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Un altro dei tanti fallimenti

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Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda mariok il 08/11/2016, 21:58

E c'è chi ancora parla di csx?

Sel, ambiziosa ma sconfitta. L’autocritica di Vendola
Il 10 dicembre il partito chiude i battenti. L'assemblea nazionale dice sì allo scioglimento, ora la parola passa agli ex iscritti. Non tutti applausi sulla nuova 'Sinistra italiana'. Il verde Calzolaio: sull'ambientalismo facciamo passi indietro

Daniela Preziosi
ROMA

EDIZIONE DEL
08.11.2016

PUBBLICATO
7.11.2016, 23:59

Sel non sarà stata un fallimento, di certo è stata sconfitta. L’analisi di Nichi Vendola è severa, irreparabile, domenica scorsa a Roma, all’assemblea nazionale di Sel, l’ultima del partito nato nel 2009 da una scissione di Rifondazione comunista e arrivato allo scioglimento e alla confluenza in Sinistra italiana. Un partito, Sel, nato per «riaprire la partita» della sinistra e del centrosinistra, per esserne il «lievito». Ma per il presidente il bilancio è amaro. «La crisi del mito riformista», dice Vendola, nel frattempo si è fatta «irrimediabile», quel riformismo che oggi si scopre essere «l’abilità tecnocratica di riduzione del danno». Sel è stata «ambiziosa» ma non è riuscita a condizionare l’alleanza Italia bene comune con il Pd, chi nel 2013 l’ha fortissimamente voluta e sostenuta – Sel, appunto, sotto la guida del suo presidente – non si è reso conto che la possibilità di successo era già irrimediabilmente corrosa «dall’acido del montismo». La storia che è venuta dopo era dunque una strada già tracciata: Napolitano rieletto al Quirinale, le larghe intese, l’ascesa di Renzi prima al Pd e poi a Palazzo Chigi. L’autocritica va a ritroso e in profondità, alla «scommessa in campo aperto usando spregiudicatamente gli strumenti dei nostri avversari, le primarie, anche se avevamo passato una vita a criticarle». In realtà nel vecchio Prc fu Fausto Bertinotti il primo a parteciparvi, era il 2005, e all’epoca le poche voci contrarie erano liquidate come museali e indietriste. Più di recente, male anche la linea seguita alle europee del 2014, dove pure il cartello Altra Europa con Tsipras prese un milione di voti e tre eletti: «Per ingenuità abbiamo creduto alle parole di Martin Schulz (all’epoca candidato del Pse, ndr) contro l’austerity», ammette Vendola; avevano dunque qualche motivo reale le dure polemiche di quei giorni. C’è infine un ritardo anche nella tempistica dello scioglimento di Sel, che ha frenato e forse segnato la nascita di Sinistra italiana (il congresso sarà a febbraio), ammette Vendola, che in coincidenza si è ritirato dalla politica per ragioni personali (note e belle, ha avuto un figlio).

Alla relazione segue un dibattito. Il confronto è serrato ma dei 240 componenti più della metà non c’è. Il punto naturalmente non è la fine di Sel, ormai cosa fatta (sin dal 24 gennaio è stato deciso lo stop al tesseramento), né la gratitudine a Vendola, spiega il deputato Francesco Ferrara, il primo a intervenire: il punto sono «gli steccati» con cui nasce, dice, la nuova creatura. Perplessità anche da Valerio Calzolaio, una delle storiche anime verdi di Sel: Sinistra italiana «sulla cultura ambientalista fa già dei passi indietro». A dispetto del «massimo impulso» deciso nei confronti del nuovo partito, quella di Si insomma sarà un’altra storia. E a giudicare dai dissensi non sarà la storia di tutti gli ex sellini. Si capirà dopo il referendum. L’assemblea si conclude con un voto a stragrande maggioranza sul dispositivo di scioglimento, ma molti dei perplessi non partecipano al voto. Per evitare contestazioni sui numeri la presidenza decide di aspettare i voti degli assenti, da inviare per email «nei prossimi 3 o 4 giorni», spiegano. Il 10 dicembre, il primo sabato dopo il referendum, saranno consultati gli iscritti nelle assemblee provinciali. Poi giù il sipario, al netto degli atti formali e del trasferimento delle sostanze di un partito a un altro. Che pure, la storia insegna, sono sempre passaggi delicati.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2016, 22:44

Vendola, Pisapia, Doria, Zedda hanno indiscutibilmente amministrato bene dove chiamati a farlo, hanno costruito, hanno ottenuto grandi conferme e radicato buone politiche.

Il fatto che SEL confluisca in un'altra formazione più grande è segno di maturità, visto che tutti oggi tendono a dividere invece che unire.


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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda mariok il 08/11/2016, 23:16

Sul piano individuale, niente da dire, tranne Vendola.

Il problema è che si tratta di buone individualità che hanno bisogno (e spesso pretendono) di governare con i voti degli altri.

E' l'insieme che non funziona, come dimostrano le infinite divisioni e riaggregazioni, oltre il fatto di non aver mai raggiunto sul piano nazionale percentuali a più di una cifra.
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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2016, 23:32

Chiunque governa con i voti degli altri.


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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda ranvit il 09/11/2016, 10:46

flaviomob ha scritto:Chiunque governa con i voti degli altri.


Vero! Ma non quando l'apporto degli altri è fortemente maggioritario :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda flaviomob il 09/11/2016, 10:56

Gli altri chi? Pisapia, Vendola e gli altri hanno vinto alle primarie di coalizione, mica hanno detto "Stai sereno"...

Hanno risanato, mica hanno fatto nuovi debiti demagocici e preelettorali.


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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda ranvit il 09/11/2016, 11:20

flaviomob ha scritto:Gli altri chi? Pisapia, Vendola e gli altri hanno vinto alle primarie di coalizione, mica hanno detto "Stai sereno"...

Hanno risanato, mica hanno fatto nuovi debiti demagocici e preelettorali.


Anche De Luca sta risanando :D Ma le situazioni locali sono molto diverse da quelle nazionali.

Comunque, evidentemente non ci siamo capiti: i voti che li hanno portati al governo dei comuni erano in larghissima parte di elettori Pd che hanno avuto fiducia in loro (non avendo valide alternative), e che, pero', guarda caso, (ad eccezione di Vendola) sono molto vicini al Pd (ed anche al SI al referendum).
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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda flaviomob il 09/11/2016, 11:35

Anche i voti che il PD non prende più "erano" voti del PD, come in quei comuni campani e calabresi dove è sotto al 10%. Non si può guardare alle appartenenze del passato come statiche, rigide, ma rivolte ad un progetto di governo (locale o nazionale). Si basa sulla fiducia la prima volta e sulla credibilità conquistata quando si tratta di riconfermare un sindaco (o la sua coalizione) che ha già governato.

Il voto al referendum non c'entra nulla: nel 2006 fu bocciato il referendum costituzionale sulla devolution grazie a un voto trasversale che vide anche elettori di destra / centrodestra scegliere il NO.


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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda ranvit il 09/11/2016, 12:09

Ti ho già detto del Pd al sud....non è in crisi perchè non si allea con la sinistra....anzi. La tua analisi è sbagliata :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un altro dei tanti fallimenti

Messaggioda flaviomob il 09/11/2016, 12:11

Riguardati i numeri delle amministrative. In molti comuni del sud PD a una cifra sola... Quanto avevi in matematica? :lol: :mrgreen:


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