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Direzione PD

MessaggioInviato: 05/07/2016, 11:57
da gabriele
Ieri ho sentito per radio alcuni interventi durante la direzione del Partito. Non ho avuto modo di sentire Cuperlo, ma De Luca e Fassino sì.
Sempre la solita minestra. Grandi propositi...

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 05/07/2016, 12:24
da mariok
Renzi: "Da Prodi a Veltroni ho sempre detestato gli attacchi che sono stati fatti a chi guidava senza avere una strategia alternativa. Se c'è una strategia alternativa e ha i numeri ben venga, questo partito è di tutti"

E' l'unico passaggio che mi è piaciuto di questa direzione ed è il principale motivo per il quale non ci sono alternative a Renzi.

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 05/07/2016, 12:26
da gabriele
mariok ha scritto:Renzi: "Da Prodi a Veltroni ho sempre detestato gli attacchi che sono stati fatti a chi guidava senza avere una strategia alternativa. Se c'è una strategia alternativa e ha i numeri ben venga, questo partito è di tutti"

E' l'unico passaggio che mi è piaciuto di questa direzione ed è il principale motivo per il quale non ci sono alternative a Renzi.


Concordo. Il resto del partito in questo momento è frammentazione

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 05/07/2016, 19:48
da Robyn
La strategia alternativa c'è ed esiste è Renzi che o non la sà implementare o non la vuole implementare.Per ex sul job act non è un rifiuto totale ma ci sono alcune cose da cambiare per ex un art 18 che non impedisca la flessibilità ,ma che non generi precarietà e sulla prova che non può durare più di un anno.Poi le altre cose come l'estensione degli ammortizzatori regole semplici traducibili in inglese la formazione nei centri dell'impiego vanno bene.Per quel che riguarda il welfare è il tempo di agire e di rimodellarlo.Anche la forma partito la legge elettorale le riforme costituzionali possono essere migliorate

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 06/07/2016, 16:58
da mariok
Ogni dieci anni la storia si ripete.

Cambiano solo i personaggi.

Al posto di Mastella oggi c'è Alfano, al posto di Bertinotti e Ferrero ci sono Bersani e Speranza, al posto di Berlusconi ci sarà Grillo (o la sua controfigura Di Maio).

Dobbiamo solo scoprire chi sarà il Monti di turno (Draghi?) quando bisognerà raccogliere le macerie.

Fronda senatori Ncd promette crisi: "Subito fuori da governo, torniamo nel centrodestra"
Il senatore Esposito, vicino a Schifani: "Non dobbiamo aspettare il referendum". E sul partito: "Non siamo più ai leader, ma ai sottoleader". A Palazzo Madama i dissidenti sono otto e rischiano di mandare sotto la maggioranza

di TOMMASO CIRIACO

06 luglio 2016

ROMA - "Dobbiamo uscire dal governo. Quando? Già domani. Renzi non reggerebbe? Non è un mio problema". Uno dei senatori più influenti del Nuovo centrodestra al Senato, Giuseppe Esposito, alza il tiro contro Matteo Renzi. Chiede ad Angelino Alfano di lasciare la compagine di governo e non si preoccupa delle conseguenze politiche: "Quello che dovevamo fare, l'abbiamo già fatto". Esposito, legato al capogruppo Renato Schifani, è uno degli otto senatori alfaniani che lavorano per ricostruire il centrodestra e spingono per una rottura immediata con il Pd. Per la crisi di governo, insomma.

Senatore Esposito, volete abbandonare l'alleanza con Renzi e ricostruire il centrodestra?
"Innanzitutto non utilizzerei la formula 'volete', perché ancora non ci siamo confrontati: speravo nella riunione di gruppo di ieri sera, ma purtroppo è stata sconvocata. Spero si tenga presto, per permettere a singole posizioni di confrontarsi. Comunque non voglio lasciare il Nuovo centrodestra".

E allora cosa chiede?
"Voglio che Ncd diventi un soggetto pronto ad approdare in un centro moderato. Fino ad oggi, invece, l'esperienza del nostro partito è stata sacrificata alla nostra presenza nel governo".

Avete rotto con Berlusconi per partecipare a questo esecutivo.
"Abbiamo fatto cose buone per l'Italia, altre che non sono state il massimo. Adesso però è finita la fase d'emergenza. Dobbiamo uscire dal governo".

Parole pesanti. Quando pensa che dovreste lasciare l'esecutivo?
"Domani. Dobbiamo lasciare il governo e ricostruire l'area moderata".

Una parte del partito non è d'accordo. E anche Alfano nutre dubbi.
"Senta, ci chiamiamo Nuovo centro destra: io resto ancorato con entrambi i piedi nel centrodestra, gli altri non so, magari hanno cambiato idea...".

