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Debiti, tanto per gradire

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Debiti, tanto per gradire

Messaggioda flaviomob il 29/10/2016, 0:27

Ape e esodati, tra Boeri e il governo è alta pensione
Manovra economica. Il presidente dell'Istituto di previdenza rivendica la "sua" riforma delle pensioni e accusa l'esecutivo di affossare le casse dell'Inps. Boeri attacca anche sugli interventi di salvaguardia: "Ora c'è l'ottavo, e ho già i tam tam del nono".


Riccardo Chiari
ROMA

EDIZIONE DEL
29.10.2016

Se i numeri ufficiali della manovra economica ancora devono arrivare in Parlamento, non mancano comunque le baruffe. Protagonista ancora una volta il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che prima si fa intervistare dal Corriere della Sera evidenziando che “con gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull’Ape social, il debito pensionistico potrebbe aumentare di circa 20 miliardi”. A ruota, a un workshop sul welfare organizzato a Torino, va a toccare il delicatissimo tasto degli interventi di salvaguardia per gli esodati: “Ci avevano detto che il settimo sarebbe stato l’ultimo, invece c’è stato l’ottavo e ho già il tam tam del nono”.

Non nuovo a punzecchiature sulle ipotesi della manovra, come ad esempio la polemica con il ministro Padoan sulle poche misure a sostegno delle fasce giovanili, questa volta Boeri gioca a fare il primo della classe, sostenendo chela sua riforma delle pensioni sarebbe costata meno di quella dell’esecutivo: “Le proposte dell’Inps riducevano il debito pensionistico di circa il 4% del pil, ed era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali: i tagli erano previsti solo a contare dai 5.000 euro lordi al mese verso l’alto, e solo sulla differenza fra quanto giustificato dai contributi versati e quanto le persone ricevono. In rari casi ci sarebbe stata una riduzione della pensione appena superiore al 15%. Non drammatico, dal punto di vista sociale”.
Al contrario, secondo Boeri, “ciò che oggi è scritto nella legge di bilancio, e cioè gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull’Ape social, fa aumentare il debito pensionistico di circa 20 miliardi. Poi ci sono i costi legati all’estensione della fascia di reddito non tassata per i pensionati, più i crediti d’imposta per chi chiede l’Ape di mercato. E varie altre questioni aperte, che possono generare ulteriori spese”. Di più: “Non è detto che dopo il 2018 sarà facile interrompere l’Ape social. E se questo strumento venisse rinnovato anche solo nella forma attuale e reso strutturale, calcoliamo che ci sarebbero altri 24 miliardi di debito pensionistico. Dunque in totale 44 miliardi in più”.

Numeri del genere, fatti da chi come Boeri dice di apprezzare i risultati del jobs act, allarmano anche gli alleati della ditta Renzi&Padoan: “Il governo ha il dovere di una risposta documentata – fa sapere l’alfaniano Maurizio Sacconi – la Commissione Ue potrebbe esprimere preoccupazioni proprio perché la fonte di questi rilievi è istituzionale. Di qui l’esigenza di calcoli altrettanto istituzionali e più convincenti”.

Nell’attesa della “risposta documentata” sui rilievi dell’Inps, anche l’annosa questione degli esodati diventa materia di polemica. “Mi sembra che gli impegni del governo sulle salvaguardie non siano tanto credibili – annota Boeri a Torino – speriamo che nella seconda fase del confronto con i sindacati, il prossimo anno, si possa mettere in campo una strategia coerente. Bisogna vedere se il governo avrà la forza per farlo”. A stretto giro di posta la non-risposta del ministro Poletti: “Per quanto riguarda gli interventi per le salvaguardie, voglio sottolineare che si tratta di un tema di grande valenza sociale attraverso il quale Parlamento e governo hanno voluto porre rimedio ad una grave ingiustizia prodotta dalla legge Fornero”.

