Linux day 2015, l'open source fa festa: "Il software libero

Linux day 2015, l'open source fa festa: "Il software libero è un diritto"
Sabato 24 ottobre torna il Linux Day: giornata italiana dedicata alla promozione del codice aperto. Previste oltre cento manifestazioni in tutta la penisola. Con una novità: la prima città estera, Tirana
CI SARA' una sola star: il software libero più popolare del mondo, Linux. E tanti invitati: programmatori, studenti, ricercatori, maker, persino semplici appassionati. Tutti insieme a far festa, tutto per metterlo ben in chiaro: l'open source non è più solo roba da smanettoni. Così, sabato 24 ottobre, torna il Linux Day: la giornata italiana dedicata alla promozione del codice aperto. Un evento che si ripete per il quindicesimo anno consecutivo. Ma che per la prima volta si estende al di fuori dei confini nazionali, fino a coinvolgere una città estera: Tirana, in Albania. Partecipazione è l'imperativo dell'edizione 2015. "Chiunque può contribuire a migliorare la crescita di questa importante risorsa", dice a Repubblica Roberto Guido, presidente della Italian Linux Society e coordinatore della manifestazione. "Tecnico e meno tecnico, esperto e no. Per aiutare basta poco: sviluppare applicazioni, scrivere e tradurre manuali, o trovare bug, ma anche fare una semplice donazione. Il software libero è un diritto, come il voto, e in quanto tale va garantito".
Guida al programma. Dal Piemonte alla Sicilia: sono oltre un centinaio le realtà locali che gravitano intorno ai Linux User Group (LUG). E che quest'anno partecipano alla kermesse organizzata con il sostegno economico di IBM Bluemix, Linux Professional Institute Italia, Studio Storti e Carrara Computing International. Gli eventi sono aperti e gratuiti, impossibile decidere, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Iniziamo da Torino: quattro sessioni parallele per accontentare qualsiasi gusto e livello di approfondimento. A Milano il Pinguino, mascotte di Linux, si sdoppia. Con due eventi informativi, in due zone diverse della città. Bisogna rimboccarsi le maniche a Perugia e a Pescara, dove sono previsti dei laboratori pratici. Nel primo caso, si tratta di postazioni demo per l'uso di software e programmi open source, nel secondo lo spazio è riservato ad Arduino e ad altri micro processori. L'economia è il tema portante a Cosenza, con un focus sul business del software libero, come a Trento che punta invece sulla sostenibilità. Naso all'insù a Napoli, perché il Linux Day è ospitato dall'Osservatorio astronomico della città. Ma una menzione speciale merita la scelta di Fabriano, qui la giornata si conclude con un concerto di brani distribuiti in licenza Creative Commons. Bologna e Vicenza sono state le sedi scelte dai nuovi artigiani digitali, i maker, per esporre i propri progetti. Mentre a Firenze, Linux, si fa formato stampanti 3D. Un tutto esaurito è previsto a Cagliari, nel capoluogo sardo sono in programma due sessioni: una riservata ai nerd; l'altra a portata anche dei meno esperti. "Partendo dal software, l'ideologia open si è diffusa ad altri ambiti. In primis quello culturale. Pensiamo, per esempio, agli open data", commenta Francesco Paolo Micozzi, avvocato coinvolto nella manifestazione. Non resta che imparare. E l'educazione è centrale sia a Palermo, grazie a una partnership con il Politecnico che permette agli aspiranti ingegneri di ottenere tre crediti formativi, sia a Roma. Nella Capitale si pensa soprattutto ai più piccoli, con un CoderDojo: una "palestra di programmazione" semplificata, dedicata ai bambini.
Il Pinguino è importante: ecco perché. Ma che cos'è che caratterizza Linux? No, non tanto la sua gratuità, quanto le quattro libertà che distinguono il modo in cui questo codice sorgente viene distribuito. E che lo rendono speciale. Infatti, a differenza dei sistemi proprietari, come per esempio Windows, il software libero consente ai suoi utenti di utilizzarlo in qualsiasi contesto, di modificarlo e di ridistribuirlo liberamente. "Averlo a nostra disposizione ci permette di vedere quali sono le istruzioni che vengono date al computer e, quindi, di conoscere che cosa il programma sta effettivamente facendo", spiega Roberto Guido. Una scelta che ha ripercussioni concrete sia nel campo educativo, come in quello politico, della privacy e della trasparenza. Perché così diventa molto più difficile per spie e malintenzionati modificare i nostri software, senza il timore di venire scoperti. Basta citare le backdoor, cioè gli strumenti di sorveglianza installati dall'Nsa nei computer. O lo scandalo Volkswagen, che è riuscita ad alterare i risultati delle proprie centraline grazie a un escamotoge software. Esempi che, adottando l'open source, diventerebbero rari. E dire che Linux ne ha fatta di strada dal suo esordio. È l'agosto del 1991, quando Linus Torvalds, all'epoca un giovane studente finlandese, dice di essere al lavoro su un sistema operativo gratuito: "just for fun", giusto per divertimento. Ma la notizia fa il giro del mondo e in poco tempo il kernel, cioè il cuore del software, è pronto. La licenza che adotta si chiama Gpl ed è un'idea di Richard Stallman, hacker impegnato nella promozione del free software fin dal 1983, con il progetto Gnu. Ma se Stallman ha delle componenti essenziali, Torvalds ha il kernel. Così le due iniziative si fondono, fino a creare un sistema operativo completo: Gnu/Linux. Il resto è storia. Oggi Linux è installato nel 75% delle Borse del mondo e nel 95% dei supercomputer. Tra cui il Grande Collisore di Adroni, l'acceleratore di particelle del Cern. Non solo. Anche se non lo sappiamo, è sempre grazie al Pinguino che funzionano i server di Amazon, Google, Facebook e Twitter. Una rivoluzione. Ed eccoci qui a festeggiarla.
@RositaRijtano
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRERO-1
Sabato 24 ottobre torna il Linux Day: giornata italiana dedicata alla promozione del codice aperto. Previste oltre cento manifestazioni in tutta la penisola. Con una novità: la prima città estera, Tirana
CI SARA' una sola star: il software libero più popolare del mondo, Linux. E tanti invitati: programmatori, studenti, ricercatori, maker, persino semplici appassionati. Tutti insieme a far festa, tutto per metterlo ben in chiaro: l'open source non è più solo roba da smanettoni. Così, sabato 24 ottobre, torna il Linux Day: la giornata italiana dedicata alla promozione del codice aperto. Un evento che si ripete per il quindicesimo anno consecutivo. Ma che per la prima volta si estende al di fuori dei confini nazionali, fino a coinvolgere una città estera: Tirana, in Albania. Partecipazione è l'imperativo dell'edizione 2015. "Chiunque può contribuire a migliorare la crescita di questa importante risorsa", dice a Repubblica Roberto Guido, presidente della Italian Linux Society e coordinatore della manifestazione. "Tecnico e meno tecnico, esperto e no. Per aiutare basta poco: sviluppare applicazioni, scrivere e tradurre manuali, o trovare bug, ma anche fare una semplice donazione. Il software libero è un diritto, come il voto, e in quanto tale va garantito".
Guida al programma. Dal Piemonte alla Sicilia: sono oltre un centinaio le realtà locali che gravitano intorno ai Linux User Group (LUG). E che quest'anno partecipano alla kermesse organizzata con il sostegno economico di IBM Bluemix, Linux Professional Institute Italia, Studio Storti e Carrara Computing International. Gli eventi sono aperti e gratuiti, impossibile decidere, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Iniziamo da Torino: quattro sessioni parallele per accontentare qualsiasi gusto e livello di approfondimento. A Milano il Pinguino, mascotte di Linux, si sdoppia. Con due eventi informativi, in due zone diverse della città. Bisogna rimboccarsi le maniche a Perugia e a Pescara, dove sono previsti dei laboratori pratici. Nel primo caso, si tratta di postazioni demo per l'uso di software e programmi open source, nel secondo lo spazio è riservato ad Arduino e ad altri micro processori. L'economia è il tema portante a Cosenza, con un focus sul business del software libero, come a Trento che punta invece sulla sostenibilità. Naso all'insù a Napoli, perché il Linux Day è ospitato dall'Osservatorio astronomico della città. Ma una menzione speciale merita la scelta di Fabriano, qui la giornata si conclude con un concerto di brani distribuiti in licenza Creative Commons. Bologna e Vicenza sono state le sedi scelte dai nuovi artigiani digitali, i maker, per esporre i propri progetti. Mentre a Firenze, Linux, si fa formato stampanti 3D. Un tutto esaurito è previsto a Cagliari, nel capoluogo sardo sono in programma due sessioni: una riservata ai nerd; l'altra a portata anche dei meno esperti. "Partendo dal software, l'ideologia open si è diffusa ad altri ambiti. In primis quello culturale. Pensiamo, per esempio, agli open data", commenta Francesco Paolo Micozzi, avvocato coinvolto nella manifestazione. Non resta che imparare. E l'educazione è centrale sia a Palermo, grazie a una partnership con il Politecnico che permette agli aspiranti ingegneri di ottenere tre crediti formativi, sia a Roma. Nella Capitale si pensa soprattutto ai più piccoli, con un CoderDojo: una "palestra di programmazione" semplificata, dedicata ai bambini.
Il Pinguino è importante: ecco perché. Ma che cos'è che caratterizza Linux? No, non tanto la sua gratuità, quanto le quattro libertà che distinguono il modo in cui questo codice sorgente viene distribuito. E che lo rendono speciale. Infatti, a differenza dei sistemi proprietari, come per esempio Windows, il software libero consente ai suoi utenti di utilizzarlo in qualsiasi contesto, di modificarlo e di ridistribuirlo liberamente. "Averlo a nostra disposizione ci permette di vedere quali sono le istruzioni che vengono date al computer e, quindi, di conoscere che cosa il programma sta effettivamente facendo", spiega Roberto Guido. Una scelta che ha ripercussioni concrete sia nel campo educativo, come in quello politico, della privacy e della trasparenza. Perché così diventa molto più difficile per spie e malintenzionati modificare i nostri software, senza il timore di venire scoperti. Basta citare le backdoor, cioè gli strumenti di sorveglianza installati dall'Nsa nei computer. O lo scandalo Volkswagen, che è riuscita ad alterare i risultati delle proprie centraline grazie a un escamotoge software. Esempi che, adottando l'open source, diventerebbero rari. E dire che Linux ne ha fatta di strada dal suo esordio. È l'agosto del 1991, quando Linus Torvalds, all'epoca un giovane studente finlandese, dice di essere al lavoro su un sistema operativo gratuito: "just for fun", giusto per divertimento. Ma la notizia fa il giro del mondo e in poco tempo il kernel, cioè il cuore del software, è pronto. La licenza che adotta si chiama Gpl ed è un'idea di Richard Stallman, hacker impegnato nella promozione del free software fin dal 1983, con il progetto Gnu. Ma se Stallman ha delle componenti essenziali, Torvalds ha il kernel. Così le due iniziative si fondono, fino a creare un sistema operativo completo: Gnu/Linux. Il resto è storia. Oggi Linux è installato nel 75% delle Borse del mondo e nel 95% dei supercomputer. Tra cui il Grande Collisore di Adroni, l'acceleratore di particelle del Cern. Non solo. Anche se non lo sappiamo, è sempre grazie al Pinguino che funzionano i server di Amazon, Google, Facebook e Twitter. Una rivoluzione. Ed eccoci qui a festeggiarla.
@RositaRijtano
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRERO-1