De Luca, oggi: "Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla."
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Pubblicato il 18/11/2016
Ultima modifica il 18/11/2016 alle ore 08:31
MATTIA FELTRI
ROMA
Il 6 marzo del 1898 il deputato della sinistra storica, Felice Cavallotti, morì trafitto in duello dalla sciabola del conte Ferruccio Macola, direttore di destra della Gazzetta di Venezia. La disputa da dirimere era nata dall’accusa di «mentitore» rivolta da Cavallotti a Macola, e meno male che il duello non usa più, sennò i nostri sarebbero tempi di quotidiano spargimento di sangue. Soltanto mercoledì, Matteo Renzi si è preso del «bugiardo» da Maurizio Gasparri e del «bugiardo patologico» da Matteo Salvini, mentre Alessia Morani del Pd lo ha dato a Beppe Grillo, un bugiardo che con le sue bugie «porta click e pubblicità nelle sue tasche di miliardario».
E così, non sappiamo se rispondendo a Marani, o più in generale, Grillo ha detto che quelli del Pd «sono ridicoli» in preda a «deliri» e dediti a «cyber-onanismo». Allora Emanuele Fiano, sempre del Pd, ha osservato che i cinque stelle dovrebbero occuparsi delle loro firme false in Sicilia, dove si muovono per «omertà» dentro «zone oscure e coni d’ombra». E dunque Luigi Di Maio ha sostenuto che il punto è un altro: Renzi ha paura a guardare in faccia «le vittime delle sue leggi». Tutto era cominciato per un tweet di un account “Beatrice Di Maio” (e successiva inchiesta di Jacopo Iacoboni sulla Stampa) in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, era qualificato «mafioso». Ecco, qui non basterebbero i conventi dei cappuccini dietro cui incrociare le spade.
Per tornare a Gasparri, Renzi è bugiardo perché i suoi conti pubblici «sono falsi», e infatti la manovra ha aggiunto Giorgia Meloni, leader di F.lli d’Italia, è piena di «marchette», di «sotterfugi e di inganni» tutti escogitati da questo «politicante della Prima repubblica» che è il premier. Sulla finanziaria avevano parecchie cose da aggiungere quella della Lega, l’incaricato era Guido Guidesi (capogruppo salviniano in commissione Bilancio): innanzitutto che è usata dal governo «come un bancomat», e stiamo parlando di «un governo vergognoso», che «sta facendo di tutto per mettersi in tasca qualche soldo in più», un «governo irresponsabile che vive di marchette quotidiane».
Un concetto poi meglio precisato da Erasmo Palazzotto di Sinistra italiana: il presidente del Consiglio ha «rubato i soldi alla Sicilia». Ma fosse soltanto questione di denaro. Qui ci sono le riforme, anzi le «schiforme» (Francesco Storace), la «schiforma istituzionale» e la «schiforma elettorale» (Brunetta). E sono riforme «dettate da Berlino, Francoforte e dalla signora Merkel per abbindolare gli italiani», e intanto Renzi «prende in giro gli italiani» (Salvini). Un «tentativo aggressivo e doloroso», ha chiosato il forzista Paolo Francesco Sisto. Del resto Renzi davanti all’Europa «abbaia» ma a Bruxelles «sono pronti a fargliela pagare» (ancora Brunetta).
Non è finita. Fin qui, secondo lo scambio di apprezzamenti, ci sono casi di associazione mafiosa, falso in atto pubblico, alto tradimento, furto aggravato, truffa, corruzione, più qualche altro reato minore, ma non sappiamo a quale fattispecie appartenga quello denunciato da Roberto Calderoli, secondo cui la legge sulle unioni civili è stata votata «per comprarsi il voto Lgtb». Ecco, tutto questo è successo soltanto nella giornata di mercoledì, chiusa con i sinceri auguri rivolti dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a Rosy Bindi.
A proposito. Dodici anni dopo il duello in cui era morto Cavallotti, Macola si è suicidato con un colpo di pistola. Si dice che si fosse mai liberato dal rimorso.
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