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dopo livorno Parma

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dopo livorno Parma

Messaggioda trilogy il 12/05/2016, 10:27

Parma, Pizzarotti indagato per abuso d'ufficio sulle nomine al Teatro Regio:

indagato per abuso di ufficio il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. E con lui, la sua delegata alla cultura, la torinese Laura Maria Ferraris.Dopo il primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin, un’ altra indagine colpisce un amministratore pentastellato. A Parma i magistrati sono al lavoro sulle nomine del Teatro Regio, tempio della lirica cittadino. Secondo i principi del Movimento, e dello spoyl system, Pizzarotti ha pensato bene di rinnovare i vertici della Fondazione Teatro Regio. All’inizio il mandato era stato affidato a Carlo Fontana, nomina di alto spessore culturale e politico. Ma quando, a fine 2014, Fontana ha lasciato l’incarico prima del previsto, per sostituirlo l’amministrazione 5 stelle ha puntato a una selezione pubblica.

«Era una manifestazione di interessi, non un bando vero e proprio» precisano oggi dal Municipio. Arrivarono una trentina di curriculum. La commissione era formata da esperti come Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fenice di Venezia, Antonello Zangrandi, docente di Economia delle aziende pubbliche dell'Università di Parma, e Alberto Nodolini, fotografo che ha guidato per una vita Vogue Italia. C’è stata una prima scrematura di sette candidature, ma poi succede che i nomi vengono di fatto scelti fuori da quella rosa con una decisione super politica della giunta 5 stelle che bruciano in un colpo solo tutte le ambizioni di chi aveva mandato il curriculum. Anna Maria Meo, ex direttrice organizzativa e amministrativa del Teatro Del Carretto di Lucca, si ritrova direttore generale del Teatro Regio e Barbara Minghetti, alla guida del Teatro Sociale di Como e presidente dell'Associazione lirica concertistica italiana, diventa consulente per lo sviluppo e i progetti speciali.

Ma il senatore Pd Giorgio Pagliari, docente di diritto amministrativo, da Roma non si fa sfuggire la capriola grillina e corre in Procura a depositare un esposto denunciando l’iter di selezione.... :mrgreen:

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 27618.html
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda mariok il 12/05/2016, 10:31

E' la riprova, secondo me, non del fatto che sono tutti uguali (almeno allo stato dei fatti) ma che un avviso di garanzia non è di per sé sufficiente a reclamare a gran voce le dimissioni di un amministratore.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda pianogrande il 12/05/2016, 10:59

Ma infatti!

Se non erano obbligati a fare un concorso ma hanno solo invitato chi lo avesse voluto a candidarsi e poi hanno scelto gente che non si era candidata (questo è quello che ho capito) che cavolo c'entra l'esposto in procura?

Al massimo ci si può inc.... per essere stati presi in giro ma neanche quello perché chi si è candidato sapeva benissimo che quello non si trattava di un concorso ma di uno dei tanti possibili modi per avere materiale da selezionare.

L'altro mistero è perché la decisione venga definita "super politica".

Per me, se c'è un atto super politico è il fatto di aver presentato l'esposto.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda trilogy il 12/05/2016, 11:38

È una nomina a direttore generale la procedura di evidenza pubblica è un obbligo, non una opzione.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda pianogrande il 12/05/2016, 17:37

trilogy ha scritto:È una nomina a direttore generale la procedura di evidenza pubblica è un obbligo, non una opzione.


Allora, come non detto.

