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La povertà dilaga

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La povertà dilaga

Messaggioda flaviomob il 16/11/2016, 22:34

XV RAPPORTO CARITAS
A Milano sempre più poveri e senzatetto


Mercoledì 16 novembre 2016 ore 19:07

A Milano aumenta la povertà. A dirlo è il XV Rapporto dell’Osservatorio diocesano presentato nella sede di Caritas Ambrosiana. Secondo i dati raccolti durante l’anno nei centri di assistenza, rispetto al 2015 sono aumentati i senzatetto, tra questi anche molti più italiani che oggi coprono il 40 per cento degli utenti. Il dato trova conferma a livello nazionale e infatti, i numeri dell’Istat dicono che proprionel 2015 è stato registrato il picco più alto degli ultimi dieci anni di povertà assoluta con 4,5 milioni di individui(1 milione e 582mila famiglie).

A Milano, a rivolgersi meno ai centri di ascolto sono soprattutto le donne immigrate, anche perché il numero degli stranieri, in genere, è calato.“La crisi è stata un terremoto sociale: ha aperto una faglia dentro la quale sono finiti quelli che avevamo definito equilibristi, persone che stavano sospese sulla soglia delle povertà. Oggi sono proprio loro, in genere italiani ultracinquantenni che stanno facendo più fatica a risalire dal baratro in cui sono caduti”, ha detto il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. In generale la popolazione che chiede aiuto è invecchiata. Benché la metà degli assistiti dai centri Caritas sia in piena età lavorativa (25-44 anni), la loro presenza all’interno del campione negli otto anni considerati è scesa di 4 punti percentuali, a favore delle classi di età immediatamente successive (45-54 anni e 55-64 anni). In particolare i 45-54enni sono passati dal 19,5 al 23,2 per cento, i 55-64enni dall’8,4 al 12 per cento.

Gli anni della crisi hanno modificato profondamente anche i rapporti tra i gruppi nazionali all’interno della popolazione straniera assistita dai centri di ascolto. Emblematico il caso degli ecuadoriani che nel periodo pre-crisi (2005) rappresentavano il primo gruppo nazionale tra gli utenti dei servizi Caritas nonostante fossero la quinta nazionalità più rappresentata in Diocesi, mentre nel 2015 sono scesi al sesto posto tra gli assistiti, all’ottavo posto tra i residenti. Un calo dovuto oltre che a un’effettiva integrazione avvenuta in questi anni, anche allo sviluppo del Paese di origine che ha spinto un numero crescente di loro ad approfittare dei programmi di rimpatrio volontario.

“Tra i nuovi poveri ci sono poi i giovani che hanno lavori tanto precari ed intermittenti che non riescono a sostenere i costi degli affitti, tantomeno accendere un mutuo, specie nelle aree urbane. Per loro andrebbe fatta innanzitutto una politica della casa all’altezza della situazione”. Il rapporto, infatti, può documentare statisticamente è chetra il 2014 e il 2015, il numero di persone che ha espresso richieste correlate all’abitazione è ulteriormente aumentato dell’11,6 per cento,confermando una crescita costante durante tutto il periodo della crisi.

I dati del rapporto Caritas hanno allarmato il Comune e infatti l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha annunciato un piano straordinario contro le povertà che utilizzerà 8,4 milioni di risorse messe a disposizione dal Programma operativo nazionale (Pon) per azioni di inclusione sociale che si uniranno alle misure fino ad oggi utilizzate. “In questo modo – ha detto Majorino – potremo intervenire ancora più efficacemente nel contrasto alla grave emarginazione degli adulti e sulla condizione dei senza dimora. Nei passati cinque anni Milano ha investito 154 milioni di euro in interventi di sostegno al reddito ed è la città, secondo quanto affermato dall’Istituto di Ricerca Sociale, che in Italia ha investito di più su questa area di bisogno”.

http://www.radiopopolare.it/2016/11/a-m ... enzatetto/


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Re: La povertà dilaga

Messaggioda flaviomob il 17/11/2016, 0:35

IL RAPPORTO CARITAS
Il 7,6% degli italiani è povero

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di Anna Bredice
Venerdì 07 ottobre 2016 ore 10:00
Se per poveri si intendono coloro che non hanno le risorse per vivere in maniera minimamente accettabile, questa fascia di popolazione – dall’inizio della crisi economica – è aumentata in Italia in modo esponenziale. Da un milione e 800mila persone nel 2007 si è passati a 4 milioni e 600mila nel 2015, il 7,6 per cento dell’intera popolazione.

Sono i dati del rapporto della Caritas sulla povertà in Italia che disegna un quadro di difficoltà economiche e di disagio sociale che attraversa tutti i settori della società. Questo è il dato più allarmante dell’intero rapporto. La povertà non colpisce solo il Sud, solo le famiglie di anziani o con molti figli, o con disoccupati, ma anche settori meno vulnerabili: famiglie del Centro Nord, con uno o due figli soltanto; famiglie giovani e con persone che hanno un lavoro ma evidentemente con un reddito così basso da non riuscire a vivere in maniera accettabile.

La Caritas chiede che ci sia un intervento strutturale del governo: “L’Italia – scrive nel rapporto – è l’unico Paese con la Grecia che non ha misure nazionali universalistiche contro la povertà assoluta“, ossia l’indigenza vera e propria, per arrivare a uno standard – lo definisce l’Istat – minimamente accettabile, legato all’alimentazione, alla cura della persona, intesa come spese per curarsi dalle malattie, e per l’affitto di una casa. Condizioni minime per una famiglia, che quindi in questi anni sono scese di livello.

La Caritas riconosce che alcune misure nelle ultime leggi di stabilità sono state prese, con il reddito di inclusione che comprende anche la disoccupazione prevista dalla Legge Fornero. Un piano che arriverebbe a due miliardi di euro ma che coprirebbe, secondo la Caritas, solo il 35 per cento della popolazione coinvolta in questa fascia di povertà.

Al Senato deve essere approvato in via definitiva nelle prossime settimane il disegno di legge povertà, misure che il governo definisce come “reddito di inclusione”, ma che per l’opposizione dei Cinque stelle non equivale al reddito di cittadinanza che hanno sempre richiesto.

Sono stati stanziati 600 milioni per il 2016 e un miliardo per il 2017-2018.(*) L’obiettivo è di arrivare a un sostegno strutturale per un milione di persone, ma condizionato alla prova di indigenza attraverso l’Isee e alla partecipazione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

L’importo dovrebbe essere riconosciuto anche agli stranieri che risiedono in Italia da almeno un paio d’anni. La precedenza andrà alle categorie più svantaggiate: famiglie con disabili gravi o disoccupati con più di 55 anni di età. L’importo dovrebbe arrivare a 400 euro mensili per famiglia, una cifra e una platea che per la Caritas non sono ancora sufficienti.

http://www.radiopopolare.it/2016/10/rap ... -e-povero/

(*) Il bonus di 80 euro mensili, elargito a chi ha già un reddito fisso, costa allo stato tra i 9,5 e i 10 miliardi annui, secondo le diverse fonti.

Rapporto debito/pil

1980 58%
1986 84%
1990 94%
1994 121%
1996 116%
2001 104% (dopo Prodi I, D'Alema, Amato II)
2006 102%
2007 98% (Prodi II)
2012 123% (Monti)
2016 135% (Renzi)


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Re: La povertà dilaga

Messaggioda pianogrande il 17/11/2016, 2:38

1980 58%
1986 84%
1990 94%
1994 121%
1996 116%
2001 104% (dopo Prodi I, D'Alema, Amato II)
2006 102%
2007 98% (Prodi II)
2012 123% (Monti)
2016 135% (Renzi)

Il passaggio da 98 a 123, non va abbinato al nome di Monti ma, semmai, a quello di Berlusconi mentre la continuità tra Monti e Renzi, pur con la parentesi Letta, è meno discutibile.
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda pianogrande il 17/11/2016, 2:44

Non conosco le tecniche di rilevazione della Caritas ma spero siano depurate dalla vergognosa evasione fiscale che, tra l'altro, ostacola l'aiuto ai poveri veri.
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda gabriele il 17/11/2016, 9:36

pianogrande ha scritto:1980 58%
1986 84%
1990 94%
1994 121%
1996 116%
2001 104% (dopo Prodi I, D'Alema, Amato II)
2006 102%
2007 98% (Prodi II)
2012 123% (Monti)
2016 135% (Renzi)

Il passaggio da 98 a 123, non va abbinato al nome di Monti ma, semmai, a quello di Berlusconi mentre la continuità tra Monti e Renzi, pur con la parentesi Letta, è meno discutibile.


Più che altro è una questione matematica.

debito/pil * 100 = % debitoVSpil

Se si toglie al denominatore, il rapporto aumenta. A parità di pil, invece, un aumento del rapporto è dovuto solo ad un aumento del numeratore, ovvero il debito
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda flaviomob il 17/11/2016, 11:47



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Re: La povertà dilaga

Messaggioda trilogy il 17/11/2016, 13:50

Ci sono 95 miliardi da privatizzazioni
http://www.infodata.ilsole24ore.com/201 ... fresh_ce=1
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda pianogrande il 17/11/2016, 14:22

trilogy ha scritto:Ci sono 95 miliardi da privatizzazioni
http://www.infodata.ilsole24ore.com/201 ... fresh_ce=1


Quindi, senza le privatizzazioni, il debito sarebbe più alto?

Il primo problema è che ad ogni privatizzazione dovrebbe corrispondere una diminuzione delle tasse altrimenti il cittadino paga due volte a meno che lo stato non continui ad essere il cliente di riferimento e cioè quello che paga.
Nel secondo caso si dovrebbe guadagnare efficienza visto che i privati sono più efficienti del pubblico (a meno della corruzione e del fatto che i privati sono umani come i pubblici dipendenti).

Insomma, la privatizzazione, se non cambia l'atteggiamento di usare i bisogni dei cittadini per spartirsi i soldi è una pia illusione perché dovrebbe basarsi sulla premessa piuttosto stupida secondo la quale i disonesti diventano onesti quando sono sottoposti alla legge del profitto.
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda trilogy il 17/11/2016, 15:23

pianogrande ha scritto:
trilogy ha scritto:Ci sono 95 miliardi da privatizzazioni
http://www.infodata.ilsole24ore.com/201 ... fresh_ce=1


Quindi, senza le privatizzazioni, il debito sarebbe più alto?


Flavio ha postato l'andamento storico del debito pubblico. Bisogna tenere presente che in alcuni anni le privatizzazioni hanno inciso in modo significativo sul debito, perché il ricavo era destinato al riacquisto del debito pubblico.
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Re: La povertà dilaga

Messaggioda flaviomob il 17/11/2016, 15:39

Bisogna anche considerare che negli ultimi dieci anni l'Italia è crollata nelle classifiche di Transparency.org

Non credo che questo dato contempli anche l'evasione elevatissima, ma una relazione col debito potrebbe esserci.


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