«Il ladro può evadere» Così il giudice lo liberaAversa. Se si fosse rivolto direttamente ad Astrea, la dea della Giustizia nella mitologia greca, probabilmente non avrebbe avuto tanta fortuna. Ma si è rivolto a un tribunale italiano. E la fortuna lo ha baciato, liberandolo. È la sorte toccata a Francesco Raniero, ladro arrestato ad Arzano la notte del 9 ottobre dai carabinieri della locale stazione. Con un cacciavite, la torcia e la chiave inglese era stato sorpreso a rubare oggetti e pezzi all’interno di una vettura Golf Wolkswagen in via Benedetto Croce.
Un ladro di tutto rispetto: aveva l'essenziale con sé per mettere a segno il colpo, che non era certo quello del secolo, ma andava benissimo lo stesso.
Sbattuto nella cella di sicurezza dai militari, il giorno dopo è finito davanti al giudice monocratico del tribunale di Napoli nord ad Aversa. Che per lui ha deciso la scarcerazione. Il magistrato, nella sua motivazione, scrive: «Ritenuto che sussistono gravi indizi di colpevolezza e che esiste il pericolo di reiterazione del reato, inoltre la misura degli arresti domiciliari non appare efficace perché il Raniero è gravato da precedenti penali in materia di evasione, il giudice rigetta la misura degli arresti domiciliari e dispone la liberazione dell’imputato».
Insomma, siccome Francesco Raniero è un professionista del mestiere ed è inutile applicare gli arresti domiciliari, tanto scapperà, allora è meglio lasciarlo libero da subito.C’è però un cavillo giuridico che traccia la strada della decisione, motivata il 9 ottobre in una pagina.
Il giudice monocratico non può applicare una misura cautelare più grave se il pubblico ministero non la richiede.E così, il ladro è tornato ad Arzano perché «una misura meno afflittiva non appare adeguata per arginare il rischio» che si ripetano furti ed evasioni. Le carceri, inoltre, scoppiano. Con buona pace dei cittadini e degli automobilisti delle varie Wolkswagen. Tutti ad Arzano e dintorni sono a conoscenza, adesso, che servono pezzi di ricambio della Golf.
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« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville