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Sala non deve dimettersi

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Sala non deve dimettersi

Messaggioda ranvit il 17/12/2016, 13:20

Perché riaprire il caso Expo non ferma solo Milano, ma un paese intero
L’avviso di garanzia a Sala è la coda di una guerra giudiziaria e con la politica. Ma c’entra il paese
Maurizio Crippa
di Maurizio Crippa
crippa@ilfoglio.it
17 Dicembre 2016 alle 06:01beppe sala
Beppe Sala

Milano. La decisione di Beppe Sala di autosospendersi dopo l’avviso di garanzia per falso materiale e falso ideologico “fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio” – seppure, secondo il Corriere, sia parsa “irricevibile” anche al prefetto Alessandro Marangoni e sia stata sconsigliata da gran parte della politica, compreso il capo dell’opposizione Stefano Parisi – è ferma. Può apparire la scelta impolitica di un manager non politico, ma è la risposta alla scelta quantomeno inconsueta del procuratore generale di riaprire un’inchiesta per la quale la procura della repubblica aveva chiesto l’archiviazione.


L’Expo è soltanto un altro capitolo dell’assalto giudiziario all’economia
Quei tic di Tangentopoli che vivono ancora e l'agenda dei pm


La scelta della pg di Milano Roberto Alfonso ha aperto la strada al sostituto Felice Isnardi per iscrivere Sala tra gli indagati (prima non lo era) e ottenere sei mesi di proroga per l’inchiesta sulla “piastra” di Expo: un capitolo del 2013 già di fatto chiuso, senza implicazioni di Mr. Expo, dalla procura guidata al tempo da Edmondo Bruti Liberati. Il quale aveva avocato a sé tutti i fascicoli della cosiddetta “area omogenea Expo”, sottraendola al suo vice Alfonso Robledo, poi trasferito. La guerra interna alla magistratura di rito ambrosiano che ne seguì è nota. Che ieri Robledo abbia dichiarato: “Finalmente la magistratura si è ripresa la sua veste istituzionale, liberandosi dalle influenze della politica e delle correnti”, spiega più di tanti possibili ragionamenti che la riapertura del “caso piastra” con avviso di garanzia a Sala è una coda avvelenata di una guerra interna al potere giudiziario, e tra politica e magistratura, che gli ottimisti ritenevano chiusa: almeno a Milano, dopo i famosi ringraziamenti post Expo di Matteo Renzi al procuratore capo Bruti Liberati per la sua “sensibilità istituzionale”. Alfonso, giunto nel 2015 ed ex procuratore di Bologna, appartiene alla corrente conservatrice di Magistratura indipendente, la stessa cui era vicino Robledo. Ci si può limitare alla considerazione se sia possibile che i due abbiano una stessa sensibilità professionale su cosa significhi liberarsi dalle “influenze della politica”.

La procura generale ha ovviamente il dovere-diritto di intervenire contro richieste di archiviazione della procura della repubblica che ritiene non formalmente corrette, e chiedere approfondimenti di indagini. Ma accade di rado che lo faccia, e non solo per aumentare le conflittualità. Averlo fatto in questo caso, però, significa riaprire un contenzioso anche con la politica. Sala non è un politico, tanto meno della scorza di un Vincenzo de Luca. Non ritiene di dover fare il sindaco a tutti i costi, né di doversi sottomettere come persona ai tritacarne giudiziari. Vuole chiarezza, è il tipo d’uomo che potrebbe lasciare. Le considerazioni politiche non gli appartengono, o solo in seconda battuta, però esistono. Il dato da rilevare è che non soltanto il Pd, ma anche le altre componenti della maggioranza di sinistra, che pure hanno nel Dna una propensione alla sottomissione verso i tribunali, si siano mostrate compatte a sostenere che il lavoro dell’amministrazione debba proseguire.

Anche l’atteggiamento dell’opposizione – Parisi ha parlato di “reazione isterica”, ma lo ha invitato a tornare al lavoro, Matteo Salvini ha sfoderato fair play istituzionale – segnala un punto che fa del caso Milano qualcosa di diverso dal caso Roma. Nella disastrata situazione di Roma il nodo del contendere è politico e ha come posta in gioco il ruolo e il futuro nazionale del Movimento cinque stelle. Se cadesse la giunta Raggi, si passerebbe dal caos amministrativo al vuoto amministrativo: non è bello, ma il vero dramma sarebbe la prospettiva nazionale. A Milano accade qualcosa di diverso. La giunta di Sala lunedì scorso ha presentato un piano per le periferie che vale oltre 350 milioni, altre centinaia sono stanziati per l’area ex Expo e sta partendo il piano per gli scali ferroviari. Nei quattro anni a venire Milano vedrà investimenti (e potrebbe attirare capitali privati e dall’estero) per cifre miliardarie. Può essere il volano dell’economia nazionale. Il proseguimento del lavoro dell’amministrazione riguarda i milanesi, ma se si fermasse non crollerebbe un sistema politico: si fermerebbe il sistema paese. Le decisioni future di Beppe Sala riguardano anche questo. Dovrebbe riguardare anche le mosse della procura generale, quantomeno in termini di velocità di esecuzione.

http://www.ilfoglio.it/politica/2016/12 ... nRead=true
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Re: Sala non deve dimettersi

Messaggioda pianogrande il 18/12/2016, 15:23

Stiamo scoprendo che Sala è un Bersaniano.

Infatti si è non dimesso e adesso è un non sindaco sostituito dal vice a cui ha passato le deleghe.

Essendosi auto sospeso, immagino che possa auto reinstallarsi nella carica e nelle deleghe.

Speriamo piuttosto che risulti non colpevole.
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Re: Sala non deve dimettersi

Messaggioda mariok il 18/12/2016, 15:55

«Non mi bastano i titoli dei giornali. Voglio capire di cosa sono accusato. Ho la coscienza a posto. Sono pronto a farmi sentire in Procura. Solo allora deciderò se tornare sui miei passi»

Questo è quanto ha dichiarato in proposito Sala.

Se questa è la situazione, non vedo cosa avrebbe potuto fare in alternativa.

L'articolo 21 del nuovo statuto metropolitano sancisce che "il vicesindaco svolge funzioni di supplenza del sindaco in caso di sua assenza o impedimento temporaneo".

Dare le dimissioni a fronte di accuse, a quanto pare, non ben definite, almeno a giudizio dell'interessato, sarebbe stato forse troppo precipitoso.

Far finta di nulla sarebbe stato d'altra parte inopportuno, anche perché ci sarebbe stato il rischio di provvedimenti di custodia cautelare per il pericolo di inquinamento delle prove.

La soluzione dell'auto-sospensione, ovviamente se per un breve periodo, mi sembra quindi la più equilibrata.
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E non si è dimesso

Messaggioda pianogrande il 20/12/2016, 16:04

Qualcosa deve essere successo per una marcia indietro così repentina.

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HRER1-1

A mio modestissimo giudizio, questo rientro non motivato da fatti pesanti va solo ad aggravare una perdita di immagine di trasparenza per una uscita altrettanto non pesantemente motivata.

I grandi applausi che riceve Sala su FaceBook non credo rappresentino il sentimento popolare che a me (sempre nel mio piccolissimo) risulta come una fatica a capire queste manovre.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Sala non deve dimettersi

Messaggioda ranvit il 20/12/2016, 16:23

E qui sono d'accordo con te.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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