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Renzi: un altro record

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Renzi: un altro record

Messaggioda flaviomob il 18/06/2016, 15:46

Ad aprile il debito pubblico è salito a 2.230,845 miliardi contro i 2.228,7 miliardi di marzo secondo le rilevazioni di Banca d’Italia. Lo riporta l’Ansa, che spiega come l’incremento del debito sia stato inferiore al fabbisogno del mese (7,8 miliardi), grazie alla riduzione di 5,2 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine aprile pari a 64,7 miliardi; 83,1 miliardi nello stesso periodo del 2015) e all’effetto complessivo dell’emissione di titoli sopra la pari, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (0,5 miliardi). Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 1,7 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è aumentato di 0,4 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. Il nuovo record del debito pubblico è stato commentato in modo circostanziato dal presidente del Consiglio. Renzi ha fatto notare, correttamente, come il debito pubblico debba essere valutato non in termini assoluti, ma in relazione alla ricchezza nazionale prodotta. Secondo la guida dell’esecutivo il debito si è stabilizzato da quando è arrivato al governo. Vista la bassa crescita nominale del Pil, l’effetto calmierante sul debito italiano è stata apportato dal successo delle politiche monetarie della Bce, che hanno ne hanno diminuito il costo per servirlo.

http://www.gadlerner.it/2016/06/16/il-n ... o-italiano
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“Il debito pubblico italiano è come un macigno che pesa sulla crescita italiana, ma l'Italia può liberarsene”, dice Carlo Cottarelli, direttore esecutivo dell’ FMI, il Fondo Monetario Internazionale, alla presentazione del suo saggio "Il Macigno" organizzata dallo US-Italy Global Affairs Forum presso la Johns Hopkins University, School of Advanced International Studies (SAIS) di Washington. L’indebitamento pubblico italiano è un pozzo senza fondo che Cottarelli conosce molto bene, essendo stato Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica durante il Governo Letta.

http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/articoli/C ... 26d02.html
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"Il pil reale sta facendo la sua parte. In base ai dati attuali siamo almeno a una crescita dell'1%, ma credo che faremo ben di più", ha concluso Padoan. Il governo prevede per quest'anno una discesa del debito/pil al 132,4% dal 132,7%.

http://www.soldionline.it/notizie/macro ... prile-2016
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Secondo quanto reso noto dall’Ocse nel suo Economic Outlook si prevede un rapporto debito-Pil pari al 132,8% quest’anno

http://www.wallstreetitalia.com/news/oc ... a-in-2017/


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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda pianogrande il 18/06/2016, 16:37

Si continua imperterriti a far debito.

Ormai i commenti li abbiamo fatti tutti.

Resto senza parole e guardare i numeri che crescono.
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda mariok il 18/06/2016, 17:55

Certamente la sensazione non è di un risanamento della spesa pubblica, non tanto in termini quantitativi quanto in termini qualitativi (sprechi, corruzione ecc.).

Tuttavia non ci si può dimenticare delle conseguenze disastrose che le cosiddette politiche di austerity, cioè di tagli drastici della spesa, possono avere sull'andamento dell'economia.

A parte i tantissimi economisti di sinistra che per anni ci hanno ripetuto che solo politiche anti-cicliche possono rendere il debito più sostenibile (ed oggi attaccano Renzi per una gestione non sufficientemente austera dei conti pubblici), persino l'FMI ha rivisto le sue analisi, arrivando ad affermare di essersi clamorosamente sbagliato nella valutazione degli effetti recessivi di politiche fiscali restrittive.

Secondo lo stesso Fondo, ogni euro di tagli alla spesa provocherebbe 1,5 euro di riduzione del pil. Inoltre una riduzione anche significativa del debito (per esempio dal 120% al 100% del pil) non ridurrebbe sensibilmente i rischi di una possibile crisi fiscale, mentre provocherebbe danni certi alla domanda e quindi all'occupazione.

Va detto comunque che i conti italiani registrano comunque un avanzo primario, cioè al netto degli interessi lo stato spende meno di quanto incassa.

Il problema è costituito piuttosto dalla qualità della spesa (soprattutto in termini di rapporto tra spesa corrente ed investimenti) che tuttavia richiede, per una sua significativa riqualificazione, tempi medio-lunghi.
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda pianogrande il 18/06/2016, 20:59

mariok ha scritto:...........................

Va detto comunque che i conti italiani registrano comunque un avanzo primario, cioè al netto degli interessi lo stato spende meno di quanto incassa.

Il problema è costituito piuttosto dalla qualità della spesa (soprattutto in termini di rapporto tra spesa corrente ed investimenti) che tuttavia richiede, per una sua significativa riqualificazione, tempi medio-lunghi.


L'avanzo primario è già una bella notizia.
Ma allora, l'aumento del debito è dovuto tutto ad interessi?
Meno male che con l'Euro gli interessi sono bassissimi.
Diversamente saremmo alla rovina e il debito stratosferico che abbiamo deve fare paura innanzitutto per questo.

La qualità della spesa credo proprio sia fondamentale; sia come rapporto spesa corrente/investimenti che come qualità contenuta nelle due voci: stipendifici da burocrazia inutile e corruzione in testa.
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda trilogy il 18/06/2016, 21:13

Attualmente la spesa per interessi è superiore ai 70 miliardi l'anno.
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda pianogrande il 18/06/2016, 21:44

trilogy ha scritto:Attualmente la spesa per interessi è superiore ai 70 miliardi l'anno.


E questo mi fa veramente paura e non credo proprio solo a me.

Corrisponderebbe a una media intorno al 3%.

Ecco l'importanza del costo del denaro.
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda flaviomob il 19/06/2016, 1:09

La cifra più o meno corrisponde:

Debito pubblico: 66 miliardi in più nel 2014


http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... 107200742/

Il punto è che le manovre anticicliche dovrebbero essere in auge da otto anni (cioè dall'inizio della crisi) mentre con Monti si è registrata una fase recessiva.
Inoltre il caso italiano è fortemente distorto dalla componente di spesa pubblica legata agli sprechi, al mancato introito da evasione fiscale, all'incremento delle spese per appalti "comprensivi di tangenti", al nero, etc etc.
Va rilevato che anche gli sprechi hanno un legame con le "raccomandazioni" che non permettono di emergere, ad esempio, ai fornitori migliori ma a quelli "lubrificanti".
Il problema strutturale di questa crisi, poi, è la continua diminuzione del potere d'acquisto reale della classe media, medio-bassa e bassa, che incide cronicamente in una contrazione dei consumi.

in fondo alla scala sociale, le fila si ingrossano. Nel 2009, questa povertà relativa coinvolgeva quasi l'11 per cento delle famiglie italiane, oggi sono più di 3 milioni, cioè vicini al 13 per cento. Altrettanto male, però, sta chi rischia, ogni mese, di slittare sotto quella soglia, chi guadagna 1100, 1200 euro. Sono i "quasi poveri", un altro 6 per cento di famiglie, perennemente in bilico.

Chi sono questi poveri? In Italia, ci sono ormai più di 3 milioni di disoccupati, di cui solo 2 milioni e mezzo ricevono il sussidio. Poi ci sono più di un milione e mezzo di cassintegrati. Soprattutto, ci sono oltre 7 milioni di pensionati che, ogni mese, vedono arrivare dall'Inps meno di quei mille euro della soglia di povertà.
---
il vero colpo è arrivato fra il 2011 e il 2012, con l'avvitarsi della crisi e dello spread: il potere d'acquisto è sceso in un solo anno di un altro 5 per cento. La spesa di 100 euro del 2008, ora è più magra di 10 euro.


http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -73381425/
(articolo del 2013)


... nella nuova fase del capitalismo avanzato alla crescita del prodotto interno lordo non corrisponde un generale benessere della popolazione bensì un aumento spaventoso della disuguaglianza che comporta l'espulsione dei cittadini - spesso della classe media - dall'habitat che avevano costruito: la casa, il posto di lavoro, ma anche il luogo dove sono cresciuti, la terra che coltivavano.


http://www.huffingtonpost.it/laura-edua ... 73060.html

Inoltre noi italiani abbiamo forti diseguaglianze di reddito e ciò sfavorisce le classi che consumano più beni primari:

https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per ... di_reddito

http://www.oxfamitalia.org/wp-content/u ... finale.pdf

Infine, le regioni del Sud ormai hanno un PIL pro capite lontanissimo dai parametri continentali.


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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda diffidente il 26/06/2016, 13:17

Renzi, nonostante quello che pensino Civati e Fassina, é molto considerato in Europa tanto é vero che l Merkel; come PRIMO atto dopo lil referendum per uscire dall'UE, ha convocato un vertice con Juncker, Hollande e, appunto, Renzi. Non vi erano il premier spagnolo, potoghese, polacco o olandese, ma vi erano Hollande e Renzi.
Ora mi piacerebbe sapere come gli intellettuai che credono che Renzi non conti nulla giustificano questo invito che attesta qunto l'Italia di Renzi abbia ritrovato serità e credibilità internazionali
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda pianogrande il 26/06/2016, 13:21

diffidente ha scritto:Renzi, nonostante quello che pensino Civati e Fassina, é molto considerato in Europa tanto é vero che l Merkel; come PRIMO atto dopo lil referendum per uscire dall'UE, ha convocato un vertice con Juncker, Hollande e, appunto, Renzi. Non vi erano il premier spagnolo, potoghese, polacco o olandese, ma vi erano Hollande e Renzi.
Ora mi piacerebbe sapere come gli intellettuai che credono che Renzi non conti nulla giustificano questo invito che attesta qunto l'Italia di Renzi abbia ritrovato serità e credibilità internazionali


A prescindere da tutto, non dobbiamo confondere l'importanza di Renzi con l'importanza dell'Italia.

Chi dovevano invitare per discutere con l'Italia, il mio idraulico?
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Re: Renzi: un altro record

Messaggioda diffidente il 26/06/2016, 13:24

Berlusconi no sarebbe stato invitato l'Italia a guida mafioberlusconiana non sarebbe stata invitata mentre l'Italia di Renzi, a dispetto di quello che dicono molti intellettuali antirenziani, ha quantomeno riconuistato un po' piu' di rispetto e credibilità.
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