Quando però si vanno a vedere i numeri, si scopre che lo stesso Poletti, parlando dell’ottava salvaguardia, ha anticipato: “Interessa attorno alle 20mila persone”. Aggiungendo poi di una “caratteristica particolare”: “Si prolungano i tempi di maturazione dei requisiti. Abbiamo individuato tre categorie che avranno 12, 24 e 36 mesi di tempo per accedere alla tutela. Così reputiamo di aver concluso questa operazione”. In realtà, dalle parole di Cesare Damiano (“Abbiamo chiesto di prolungare le scadenze di 36 mesi per i lavoratori in mobilità e di 24 mesi per gli altri. In questo modo si coinvolgerebbero altri 25-30mila lavoratori e si risolverebbe definitivamente il problema”), viene fuori che all’appello ne mancherebbero ancora 10mila circa. Aspettando, ormai da una settimana, i numeri veri.


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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda Robyn il 29/10/2016, 17:24

L'Ape non costa nulla all'Inps quelli che costano sono altri interventi come la no tax area fino ad un certo reddito gli interventi sulle pensioni minime.Per liberare risorse per il welfare si potrebbe estendere l'Ape anche alle pensioni d'oro.Fare cioè il ricalcolo contributivo e la parte che manca recuperata con l'Ape
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda trilogy il 29/10/2016, 22:26

flaviomob ha scritto:Ape e esodati, tra Boeri e il governo è alta pensione[i]
Manovra economica. Il presidente dell'Istituto di previdenza rivendica la "sua" riforma delle pensioni .....“Le proposte dell’Inps riducevano il debito pensionistico di circa il 4% del pil, ed era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali: i tagli erano previsti solo a contare dai 5.000 euro lordi al mese verso l’alto, e solo sulla differenza fra quanto giustificato dai contributi versati e quanto le persone ricevono. In rari casi ci sarebbe stata una riduzione della pensione appena superiore al 15%. Non drammatico, dal punto di vista sociale”....


Era una manovra di equità ma andava a toccare gl'interessi delle più potenti caste del paese: magistrati, alti burocrati pubblici, professori universitari ecc. L'avrebbero subito dichiarata incostituzionale
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda mariok il 30/10/2016, 9:34

... era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali: i tagli erano previsti solo a contare dai 5.000 euro lordi al mese verso l’alto, e solo sulla differenza fra quanto giustificato dai contributi versati e quanto le persone ricevono.


Boeri continua a mentire. Lui stesso, in audizione alla camera, ha dovuto riconoscere che l'INPS non ha i dati per ricalcolare tutte le pensioni con il sistema contributivo.

Di conseguenza, l'unica cosa che potrebbe fare è applicare l'ennesimo "contributo di solidarietà", cioè una sorta di tassa sulle pensioni sulla base dell'importo dell'assegno e non dei contributi versati.
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda Robyn il 30/10/2016, 10:25

Boeri applichi il contributo di solidarietà.Se si rifacesse il ricalcolo contributivo ci sarebbero 46 mld di risparmio per il welfare.Significa che i contributi versati dalle persone in età attiva non bastano per pagare le pensioni di anzianità.Per coprire quanto manca si ricorre alla fiscalità generale,che al contrario dovrebbe finanziare l'assistenza e il welfare.Quello che si può fare è applicare un contributo di solidarietà che dia risparmi per 46 mld e poi la parte mancante i pensionati possono recuperarla in un'altro modo,azioni,Ape.Questo perche lo stato deve mantenere promesse che non poteva mantenere
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda flaviomob il 30/10/2016, 10:53

Non può farlo se la legge non glielo permette.


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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda mariok il 30/10/2016, 10:58

Se si rifacesse il ricalcolo contributivo ci sarebbero 46 mld di risparmio per il welfare.


Su questo argomento continua la gara a chi la spara più grossa.

Nessuno può aver fatto un'affermazione del genere. Boeri ha parlato di "vitalizi dei parlamentari" ed i presunti risparmi, con il ricalcolo, sarebbe di 76 milioni (certo non 46 miliardi!).

