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limite al contante

MessaggioInviato: 13/10/2016, 20:41
da Robyn
Per contrastare l'evasione un modo efficace oltre al Pos sono i codici a barre sui beni acquistati, con la quale il commerciante striscia una penna ottica sul bene da vendere e l'IVA viene istantaneamente comunicata all'Agenzia delle Entrate,questo è per chi utilizza il contante.Naturalmente questa misura non coprirebbe tutte le attività commerciali ,per ex i commercialisti e i notai.Ad esempio se vado da un calzolaio a far sistemare un paio di scarpe sù quelle scarpe non c'è il codice a barre.Per questo tipo di attività si potrebbe pensare che chi acquista un servizio dove è difficile l'identificazione con il codice a barre può scaricarsi l'IVA attraverso il rilascio degli scontrini ,quindi avrà tutto l'interesse a farselo rilasciare

Re: limite al contante

MessaggioInviato: 16/10/2016, 16:27
da flaviomob
L'evasione è DILAGANTE.

(Repubblica)

Fisco, mancano all'appello 88 miliardi in cinque anni
La Relazione sull'evasione fiscale quantifica la differenza tra quanto l'Erario avrebbe dovuto incassare per Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap e quanto invece ha effettivamente ricevuto. Di questi, oltre 75 miliardi sono da considerare vera e propria evasione

16 ottobre 2016

MILANO - Il governo ha licenziato una Manovra che ha come corollario "da novanta" l'abolizione di Equitalia e numerosi interventi sul fronte fiscale. Il recupero dall'evasione è centrale per l'equilibrio dei conti pubblici, e l'andamento certificato dalla nota di aggiornamento del Def è positivo con una stima di oltre 12 miliardi di recupero "permanente" nel corso del 2016. Eppure ci sono ben 88,1 miliardi, oltre tre volte l'entità della legge di Bilancio (27 miliardi) varata ieri dal governo, di entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014.

E' questo l'ammontare del cosiddetto "gap" relativo a Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap: la distanza tra quanto lo Stato avrebbe incassato se tutti i contribuenti avessero versato il dovuto, e quanto invece è affluito effettivamente nei forzieri pubblici. E' una stima contenuta nella Relazione sull'evasione fiscale e sull'economia sommersa predisposta dalla Commissione istituita con decreto del ministro dell'Economia, presieduta da Enrico Giovannini e composta dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, nonché da soggetti provenienti dal mondo accademico e istituzionale.

"Nella media del periodo 2010-2014 - si legge nella relazione - il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell'imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro".

La Relazione considera il 'tax gap' come il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari previsti a legislazione vigente, come una misura indicativa dell'evasione fiscale.