Superati dalla Russia. In coda ai paesi europei. L'Italia perde una posizione nella classifica della competitività.
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 28 set - Alle spalle anche di Panama e tallonata da Portogallo e Mauritius, nelle classifiche del World Economic Forum sulla competitivita' l'Italia ha guadagnato solo due posizioni rispetto al 2007, quando era 46esima, ma la votazione di 4,5 ottenuta quest'anno, e' migliore rispetto al 4,46 dello scorso anno e soprattutto al 4,31 del 2009. La Svizzera, d'altro canto, puo' fregiarsi di un 5,81, Singapore del 5,72, gli Usa del 5,70 e la Germania del 5,57. I voti peggiori per la Penisola arrivano dalle istituzioni (3,5), dal mercato del lavoro (3,6) e, soprattutto, dai mercati finanziari (3,1), categorie in cui e' sempre a fondo classifica, oltre la 100esima posizione. "C'e' qualche segnale incoraggiante, come la maggiore efficienza del mercato del lavoro grazie alle riforme e anche i miglioramenti sul fronte dell'etica", osserva, pero', Di Battista. Ci vorra' tempo, comunque, prima che si vedano i pieni benefici delle riforme e serviranno anche relazioni piu' collaborative tra le parti sociali, rileva lo studio. Anche se migliorata, secondo il Wef, la percezione delle aziende sulla corruzione, la performance della pubblica amministrazione resta scarsa, la burocrazia dilagante e il sistema giudiziario inefficiente (136mo, cioe' terzultimo posto quanto a risoluzione di controversie). Bocciatura secca anche per gli sprechi nella spesa pubblica (130esimo posto). Ma l'Italia continua anche a sperperare il suo talento: solo una donna su tre al Sud lavora e la riforma delle pensioni del 2012, pur necessaria, ha chiuso ancor piu' la porta del mercato del lavoro ai giovani, indica il Wef. Cosi' per la capacita' di mantenere i propri talenti la Penisola e' 107esima, con un voto pessimo (2,9) e per la capacita' di attirare talenti e' 105esima, con una votazione ancora peggiore (2,6). Il punto piu' debole e', pero', i mercati finanziari (122esimo posto). Le banche sono sovraccariche di crediti deteriorati e alcune vanno ricapitalizzate, gli scandali nelle popolari hanno minato ulteriormente la fiducia e la questioni di governance sono state solo in parte risolte, elenca il Wef. "Ma la riforma delle popolari va nella direzione giusta", tiene a rilevare Di Battista. Tra i punti deboli, resta, ovviamente la magnitudo del debito pubblico (135esimo posto), per quanto lo scenario macro-economico abbia dato segnali di ripresa. Restano a favore della competitivita' le dimensioni del mercato italiano (12esimo posto), anche se l'export non brilla (86esimo posto rispetto al Pil). Sanita' e istruzione primaria garantiscono all'Italia un 23esimo posto assoluto e un voto brillante (6,4), l'istruzione secondaria e la formazione vedono la Penisola al 43esimo posto e le infrastrutture il 25esimo (con un buon 5,4). Lo sviluppo del sistema imprenditoriale e l'innovazione restano due buone carte da giocare, anche se nel primo campo l'Italia perde una posizione e va al 25esimo posto, mentre nel secondo resta 32esima. A destare qualche preoccupazione e' il minore slancio nel fare fronte alla transizione digitale: nella 'prontezza tecnologica' l'Italia cede 3 posti e finisce 40esima. Quanto alla riforma costituzionale sottoposta al referendum del 4 dicembre e all'impatto che potrebbe avere, Di Battista non si sbilancia. "Non possiamo dire se questa e' la riforma migliore, non siamo giuristi", indica l'economista del Wef, per poi aggiungere: "ma possiamo dire che lo 'status quo' dal punto di vista economico al momento non funziona".
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notiz ... 42453.html
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Dal 43esimo al 44esimo posto. L’Italia scende di un gradino nella classifica annuale sulla competitività industriale stilata dal Forum economico mondiale (Wef).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09 ... r/3060976/