Se è un obbligo e si sono usate altre vie, l'esposto alla procura è sacrosanto.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda mariok il 15/05/2016, 9:25

LA LEZIONE DI PARMA TOCCA ANCHE IL PD
STEFANO FOLLI
15/5/2016

IL CORTOCIRCUITO dei Cinque Stelle sembra concepito da un mago dispettoso per dimostrare al di là di ogni dubbio che il partito di Grillo non offre garanzie come forza di governo e quindi è un fenomeno incompiuto: va bene per raccogliere il malcontento popolare, fallisce quando gli si chiede maturità istituzionale.
Gli ingredienti del paradigma in apparenza ci sono tutti: una struttura gerarchica e addirittura dinastica (il giovane Casaleggio che comanda in quanto figlio di suo padre); il rapporto ambiguo fra gli eletti e un vertice tanto centralizzato quanto opaco (lo “staff di Grillo”); la fragilità delle figure emergenti, vedi Di Maio, costrette ad adeguarsi ai voleri dell’entità suprema senza mai dare l’impressione di esercitare una leadership. Aggiungiamo la cacciata del sindaco di Parma - peraltro reticente sull’avviso di garanzia - in quanto “grillino” dissidente già da tempo messo ai margini e il quadro è completo. Gli ottimisti ne ricavano la lezione che il centrosinistra di Renzi si trova nella rara condizione di non avere rivali né oppositori: lacerato e in crisi perenne d’identità il centrodestra berlusconiano, o quel che ne resta; poco credibile e folgorato dai suoi stessi errori l’esercito del comico genovese. La strada, in teoria, dovrebbe essere spianata. Ma sembra tutto un po’ troppo facile.
In primo luogo, non sappiamo quali saranno gli effetti dei casi Pizzarotti e Nogarin sul consenso dei Cinque Stelle. Ciò che sembra intollerabile a molti osservatori, in passato ha lasciato indifferente l’opinione pubblica. In due anni le espulsioni e le decisioni arbitrarie si sono susseguite, ma i sondaggi continuano a essere positivi per Grillo e i suoi sudditi. L’ultima indagine dell’istituto Demopolis, effettuata prima di Parma, dava il M5S al 28 per cento. È il segno che una larga parte dell’elettorato vuole credere comunque in un’alternativa al governo. Vota “contro” raccogliendo la spinta anti-sistema del grillismo prima maniera. I fallimenti, le incongruenze e i limiti dei Cinque Stelle non hanno finora inciso su questa scelta.
Da cosa dipende? Probabilmente dal grado di malessere diffuso e dal fatto che il partito di governo, il Pd di Renzi, non è in grado di riassorbire la protesta. Gli stessi sondaggi indicano il voto al Pd fra il 31 e il 32 per cento, talvolta con punte verso il 33 ma non oltre. Vuol dire che il renzismo è bloccato sulla soglia che era all’incirca quella di Veltroni. Non si è verificato fino a oggi lo sfondamento sul versante del centrodestra, nonostante la crisi del mondo berlusconiano; e nemmeno il recupero del voto “grillino”, benché di tanto in tanto il premier indulga ai toni populisti. Peraltro le inchieste della magistratura, come è noto, hanno colpito con asprezza il Pd.
Sul piano quantitativo, non c’è paragone con i problemi che hanno coinvolto gli amministratori “grillini”. Sul piano dei principi, certo, la difficoltà dei Cinque Stelle è evidente, essendo ormai incrinato il mito della purezza assoluta. Tuttavia gli elettori Cinque Stelle delusi (e ce ne sono, se non altro per il differente trattamento riservato a Pizzarotti rispetto a Nogarin), non sembrano affatto attratti dal partito di Renzi. Ragione di più per osservare la campagna elettorale di Roma, la piazza dove la candidata di Grillo è accreditata per la vittoria. Ed è ovviamente una candidata ortodossa rispetto alle vicende di Parma. Se la Raggi dovesse scivolare, allora si potrà parlare di involuzione per il M5S; viceversa, una vittoria in riva al Tevere vorrebbe dire che nell’opinione pubblica la confusa spinta verso un’alternativa è più forte di tutte le riserve che il movimento di Grillo autorizza.
Non sarebbe un bel segnale per il governo, sia in vista del referendum di ottobre sia delle successive elezioni con l’Italicum. Del resto, all’elettorato dei Cinque Stelle occorre aggiungere quello di Salvini, più la quota di Fratelli d’Italia, un po’ di berlusconiani intransigenti e forse anche un segmento dell’estrema sinistra che rifiuta Renzi (e accusa il Pd di essersi comportato a Roma con Marino come Grillo a Parma con il sindaco ribelle). È l’arcipelago del rancore. Tutti insieme non fanno una proposta di governo, ma potrebbero costituire un’insidiosa coalizione di fatto.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda pianogrande il 15/05/2016, 10:03

