pinopic1 ha scritto:Tentiamo un'altra strada. Proviamo a rispondere alle domande retoriche di pierodm,
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E’ morale considerare il lavoro come una merce? E' solo una semplificazione degli studiosi di economia. Va bene anche considerarlo un capitale. (per gli studi sui meccanismi economici)
E’ morale il “mercato”? Il mercato sì. L'uso che se ne fa non sempre. Non è detto che tutti in assoluto i rapporti economici debbano essere regolati da meccanismi di mercato
E’ morale l’impiego di risorse economiche, intellettuali e produttive enormi per ...
Credo che alla fine quelle che contino per chi ha aperto il thread siano queste domande: quelle sull'economia.
Altro non interessa. Abbiamo provato a girarci intorno ed alla fine, strato dopo strato, credo che siamo arrivati al nocciolo.
Ritengo che l'occasione sia utile per affrontare il classico e spinoso problema dell'etica negli affari, nell'economia, nell'impresa.
Saro' netto, ma è meglio cosi', per un dialogo che non nasconda nulla sotto improbabili paraventi.
Secondo me la morale è una elencazione di cose da
non fare, piu' che di cose da fare.
Nel senso che si da' maggiore peso a cosa è immorale
Non si dice che è morale fare a, b, c, d ma che è immorale z.
Si parte infatti dal principo che le cose immorali sono poche ed elencabili.
Si elencano le eccezioni vietate, non una lunga lista di cose permesse.
Credo che la domanda principale a questo punto sia se l'egoismo è immorale o no.
Siamo portati ovviamente a dare un valore positivo all'altruismo e negativo all'egosimo.
Ma non a considerare immorale l'egoismo. Perché ognuno sa che intimamente potrebbe prendere decisioni egoistiche, in vari ambiti. Se posso salvare solo una persona, ed una di queste è mio figlio o mia moglie, scegliero' loro. E' una sorta di egoismo. Prima veniamo noi, poi i familiari, poi gli altri. Bravissimo uno che salva un estraneo. Encomiabile, Ma nessuno biasimerà mai uno che salva il figlio, non riuscendo cosi' a salvare un estraneo.
Un comportamento egoistico non è di per sé immorale, anche se puo' avere conseguneze nefaste per altri (la persona che non è stata salvata).
Credo che sullo stesso metro noi siamo abituati al fatto che un uomo di affari, fa prima i suoi di affari, non i nostri.
E' la normalità, quindi non biasimabile. Stupisce infatti il contrario, come un uomo che mordesse un cane.
Ma anche un bandito che ruba, di solito viene considerato un criminale, un asociale, non un immorale.
Se poi uno ruba per bisogno personale, per dare da mangiare ai figli, scattano anche i meccanismi empatici di sostegno morale. Ecco che a certe condizioni anche il furto non subisce un biasimo morale.
Il biasmo morale scatta invece quando l'azione dolosa è stata compiuta carpendo la nostra buona fede, la nostra fiducia.
Nel senso che se uno mi rapina la sera, non gli daro' dell'immorale, ma se a "rapinarmi" in altro senso è uno che gode della pubblica fiducia, un eletto, e la usa per la sua azione fraudeolenza, ecco che un giudizio morale è automatico.
Negli affari quindi, a parte le truffe e cio' che - non a caso - è penalmente perseguibile, è del tutto ovvio che ognuno di norma segue - rispettando legge e morale - il suo interesse personale o aziendale ed anzi dobbiamo drizzare le antenne quando cercano di farci capire il contrario, che è tutto nel nostro interesse. "Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do'" cantava il Dr Dulcamara, nell'Elisir d'Amore (Donizetti). Ma solo un boccalone poteva cascarci.
Il problema allora risulta nel pesare, in economia, i vantaggi privati (aziendali o nazionali) con gli svantaggi scaricati sugli altri (le classiche "esternalità"). E' chiaro che quando il bilanciamento è negativo (piu' svantaggi collettivi che vantaggi privati) abbiamo un classico esempio di banditismo, ma non siamo ancora alla condanna morale.
Questa anche in questo caso è netta quando viene toccata la fiducia (caso Parmalat, per esempio).
Quando viene toccata la fiducia pero' il dare enfasi alla questione morale ha un grave difetto: quello di nascondere pudicamente l'altro lato della medaglia: la creduloneria di chi ci è cascato.
Chiudo qui perché è già abbastanza lungo, con una prece scherzosa per Piero: non infierire troppo, mi raccomando.
Se nessuno parlasse chiaramente come me, chi potrebbe mai farlo?
Dove lo trovi un altro avvocato del diavolo cosi'?
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)