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Ma che giustizia è?

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Ma che giustizia è?

Messaggioda mariok il 07/10/2016, 20:33

Non entro nel merito dell'innocenza o della colpevolezza di Marino e Cota.

Come si dice spesso, occorre leggere le motivazioni, cosa che non credo siano in molti a fare soprattutto perché non si tratta in genere di letture agevoli, chiare e risolutive.

Quello che tuttavia non riesco a non chiedermi consiste nelle seguenti semplici domande:

ma come è possibile che indagini durate alcuni anni si risolvano in bolle di sapone, addirittura a seguito di un rito abbreviato in poche battute in base a valutazioni evidentemente non difficilissime da parte del Gup?

Si tratta di processi relativamente semplici. Non c'è da valutare indizi, scoprire moventi, verificare alibi.

Il tutto si basa su documenti (scontrini, fatture, movimenti di carte di credito) su cui non dovrebbero sussistere tanti margini interpretativi.

Nel caso di Cota l'accusa era di aver fatto acquisti a spese della regione che niente avevano a che vedere con le funzioni istituzionali: addirittura mutande ed un regalo di nozze!

Nel caso di Marino, l'oggetto del contendere erano 56 cene pagate con la carta di credito del comune alle quali, invece dei personaggi annotati nella documentazione, avrebbero partecipato parenti e amici.

Cosa c'è di complicato e di opinabile nell'accertamento di questi fatti?

Come è possibile che ben due sostituti procuratori arrivino a chiedere una condanna a tre anni e che un giudici dia un'assoluzione "perché il fatto non sussiste".

Quando lavoravo, le mie note spese me le controllava un addetto all'ufficio del personale e non ci sarebbe voluto poi tanto rilevare eventuali irregolarità.

I casi sono tre: o i magistrati inquirenti si sono impropriamente accaniti contro degli onesti cittadini, o i magistrati giudicanti hanno valutato i fatti con superficialità o peggio con imparziale indulgenza o, peggio ancora, le azioni giudiziarie sono motivate da intenti politici che nulla hanno a che fare con i fatti.

La questione ha una notevole rilevanza, dal momento che sono ormai demandate completamente alla magistratura valutazioni che dovrebbero riguardare le responsabilità della politica.


LE SENTENZE
Fondi Piemonte, assolto Cota
A Roma, assolto l’ex sindaco Marino
10 condannati e 15 assoluzioni, tra cui quella dell’ex presidente del Piemonte, nel processo per l’uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici in Consiglio regionale
di Elisa Sola

È stato assolto Roberto Cota, al processo ribattezzato Rimborsopoli sui presunti casi di peculato di cui erano imputati l’ex governatore del Piemonte e altri ex consiglieri regionali. La sentenza è stata pronunciata di prima mattina, a Torino, il 7 ottobre 2016, al termine di un processo durato oltre un anno, dalla corte presieduta dal giudice Silvia Bersani Begey.
I rimborsi ‘personali e non istituzionali’
Il politico leghista, avvocato di professione, era accusato dai pm Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi di aver utilizzato circa trentamila euro della Regione Piemonte per il rimborso di spese considerate personali e non istituzionali. Nel fascicolo della Guardia di finanza era finito anche lo scontrino di quelle che poi diventarono famose come “mutande verdi”, un paio di boxer acquistati oltre oceano dall’ex leader del Carroccio piemontese durante una trasferta a Boston. Tra le spese contestate dall’accusa, c’erano anche cene, pranzi, foulard, cravatte, penne e un regalo di nozze. Cota, così come molti altri dei consiglieri alla sbarra, aveva risarcito oltre 32mila euro al consiglio regionale, come «gesto di trasparenza». Si era sempre difeso sostenendo che quei soldi chiesti all’ente pubblico sarebbero stati usati o per regali di rappresentanza o per motivi prettamente «istituzionali». Il segretario della Lega, difeso dagli avvocati Carlo Guido Alleva e Domenico Aiello, aveva scelto il rito immediato e non riti alternativi proprio per «dimostrare l’estraneità ai fatti» e in più occasioni aveva denunciato pubblicamente di essere stato vittima di una «vicenda strumentalizzata». Il tribunale di Torino gli ha dato ragione, è stato assolto dall’accusa di peculato. Se la procura non farà appello, e il procedimento penale a suo carico si concluderà, sarà innocente definitivamente.


