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De Magistris attacca Saviano usando a piene mani il concetto mafioso camorristico del "professionista dell'antimafia".

http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... ref=HREA-1

http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HRER2-2

Ecco due articoli che tutti dovrebbero leggere per capire la differenza tra fare opposizione e raggiungere una posizione di potere.

Quale è il fattore comune tra le due situazioni?
La ricerca del consenso a tutti i costi.

Adesso, De magistris il consenso lo cerca in modo diverso da prima e senza farsi tanti scrupoli.

Eccolo un volto dei tanti "rivoluzionari" che tali sono solo finché al potere ci sono altri ma che poi il potere se lo gestiscono nel modo più vile.

Eccolo il "populismo" nella sua forma più odiosa e cioè quella che corre in difesa delle piaghe sociali più vergognose attaccando chi cerca di renderle note.

A dir la verità, Saviano mi ha stufato....e se non è vero del tutto quello che dice De Magistris (che pure non amo affatto), una mezza verità c'è
Insomma non è che di Napoli si possa sempre e solo parlare per i fatti di cronaca....ma è vero anche il viceversa

Che un rivoluzionario giunto al potere veda le cose diversamente è normale...
Che uno scrittore anti-mafie giunto alla notorietà ci viva di rendita è normale...

Come deve essere uno scrittore che scrive di mafia?

Se denunciare i fatti mafiosi significa vivere di rendita, allora, i fatti mafiosi non si possono denunciare per non essere accusati di lucrarci sopra.

Sempre meglio quelle accuse che una dose di lupara ma sono comunque e sempre un modo per combattere le denunce.

Finchè ricostruisce trame nascoste o seminascoste (come ha sempre fatto nei primi anni), va bene.
Ma quando parliamo di "normali" fatti di cronaca riportati da tutti i giornali....che bisogno c'è di "metterci il carico", se non la necessità di fare soldi con interviste e comparsate televisive?

Probabilmente l'originalità iniziale di Saviano, come è spesso inevitabile, si è appannata.

A me per esempio l'ultimo libro La paranza dei bambini non è piaciuto.

Ma il punto non mi pare sia questo. Chi è De Magistris per dare giudizi, non tanto letterari quanto morali, su Saviano? E perché lo fa?

In realtà il risentimento e gli attacchi non riguardano la sua attività di scrittore, ma le sue critiche all'amministrazione di Napoli da tempo definita fallimentare e pari al "nulla".

Forse le critiche saranno eccessive, ma il racconto che fa De Magistris di una città che grazie a lui sarebbe ormai sulla strada del riscatto, mi sembra altrettanto eccessiva.

Cosa è cambiato con la sua amministrazione sul piano della illegalità dilagante, della assenza totale dello stato in vaste aree della città, delle ambiguità se non addirittura delle connivenze con la gestione camorristica delle occupazioni delle abitazioni di proprietà del comune e con certe organizzazioni pseudo-politiche eversive e talvolta violente?

Probabilmente al suo posto nessuno avrebbe fatto di più e meglio. Ma ricambiare certe critiche non infondate con la solita delegittimazione di chi le esprime è in linea con le peggiori tradizioni della destra becera e populista.

Concordo sul fatto che De Magistris non ha inciso per cambiare Napoli....ma chi potrebbe?

Napoli ed i comuni vicini, tutti attaccati l'uno all'altro senza soluzione di continuità (famoso l'episodio di una signora che intervistata faceva notare al cronista che un balcone di casa era in un Comune e l'altro balcone in un altro!!!) fanno circa 4 milioni di abitanti! La stragrande maggioranza dei giovani sono senza lavoro.....come potrebbero mai sfuggire alle grinfie della camorra .....ha proprio ragione DE Luca, bisogna assumere 200.000 giovani per iniziare a cambiare!

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