Sono molto diffidente verso un uso indiscriminato della custodia cautelare, spesso usata come arma di pressione per far parlare il sospettato o invocata da molti come una sorta di condanna senza processo.
Ma quando ci sono a rischio potenziali vittime, non dovrebbe essere il caso di applicarla senza sconti o incertezze?
Se non in questi casi, quando?
Una donna da proteggere
Sabato 29 aprile 2017
di Massimo Gramellini
Certe volte mi domando che cosa si debba fare in Italia per finire in galera e soprattutto per restarci. Reduce da un’onorata carriera di minacce e percosse alla ex moglie, a Torino un balordo spara al figlio e non lo uccide solo perché gli si inceppa la pistola. Lo arrestano l’8 marzo, festa della donna. Il 10 è fuori. Naturalmente con un solenne e assoluto divieto di avvicinamento ai familiari: è dai tempi delle gride manzoniane che le nostre leggi fanno la faccia cattiva con la coda tra le gambe. Il balordo è talmente preoccupato che la mattina dopo si rimette sulle tracce della ex. La povera donna, che se l’è sorbito per ventidue anni e questo è l’unico particolare della storia che non depone a suo favore, riceve in un giorno duecentosettantasei telefonate. Lui la ritrova, la picchia, torna in carcere. E siamo al 28 marzo. Giusto il tempo di un riposino ed eccolo di nuovo libero (ma il tentato omicidio del figlio è stato archiviato?). Libero di insultare e minacciare l’universo mondo. Lo rimettono dentro, eppure mercoledì scorso indovinate dov’è? Arresti domiciliari, intima il giudice di sorveglianza, scarcerandolo alle otto di sera. Quaranta minuti dopo è già al bar di famiglia, pronto a dare in escandescenze. La ex moglie chiede protezione, ma intanto ha messo la casa in vendita. Vuole scappare all’estero. Fuggire da un Paese che non è in grado di difenderla nemmeno dal padre dei suoi figli e da un sistema politico-giudiziario che, se le succedesse qualcosa, piangerebbe come sempre calde lacrime di coccodrillo.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville