De Bortoli: No alla riforma

Referendum, Ferruccio De Bortoli a "Otto e mezzo": "Voterò no, il tramonto della democrazia è terreno fertile per il populismo"
Ferruccio De Bortoli voterà no al referendum sulle riforme costituzionali. Ad annunciarlo è lo stesso De Bortoli durante "Otto e mezzo", su La7. Discutendo nel merito con la ministra Maria Elena Boschi, l'ex direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 ore ha sottolineato la necessità di aprire la discussione sui contenuti del referendum e di non ridurlo come una prova "pro" o "contro" Matteo Renzi.
Interrogato da Lilli Gruber, De Bortoli ha annunciato che voterà no. Una posizione subito "equilibrata" dal ministro Boschi che, invece, ha ribadito il sì alla riforma che porta il suo nome.
De Bortoli ha poi spiegato su Facebook le ragioni della sua posizione.
[...]
http://www.huffingtonpost.it/2016/04/28 ... 92630.html
* * * *
De Bortoli su fb:
Ferruccio De Bortoli voterà no al referendum sulle riforme costituzionali. Ad annunciarlo è lo stesso De Bortoli durante "Otto e mezzo", su La7. Discutendo nel merito con la ministra Maria Elena Boschi, l'ex direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 ore ha sottolineato la necessità di aprire la discussione sui contenuti del referendum e di non ridurlo come una prova "pro" o "contro" Matteo Renzi.
Interrogato da Lilli Gruber, De Bortoli ha annunciato che voterà no. Una posizione subito "equilibrata" dal ministro Boschi che, invece, ha ribadito il sì alla riforma che porta il suo nome.
De Bortoli ha poi spiegato su Facebook le ragioni della sua posizione.
[...]
http://www.huffingtonpost.it/2016/04/28 ... 92630.html
* * * *
De Bortoli su fb:
Durante la trasmissione di ieri sera, “Otto e mezzo”, Lilli Gruber mi ha chiesto come voterò al prossimo referendum sulla riforma che porta il nome del ministro Maria Elena Boschi, presente in studio. Voterò no, anche se riconosco che l’impianto della riforma contiene alcuni passaggi importanti e necessari: la semplificazione del quadro istituzionale, il ritorno di alcuni poteri delle Regioni allo Stato, un iter preferenziale per le leggi dell’esecutivo, giustamente rafforzato nell’Italia dei troppi veti e contropoteri. Ma il bicameralismo è tutt’altro che superato. Il nuovo Senato dovrebbe essere l’ organo delle autonomie, temo sarà una ridotta, di modesto livello, delle Regioni e dei Comuni. La legge elettorale, l’Italicum, completa il quadro, in negativo. Gli eletti sono scelti dai capi partito, poco dagli elettori. Se il voto conta meno ( e ci si astiene sempre di più, com’ è avvenuto, con incoraggiamento autorevole, all’ultimo referendum) il distacco fra cittadini e istituzioni rischia di diventare incolmabile. Il tramonto di una democrazia rappresentativa è il terreno più fertile per populismi e nazionalismi.