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D'Alema avvia i comitati per il NO

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda Giovigbe il 06/09/2016, 8:57

Al di là merito e delle simpatie umane e politiche (io peraltro sono favorevole al NO) D'Alema è stato uno dei pochi a dimettersi a seguito di un insuccesso.
Renzi invece cambia le carte in tavola secondo la sua convenienza, dimostrando un attaccamento alla poltrona identico a coloro che voleva rottamare.



Da: Huffington Post
Manca la sinistra del Pd e non ci sono nemmeno i dalemiani dei tempi gloriosi. Massimo D'Alema si presenta al Cinema Farnese di Roma a testa alta ma da qualche parte gli spunta anche la maschera di Edmond Dantès. Noncurante di chi non lo segue nella sua battaglia referendaria, ma anche consapevole di voler regolare alcuni conti rimasti in sospeso. Nel Pd e nel paese.

Sono da poco passate le 14, quando D'Alema, senza cravatta e con passo deciso, entra in una sala piena e caldissima per attaccare a testa bassa la riforma della Costituzione targata Renzi e per inaugurare il comitato per il No al referendum. Il lider Massimo arriva a piedi dalla vicina piazza Farnese, sede della sua fondazione Italianieuropei. Davanti alle telecamere e ai microfoni dei giornalisti che gli chiedono una battuta, risponde con un lapidario "No". Molto simile nel tono a quello che fece il giro del web qualche mese fa.

La sua arringa contro le storture della riforma dura più di 40 minuti e viene pronunciata tutta in piedi, ottenendo un rapporto empatico col pubblico che lo applaude più volte. Tante le frecciate contro il premier, "sono un suo ammiratore - dice - perché è capace di dire qualsiasi cosa e il suo contrario", e contro "gli strateghi del Nazareno che hanno fatto una legge elettorale per un sistema bipolare e poi si sono accorti che non c'è più il bipolarismo". Per entrambi i passaggi i presenti battono le mani con convinzione.

Un'ora prima dell'arrivo di D'Alema, davanti al cinema Farnese ci sono solo tre bidoni per la raccolta dei rifiuti organici, un apecar parcheggiata carica di frutta e verdura che va avanti e indietro, i clienti del mercato di Campo de' fiori e alcuni giornalisti. Segno di un appuntamento fissato senza troppo anticipo e alla bell'e meglio. Piano piano però la gente inizia ad arrivare. L'età media del pubblico alla fine sarà tra i 50 e i 60 anni e le poltroncine rosse della sala saranno quasi tutte occupate.

Tra i volti noti del Pd ci sono i senatori schierati per il No Massimo Mucchetti, Paolo Corsini e Lucrezia Ricchiuti, i parlamentari europei Massimo Paolucci e Antonio Panzieri. Arrivano all'incontro anche l'ex ministro del Lavoro del governo D'Alema, Cesare Salvi e l'ex titolare dei Trasporti nell'ultimo governo di Romano Prodi, Alessandro Bianchi. A sostenere le ragioni del No ci sono anche Alfredo D'Attorre e Arturo Scotto di Sinistra Italiana. In sala compaiono poi l'ex Ds Pietro Folena, l'ex deputato del Pd Roberto Zaccaria, gli ex senatori Vincenzo Maria Vita e Stefano Passigili. A discorso iniziato arriva anche il membro del cda Rai, Carlo Freccero.

Davanti a questa platea l'ex premier, al netto dell'analisi punto per punto per cui bisogna votare No al referendum, non nasconde più di tanto il suo obiettivo: ovvero porre fine al partito della Nazione e alla leadership di Renzi. E alla fine del suo discorso, rivolgendosi direttamente al pubblico dice: "Non perdiamoci di vista anche dopo il referendum, perché c'è bisogno che torni a esserci lo spazio per la partecipazione e per sentirsi orgogliosi di essere militanti di centrosinistra. Vogliamo ritrovarlo tutti assieme". Un appuntamento da lunga marcia della politica, ma, appunto, anche una tentazione da Conte di Montecristo.
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda pianogrande il 06/09/2016, 12:11

Tutti ansiosi e con la bava alla bocca per intestarsi il referendum.
Renzi compreso (pur con la sua tardiva marcia indietro) e questo mi è sempre dispiaciuto.

Se vince il no, sarà divertente vedere tutti questi uniti contro Renzi darsi battaglia e scannarsi per una poltroncina e magari spingere per un sistema elettorale proporzionale lasciando sempre il popolo in attesa di un governo mentre loro saranno impegnatissimi alla caccia di qualcosa d'altro da abbattere.

Col proporzionale non c'è governo ma per le spartizioni si litiga di meno e si può continuare a prendere stipendio e prebende per litigare e che la gente si arrangi.
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda flaviomob il 06/09/2016, 12:51

Guarda che il referendum mica è sul sistema elettorale... ;)


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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda pianogrande il 06/09/2016, 13:22

flaviomob ha scritto:Guarda che il referendum mica è sul sistema elettorale... ;)


Infatti mi stavo riferendo al dopo.

La mia affermazione fa seguito a "se vince il no" e prosegue ....... magari spingere per...

Solo per precisare che lo sapevo.
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda mariok il 12/09/2016, 21:45

Mentre a noi toccano i D'Alema e i Bersani, altrove... :twisted:

David Cameron si dimette anche da deputato e lascia la politica
–di Nicol Degli Innocenti 12 settembre 2016

David Cameron lascia la politica: l’ex premier britannico ha annunciato oggi, a sorpresa, la sua decisione di dare le dimissioni da deputato con effetto immediato. Cameron, che aveva lasciato l’incarico di primo ministro dopo la vittoria di Brexit nel referendum di giugno, ha spiegato che non vuole diventare un problema per la nuova premier Theresa May, che sta facendo «un ottimo lavoro». Essere deputato è stato «un grande onore», ha spiegato, ma la sua presenza in Parlamento inevitabilmente sarebbe «una grande distrazione e un grande diversivo» che ostacolerebbe il lavoro del nuovo Governo.

Per un ex premier è impossibile essere un deputato qualunque, ha detto Cameron, che ha raccontato di avere passato l’estate a riflettere e di avere preso la decisione senza rimpianti e senza ripensamenti ma «con il cuore pesante». Esprimendo la speranza di costruirsi una nuova vita fuori dalla politica, Cameron ha detto che ha «solo 49 anni e voglia di fare qualcos’altro di significativo a livello locale, nazionale o internazionale».

La May è stata informata della decisione e si è mostrata «molto comprensiva», ha detto Cameron. La nuova premier, che era stata nominata ministro dell’Interno da Cameron, ha reso omaggio al suo predecessore, dichiarando che sotto la sua leadership «il partito ha fatto grandi cose: non solo ha stabilizzato l’economia ma ha anche promosso importanti riforme sociali. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per il partito conservatore e sono orgogliosa di avere servito nel suo Governo».

In seguito alle dimissioni di Cameron dovrà tenersi una nuova elezione nella sua circoscrizione di Witney, che l’ex premier rappresenta dal 2001. Nelle elezioni del 2015 aveva ottenuto una maggioranza schiacciante di 25mila voti in una circoscrizione da decenni solidamente Tory.

Dopo quindici anni da deputato, undici anni da leader del partito conservatore e sei anni da premier, Cameron ha deciso di essere arrivato al capolinea. Un anno fa aveva trionfato alle elezioni, conquistando la maggioranza assoluta per il partito conservatore contro tutte le previsioni dei sondaggi. Sembrava destinato a un secondo mandato coronato da successi, ma la sua decisione di indire un referendum sulla Ue «per dare una voce agli elettori» ha avuto un effetto devastante sulla Gran Bretagna e sulla sua carriera politica.

Quando era stato eletto leader dei Tories nel 2005 aveva modernizzato e ringiovanito il partito, professando un interesse per l’ambiente e opinioni liberali su questioni etiche e sociali. Poche settimane fa, dopo le dimissioni da premier, a un giornalista che gli chiedeva di che cosa fosse più orgoglioso di tutto quanto era riuscito a fare come premier, Cameron non aveva esitato. «Avere permesso i matrimoni tra gay, - aveva risposto. – Spero di essere ricordato per questo». Invece Cameron sa che passerà alla storia come il leader che, pur involontariamente, ha portato la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda pianogrande il 12/09/2016, 22:58

Da noi, la poltrona è una proprietà privata e cercare l'avvicendamento è un furto da cui difendersi con le unghie, con i denti e, se proprio insistono, col tradimento.
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda gabriele il 13/09/2016, 8:23

pianogrande ha scritto:Da noi, la poltrona è una proprietà privata e cercare l'avvicendamento è un furto da cui difendersi con le unghie, con i denti e, se proprio insistono, col tradimento.


Eh, non solo da "noi". Solo che noi siamo molto più pezzenti e miriamo sempre più in basso. Una cosa che dispiace se si pensa che "noi" abbiamo dato i natali a Macchiavelli.

L'analisi di Floris espressa ieri dalla Gruber è proprio azzeccata. Siamo passati da una classe dirigente di volponi ad una di "beati" fanciulli inadatti al governo. Quale sia la migliore è ancora tutto da vedere, però dai primi risultati sembra proprio che..."si stava meglio quando si stava peggio"
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda Giovigbe il 13/09/2016, 11:24

Torno al merito

Lo spartiacque è stato il 94. Gli italiani (da sempre con latenti pulsioni fasciste) si innamorarono del "maggioritario".

Volevamo essere come gli inglesi o come gli americani senza avere il senso della cosa comune che è lo stato.

Da noi il maggioritario (peraltro non completo e non con collegi uninominali) si trasformo nel "chi vice piglia tutto....ma proprio tutto....anche lo stato" Berlusconi, maestro ineffabile in questo, riteneva che l'elezione popolare lo ponesse al di sopra della giustizia e di tutti i poteri....era l'eletto!

Mancando di regole condivise e di senso della cosa pubblica anche i piccoli partiti volevano la loro bella fetta di potere ......e fu così che Bertinotti colò a picco Prodi (il migliore di tutti)

Renzi è una brutta copia del berlusca....chiunque si oppone a lui "ruba il futuro agli italiani" .....ecco mi sembra un po' una esagerazione ........peraltro il futuro che lui ha dato ai giovani si sta (purtroppo) dimostrando un po' farlocco .....perché gli industriali finiti gli incentivi ......rimandano a casa tutti.

Allora ben venga un serio maggioritario - 630 collegi uninominali con le primarie di collegio (per selezionare candidati vincenti) e il ballottaggio (per avere una maggioranza)........ma niente nominati ....altrimenti è regime
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda pianogrande il 13/09/2016, 12:20

Collegi uninominali con primarie seguiti da un secondo turno di ballottaggio (nazionale) potrebbe essere una formula un po' complicata perché poi devi stabilire chi lasciare a casa degli eletti dopo il ballottaggio nazionale ma rientra in una ricerca di governabilità.
La rappresentanza delle minoranze va a farsi benedire perché la probabilità che una minoranza conquisti un collegio è piuttosto scarsina ma non si può avere tutto.

Il fatto di attribuire a "pulsioni fasciste" la ricerca della governabilità fa parte di una corrente di pensiero da proporzionale e quindi non ricollego bene con questa opinione la proposta del collegio uninominale.

Con un po' di buona volontà si possono armonizzare governabilità e rappresentatività cercando formule che devono contenere il ballottaggio a livello nazionale e con sbarramento zero o poco più.
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Re: D'Alema avvia i comitati per il NO

Messaggioda Giovigbe il 13/09/2016, 12:56

pianogrande ha scritto:Collegi uninominali con primarie seguiti da un secondo turno di ballottaggio (nazionale) potrebbe essere una formula un po' complicata perché poi devi stabilire chi lasciare a casa degli eletti dopo il ballottaggio nazionale ma rientra in una ricerca di governabilità..


Se perdi il ballottaggio stai a casa - STOP - Non sei eletto
Non capisco chi devo "lasciare a casa"


pianogrande ha scritto:La rappresentanza delle minoranze va a farsi benedire perché la probabilità che una minoranza conquisti un collegio è piuttosto scarsina ma non si può avere tutto.


Permettimi qualche dubbio ........con primarie "serie" (senza cinesi, marocchini e "un euro a voto") in alcuni collegi si affermerebbero (magari perché più conosciuti) esponenti dei partiti minori .......insomma ciò che è successo a Milano con Pisapia è un esempio

pianogrande ha scritto:Il fatto di attribuire a "pulsioni fasciste" la ricerca della governabilità fa parte di una corrente di pensiero da proporzionale e quindi non ricollego bene con questa opinione la proposta del collegio uninominale.


La "pulsione fascista" - non è legata al proporzionale oppure al maggioritario - è quella che fa ritenere l'eletto dal popolo detentore di un potere superiore a quello di altri poteri costituzionali. Ripeto che a noi italiani manca la condivisione di alcune regole (costituzionali) e il senso dello stato come cosa di tutti .....insomma non siamo inglesi.

pianogrande ha scritto:Con un po' di buona volontà si possono armonizzare governabilità e rappresentatività cercando formule che devono contenere il ballottaggio a livello nazionale e con sbarramento zero o poco più.


Già .......è la buona volontà che manca .......è meglio nominare direttamente i rappresentanti del popolo .....che potranno poi dimostrare tutta la loro gratitudine dicendo sempre Si ad ogni richiesta del "potere superiore"
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