(…) Tutto questo finisce in un calderone che la statistica chiama “economia non osservata”, proprio perché non riesce a quantificarla puntualmente come avviene con il resto delle attività svolte alla luce del sole. Ma riesce almeno a stimarla, come fa l’Istat, nella bellezza di 211 miliardi di euro di valore, il 13% del Prodotto interno lordo. Per la stragrande maggioranza, 194,4 miliardi di euro, si tratta della fetta occupata dalle attività “volontariamente celate alle autorità fiscali, previdenziali e statistiche”, e nei restanti 17 miliardi di euro circa (1% del Pil) fanno capo all’industria illegale di droga, prostituzione e contrabbando. (…)
Sono numeri impressionanti, se ci pensate bene, soprattutto se confrontati con i dati di crescita economica e di deficit richiesto a Bruxelles.
Il dramma sta nel fatto che questa economia “di secondo livello” diventa drammaticamente importante per il Paese, perché senza di essa, i nostri conti andrebbero ancora più a rotoli. Ecco il grafico della verità. Il rapporto Debito/PIL dell’Italia che tutti conosciamo, messo poi a confronto con quello “depurato” dell’economia “non osservata”. Debito PIL al 152,6%.
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