizzarsi sul problema dell'alleanza con la sinistra sia sbagliato per diversi motivi.

Primo, perché non è ancora certa la legge elettorale con la quale si andrà al voto.
Secondo, perché con un sistema che resti sostanzialmente quello dell'attuale legge (ipotesi più probabile), non è assolutamente detto che PD più sinistra (la parte disponibile ad un'alleanza con il PD di Renzi) abbiano i numeri per la formazione del governo.
Terzo, perché è quanto mai difficile prevedere quale sinistra si troverà in parlamento dopo le elezioni, non solo dal punto di vista numerico, ma anche della sua configurazione, profilo politico, leadership.
Quarto, alla luce del punto precedente, risulta impossibile ad oggi ipotizzare con chi si potrebbe oggi avviare un confronto concreto e realistico per un programma comune e su quali basi.
Quinto (punto forse più importante), perché porre al centro di una campagna elettorale il tema delle alleanze significherebbe con ogni probabilità ripetere il fiasco bersaniano del 2013.

Corollario dei punti precedenti, è la costatazione che introdurre nella legge elettorale il meccanismo del premio alla coalizione, sarebbe un errore madornale.

Pd, l'incognita alleanze e il sogno maggioritario di Renzi

Il Lingotto conferma che si andrà alle elezioni solo dopo i provvedimenti economici del governo. Ma resta per i dem il nodo delle partnership, da Alfano a Pisapia: l'ex premier non ne parla. Forse perché prevede un Parlamento bloccato

di STEFANO FOLLI

13 marzo 2017

È senz'altro una buona notizia che le giornate del Lingotto si siano chiuse con il netto sostegno del Pd al governo Gentiloni. Peraltro non è una notizia inaspettata: avendo finalmente riconosciuto la realtà, ossia che non esisteva lo spazio e nemmeno la convenienza per anticipare le elezioni, il supporto all’esecutivo era l’unica opzione rimasta al gruppo dirigente. S’intende che a questo punto alle parole dovranno seguire i fatti: sostenere Gentiloni e Padoan vuol dire per il partito di maggioranza farsi carico delle scelte che il governo dovrà compiere in politica economica di qui alla fine dell’anno, scelte che si prevedono impopolari, forse molto impopolari. Saranno discusse prima di ogni decisione, è ovvio, e il leader del Pd farà valere il suo peso. Ma difficilmente le misure potranno essere edulcorate o stravolte per ragioni elettorali.

Si andrà alle elezioni dopo il varo di questi provvedimenti e non prima, il che dovrebbe significare una campagna all'insegna del realismo, un'obbligata "operazione verità". Non è detto che gli italiani reagiscano male. Può darsi, al contrario, che reagiscano molto bene, come è accaduto altre volte nella storia recente del Paese. In fondo, meglio la verità che essere trattati come bambini immaturi.

C'è un secondo punto, meno chiaro e convincente del primo. Nessuno, tanto meno il segretario, ha spiegato se il nuovo Pd avrà una politica delle alleanze e in quale direzione. Si è solo capito, ma lo si sapeva già, che Franceschini avrebbe voluto, e forse vorrebbe ancora, collocare il partito al centro di intese comprendenti la sinistra, da un lato, e i moderati di Alfano e Casini, dall'altro. E viceversa che i Martina e gli Orfini privilegiano l'attenzione verso i progressisti di Pisapia. Ma nessuno sembra avere realmente a cuore il problema, salvo il ministro dei Beni Culturali a cui però manca la forza politica per imporre una soluzione - le alleanze aperte a sinistra e a destra - che il resto del Pd non vuole.

Quanto a Renzi, l'unico da cui ci si attendeva un'indicazione netta, ha preferito volare al di sopra delle questioni pratiche. Ma il suo tentativo tattico - che pure c'è stato - di allargare l'orizzonte del partito verso sinistra e di dargli un respiro nuovo, meno ripiegato sull'egocentrismo del leader, non può sottrarsi al tema delle alleanze. Si obietta: Renzi non parla di alleanze perché non ha perduto la sua "vocazione maggioritaria". Vale a dire che ragiona ancora come se avessimo una legge elettorale maggioritaria, l'Italicum. Al massimo lascia ai suoi collaboratori più vicini di lanciare una passerella verso Pisapia, l'ex sindaco di Milano con il quale i renziani sperano di sostituire gli scissionisti dalemian-bersaniani. Ma a questo punto la contraddizione si è già aggrovigliata oltre il punto di non-ritorno.

Non è un caso che i contendenti di Renzi, vale a dire Orlando ed Emiliano, si propongano ognuno a suo modo come coloro che metteranno fine alla guerra fra le varie sinistre, ricomponendo il tessuto lacerato. Hanno un progetto, certo discutibile, orientato in senso socialdemocratico. E accettano che il sistema sia tornato proporzionale, al punto da rendere indispensabili le intese. Prima e dopo le elezioni. A maggior ragione se il Parlamento non riuscirà, come sembra, a rimetter mano alle sentenze della Corte se non per aspetti marginali.

Invece Renzi, come si è detto, vive tuttora dentro l'illusione maggioritaria. Del resto, è consapevole che gli scissionisti ("quelli che volevano distruggere il Pd", secondo le sue parole) non farebbero mai accordi con lui. E forse prevede - come tanti, del resto - che il prossimo Parlamento sarà del tutto paralizzato, senza vinti né vincitori, e allora servirà rifare la legge elettorale prima di tornare di nuovo alle urne. In ogni caso, è pericoloso non vedere la realtà, magari perché si è convinti di raggiungere da soli la maggioranza, ossia la

mitica soglia del 40 per cento. Così come è azzardato dare per scontata l'alleanza con Pisapia, il quale ha l'ambizione di federare un mondo disperso, quasi un altro Ulivo, e non gradisce essere descritto come la stampella di Renzi. Finora ha dimostrato di non esserlo affatto.
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda ranvit il 13/03/2017, 10:07

Visto che nel forum idoneo non risponde nessuno (a parte Robyn...), riporto qui quanto avevo scritto ieri :

Assisto distrattamente la corsa alle primarie...comincia a stufarmi la dialettica tutta rivolta all'ombelico di Emiliano ed Orlando....ma, tra l'altro, perchè non se ne sono andati anche loro se ora sostengono le stesse tesi degli scissionisti?
Davvero uno spettacolo indecoroso....
A parte Renzi, che a modo suo ci prova a disegnare un futuro per il Paese, è tutta una litania interna di "il ns popolo ci ha abbandonati".....come se non fosse chiaro a tutti tranne che a loro, che questo era già accaduto ai tempi della Ditta (Bersani prese il 25% alle politiche ) mentre oggi anche al netto della scissione siamo al di sopra....oppure mai piu' con frange del centrodestra"....come se non fosse chiaro che eliminato l'Italicum che prevedeva il ballottaggio, è ancora una volta necessario coalizzarsi con qualcuno se si vuole governare....etc etc

Ma possibile che queste teste di rapa non si rendono conto che gli italiani hanno altri problemi?
Che palle! Ma andate affanc.....!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda pianogrande il 13/03/2017, 11:27

Per me, la priorità è che il PD al governo ci vada.

Ci vada perché questo significa che non ci andranno i 5s o alleanze tra i rottami in cerca di rivincite a spese del popolo italiano (ormai non trovo altro termine) della disastrosa destra berlusconiana/leghista/missina che, alla sola idea, provo un vero malessere.

E che ci vada Renzi (e si prosegue con i ragionamenti per esclusione).

Sì.
Il mio favore per Renzi è un ragionamento per esclusione.