Assolti e condannati
Il processo si è chiuso con 15 assolti e dieci condannanti. La pena più alta è quella inflitta a Michele Giovine, a 3 anni e 10 mesi, la più bassa è per Augusta Montaruli ex An, di quattro mesi.
«Oggi è un giorno in cui mi sono liberato di un peso, anzi di un macigno» ha detto Cota, che ha ricevuto in mattinata la telefonata di Salvini. «Ciao Matteo, hai visto, ci hanno fatto perdere la Regione per una cosa che non esisteva», ha detto l’ex governatore al leader del Carroccio. «Sarà da un anno che non lo chiamava» ha bofonchiato un militante del Carroccio, riferendosi al fatto che Cota, dal momento dell’indagine sarebbe stato lasciato “solo” dalla Lega nord. «Sono stati momenti difficili» si è limitato a dichiarare l’ex presidente della Regione Piemonte. «Sono stato mandato a casa con una manovra di palazzo – ha aggiunto – e sono stato sotto attacco mediatico per anni, anche la mia famiglia ha molto sofferto. Mi hanno impedito di ripresentarmi alle elezioni, Chiamparino invece ha preso la poltrona in modo non democratico».
Tra gli assolti c’è anche Alberto Goffi, ex leader piemontese dell’Udc, difeso dall’avvocato Erica Gilardino. Goffi, sostenitore della battaglia contro Equitalia, racconta di essere stato abbandonato da Pierferdinando Casini. «Provo soddisfazione per una sentenza con formula piena per non avere commesso il fatto – confessa - mi sono difeso nel processo benché le accuse le abbia lette sui giornali, ma la grande amarezza è essere stato abbandonato dai vertici del partito che hanno approfittato di questa vicenda per eliminarmi».
A Roma assolto Marino
Intanto, a Roma, l’ex sindaco Ignazio Marino è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato» in merito alla vicenda della Onlus Imagine, e «perché il fatto non sussiste» per quanto riguardo la contestazione di peculato. Nei suoi confronti le accuse erano di falso, peculato e truffa. La decisione è stata presa dal gup Pierluigi Balestrieri. Oggetto del processo 56 cene, per circa 13 mila euro, pagate dall’ex sindaco con la carta di credito, e la predisposizione di certificati che attestavano compensi destinati a collaboratori fittizi o inesistenti che avrebbe procurato alla Onlus un ingiusto profitto di seimila euro.

7 ottobre 2016 (modifica il 7 ottobre 2016 | 16:56)
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda pianogrande il 07/10/2016, 22:08

Sul malfunzionamento della giustizia, più che dubbi, ci sono certezze.

La nostra giustizia (sia civile che penale) fa davvero paura ma non tanto o non solo ai malandrini.

Questo è un dato di fatto.

Chi riesce a starne lontano (anche rimettendoci qualcosa) lo fa senza indecisioni.

Migliaia di reati prescritti all'anno e cause civili che si tramandano da mammut a elefanti.

Questi anni di inchieste sul nulla forse, e banalmente, dimostrano solo che non hanno avuto tempo di metterci le mani prima.
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda flaviomob il 07/10/2016, 23:08

Cota: "Mi ricordo mutande verdi".

Le sentenze si rispettano ma, se non sbaglio, siamo solo al primo grado di giudizio. Numerosi esponenti politici sono stati condannati per reati ben più gravi a Roma e altrove. Il livello di corruzione della politica italiana è a livelli inauditi rispetto alla UE: certo non possiamo aspettarci che la magistratura inquirente ottenga condanne per tutti gli indagati, ma il suo dovere è, appunto indagare, ovvero dare il via a processi che poi possono concludersi con esiti diversi quando si approfondisce il merito dei fatti.

Ma questo credo che qui tutti lo sappiano benissimo. In Italia manca la cultura delle regole. Marino, comunque, lo avrebbero fatto fuori con qualsiasi pretesto.


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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda mariok il 08/10/2016, 9:00

pianogrande ha scritto:Sul malfunzionamento della giustizia, più che dubbi, ci sono certezze.

La nostra giustizia (sia civile che penale) fa davvero paura ma non tanto o non solo ai malandrini.

Questo è un dato di fatto.



Qui c'è qualcosa di più di un semplice malfunzionamento. Qui c'è in ballo la credibilità dei magistrati e dell'intero sistema giudiziario.

Ripeto, non perché tutte le indagini debbano concludersi con una condanna o perché non sia fisiologico che si verifichino errori giudiziari.

Ma perché è inspiegabile che indagini così semplici (che ci vuole a verificare se con una carta di credito ho comprato delle mutande o ho sostenuto delle spese per il mio ruolo di presidente della regione?), dopo essere durate così a lungo ed aver portato alla richiesta dicondanna dell'indagato si risolvano con un nulla di fatto perché "il fatto non sussiste".

Ormai quando leggo di indagini su tangenti, corruzione ed altro, il buon senso, alla luce di questi fatti, mi porta ad essere scettico ed incredulo.

Le stesse "statistiche" sulla corruzione (che sono basate, ricordiamolo, sulla base delle "percezioni" dei cittadini) cominciano ad essere alquanto dubbie.

