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election day

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

election day

Messaggioda Robyn il 16/05/2016, 19:31

Per stimolare la partecipazione non c'è solo il lunedi.La prima è far votare il lunedi e questo costerebbe di più.In altri paesi per stimolare la partecipazione in un solo giorno hanno riempito i supermercati e le località più prossime agli elettori di postazioni per votare
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Re: election day

Messaggioda mariok il 17/05/2016, 9:10

La riprova che alle opposizioni, sia interne che esterne, non sta mai bene nulla.

Evidentemente gente come Letta ha ben poco a cui attaccarsi.

le scelte dei partiti
Il retroscena.
Dopo la scelta effettuata ieri a Palazzo Chigi salta definitivamente l’ipotesi di tenere in due giorni anche il referendum di ottobre. Il Quirinale favorevole alle urne di lunedì
Il premier: “La richiesta era dei partiti d’opposizione Io non temo l’election day”
GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA. 17/5/2016

La ricostruzione di Matteo Renzi ha un punto di partenza: «Non me n’è mai fregato nulla di fare le elezioni in due giorni. Anzi, fin dalla prima Leopolda noi abbiamo sostenuto l’Election day ed eravamo contrari all’ipotesi del raddoppio ». Questo non significa che alla fine il premier fosse contrario ad allungare le date favorendo la partecipazione. «Abbiamo verificato i costi — spiega raccontando il dietrofront ai suoi collaboratori —. Lasciare aperti i seggi sarebbe costato 4 milioni e 800 mila euro in più. Anche se non ero d’accordo mi sembrava una scelta di buon senso votare anche lunedì. Mi sono detto: perché no?».
Alla fine, la risposta è stata: perché no. Il governo ci ha ripensato e il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dovuto annullare il decreto legge che fissava il voto di domenica e lunedì. Per Renzi non era una battaglia campale, ma adesso è abbastanza infuriato per la polemica delle opposizioni. «Hanno contestato la decisione del 5 giugno perché coincideva con il ponte del 2. Ma il 15 maggio, domenica scorsa, non si poteva fare perché si svolgeva la festa degli Alpini. Il 12 giugno è una festa ebraica. Abbiamo individuato il 5. Reazione delle opposizioni: “Vergogna. Renzi è in difficoltà nei comuni e ha paura dell’affluenza”. Ma io non ho paura...».
Renzi racconta un’altra storia ai suoi interlocutori: «Mi hanno cercato Stefano Parisi, il candidato del centrodestra a Milano, e Alfio Marchini, lo sfidante di Forza Italia a Roma. Mi hanno chiesto di allungare le date. Ci ho pensato, abbiamo fatto i conti. Qualcuno spara la cifra folle di 600 milioni di spese aggiuntive, qualcun altro parla di 100 milioni. Verifichiamo bene, ho detto io. Spunta fuori che sono 4,8 milioni. Gli scrutatori mica si pagano a ore e l’organizzazione logistica costa la stessa cifra per un giorno o due. Si pagano in più solo gli straordinari delle forze dell’ordine che vigilano sui seggi». A quel punto Renzi e Alfano decidono di procedere. «Apriti cielo. Non facciamo in tempo a dirlo che ci saltano addosso. Una cosa impressionante, tutte le opposizioni attaccano a testa bassa. La situazione è rovesciata ma l’argomento rimane lo stesso: Renzi ha comunque paura, per questo vuole votare in due giorni».
In realtà, molti hanno collegato le amministrative al referendum costituzionale di ottobre. Ovvero, il raddoppio del 5 e 6 giugno era la premessa al raddoppio per la consultazione sulla legge Boschi, la grande sfida renziana. I due giorni avrebbero “stimolato” la vittoria del Sì. Renzi, davanti ai suoi interlocutori, sorride: «Ma noi faremo una campagna referendaria di tali dimensioni che non cambia niente se si vota solo di domenica o di domenica e lunedì. Lo vedrete. Detto questo, è chiaro che se avessimo fatto il raddoppio per le comunali sarebbe stato valido anche per il referendum. Se lo fai, lo fai sempre ».
L’impressione è che Renzi si sia sfilato appena in tempo da un tormentone. In questo senso erano rivelatrici le parole dure di Enrico Letta che pure al referendum voterà sì. Il coro unanime favorevole al raddoppio (da Forza Italia, alla Lega, a Fd’I fino alla minoranza del Pd) non lo avrebbe messo al riparo da una lunga polemica che si sarebbe trascinata fino a ottobre. Meglio soprassedere sebbene lo stesso Sergio Mattarella avesse mandato segnali positivi sull’ipotesi del voto di lunedì. «Non lo volevo fare — insiste il premier con i suoi interlocutori — ma per non dare l’idea di essere sempre polemici e che non ascolto mai nessuno ero pronto al decreto».
Ci si è messo anche Renato Brunetta. Il capogruppo di Fi voleva il raddoppio alle comunali ma non al referendum. Renzi ha paura, era la tesi di Brunetta. «Di nuovo — ribatte il presidente del Consiglio scherzando — . Sapete come finisce? Ve lo dico io. Fra qualche giorno saranno i candidati sindaci del centrodestra a lamentarsi con Berlusconi per il pasticcio combinato da Brunetta, per il suo ennesimo arzigogolo che si trasforma in autogol».
Così il decreto finisce nel cassetto, sepolto anche in vista di ottobre. «Ora mi faccio un girello », saluta il premier congedando i collaboratori. Oggi firmerà i patti per il Sud a Campobasso, l’Aquila e Bari. A Roma riunirà i segretari regionalie e provinciali del Pd, poi la segreteria e infine, la sera, i gruppi parlamentari dem. Il dietrofront sul raddoppio è già archiviato.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: election day

