Condannato a sei mesi con pena sospesa anche il maghrebino di 19 anni che ha aggredito due poliziotti che tentavano di fermarlo dopo che lo straniero aveva rubato un trolley.L'assurdità di fatti del genere è talmente eclatante che non si può non escludere che possa essere questa la volontà del legislatore.
Troppa indulgenza da parte di alcuni giudici? Può essere, anche se sono tenuti comunque ad applicare la legge.
Una spiegazione può essere che si tratti del risultato paradossale della combinazione di una serie di norme che sono state pensate ed approvate singolarmente senza una visione di insieme che potesse valutarne gli effetti concreti.
Probabilmente i nostri codici andrebbero rivisti complessivamente per ristabilire un minimo di buon senso in un sistema che ormai sembra fuori controllo.
Provo a mettermi nei panni di un rappresentante delle forze dell'ordine. Con quale spirito posso intervenire sapendo che chi mi aggredisce se la cava con 6 mesi con sospensione della pena?
Da tali assurdità derivano una serie di gravissime conseguenza, quali la dilagante sfiducia nella giustizia e nello stato, un montante razzismo che finisce per identificare semplicisticamente nell'immigrazione la causa dell'attuale degrado, un senso di impunità in chi fa dell'illegalità una più o meno consapevole scelta di vita ecc.
Pare che nessuna forza politica sia capace di analizzare ed affrontare razionalmente tale fenomeno. Ci si divide tra forcaioli e garantisti, tra chi promette di "lasciar mano libera" alla polizia e chi si richiama astrattamente ai principi costituzionali, in un estenuante rimpallo delle responsabilità.
Comportamenti inconcludenti, ridicoli ed irresponsabili.
La vergogna di piazza Garibaldi, violenza e degrado: "Il Comune non c'è"
Scontri tra polizia ed extracomunitari, prostituzione, bancarelle abusive, tentativi di stupro: un reportage sulla "porta di accesso" della città
di ANTONIO DI COSTANZO
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29 settembre 2017
La vergogna di piazza Garibaldi, violenza e degrado: "Il Comune non c'è"
Via Nicola Mignogna è una piccola traversa di corso Umberto, quasi all’inizio di piazza Garibaldi. Qui mercoledì sono stati circondati e aggrediti gli agenti di due volanti da un gruppo di extracomunitari che volevano sottrarsi ai controlli.
Tre cittadini ivoriani sono stati arrestati e condannati per direttissima rispettivamente a 8 e 7 mesi e a 10 giorni. Condannati, ma rilasciati subito a piede libero. Il rischio concreto è che tornino a ingrossare le fila dei disperati che vivono di espedienti e mercati illeciti nelle strade intorno alla stazione centrale.
Piazza Garibaldi, violenza, degrado, caos
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Condannato a sei mesi con pena sospesa anche il maghrebino di 19 anni che ha aggredito due poliziotti che tentavano di fermarlo dopo che lo straniero aveva rubato un trolley. Notizie di cronaca che raccontano di un’area devastata da degrado e violenza. La zona è frequentata quotidianamente da gruppi di sbandati e tossicodipendenti, non solo stranieri ma anche italiani, come il napoletano di 21 anni che ha rapinato dieci euro a una ragazza all’interno della stazione e ha tentato di violentarla, ma è stato bloccato dalla Polfer. Il giovane, due giorni prima, era stato arrestato a Nola per furto e possesso di coltello ma è tornato subito a piede libero.
Su piazza Garibaldi da giorni tuona attraverso post su Facebook e dichiarazioni ai giornali l’ex sindaco Antonio Bassolino: “La cronaca dei giornali napoletani conferma, purtroppo, che piazza Garibaldi è fuori dalla legge” scrive. Quindi chiosa con un’accusa al vetriolo contro il Comune: “La vita quotidiana dei cittadini (bus e trasporto pubblico, verde, piazze, strade e manutenzione urbana) dovrebbe essere la principale priorità per tutti. È invece lontana: per le forze politiche e in primo luogo per Palazzo San Giacomo che sembra spesso essere più un partito che una istituzione”.