Se ci vengono meno anche queste certezze, che cosa ci resta di serio in questo disgraziato paese?
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda pianogrande il 08/10/2016, 12:35

L'illusione che la giustizia sia incorruttibile e non politicamente influenzabile credo che moltissimi cittadini se la siano tolta dalla testa da tempo.

A parte i casi acclarati di magistrati corrotti, ci sono anche comportamenti che i legittimi sospetti li fanno venire.
E non è certo vietato farseli venire.

Tutto è corruttibile (tutto quello che è in mano alle decisioni dell'uomo).

Meglio sospettare e porsi domande.

Il sacro e i santi li lascerei alle religioni.
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda flaviomob il 08/10/2016, 13:22

Cota e Marino appartengono a due "parrocchie" politiche diverse. E' assurdo pensare che siano stati processati da magistrati di "diverso colore" solo perché "nemici". Il magistrato di fronte a denuncia o notizia di reato (o di gravi irregolarità, visto che non credo proprio alla necessità delle mutande verdi per il benessere della popolazione regionale...) ha l'obbligo di procedere. Poi certo le mele marce esistono in ogni categoria, ma qui siamo ai processi alle intenzioni.


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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda mariok il 08/10/2016, 13:37

Mah, credo che qui non si tratti di fare processi alle intenzioni; né tanto meno voler ipotizzare necessariamente l'esistenza di fenomeni di corruzione.

Che il dovere del magistrato, in base al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, sia quello di accertare i fatti a seguito di una notizia di reato è fuori dubbio.

Che un fatto dal punto di vista penale possa essere valutato diversamente è anche possibile ed addirittura fisiologico.

Ma che un'indagine di due anni, che porta la procura a chiedere una condanna a tre anni, si risolva non con una condanna più mite ma con un'assoluzione perché il fatto non sussiste, è e rimane incomprensibile.

Questo indipendentemente dalla "parrocchia" cui appartiene l'indagato.
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda pianogrande il 08/10/2016, 14:47

Se definiamo il dubbio o il sospetto "processo alle intenzioni", allora va sempre tutto bene e il punto interrogativo diventa simbolo di pura malizia e non una ricerca di risposte a domande.

Anche io mi chiedo perché succedano queste cose.
La prima semplicistica risposta che mi sono dato è che non abbiano avuto il tempo per dedicarcisi e qui, al contrario, l'accusa potrebbe essere di banalizzazione.

Insomma e confermo, le domande bisogna porsele.
Il solo fatto di porsi una domanda; di porsi il problema è già un passo avanti verso la verità.
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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda flaviomob il 08/10/2016, 15:18

La truffa va in prescrizione dopo sei anni, il peculato dopo dieci. Probabilmente con un ricorso in appello e uno in cassazione il giuoco sarebbe bello e fatto, in Italia certi reati non vale nemmeno la pena perseguirli.

Ho l'impressione che, più che per motivi giudiziari, Marino e Cota siano stati fatti fuori dai loro stessi partiti.

Ignazio Marino:

"Io ho sempre avuto una grandissima fiducia nella magistratura. In Senato, ogni volta che arrivava una richiesta da una Procura, io votavo a favore, anche in dissenso dal mio partito ".

La ferita più dolorosa?

"Vedere il partito di cui sono stato orgoglioso fondatore che si riunisce insieme agli eletti della lista di Alemanno da un notaio per destituire il sindaco democraticamente eletto. Una delle scene più cupe della democrazia. In quel momento, insieme a me sono stati violentati 700 mila romane e romani".


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Re: Ma che giustizia è?

Messaggioda mariok il 08/10/2016, 17:04

Facendo cosa che non faccio quasi mai, sono andato a guardare un po' di articoli sul FattoQuotidiano.

E' un giornale di cui normalmente non mi fido, essendo platealmente schierato, ma che su indagini e processi è solitamente più informato e più prodigo di dettagli.

C'è in prima pagina un articolo su "rimborsopoli", dal quale vien fuori un quadro della nostra giustizia semplicemente allucinante, che fa impallidire il celebre episodio manzoniano di Renzo ed il dottor azzaccagarbugli.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... e/3081298/

Su Marino solo video sull'entusiasmo dei suoi fan ed una dichiarazione dell'ineffabile Cuperlo che dice che effettivamente, l'averlo dimissionato non è stata una grande idea.

In generale, la notizia non è l'inspiegabile schizofrenia della magistratura, ma il fatto che D'Alema e Veltroni gli hanno telefonato e quel farabutto traditore di Renzi continua ad ignorarlo.

Accetto scommesse. Sono convinto che Marino, se deciderà di rimanere in politica, si guarderà bene dall'intentare una causa per danni contro la giustizia italiana.

Così come non si è avuta più notizia di una sua presunta querela contro Giuliano Ferrara, per analoghe accuse lanciategli circa le spese di trasferta quando era chirurgo negli USA.
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