Messaggioda Robyn il 17/05/2016, 11:46

Anche Letta sà la sua non bisogna dimenticarsi quando voleva modificare l'art 138 che non c'entrava nulla con le riforme costituzionali.Adesso leggo le idee del fronte del NO che è insistente sul modello tedesco ma le imitazioni riescono sempre male e l'unica possibilità per l'Italia è il modello westminster.Alcuni costituzionalisti sono come alcuni giuslavoristi.Parlano della sfiducia costruttiva ma questa è un'altra idea che può condurre all'autorirismo insieme al presidenzialismo perche un primo ministro potrebbe sciogliere un parlamento se non si adegua ai suoi voleri svuotando di fatto le garanzie che può dare un presidente garante della costituzione.Leggo anche del sistema giudiziario inglese ma è molto differente.L'indipendenza della magistratura è molto forte ma non esiste un Pm che viene al contrario designato dalla polizia giudiziaria ed esiste la regola del precedente.Qualsiasi riforma del sistema giudiziario in Italia deve avere come imprescindibile e ferma l'indipendenza della magistrtura,altrimenti non ci sarebbe più l'argine contro la corruzione che diverterebbe febbrile.Il modello common law in cui il giudice non interferisce con l'attività del Pm può essere realizzata a costituzione invariata.Attraverso il concorso se si entra come Pm successivamente attraverso un concorso si può diventare parte terza imparziale che giudica.Il modello accusatorio in cui c'è la parità fra accusa e difesa ed in cui il giudice non interferisce con il Pm che attualmente determina un modello inquisitorio si può realizzare a costituzione invariata.Le funzioni se cambiano non si possono esercitare nello stesso distretto in cui si è esercitata la funzione di Pm e viceversa per alcuni anni per evitare che da Pm il giorno dopo si diventi giudice nello stesso processo
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Re: election day

Messaggioda diffidente il 18/05/2016, 0:20

Secondo me, per l'affluenza che verosimilmente si ci attende per il Referendum cosstituzionale, argomento visto con un certo distacco, in quanto molto lontano dalla vita quotidiana di molte persone, un gorno é piu' che sufficiente, non mi sembra ragionevole tenere le scuole, già alle prese con un numero di giorni di lezione non altissimo, chiuse un uleriore giorno per vedere i seggi vuoti. Ch é interessato a votare per dovere civico ci va Domenica, gorno che per moltissimi é festivo e vi é piu' tepo libero, non aspetterà certo il lunedi' successivo, giorno lavorativo.
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Re: election day

Messaggioda Robyn il 18/05/2016, 11:41

La riforma del senato per porre rimedio ai possibili guasti il parlamento la può fare già da adesso ma servono poche e semplici modifiche.La prima è portare a duecento i rappresentanti della camera delle regioni,la seconda è la rappresentanza paritetica fra le regioni la terza la nomina e la revoca dei ministri da parte del primo ministro dal presidente della repubblica,ma servono solo queste poche e semplici modifiche senza entrare nel labirinto di altre modifiche e vitando confusioni inutili.Da qui al 2018 c'è tempo.La camera delle regioni serve e non rallenta l'iter delle leggi perche non c'è l'obbligo di richiamare le leggi ma si richiamano solo se necessario per impedisce la dittatura della maggioranza.Il governo nelle democrazie parlamentari è anche reso stabile dal numero di parlamentari che possono richiedere il voto di sfiducia anziche 1/10 sono 1/3.In merito all'elettività della camera delle regioni il problema non si pone perche la designazione dei parlamenti regionali deve essere conforme alle scelte degli elettori cioè anche se l'elezione è di secondo livello i rappresentanti è come se fossero scelti dagli elettori per ex chi ha avuto più preferenze nell'ambito di un partito
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