Nella relazione votata all'unanimità (dei presenti) dalla direzione, si afferma che la legge per l'elezione del nuovo senato (se ovviamente passerà il sì), si baserà sul testo presentato da Vannino Chiti ed altri.
In esso si legge tra l'altro:
il territorio della Regione viene suddiviso in tanti collegi quanti sono i senatori da eleggere: in ogni collegio può essere presentato un solo candidato per ogni lista regionale, sul modello del sistema elettorale del Senato fino al 1992.
Nelle regioni che eleggono un solo consigliere regionale-senatore, il collegio corrisponde all’intero territorio regionale.
Un genere non potrà essere rappresentato nelle candidature più del 60%
Sulla base delle scelte espresse dagli elettori nel segreto dell’urna si definirà una graduatoria regionale e si attribuiranno – con il sistema proporzionale – i seggi eventualmente spettanti a ogni lista regionale; successivamente si stilerà la graduatoria interna di ogni lista regionale sulla base dei risultati ottenuti nei collegi (% sulle scelte totali).
Il Consiglio regionale, quindi, eleggerà i senatori-consiglieri prendendo atto dell’espressione degli elettori, senza poterla, però, modificare.
Con questo disegno di legge, dunque, il giorno delle elezioni regionali l’elettore riceverà 2 schede: una per il rinnovo del Consiglio regionale e una per la scelta dei senatori attribuiti alla regione.
I senatori così eletti saranno anche consiglieri regionali e non sarebbero,invece, dei “nominati” dal Consiglio regionale al suo interno.
Il ruolo di senatore-consigliere regionale – con l’unica eccezione del Presidente della Regione – sarà incompatibile con incarichi di giunta, nell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e delle Commissioni.
Questo dovrebbe spuntare uno dei maggiori argomenti per il NO, quello secondo cui i senatori sarebbero dei nominati non eletti dai cittadini.
Ora chi lo spiega a Travaglio?