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Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 20:47
da flaviomob
Referendum, Economist: "L'Italia dovrebbe votare No"

Il settimanale britannico scrive che il nostro paese ha effettivamente bisogno di ampie riforme, “ma non quelle proposte” da Renzi. Le modifiche potrebbero "creare un uomo forte. E questo è il paese che ha prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è vulnerabile in modo preoccupante al populismo”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA - L’Italia dovrebbe votare no nel referendum del 4 dicembre. Lo afferma l’Economist, in un editoriale nel numero che arriva oggi in edicola. Il settimanale britannico scrive che il nostro paese ha effettivamente bisogno di ampie riforme, “ma non quelle proposte” da Renzi nel referendum. L’autorevole giornale, che negli ultimi mesi si è schierato contro la Brexit e contro la candidatura di Donald Trump alla Casa Bianca, scrive che l’attuale presidente del Consiglio ha rappresentato una grande speranza di cambiamento e che il referendum, nelle sue intenzioni, serve a realizzare i cambiamenti di cui l’Italia ha bisogno per far crescere l’economia nazionale e non essere più “la principale minaccia alla sopravvivenza dell’euro”. Ciononostante, come sostiene fin dal titolo dell’articolo, l’Economist non ha dubbi: “L’Italia deve votare no” nel referendum.

Le modifiche costituzionali proposte da Renzi, osserva il settimanale, non affrontano il vero problema, che è il rifiuto italiano di fare le necessarie riforme. “E ogni secondario beneficio” ricavato dalle modifiche in questione verrebbe contraddetto dalle conseguenze negative, “sopra tutto il rischio che, cercando di mettere fine all’instabilità che ha dato all’Italia 65 governi dal 1945, si crei un uomo forte. Questo è il paese che ha prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è vulnerabile in modo preoccupante al populismo”.

E’ vero che il sistema bicamerale italiano produce uno stallo e riformarlo sembrerebbe logico, prosegue l’editoriale dell’Economist, “ma i dettagli della riforma insultano i principi democratici”. Il Senato “non sarebbe eletto”, bensì composto di membri di assemblee regionali e sindaci: e il giornale nota che i poteri locali in Italia sono spesso i più corrotti. In secondo luogo la riforma concede al partito di maggioranza alla Camera “un immenso potere, dando al maggiore partito il 54 per cento dei seggi e la garanzia di governare cinque anni”.

Il rischio che il settimanale britannico intravede è che a beneficiare di queste condizioni sarebbe in futuro Beppe Grillo: “Lo spettro di Grillo come primo ministro, eletto da una minoranza e tenuto al potere dalle riforme di Renzi, è una possibilità che molti italiani e gran parte dell’Europa giudicano preoccupante”.

E come valutare il “rischio di un disastro” se il referendum sarà bocciato? L’Economist conclude così l’editoriale: “Le dimissioni di Renzi potrebbero non essere la catastrofe temuta da molti in Europa. L’Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnico ad interim, come ha fatto molte volte in passato. Se invece un referendum perduto scatenasse il collasso dell’euro, allora sarebbe un segnale che la moneta europea era così fragile che la sua distruzione era solo questione di tempo”.

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 21:31
da trilogy
L'economist è quel settimanale di proprietà della famiglia Agnelli? :mrgreen: loro hanno spostato tutto in Olanda che gli frega...

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 22:14
da flaviomob
Quindi Marchionne vota contro gli Agnelli? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 22:42
da Robyn
L'economist è come se dicesse all'Italia tu vò fà l'americano ma si nato in Italy tieniti il bicameralismo perfetto.Io voterò SI per allineare l'Italia alle grandi democrazie europee,naturalmente le imperfezioni possono essere cambiate in seguito.La parte di destra che è per il NO propone una riforma peggiore che indebolisce il parlamento.Presidenzialismo,vincolo di mandato 350 deputati magari con maggioranza risicata di uno o due parlamentari.Per me il problema dei costi è ininfluente sulla scelta perche la democrazia ha i suoi costi e quando questo principio viene meno si mette a repentaglio la democrazia.L'altra parte del NO propone l'eliminazione del senato.Quale camera di riflessione ci sarebbe e che può contrastare la dittatura della maggioranza?Quali equilibri?quale camera per le regioni?

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 23:04
da flaviomob
Infatti in America c'è proprio il bicameralismo.

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 24/11/2016, 23:14
da Robyn
Infatti il Presidente con due maggioranze diverse alla camera dei rappresentanti e al senato non è riuscito a combinare un tubo cioè ben poco.Ad ex come eliminare l'uso arbitrario delle armi e reintrodurre la steinless glass act cioè la separazione fa banche commerciali e di investimento che fà l'interesse dell'operaio.Se sbadatamente ,cosa che non accade,dovessimo adottare il presidenzialismo allora meglio il modello americano anzichè francese.Il presidente raccoglie anche le funzioni di governo e mentre la camera dei rapprsentanti è eletta per quattro anni il senato si rinnova ogni due anni per un terzo dei suoi membri.Nel modello americano il congresso può porre il veto a qualsiasi iniziativa del presidente soprattutto se nel rinnovo di un terzo del senato si verifica una maggioranza contraria.Il presidente non legifera,legifera il congresso.Il presidente può solo proporre ma è il congresso che può approvare o respingere

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 25/11/2016, 0:12
da flaviomob
The Economist:

"In itself, that sounds sensible. However, the details of Mr Renzi’s design offend against democratic principles. To begin with, the Senate would not be elected. Instead, most of its members would be picked from regional lawmakers and mayors by regional assemblies. Regions and municipalities are the most corrupt layers of government, and senators would enjoy immunity from prosecution. That could make the Senate a magnet for Italy’s seediest politicians.
At the same time, Mr Renzi has passed an electoral law for the Chamber that gives immense power to whichever party wins a plurality in the lower house. Using various electoral gimmicks, it guarantees that the largest party will command 54% of the seats. The next prime minister would therefore have an almost guaranteed mandate for five years.
That might make sense, except for the fact that the struggle to pass laws is not Italy’s biggest problem. Important measures, such as the electoral reform, for example, can be voted through today. Indeed, Italy’s legislature passes laws as much as those of other European countries do. If executive power were the answer, France would be thriving: it has a powerful presidential system, yet it, like Italy, is perennially resistant to reform."

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 25/11/2016, 11:04
da gabriele
Robyn ha scritto:Infatti il Presidente con due maggioranze diverse alla camera dei rappresentanti e al senato non è riuscito a combinare un tubo cioè ben poco.


La legge sanitaria di Obama non mi sembra "ben poco"...

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 25/11/2016, 14:03
da flaviomob
Le maggioranze difformi sarebbero presenti anche nel nuovo senato italiano.

Re: Economist: l'Italia deve votare NO

MessaggioInviato: 25/11/2016, 18:47
da Robyn
Deve essere così le maggioranze devono essere difformi per evitare concentrazioni di potere e nel bicameralismo differenziato non bloccherebbe l'iniziativa delle leggi perche è la camera dei deputati che legifera.In genere il bicameralismo perfetto e il proporzionale è per chi cerca un potere di interdizione per bloccare la democrazia e i cambiamenti