Problema inquinamento: se Milano fosse Parigi
Milano ha quasi 6mila morti l’anno per inquinamento. Anche Parigi sta messa male, ma i suoi progetti per cambiare sono sorprendenti e feroci.
Corri Hidalgo, corri. La sindaca di Parigi (Anne Hidalgo) – in combutta con il governo – sta rivoluzionando la città, mentre l’intera nazione si prepara a entrare nel novero dei Paesi europei virtuosi per immissioni di inquinanti. Le misure per trasformare la Francia sono tante e coraggiose, e ne abbiamo già parlato ad esempio qui e qui. Adesso, proprio mentre il nostro Ministero della Salute rilascia i risultati di Viias sulla mortalità attribuibile all’inquinamento dell’aria, arriva da Parigi la notizia di una nuova e davvero feroce guerra ai mezzi di trasporto inquinanti: cioè tutti tranne gli elettrici. Perché Milano non fa altrettanto? C’è una cosa infatti che accomuna le due città. Come ha mostrato uno studio pubblicato con grossi clamori dal Washington Post lo scorso inverno, Parigi e Milano (e Torino) saranno le grandi città più inquinate d’Europa entro il 2030. Se non ci saranno interventi adeguati…ma sola una tra le due corre ai ripari.
Cosa significa – di preciso – avere alti livelli di inquinamento dell’aria? Viias ci ha appena detto che particolato, biossido di azoto e ozono costano agli italiani, ogni anno, 30mila morti, cioè il 7% di tutte le morti, di cui il 65% nel Nord Italia, e oltre 5.687 nella sola provincia di Milano. Milano ha un tasso di morti per inquinamento che è quasi doppio rispetto al resto della Pianura Padana – già considerata l’area più inquinata d’Europa – con 268 decessi ogni mille abitanti, rispetto ai 164 dell’area circostante.
Che fare? Prima di tutto – dicono gli esperti di Viias, cioè ricercatori di molte università e agenzie di protezione ambientali, coordinate dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio e finanziati appunto dal Ministero della salute – bisogna ridurre il traffico privato a favore della mobilità sostenibile. Il rapporto non fa che confermare altri studi, che erano arrivati alle stesse conclusioni, aggiungendo il dettaglio – davvero preoccupante per i milanesi – dei morti relativi a ogni grande città.
Ma torniamo alla sindaca Hidalgo, che come il coraggioso omonimo cavallo, si è gettata a testa bassa nella sfida, e ha presentato un programma che costerà all’amministrazione 5 milioni di euro. Un sistema di classificazione definirà quanto inquinano i vari mezzi, da una a 5 stelle. Dal mese prossimo, fatta certa l’approvazione statale, all’interno della tangenziale – quindi proprio in tutta Parigi – sarà vietato il transito ai veicoli con una stella (sebbene comprendano anche molti autobus e camion). Dal luglio dell’anno prossimo ci sarà il divieto totale per tutti i mezzi con una sola stella, comprese le auto e i veicoli commerciali leggeri, che potranno entrare solo nei fine settimana, mentre i camion saranno banditi a vita. Non finisce qui: tra il 2017 e il 2020 saranno banditi anche tutti i veicoli con 2, 3 o 4 stelle, cioè quelli immatricolati fino al 2010, oltre che tutti i veicoli diesel. Naturalmente, a partire dall’anno prossimo, si inizierà anche a convertire nuove zone a pedonali o semi-pedonali, con altre zone dove sarà ammesso solo l’ingresso dei mezzi più puliti.
Dopo il bastone, la carota: per muoversi sarà incentivato il car-sharing elettrico, che diventerà scontato del 50% per tutti i giovani sotto i 25 anni, come pure l’abbonamento ai mezzi pubblici. Chi dovesse decidere di dire addio alla propria auto, riceverà in premio abbonamenti gratuiti al car-sharing elettrico, ai mezzi pubblici, e al servizio di bike-sharing. Per comprarsi una bici tutta per sé poi, i parigini senz’auto avranno in dono ben 400 euro. Le imprese e i professionisti entro la cintura avranno un contributo per l’acquisto di veicoli elettrici o a gas privati (fino a 9mila euro che si aggiungono ai 10mila stanziati dal governo) e le colonnine di ricarica in città saranno potenziate.
Pensare che tutto questo costa solo 5 milioni di euro dà tra l’altro l’idea dell’importanza di azioni così radicali e veloci: oltre i costi in vite umane, l’inquinamento ha i relativi costi sanitari da tenere in considerazione, e dunque misure come queste si fanno indispensabili per il benessere della comunità sotto tutti i punti di vista. Anche alla luce del fatto che ovviamente i dati sono destinati a peggiorare. Come hanno ben evidenziato i ricercatori di Viias, nel 2010 le morti per inquinamento in Italia sono diminuite come conseguenza della crisi economica, e per lo stesso motivo, entro il 2020, si stima cresceranno a 38mila morti. Perché, dunque, Milano non fa come Parigi?
http://www.wired.it/lifestyle/mobilita/ ... se-parigi/