"....le inchieste della magistratura, come è noto, hanno colpito con asprezza il Pd..."

Ecco uno dei tanti interessanti modi per far scivolare via le cose.

Io avrei detto che anche tanti esponenti del PD non appaiono così puliti da essere considerati una buona alternativa o qualcosa del genere.
Il soggetto, ragazzi.
Basta cambiare il soggetto e si rovescia il mondo.
Il soggetto, in questo caso, non è la magistratura (che agisce di conseguenza e a cose fatte).
Il soggetto sono gli esponenti del PD beccati con tracce di marmellata sotto il naso.
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda gabriele il 15/05/2016, 14:59

trilogy ha scritto:È una nomina a direttore generale la procedura di evidenza pubblica è un obbligo, non una opzione.


DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267
Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. (GU n.227 del 28-9-2000 - Suppl. Ordinario n. 162 )

Articolo 108 Direttore generale
1. Il sindaco nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e il presidente della provincia, previa deliberazione della giunta comunale o provinciale, possono nominare un direttore generale, al di fuori della dotazione organica e con contratto a tempo determinato, e secondo criteri stabiliti dal regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi, che provvede ad attuare gli indirizzi e gli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell'ente, secondo le direttive impartite dal sindaco o dal presidente della provincia, e che sovrintende alla gestione dell'ente, perseguendo livelli ottimali di efficacia ed efficienza. Compete in particolare al direttore generale la predisposizione del piano dettagliato di obiettivi previsto dall'articolo 197, comma 2, lettera a), nonche' la proposta di piano esecutivo di gestione previsto dall'articolo 169. A tali fini, al direttore generale rispondono, nell'esercizio delle funzioni loro assegnate, i dirigenti dell'ente, ad eccezione del segretario del comune e della provincia.

Trilogy, non trovo dove sia imposto l'obbligo del concorso pubblico. Sbaglio legge?
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda gabriele il 15/05/2016, 15:02

Il dato politico è che all'interno dei 5 stelle è maturata una convinzione (minoritaria?) che occorra darsi maggiori regole; che la partecipazione non viene calata dall'alto.

Secondo me è una cosa positiva

Il movimento si sta evolvendo. Se questa evoluzione dovesse essere stroncata sul nascere, il m5s morirà.

Vedremo le prossime evoluzioni
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Re: dopo livorno Parma

Messaggioda trilogy il 15/05/2016, 16:30

gabriele ha scritto:...Trilogy, non trovo dove sia imposto l'obbligo del concorso pubblico. Sbaglio legge?


Non parlavo di concorso ma di "evidenza pubblica", cioè va predisposta una procedura trasparente, comunicando che devi nominare un dirigente generale. Essendo un teatro lirico puoi chiedere delle manifestazioni d'interesse, poi nomini una commissione, fai dei colloqui e scegli il nuovo direttore, motivando la scelta. Loro avevano cominciato così, poi hanno deciso in modo assolutamente opaco. Dato che agivano per conto del teatro regio, e l'accusa è abuso d'ufficio per tutti i consiglieri, il magistrato avrà preso come riferimento la procedura prevista nel regolamento del teatro, che in genere prevedono tutti procedure di selezione trasparenti (sulla carta).

Se fai riferimento alla legge dovrebbe essere il dlg. 165/ 2001 art. 19
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