Poi, naturalmente, gli auguro grande successo (a lui e all'Italia).
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda Robyn il 13/03/2017, 12:33

All'interno del csx e nei media rainews24 c'è un confronto del tutto autoreferenziale tipo lo spostamento a sinicstra etc.Allora che si fà se ci sono persone che non hanno un'alloggio non hanno un rmg li lasciamo per strada altrimenti welfare significa lo spotamento a sinicstra? altra balla lo statalismo.Il rimodellamento del welfare non esclude affatto le riforme liberali come il merito la concorrenza etc il csx è un'alleanza lib-lab.Fare un piano di edilizia sociale che si metta in concorrenza con l'edilizia privata residenziale non aiuta solo i più poveri ma elimina alcune distorsioni come ad ex l'equo-canone,la cedolare secca,la proroga degli sfratti e si permette di restituire al legittimo proprietario l'appartamento e se c'è la proroga degli sfratti nessuna cedolare secca riuscirà a costringe chi ha appartamenti ad affittarli.La buona scuola anche è una riforma positiva per il merito e perche ha eliminato i supplenti che erano considerati degli insegnanti di serie b per nulla considerati,naturalmente non si può stare tutta vita a fare tre anni di qua e di là se si entra per concorso poi per scorrimento veloce si entra in pianta stabile nell'organico della scuola.Infine la destra non è affatto garantista se vuole eliminare le pene alternative per aumentare il numero delle carceri.La delinquenza si contrasta contrastando l'esclusione sociale non aumentando il numero delle carceri e la delinquenza particolarmente efferata proveniente da est è una cosa diversa,ma non c'entra nulla con gli immigrati
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda mariok il 17/03/2017, 13:13

Questa è la mozione congressuale di Renzi

http://www.matteorenzi.it/mozione/

Questi documenti sono troppo lunghi.

Comunque da una scorsa alcune cose più concrete pare che ci siano.

Per esempio, sull'Europa, che mi sembra la parte fatta meglio:

Un modello che (1) distingua nettamente una zona di integrazione politica da un’area di semplice cooperazione economica; che (2) rafforzi la legittimazione democratica del Presidente della Commissione, fino a giungere alla sua elezione diretta da parte di tutti i cittadini europei; e che (3) riduca l’area delle decisioni intergovernative e costruisca effettivamente, sulla base del principio di sussidiarietà, un modello con due livelli di governo distinti, uno federale con un adeguato bilancio da gestire e regole comuni per dare una dimensione davvero europea ai nostri mercati, e uno rinviato alla responsabilità degli Stati, singoli o in forma associata nel Consiglio europeo.
n attesa che si giunga all’auspicata elezione diretta del Presidente della Commissione, passaggio che non può che richiedere del tempo affinché si raggiungano i necessari accordi politici e si modifichino i Trattati alla base dell’Unione Europea, il PD deve farsi promotore di un’iniziativa politica che rafforzi da subito la legittimazione democratica del Presidente: proponiamo che, nelle prossime elezioni europee, la scelta del candidato del PSE alla Presidenza avvenga attraverso primarie aperte tra i cittadini dell’Unione, sulla base di una rosa di candidati selezionati a livello di Partito.


La parte dedicata alla legalità mi sembra alquanto povera, a parte la proposta di rafforzare le misure di tutela dei testimoni di giustizia.

Sensata e condivisibile la parte riguardante le alleanze:

Le alleanze durevoli in una qualsiasi democrazia parlamentare si fondano su una convergenza programmatica seria e su incentivi istituzionali chiari. La prima è spesso mancata nel nostro passato recente: hanno dominato gli incentivi ad accordi pre-elettorali che poi però non hanno retto alla prova del governo. Al momento, le regole con cui voteremo non sono ancora chiare, però ci preme sin d’ora affermare due punti. Primo: il PD non deve rassegnarsi al piano inclinato che, dopo l’esito del referendum del 4 dicembre 2016, spinge verso la democrazia consociativa, quella per cui si decide tutto dopo il voto in una stanza dove si riuniscono i segretari di partiti grandi e piccoli. Per questo motivo, il PD deve fare tutto il possibile per introdurre correttivi maggioritari alla legge elettorale, ispirandosi ai principi dell’Italicum e del Mattarellum. Secondo: per noi prima delle regole viene la coerenza programmatica con la linea che emergerà dalle primarie del PD. Chi parla di coalizioni elettorali prima di parlare di alleanze sociali, proposte e identità, inverte – sbagliando – l’ordine dei fattori.