Non è il caso di attendere almeno luglio, il dibattito sulle eventuali modifiche all'Italicum, e magari anche il referendum costituzionale di ottobre?
"Non dobbiamo aspettare nulla. Noi abbiamo contribuito ad approvare anche buone leggi, ma il referendum non rappresenta un passaggio politico: riguarda i cittadini e non è vincolante per il governo. Possiamo lasciare il governo e poi ciascuno può decidere se stare con il Sì o con il No".

Ma se uscite dal governo, come si regge l'esecutivo? Sarebbe crisi.
"Possiamo anche uscire dal governo e far sì che l'esecutivo resti comunque fino al referendum".

Non credo Renzi accetterebbe.
"Senta, comunque non è un mio problema. Il mio problema era portare l'Italia fuori dal guado. Diciamo che ci siamo riusciti, o quantomeno possiamo dire che adesso il Paese almeno sta galleggiando".

Sulle sue posizioni ci sono otto senatori. Siete una minoranza nel partito, pensa che sia possibile convincerne altri?
"Sono convinto che nel partito si debba aprire una discussione. Solo allora si vedrà se c'è una maggioranza schiacciante o se magari si verifica uno splittamento consensuale tra due posizioni diverse. Sa qual è il problema? Che ormai non siamo più al partito dei leader, ma dei sottoleader. Ognuno parla per se stesso, e non si da spazio al confronto e alla condivisione".

Lei andrà alla riunione del centrodestra che si terrà oggi al Senato, in nome del No al referendum?
"Sì, anche se penso sia un errore legare questo incontro al No al referendum. Vado per ascoltare e per comprendere le posizioni. Vado per partecipare alla riflessione sul centrodestra".

Tutto questo mentre Alfano è sotto i riflettori dei media, dopo l'inchiesta che ha lambito il padre del ministro e il fratello per l'assunzione alle Poste. Tutto questo influirà sulle scelte del leader, rispetto alla permanenza di Ncd al governo?
"Alfano è inutilmente sotto i riflettori, perché sono convinto che non c'entri nulla in questa storia. E' fango nel ventilatore. Detto questo, non penso che i fatti personali possano influire sulle scelte politiche".

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 06/07/2016, 18:41
da gabriele
mariok ha scritto:Ogni dieci anni la storia si ripete.

Cambiano solo i personaggi.


Aspetta...

...e Renzi chi sarebbe? Bersani!? :lol:

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 06/07/2016, 20:00
da pianogrande
gabriele ha scritto:
mariok ha scritto:Ogni dieci anni la storia si ripete.

Cambiano solo i personaggi.


Aspetta...

...e Renzi chi sarebbe? Bersani!? :lol:


Sarebbe Prodi.

Nel nostro paese è vietato governare.

Il NCD è rimasto una congrega di infiltrati che adesso, tramontato Berlusconi che ormai conta quanto me, non ha più motivo di stare dove sta e vuole entrare (o individualmente vogliono entrare) nella guerra di successione magari come "sottoleaders".

Il linguaggio è sempre lo stesso: viscido e attendista.
Il cartellino del prezzo viene sicuramente esposto in ambiti più ristretti.

Chi è l'acquirente ancora non si sa e questo aspetto potrebbe anche riservare sorprendenti sorprese.

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 06/07/2016, 20:45
da Robyn
Questa cosa si intreccia anche con le vicende giudiziarie.Le vicende gudiziarie che non sfiorano Angelino Alfano a noi non interessano.Dobbiamo sempre mantenere un'atteggiamento di neutralità

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 07/07/2016, 9:27
da gabriele
pianogrande ha scritto:
Sarebbe Prodi.



Impietoso il paragone :shock:

C'è un abisso fra Prodi e Renzi

Re: Direzione PD

MessaggioInviato: 07/07/2016, 12:57
da mariok
gabriele ha scritto:
pianogrande ha scritto:
Sarebbe Prodi.



Impietoso il paragone :shock:

C'è un abisso fra Prodi e Renzi


Sarà anche vero, ma il secondo Prodi non è che abbia fatto granché. A parte una controriforma delle pensioni, costata 10 miliardi, per il resto non è riuscito a far nulla in materia di mercato del lavoro, i Dico o una qualunque legge sui diritti civili, nemmeno a parlarne. La riforma dell'Irpef, con il passaggio dalle deduzioni (sulla base imponibile) alle detrazioni (sul carico fiscale) si tradusse in una mazzata attraverso la maggiore incidenza delle addizionali comunali e regionali, che non hanno nemmeno il carattere della progressività.

Tuttavia, a prescindere dalla maggiore simpatia del primo rispetto al secondo, entrambi sembrano vittime del combinarsi di varie minoranze (di centro e di sinistra) che li hanno portati alla progressiva paralisi fino al definitivo affondamento.

Ovviamente senza mai prospettare un'alternativa, ma facendo il gioco di qualcun altro.