Ma che giustizia è?

[pianogrande]

Esiste anche l'arbitrato e poi, se le cose sono fatte secondo il contratto di lavoro, di quale garantismo stiamo parlando?

E' davvero pazzesco che, per licenziare un dipendente in flagranza di trasgressione alle regole, ci sia bisogno del magistrato.

Al limite, il dipendente dovrebbe ricorrere alla magistratura se si sentisse discriminato ingiustamente ma già entriamo nel campo delle eccezioni.

Tra l'altro perché c'è bisogno del magistrato per i dipendenti pubblici e non per i privati?

[mariok]

Del termine "garantismo" si è un po' abusato, dilatandone a dismisura il senso e l'ambito di applicazione.

La nostra costituzione stabilisce giustamente il principio della presunzione di innocenza:

La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Ma parliamo di responsabilità penale, che ha implicazioni sulla inviolabilità della libertà personale. Non di illeciti amministrativi.

Siamo un paese strano: da un lato pretendiamo di applicare a dismisura il cosiddetto garantismo e dall'altro facciamo e talvolta addirittura invochiamo un uso spesso immotivato della custodia cautelare.

[Robyn]

A ma pare che si utilizzi la giustizia per regolare conti interni e ha fatto bene Palamara a dire che non è compito della giustizia selezionare la classe dirigente.Il PM è una figura completamente indipendente anche nel modello adversary perche accede per concorso e accede per concorso anche la polizia giudiziaria i cui agenti non possono essere licenziati e che sono al servizio dell'ordine giudiziario e non del governo o del parlamento.I PM e i giudici non sono eletti dal popolo perche se così fosse non sarebbero al servizio della giustizia ma dell'ingiustizia

[flaviomob]

Il codice penale non prevede necessariamente la galera, vi sono fattispecie di reato per cui è prevista solo l'ammenda. Il problema è la prescrizione con le varie scappatoie che garantiscono l'impunità ai potenti e la galera a chi ruba una mela per fame dal fruttivendolo.

[mariok]

SCONTRINI

Cota e Marino, l’irritante ribalta degli assolti

C’è qualcosa di irritante nella sicumera con cui i politici assolti per gli scontrini tornano alla ribalta. Hanno subìto un danno: questo va riconosciuto. Ma il loro comportamento, se non rappresenta un reato, resta censurabile
di Aldo Cazzullo

Contrordine compagni: verdi non erano le mutande, ma i pantaloni comprati dal «governatore» del Piemonte Cota con i soldi dei piemontesi. E l’ex sindaco Marino, reduce dai successi romani, ora pontifica sulla tv pubblica con la voce chioccia annunciando o minacciando ritorni.
C’è qualcosa di irritante nella sicumera con cui i politici assolti per gli scontrini tornano alla ribalta. Hanno subìto un danno: questo va riconosciuto. Ma il loro comportamento, se non rappresenta un reato, resta censurabile. Cota ha fatto shopping in America con denaro pubblico, come ha ammesso anche nella tracotante intervista di sabato scorso alla Stampa. E Marino offriva la cena di santo Stefano al ristorante con la carta di credito del Comune confermando di avere un rapporto complicato con le note spese. C’è di peggio? È vero. E il peggio è che Marino è stato un pessimo sindaco di Roma; altrimenti i romani non avrebbero plebiscitato con oltre il 67% una candidata inesperta come purtroppo si è confermata Virginia Raggi. Così come Cota non è stato un buon presidente del Piemonte. Va ricordato che dovette lasciare il suo posto non per gli scontrini, ma perché la magistratura accertò che la lista Pensionati per Cota, determinante per la sua vittoria, era stata presentata con firme false.
Il problema non sono soltanto figure che sarebbero pure marginali, se non fosse per i danni combinati. È che dieci anni di polemiche — non sempre populiste, anzi spesso documentate — contro la casta sono serviti a poco. I politici non hanno capito, o fingono di non capire, che quando si ha il privilegio di assegnarsi da sé il proprio stipendio e di disporre del denaro dei contribuenti occorrono cura, prudenza, pudore; a maggior ragione nel tempo in cui il Paese bruciava un milione di posti di lavoro e il 25% di produzione industriale; e in cui si apprende che il vitalizio di Cesare Previti e di altri condannati in via definitiva tornerà a confortarli non appena avranno la riabilitazione.

9 ottobre 2016 (modifica il 9 ottobre 2016 | 22:47)

[flaviomob]

Chi era il candidato PD alle elezioni romane, contro la Raggi?

[pianogrande]

Chi era il candidato PD alle elezioni romane, contro la Raggi?

Infatti.

Cazzullo mente sapendo benissimo di mantire perché il candidato contro la Raggi non era l'inesperto Marino ma lo sbiadito e irresoluto Giachetti.

I politici riabilitati usano le stesse armi dei politici che gli saltano addosso al primo avviso di garanzia.

Mi avete attaccato, adesso mi dovete delle scuse; adesso, se e appena posso, ve la faccio pagare.

[mariok]

Il fatto che Marino sarebbe stato un pessimo sindaco è un giudizio personale di Cazzullo e come tale opinabile.

Su di esso non mi esprimo in quanto non vivo a Roma.

Quello che invece condivido e che mi sembra pertinente con l'argomento è il seguente passo:

C’è qualcosa di irritante nella sicumera con cui i politici assolti per gli scontrini tornano alla ribalta. Hanno subìto un danno: questo va riconosciuto. Ma il loro comportamento, se non rappresenta un reato, resta censurabile. Cota ha fatto shopping in America con denaro pubblico, come ha ammesso anche nella tracotante intervista di sabato scorso alla Stampa. E Marino offriva la cena di santo Stefano al ristorante con la carta di credito del Comune confermando di avere un rapporto complicato con le note spese.

Comportamenti quanto meno discutibili (non capisco perché mai si debba pagare una cena di santo Stefano con la carta di credito del comune) per il fatto di non essere stati giudicati reati non possono mai diventare titoli di merito e fare dell'interessato una sorta di eroe.

Ciò indipendentemente dal merito sulle capacità politiche sia di Marino che di Cota.

[pianogrande]

Sono più che d'accordo sul concetto che una cosa può essere immorale o anche sporca pur non costituendo reato e mi sembra di dichiararlo da tempo.

Per quanto riguarda Marino, prendo la sua assoluzione come il riconoscimento che le cene erano di carattere istituzionale.

Se Cota ha ammesso di aver speso denaro pubblico per fini personali (l'articolo cita una intervista), non capisco perché lo abbiano assolto.

Se spendere denaro pubblico per fini personali non è reato, non capisco la denuncia ed il procedimento.

[mariok]

Per quanto riguarda Marino, prendo la sua assoluzione come il riconoscimento che le cene erano di carattere istituzionale.

Bisogna attendere e leggere le motivazioni della sentenza.

Da quello che se ne sa dalla stampa, la sua linea difensiva era basata sul fatto che la sua firma sui giustificativi fosse falsa.

Avrebbe cioè scaricato le responsabilità sui collaboratori.

Uno "stile" che almeno qualche perplessità la suscita.

Ma vedremo.