Il degrado, la scarsa attenzione delle istituzioni, incapaci anche di pulire adeguatamente le strade, rischia di scatenare tensioni razziali in una città che è sempre stata patria della tolleranza e dell’accoglienza. Specchio del clima che si vive è proprio via Mignogna, ma lo stesso accade nella zona di Porta Nolana, invasa da senzatetto e prostitute. «Viviamo un calvario - spiega un albergatore che chiede l’anonimato - fino a cinque mesi fa la situazione era decente, ma con l’arrivo di un gruppo di profughi, ospitati in un hotel qui vicino, ormai non si vive più. Ogni giorno stranieri ubriachi si accoltellano, scatenano risse, aggrediscono i passanti, trasformano le strade in un suk del falso. I turisti fotografano e girano video di quello che accade e poi lo pubblicano sui siti di viaggio. Risultato? Perdiamo clienti e viene diffusa un’immagine estremamente negativa di Napoli in tutto il mondo. Abbiamo scritto a sindaco, municipalità, prefetto, ma nessuno ci ascolta. Gli unici che intervengono sono polizia e carabinieri ma le forze dell’ordine hanno le mani legate e vengono persino aggredite, come è accaduto mercoledì». Bivacchi di clochard, come il giaciglio di cartone di una donna con problemi mentali, si alternano ai lenzuoli stesi a terra dagli ambulanti.
Tra via Nicola Mignogna e via Raffaele Conforti funziona così: fino alle 14 strade e marciapiedi sono occupati da 24 famiglie italiane, abusive come gli stranieri, che vendono mercanzia sulle bancarelle. «Ma noi non diamo fastidio a nessuno - assicurano Alfredo, 43 anni, e Antonio di 72 - anzi la gente ci chiede di restare per tutto il giorno». Quando vanno via gli italiani arrivano gli stranieri che sistemano, su marciapiedi e strade, chincaglieria e articoli contraffatti su cui lucra la camorra, imponendo il pizzo persino sulle buste di plastica, o rifiuti raccattati dai cassonetti. «Utilizzo l’auto per impedire agli ambulanti di colore di occupare completamente il marciapiede, altrimenti non potrei neanche entrare nel mio locale» denuncia Piero Amato titolare di un negozio di borse che esiste nella strada dal 1895. Antonio Di Stasio, commerciante di parati è esasperato: «Qui è il caos assoluto e noi siamo abbandonati». Sfiduciato Giampaolo Morelli, titolare di un’agenzia finanziaria:
«Pensate che figura faccio con i clienti quando arrivano e trovano questo spettacolo indecoroso».
Una donna, residente del luogo, si associa nella denuncia di assoluto abbandono della zona e ribadisce l’esasperazione degli abitanti, ma puntualizza con decisione che non si tratta di razzismo: «Ci sono varie comunità, alcune si sono integrate senza problemi, come quella dei senegalesi, altre invece si rendono protagoniste di violenze ed è il caso di un gruppo di gambiani e ivoriani molto pericolosi». A gennaio tre ambulanti senegalesi furono feriti in un agguato alla Duchesca: a sparare contro di loro non furono stranieri, ma camorristi che chiedevano il pizzo, a testimoniare di quanto sia eterogenea e complicata la situazione.
Non tutta piazza Garibaldi, però, è terra di nessuno. I ristoranti e gli eleganti bar aperti sul lato pedonalizzato che porta alla stazione di giorno fanno il pieno di turisti. In uno di questi lavora il trentatreenne Bamba, arrivato dal Senegal
due anni fa. È un cosiddetto “butta dentro”: ferma i passanti per far leggere loro il menù e invitarli a entrare nel ristorante. Lo conoscono tutti anche la pattuglia di vigili che sorveglia questo lato della piazza. Dall’altro però la situazione cambia radicalmente. Bancarelle del falso, contrabbandieri di sigarette e truffatori specializzati nel gioco delle tre campanelle operano indisturbati, protetti dall’eterno cantiere di piazza Garibaldi.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville