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Referendum: le giravoltole di Renzi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 8:01

Referendum, Renzi: "Se passa, i 500 mln risparmiati ai poveri". Ed è polemica nel Pd per la Festa dell'Unità pro sì

La minoranza dem contro il partito per la scelta del logo della kermesse nazionale a favore del sì: "Una forzatura sguaiata". Replica il premier: "Noi siamo immuni dalla sindrome Bertinotti. Ma ho sbagliato a personalizzare". Boschi: "Chi propone di votare no, non rispetta il Parlamento"
di ALBERTO CUSTODERO

ROMA - "Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà, e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno". È l'annuncio del premier Matteo Renzi, fatto parlando degli effetti della riforma istituzionale, in caso di vittoria del sì al referendum. Ma è polemica nel Pd per la scelta di schierare la Festa dell'Unità per il sì al referendum. Alla minoranza dem non piace quello slogan "l'italia che dice sì", affiancato da una grande x verde e rossa che richiama quella che si disegna su una scheda elettorale. E attacca: "Un errore, una forzatura sguaiata, una militarizzazione che rischia di trasformarsi in un boomerang", dicono.


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Referendum, Renzi: "Se passa, i 500 mln risparmiati ai poveri". Ed è polemica nel Pd per la Festa dell'Unità pro sì
ROMA - "Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà, e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno". È l'annuncio del premier Matteo Renzi, fatto parlando degli effetti della riforma istituzionale, in caso di vittoria del sì al referendum. Ma è polemica nel Pd per la scelta di schierare la Festa dell'Unità per il sì al referendum. Alla minoranza dem non piace quello slogan "l'italia che dice sì", affiancato da una grande x verde e rossa che richiama quella che si disegna su una scheda elettorale. E attacca: "Un errore, una forzatura sguaiata, una militarizzazione che rischia di trasformarsi in un boomerang", dicono.
Renzi: "Con il sì al referendum, 500 milioni ai poveri"
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Anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi interviene sul referendum costituzionale. "Chi propone di votare no, non lo rispetta", dice. "Abbiamo scelto di rispettare in toto la procedura prevista dall'articolo 138 della Costituzione per modificarla - ha dichiarato Boschi - questo ha significato scegliere la strada più dura, un impegno notevole. Ma ora è un elemento di forza anche rispetto a chi propone di votare 'No', buttando via due anni di lavoro e ricominciare daccapo, immaginando che ci sia una maggioranza per una riforma diversa. Ma questo vuol dire non rispettare il lavoro che il Parlamento ha fatto: sei votazioni con maggioranze che hanno sfiorato il 60%. Un dibattito vero". In seguito ad alcuni fraintendimenti, una nota dell'ufficio stampa della ministra ha precisato: "La sua affermazione non era affatto riferita a chi legittimamente deciderà di votare 'No' al referendum".

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Referendum, Renzi: "Se passa, i 500 mln risparmiati ai poveri". Ed è polemica nel Pd per la Festa dell'Unità pro sì
ROMA - "Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà, e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno". È l'annuncio del premier Matteo Renzi, fatto parlando degli effetti della riforma istituzionale, in caso di vittoria del sì al referendum. Ma è polemica nel Pd per la scelta di schierare la Festa dell'Unità per il sì al referendum. Alla minoranza dem non piace quello slogan "l'italia che dice sì", affiancato da una grande x verde e rossa che richiama quella che si disegna su una scheda elettorale. E attacca: "Un errore, una forzatura sguaiata, una militarizzazione che rischia di trasformarsi in un boomerang", dicono.
Renzi: "Con il sì al referendum, 500 milioni ai poveri"
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Anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi interviene sul referendum costituzionale. "Chi propone di votare no, non lo rispetta", dice. "Abbiamo scelto di rispettare in toto la procedura prevista dall'articolo 138 della Costituzione per modificarla - ha dichiarato Boschi - questo ha significato scegliere la strada più dura, un impegno notevole. Ma ora è un elemento di forza anche rispetto a chi propone di votare 'No', buttando via due anni di lavoro e ricominciare daccapo, immaginando che ci sia una maggioranza per una riforma diversa. Ma questo vuol dire non rispettare il lavoro che il Parlamento ha fatto: sei votazioni con maggioranze che hanno sfiorato il 60%. Un dibattito vero". In seguito ad alcuni fraintendimenti, una nota dell'ufficio stampa della ministra ha precisato: "La sua affermazione non era affatto riferita a chi legittimamente deciderà di votare 'No' al referendum".
Referendum, Boschi: "Criticarono anche la Costituzione del 1948"
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La replica di Renzi alla minoranza. "Se qualcuno ha la sindrome Bertinotti - ha detto il premier Matteo Renzi parlando, alla Festa dell'Unità di Bosco Albergati (Modena) - per cui chiede sempre di più per non ottenere nulla, io dico che noi dalla sindrome Bertinotti siamo immuni: basta con la rissa continua". "Lo dico qui in Emilia - ha aggiunto - nel giorno in cui Romano Prodi festeggia il compleanno, e lui della sindrome Bertinotti sa qualcosa".

"Regola del fritto: congresso ogni 4 anni". "A tutti quelli che vogliono cambiare la linea del Pd e legittimamente anche il segretario - ha chiarito Renzi, rivolto alla minoranza dem - dico che è anche casa vostra, è un vostro diritto e una nostra gioia confrontarsi. Ma chi vuole cambiare linea e segretario ha il congresso ogni 4 anni, e non una volta al giorno, in tutte le tv e i talk show. Basta con la rissa continua".

"La data non è una priorità per i cittadini". "Nessuno di noi - ha sottolineato il segretario Pd - può pensare che la
riforma costituzionale sia l'argomento che appassiona i cuori. Vedo sui giornali: 'Grande incertezza per la data'. Trovatemi uno a Bosco Albergati o in Riviera, trovatemi uno che sulla spiaggia dice: sono tanto teso perchè non so se si vota il 13 o il 20 novembre. "Nessuno di noi può pensare che la riforma costituzionale sia l'argomento che appassiona i cuori. Vedo sui giornali: 'Grande incertezza per la data'. È evidente che questa non è nella percezione quotidiana la priorità".

"Ho sbagliato a personalizzare". "Anch'io ho sbagliato a dare dei messaggi - è il mea culpa del premier - questo non è il mio referendum. Anche perché questa riforma ha un nome e cognome, Giorgio Napolitano. Ma soprattutto perchè questa riforma è la riforma degli italiani. Io ho sbagliato a personalizzare troppo. Ma ora bisogna semplicemente dire la verità sul merito della riforma. La strategia sul referendum è semplice: dire la verità. La verità gli fa male. Lo sai".

"Chi si vuol fermare si fermi da solo". "Parlamentari che hanno votato sei volte sì ora vogliono votare no: noi siamo pronti a camminare con voi, ma se ci dite di fermarvi, noi non ci fermeremo, se volete fermarvi, vi fermate da soli". Ha detto Renzi rivolto ai parlamentari del Pd che hanno annunciato di votare no. "Dopo trent'anni - ha aggiunto - c'è qualcuno che le cose le sta facendo, questo li manda fuori di testa e dicono no a prescindere".

"Referendum non è sull'italicum o sulla mia simpatia". "Il referendum - ha chiarito il presidente del Consiglio - non c'entra niente con la legge elettorale, non c'entra niente con la simpatia di Renzi. Se si dice no rimane tutto come adesso: vi tenete 945 parlamentari, vi tenete i parlamentari più pagati di Occidente. Poi nessuno si può permettere di alzare la manina e dire: voglio ridurre i costi della politica. L'occasione l'hai avuta". "La domanda - ha aggiunto - non è 'ti sta simpatico Renzi'. Ma è: 'volete ridurre il numero dei parlamentari, superare il bicameralismo paritario, eliminare un ente meraviglioso che si chiama Cnel?' Se passa, elimina costi e posti della politica per 500 milioni all'anno".

Festa dell'Unità, la polemica nel Pd. Il manifesto pubblicato su twitter dal tesoriere del partito, Francesco Bonifazi, scatena una nuova ondata di critiche dei 'Bersaniani', che da tempo chiedono "piena cittadinanza" anche per le ragioni del no.

Proprio non è piaciuto quello slogan "l'Italia che dice sì", affiancato da una grande X verde e rossa che richiama quella che si disegna su una scheda elettorale. "Dal 28 agosto all'11 settembre - scrive Bonifazi su twitter - vi aspettiamo a Catania per la 'Festa nazionale e l'unità con l'Italia che dice sì". Una "forzatura" per Nico Stumpo: "È innegabile che la posizione del Pd sia per il sì, ma è altrettanto innegabile che c'è tanta parte del Pd che non ha esattamente questa posizione. Forzare sulle feste è un po' come escludere un pezzo della nostra storia. Si può fare politica senza essere sguaiati".

Per Miguel Gotor, poi, è una scelta "miope, un errore politico grave". Non si può "trasformare il brand della Festa dell'Unità in una scheda elettorale con la croce sopra". Soprattutto, "continua a essere un errore non volere dare cittadinanza anche alle ragioni del no dentro il pd e nelle feste dell'unità: si schiaffeggiano centinaia di migliaia di nostri elettori che vorrebbero seguitare a votarci alle politiche anche dopo avere scelto il 'no' al referendum e invece si sentono messi alla porta. Forse si pensa di sostituirli con le masse di elettori di Verdini e di Alfano. Ma la sconfitta delle amministrative non ha insegnato nulla?".

Drastico anche il giudizio di Federico Fornaro: "Gli ultimi i sondaggi dicono che un terzo elettori del centrosinistra è orientato a votare no. Mi pare si continui a negare l'evidenza. Attenzione però che a decidere saranno gli indecisi e se si continua sulla linea del referendum sul governo il risultato rischia di essere già scritto. Nessuno nega che gli organismi di partito si siano espressi chiaramente per il sì, da qui a militarizzare la propaganda, a farlo diventare una sorta di battaglia finale, ce ne corre".

http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... ef=HREC1-2
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 8:03

Referendum, la retromarcia del premier Renzi: “Ho fatto un errore a personalizzare troppo”
Matteo Renzi Festa de l’Unità Bosco Albergati

Il capo del governo: “Questa riforma non è mia, ha un padre che si chiama Napolitano”. Se passa il Sì? “500 milioni risparmiati ai concittadini che non ce la fanno”. E avverte la minoranza dem: "Basta rissa. Chi vuole cambiare linea o segretario, si ricordi che ogni 4 anni c'è il congresso"
di F. Q. | 9 agosto 2016

Parla alla Festa dell’Unità di Bosco Albergati, in provincia di Modena. Lo stesso luogo da dove tre anni fa lanciò la propria candidatura alla guida del Pd. E il cuore dell’intervento di Matteo Renzi è il referendum: “Se passa – dice – i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno”. Un mezzo miliardo di risparmi dato dal nuovo Senato e dall’abolizione definitiva delle Province del quale aveva parlato il ministro Boschi. Numeri che, però, non hanno trovato riscontro nei calcoli della Ragioneria di Stato, che ha parlato di cifre non quantificabili.

Proseguendo sul referendum, Renzi fa un passo indietro sulla modalità usata finora. Spiega di avere “sbagliato a dare dei messaggi: questo referendum non è il mio referendum – puntualizza -, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all’Italia”. L’ex presidente della Repubblica, peraltro, aveva ammesso che nel testo “ci sono delle imperfezioni“, ma – aveva aggiunto – mi auguro che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”.

In ogni caso, prosegue il premier, ora bisogna parlare con tutti, anche fuori dalla maggioranza, anche con i Cinquestelle. Ci tiene però a sottolineare che la consultazione “non c’entra niente con la legge elettorale” poi aggiunge: “A questa riforma nel merito è quasi impossibile votare no. Il referendum prevede un sì o un no, se si dice no rimane tutto come è adesso. E’ importante perché abbiamo preso un impegno con gli italiani: dopo anni di chiacchiere le cose si fanno”. Stesso punto di vista del ministro Boschi, convinta che si tratti del “cambiamento che stiamo proponendo al Paese”. Ricorda che i comitati del No, pur provandoci, non sono riusciti a raccogliere le firme necessarie “anche perché – continua – non è mica facile fare i tavolini e dire ‘potresti cortesemente firmare per mantenere lo stesso numero di parlamentari di adesso’. Non è mica facile, già il fatto che abbiano fatto qualche migliaia di firme è importante, bisogna fargli i complimenti, non bisogna prenderli in giro”.

Renzi sottolinea “che qualcosa è oggettivamente iniziato a cambiare ed è merito del Pd che ha scelto di cambiare e fare le cose concretamente, qualcuna riuscita meglio, qualcuna peggio. Oggi in questo paese c’è qualche diritto in più e qualche tassa in meno”. E ricorda qual era la situazione tre anni fa: allora “c’era Napolitano che non riusciva a dimettersi le riforme erano bloccate, la riforma costituzionale era su un binario morto, Berlusconi primo nei sondaggi, si discuteva su come togliere la tassa sulla prima casa poi non ci si riusciva, la cultura faceva notizia per i crolli, l’Expo sembrava impossibile, i diritti civili non erano all’ordine del giorno e le grandi opere erano cantieri infiniti”.

Stop, poi, a chi, dentro il Pd, sostiene il no chiedendo di ricominciare da capo in Parlamento. “A tutti quelli che vogliono cambiare la linea del Pd o cambiare, del tutto legittimamente il Pd, dico con il sorriso ‘questa è casa vostra’. Non è solo un vostro diritto ma è una nostra gioia poterci confrontare”. Tradotto: “Chi vuole cambiare linea o segretario, si ricordi che ogni 4 anni c’è il congresso, non una volta al giorno in tutte le tv e tutti i tg o i talk show”. Fuori dal Pd, continua, “non c’è il socialismo rivoluzionario ma c’è la destra e il M5S. Se qualcuno pensa di essere contagiato dalla ‘Sindrome di Bertinotti‘, per la quale chiede sempre di più, per poi non ottenere nulla e perdere anche quello che aveva prima, voglio far sapere che noi dalla Sindrome Bertinotti siamo immuni”.

Invita a chiedere “a Prodi che oggi festeggia a pochi chilometri da qui il suo compleanno, lui lo sa bene cosa vuol dire la Sindrome Bertinotti. C’è gente tra di noi che pur di far perdere i propri, non esita a mandare a casa un intero sistema. Noi abbiamo a cuore l’Italia e non le correnti interne, vengano al congresso, se vincono il congresso lo guideranno loro e chi perde starà all’opposizione, come è giusto che sia. Ma basta con la rissa, con la rissa continua perde l’Italia”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... i/2965847/
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 8:05

500 milioni ai poveri?

Caro Renzi, alla faccia del populismo di sodio!

Se accorpavi il referendum sulle trivelle alle amministrative, risparmiavi più di 300 milioni. Di quelli però non parli, eh? In quel caso i poveri potevano continuare a mangiare cartone
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda Robyn il 10/08/2016, 11:22

non è vero come dicono i cinquestelle che con la riforma il senato viene preso ostaggio di persone che hanno problemi con la giustizia parandosi dietro l'immunità anche perche all'origine c'è il filtro trasparenza sulle liste del prefetto,questo in ambito regionale.I problemi sono di altra natura dalla esigua rappresentanza alla mancanza della rappresentanza paritetica,alla legge elettorale a collegi.Si ripete incessantemente il mantra di bertinotti,nell'anno 2070 saremo ancora a dire bertinotti ha fatto cadere il governo.Poi và messo un'argine a chi propone il vincolo di mandato e l'abolizione del voto segreto nel csx dovrebbe essere impossibile anche farne cenno.Il vincolo di mandato è una caratteristica tipica dei paesi a socialismo reale non delle liberaldemocrazie.Adesso renzi dice basta ai litigi e alle divisioni ma rimangono parole al vento se non si opera concretamente in questa direzione.La critica non è un modo per dividere ma per indurre a fare meglio.In merito al senato 200 non cambia i costi perche P zzo Madama non dà più indennità.Il consigliere regionale ha solo l'indennità della regione a prescindere se vada o meno al senato
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda pianogrande il 10/08/2016, 12:06

Si dibatte sulle date accusando Renzi di volere la data propizia a lui.

Critica perfettamente reversibile.

Ognuno vuole la legge elettorale più propizia a lui e la data e la frequenza delle elezioni più propizia a lui; e così per i congressi (giusta l'osservazione di Renzi).

Per il resto, vanno avanti le rispettive delegittimazioni che, a dargli retta,siamo un popolo di delegittimati.

Questo per trascurare gli insulti (PiDioti, pecoroni, appecoronati, etc. etc.) ormai messi in rete col copia-incolla dai grillini e dalla destra e sinistra neanche tanto estreme.

Una campagna referendaria più squallida e triste di questa non mi era mai capitata.

Io voterò SI e magari vado al seggio con la maglietta con scritto PiDiota.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda Robyn il 11/08/2016, 9:39

il problema del passaggio da uno schieramento all'altro il trasformismo non dipende dal divieto di mandato imperativo ma dalla legge elettorale cioè dalle liste bloccate.Se si và in una lista bloccata si và di qua e di là perche non si è eletti da nessuno.Ma essere eletti dagli elettori non stabilisce un vincolo privato perche il parlamentare deve mediare e filtrare le istanze degli elettori perche gli elettori agiscono stando dentro il perimetro della costituzione.Semplicemente l'elettore alle successive elezioni può riconfermare o non riconfermare il deputato
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 11/08/2016, 9:46

pianogrande ha scritto:
Questo per trascurare gli insulti (PiDioti, pecoroni, appecoronati, etc. etc.) ormai messi in rete col copia-incolla dai grillini e dalla destra e sinistra neanche tanto estreme.

Una campagna referendaria più squallida e triste di questa non mi era mai capitata.

Io voterò SI e magari vado al seggio con la maglietta con scritto PiDiota.


Ormai siamo alla frutta.

Dai pianogrande, ho capito bene le tue motivazione per le quali voti sì e le rispetto anche se non le condivido, ma non raccontarmi la storia dell'orso sui "pidioti" i pecoroni e gli appecoronati ;)

PS ti sei dimenticato "grullini" (chapeau). Questo chi li fa girare? :lol:
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 11/08/2016, 9:49

Robyn ha scritto:il problema del passaggio da uno schieramento all'altro il trasformismo non dipende dal divieto di mandato imperativo ma dalla legge elettorale cioè dalle liste bloccate.


Non so se sia proprio così, fatto sta che il gruppo parlamentare "misto" cresce sempre di più. Il trasformismo deve essere regolato da un sistema di recall, mediante ferree regole di attuazione in base a precise tempistiche.
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda Robyn il 11/08/2016, 11:17

Quello di cui parli proprio non se parla sappiamo che sono regole pericolose che indebolirebbero il parlamento e rafforzerebbero di più altri poteri,sono una specie di regole che si prestano all'autoritarismo.Quello che bisogna capire è se il paese è preparato per la riforma costituzionale.Perche,sì ad una democrazia meno faraginosa in cui si possa legiferare ma si anche ad una democrazia che garantisca e contemperi l'esigenza di legiferare con le garanzie e la libertà.La democrazia parlamentare subisce attacchi da più direzioni.La prima è l'attacco al divieto di vincolo di mandato la seconda l'indebolimento della sua indipendenza attraverso il taglio dell'indennità al parlamentare la terza sono le liste bloccate la quarta il'attacco al voto segreto
Ultima modifica di Robyn il 11/08/2016, 11:23, modificato 1 volta in totale.
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Re: Referendum: le giravoltole di Renzi

Messaggioda gabriele il 11/08/2016, 11:22

Robyn ha scritto:Quello di cui parli proprio non se parla sappiamo che sono regole pericolose che indebolirebbero il parlamento e rafforzerebbero di più altri poteri,sono una specie di regole che si prestano all'autoritarismo.


Nulla di più lontano dalla realtà. Il gruppo misto ora come ora è la terza forza parlamentare
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