Quanto al totale delle pensioni, il direttore per la previdenza dell’Inps, Antonello Crudo,cioè l’esperto più informato e accreditato in materia, ascoltato in commissione lavoro della camera, ha sostanzialmente bocciato da un punto di vista tecnico la possibilità di attuare il ricalcolo in chiave contributiva delle prestazioni attualmente erogate dall’Inps nei confronti dei cosiddetti pensionati d’oro. Dunque, a detta del direttore, anche se ci fosse una determinazione politica d’intervenire per ricalcolare col sistema contributivo tutte le attuali pensioni, l’Inps non avrebbe gli strumenti utili per realizzarlo.

RICALCOLO – Crudo ha indicato che in un certo numero di casi il ricalcolo potrebbe portare ad aumentare l’assegno anziché tagliare l’importo delle pensioni perché nel sistema retributivo ci sono aliquote di rendimento dei contributi decrescenti al salire delle retribuzioni. Inoltre il ricalcolo potrebbe non avere effetti per i lavoratori che hanno avuto retribuzioni importanti ad inizio a carriera, poi diminuite a causa della crisi dato che nel retributivo si tengono conto solo degli ultimi anni di carriera lavorativa nella quantificazione dell’assegno. Il sistema retributivo – ha detto Crudo – contiene in sé un forte meccanismo solidaristico di riequilibrio che consiste nel fatto che il cosiddetto coefficiente di rivalutazione annua della pensione quando i redditi superano i 45.000 euro scende al di sotto del 2% sino a ridursi allo 0,9 per cento per redditi superiori a 90.000 euro.

RETRIBUZIONI – In sostanza chi ha percepito in passato redditi alti non può raggiungere l’80% della base retributiva, come chi vantava retribuzioni inferiori a 45mila euro annui e 40 anni di contributi, ma cifre oscillanti tra il 40 e il 50%, un meccanismo redistributivo in grado di compensare gli eventuali effetti di promozioni molto generose ottenute, tipicamente nel pubblico, negli ultimi anni di lavoro. Il passaggio al contributivo, oltre ad annullare tale effetto, comporterebbe anche la valorizzazione delle anzianità contributive versate in eccedenza del 40° anno di servizio, ipotesi non remota per chi ha rivestito posizioni di dirigenza sino al 70° o addirittura a 75° anno potendo vantare limiti ordinamentali di servizio molto più elevati rispetto ai lavoratori normali. E dato che nel contributivo non c’è il tetto di anzianità a 40 anni in sostanza le pensioni di questi soggetti potrebbero addirittura aumentare se si procedesse nel senso indicato dalla Meloni.

STORIA CONTRIBUTIVA- A parte queste osservazioni, conseguenze più che altro del confronto tra i due sistemi di calcolo, Crudo ha affermato che sarebbe molto complesso ricostruire la storia contributiva delle pensioni liquidate molti anni fa, in particolare prima del 1992 e nel settore pubblico, perché non ci sono archivi informatici e la pensione si calcolava su una quota dell’ultima retribuzione. Ci sarebbe quindi il rischio di un diffuso contenzioso, e inoltre le risorse umane a disposizione dell’Inps per lo svolgimento di queste operazioni sono risibili. Soprattutto in questo periodo in cui l’istituto deve conformare i propri sistemi operativi alle innovazioni prodotte dal Jobs Act che ha riformato il sistema degli ammortizzatori sociali.
http://www.firenzepost.it/2016/03/14/pe ... oponibile/


A me sembra che più che altro Boeri faccia leva sulla diffusa invidia sociale, da parte di gente che magari nella vita non ha fatto una mazza o ha evaso i contributi e percepisce una pensione anche grazie ai versamenti dei cosiddetti pensionati d'oro.
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda trilogy il 30/10/2016, 12:22

Ci vorrebbe uno capace di organizzare la rivolta contributiva di quanti oggi cinquantenni dovranno lavorare almeno altri ventanni per avere una pensione da fame calcolata con un sistema contributivo penalizzante, che serve solo a garantire pensioni che altrimenti non hanno alcuna base economica. Altro che solidarietà generazionale, in Italia abbiamo avuto la più grande truffa generazionale della storia economica mondiale.
E gli effetti di questa truffa si vedranno progressivamente nei prossimi anni con un numero crescente di pensionati sotto la soglia di povertà.
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda mariok il 30/10/2016, 13:13

Ci vorrebbe uno capace di organizzare la rivolta contributiva di quanti oggi cinquantenni dovranno lavorare almeno altri ventanni per avere una pensione da fame calcolata con un sistema contributivo penalizzante, che serve solo a garantire pensioni che altrimenti non hanno alcuna base economica.


Ma quali sono i dati a sostegno di tali affermazioni?

Le pensioni da fame dei futuri pensionati sono in gran parte motivate dalla precarietà soprattutto nei primi anni lavorativi, con conseguenti bassi contributi versati.

Non risulta inoltre, da nessuna delle proposte sul tavolo, comprese quelle di Boeri, che i risparmi eventualmente realizzati con il ricalcolo delle pensioni esistenti (calcolati sempre in maniera "virtuale", mai sulla base di dati effettivi) andrebbero a modificare lo schema previdenziale dei futuri pensionati; neppure Boeri lo fa e anzi ha detto chiaramente che il suo intento sarebbe di utilizzare le risorse a scopi puramente assistenziali; nulla quindi cambierebbe per le future pensioni, completamente contributive in ogni caso.

E' ingenuo credere che un ricalcolo retroattivo sulle pensioni creerebbe equità: il sistema retributivo fu istituito nel 1969 e ha consentito in 41 anni di vita l’andata in pensione con regole che, con l’eccezione di alcuni redditi elevati (circa il 3% dei casi), sono state certamente più favorevoli del calcolo contributivo che si usava antecedentemente.

Molti dei pensionati negli anni 70 hanno percepito una pensione retributiva per decenni e per erogare quelle pensioni, nel sistema a ripartizione, sono stati utilizzati i contributi dei lavoratori allora attivi e che oggi sono i pensionati (o prossimi pensionandi) che avrebbero “privilegi” da eliminare.

A meno di non avere una macchina del tempo con la quale risalire al 1969 e annullare la riforma di allora, il ricalcolare con il metodo contributivo le pensioni in essere significherebbe parificare gli attuali pensionati alle future generazioni, ma contestualmente riprodurrebbe in modo retroattivo la differenza tra gli attuali pensionati e i precedenti, con l’aggravante dell’intervento retroattivo su persone che, non allertate per tempo, non possono ormai pensare a forme di previdenza alternative.
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Re: Debiti, tanto per gradire

Messaggioda Robyn il 30/10/2016, 13:26

Ma che cosa c'entra adesso l'invidia sociale?se la politica si riduce a questi livelli siamo messi male.Se non si affrontano gli argomenti depurati dalla demagogia non si và da nessuna parte.Se l'Italia non fà le riforme non esce dal declino.Anche i precari e i lavoratori del sommerso che non hanno contributi e che avranno pensioni da fame sono invidiosi?Per quel che riguarda il sistema contributivo questo è penalizzante per i redditi bassi non per quelli medi e alti.La soluzione è fare in modo che i redditi bassi a parità di costo del lavoro abbiano contributi leggermente più alti.In futuro se ci saranno pensioni troppo basse per via della mancanza di contributi dovuti alla precarietà e al sommerso bisognerà contrastare la precarietà e il sommerso e in secondo stabilire un minimo accettabile al di sotto del quale non si può scendere.A mio parere si possono realizzare risparmi per il welfare con l'Ape e con le azioni separarndo la previdenza dall'assistenza.Se l'Italia non pensa alle generazioni future il declino è assicurato
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