Rispetto al partito mi sembra auspicabile che si dia corso all'impegno di investire nella creazione dell’Albo degli elettori come base aggiornata dei cittadini ai quali fare costante riferimento per l’iniziativa politica (finalmente!)

Complessivamente mi pare che vi siano punti più concreti e qualificanti rispetto alle altre due.
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda pianogrande il 17/03/2017, 15:41

Mancherà sempre qualcosa ma i miei parametri di base non li vedo o non hanno la augurabile evidenza.

Mafie

Corruzione

Evasione fiscale

Senza una attenzione particolarissima a questi aspetti, tutto il resto è fumo perché, se non si combattono queste tragedie del paese, tutto il resto non funzionerà mai.
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda mariok il 17/03/2017, 20:42

In realtà nessuno propone un sistema di misure organico e convincente per combattere i gravi fenomeni di mafia, corruzione, evasione.

Anche il M5S, che di questi temi ha fatto il suo cavallo di battaglia, oltre ad una buona dose di retorica e di denuncia non avanza grandi proposte particolarmente efficaci ed interessanti.

Oltre ad affermare che bisogna mettere nei posti chiave persone oneste (e ci mancherebbe che qualcuno sostenesse il contrario) una delle poche proposte concrete è l'interdizione dei condannati per reati di corruzione dalla partecipazione a gare pubbliche. Qualcosa di simile all'anti-mafia che non mi sembra funzioni molto.

Inoltre uno dei temi ricorrenti è la contrarietà verso le grandi opere, viste più come occasioni per il malaffare che strumenti per lo sviluppo e la modernizzazione del paese.

Insomma, mi sembra che in giro ci sia più l'uso propagandistico di questi temi che programmi organici e convincenti.

Ovviamente, non vale il principio: mal comune mezzo gaudio. Si tratta piuttosto di una constatazione sconsolata. :mrgreen:
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda pianogrande il 17/03/2017, 23:27

E' già qualcosa che, da qualche parte, i cittadini ne discutano.

Anche la qualità della discussione è importante e bisogna evitare di cadere nelle demenziali dichiarazioni del PD su FB in cui si strombazza "Stiamo vincendo contro la corruzione" (riparteilfuturo.it).

Anche la beffa ci dobbiamo sorbire?.

Ma il voto delle persone serie vi fa proprio schifo?
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda ranvit il 18/03/2017, 8:46

E' che in Italia la maggioranza della gente è composta di corrotti ed evasori....criminali? No. il tragico è che si ritiene "normale" evadere, corrompere,etc etc è nella ns cultura storica "arrangiarsi" con le buone o le cattive... 8-)
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Re: Si ricomincia a parlare di politica?

Messaggioda Robyn il 18/03/2017, 10:35

non ci sono solo gli evasori o chi corrompe ma anche chi confonde le acque.Il dl sicurezza non prevede il daspo perche il daspo era l'obbligo di firma presso la polizia che c'era negli anni settanta per contrastare il terrorismo e che non c'è più.Inibire ai witrers oppure a chi spaccia droga determinate parti della città è giusto,anzi i witrers dovrebbero cancellare anche le scritte a loro spese e l'inibizione non riguarda i clochard a cui è necessario dare un'alloggio.Altrettanto giusto e mettere i rivelatori infrarossi all'ingresso delle stazioni perche il biglietto non basta ed è giusta la flagranza differita per i violenti nelle manifestazioni.Per i parcheggiatori e gli ambulanti abusivi per questi sarebbe necessario il rmg.Anche bertinotti diceva che il lavoro intermittente era tornare ai tempi di sicilia in cui si chiamavano nominalmente i lavoratori ,nisto santapoala puoi venire,antonio centofanti stai casa,oppure per le missioni di pace all'estero secondo cui passava il camion sottocasa che ti portava a combattere.La contraddizione in termini poi era stata che il prc era contrario all'abolizione di leva e all'introduzione dell'esercito di professionisti.Naturalmente con l'esercito di professionisti l'articolo costituzionale secondo il quale le forze dell'ordine si informano allo spirito democratico del paese acquista maggiore valenza
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