da mariok il 07/03/2017, 11:27
A me sembra che litigare tra chi sostiene che la corruzione è uno dei maggiori problemi del paese e chi sostiene invece che essa c'è, ma in misura quasi fisiologica e che non costituisce una priorità, non abbia molto senso.
E' giusta l'osservazione che le indagini sulla "corruzione percepita" (e sottolineo "percepita") non dicono molto e sono spesso utilizzate da chi vuole seminare, a proprio uso e consumo, pessimismo e ribellismo di tipo qualunquista.
Ma il fatto che un km di autostrada costa da noi mediamente quattro volte rispetto all'Austria, la Francia ed altri paesi europei, è un dato non trascurabile che la dice lunga.
Vero è che spesso la magistratura dà l'impressione (forse anche più di un'impressione) di utilizzare alcune inchieste con un tempismo ed una regia a dir poco sospetti; ciò non toglie che, al netto di possibili e fisiologici errori giudiziari, il fenomeno della corruzione non possa certo essere considerato (come spesso lascia intendere il Foglio, che si porta dietro il "peccato originale" delle campagne innocentiste su Craxi e Berlusconi) una invenzione dei magistrati.
Una certa sensibilità sull'argomento mi sembra giustificata, se consideriamo che in questo paese c'è ancora chi definisce la latitanza di Craxi un "esilio".
Tuttavia credo che la domanda seria da porsi sia quella relativa al "cosa fare" concretamente, tenendo conto che siamo in uno stato di diritto e che occorre stare attenti a possibili derive autoritarie in nome di un pur legittimo (anche se talvolta alquanto ipocrita e strumentale) "sdegno" di fronte a certi episodi.
Senza considerare che un eccesso di controlli, traducendosi spesso in un eccesso di burocrazia, oltre a comportare inefficienza, offre un campo più fertile proprio per il proliferare di fenomeni corruttivi.
Il governo Renzi qualcosa l'ha fatta. A parte qualche discutibile intervento legislativo, mi sembra doveroso riconoscere che è stato il primo ad attuare finalmente l'autority sulla corruzione, mettendovi a capo quello che ad oggi risulta un galantuomo e dotandolo di sufficienti mezzi e poteri.
Il processo di accentramento delle gare di appalto (riducendo le ben 32.000 stazioni appaltanti attuali) mi sembra che vada nella giusta direzione. Anche se le indagini in corso riguardanti la Consip, ci dicono che qualche meccanismo, soprattutto nel campo dei controlli, va rivisto, non credo sia il caso, come forse qualcuno spera, di tornare indietro.
Anche il recente codice degli appalti pare essere un ulteriore buon tassello.
La domanda da porsi seriamente credo sia: cos'altro può essere fatto, oltre una necessaria e decisa operazione "culturale", che non può tuttavia sortire effetti nel breve?
Inasprimento di pene? L'esperienza pare indicare che non servano a molto. Più poteri ai magistrati? Sinceramente ci andrei piano, considerato l'uso talvolta sconsiderato della carcerazione preventiva.
Quello su cui credo occorra nutrire la massima diffidenza, è l'assunto, cavalcato soprattutto dai grillini, che la soluzione stia nel sostituire presunti governanti disonesti, con presunti politici onesti dell'ultima ora.
L'esperienza, non solo quella romana più recente, ci dice che è un imbroglio. Non dimentichiamo che la Lega è nata come movimento anti-sistema, contro la "Roma ladrona", ed abbiamo visto come è andata a finire.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville