http://www.termometropolitico.it/121941 ... rmine.html
----
Un'altra analisi che conferma che il jobs act è stato uno spreco inutile di denaro pubblico.
inoltre:
Si tratta di un fenomeno in fondo chiaro. Le aziende che maggiormente nelle assunzioni da fare o non fare guardano al costo e quindi a incentivi momentanei sono quelle piccole e medie, attività nel campo dei servizi, delle costruzioni, più presenti al Meridione. In generale quelle più sensibili alle congiunture del mercato e meno attrezzate davanti ai rovesci dell’economia.
E non c’è però solo questo aspetto. Dagli ultimi dati dell’INPS vediamo per esempio un balzo degli stipendi medi dei nuovi assunti a tempo indeterminato, che salgono a 2 mila euro lordi, mentre quello dei nuovi lavoratori a termine rimangono fermi.
E’ chiaro che stanno mancando proprio le assunzioni di quei lavoratori meno specializzati e meno costosi che gli incentivi volevano favorire.
E’ evidente come in questo caso non è una maggiore licenziabilità che è decisiva, ma il costo. Un costo che considerando non solo il cuneo fiscale, ma anche gli indennizzi, aumentati con il jobs act, in caso di licenziamento, rimangono alti.
Insomma, tra contratto a termine e contratto a tempo indeterminato è una questione di costi di licenziamento, assenti nel caso di contratto a termine, e non solo, e poi di forza contrattuale del dipendente.
La tipologia di contratto, a parità, di costo è anche una sorta di premio e di pagamento non monetario che viene dato al dipendente più ambito e necessario. Si tratta di cambiare la mentalità, oltre che di diminuire i costi, “sposare” un dipendente diventa sempre più un atto non scontato e se possibile evitabile per molti imprenditori
Questo vuol anche dire che il mercato del lavoro è fermo.