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Pensiero pasquale

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Pensiero pasquale

Messaggioda franz il 07/04/2015, 9:37

Piu' che un pensiero è una provocazione, come uso spesso fare per accedere il dibattito.
Ma spero che l'aspetto provocatorio sia messo da parte e che si discuta poi del concreto.
Il testo è stato trovato in rete, su FB.

PASQUA DI RESURREZIONE della RAGIONE?
In questi 30 anni – quelli del “liberismo selvaggio” che affama i popoli, distrugge il pianeta, aumenta le disuguaglianze – l’umanità sta vincendo la più grande guerra contro la miseria.

La Banca mondiale ha pubblicato un rapporto sulla povertà nel mondo e i dati dicono che la percentuale della popolazione mondiale che vive in condizioni di povertà estrema – ovvero con meno di 1,25 dollari al giorno – è crollata dal 36,4 per cento del totale nel 1990 al 14,5 per cento nel 2011.

E’ la più grande riduzione della povertà nella storia dell’umanità, circa 1 miliardo di poveri in meno, una cifra mostruosa, una rivoluzione silenziosa che forse meriterebbe maggiore attenzione delle boiate sulla decrescita felice e il pauperismo no global.

Secondo le proiezioni della Banca mondiale, con un tasso di crescita globale pari a quello degli anni 2000, nei prossimi 20 anni la povertà si ridurrà ulteriormente fino a scendere al 5 per cento della popolazione mondiale, che vuol dire altri 600 milioni di poveri in meno.

Ma a cosa è dovuto questo portentoso progresso? Nazioni Unite? Fondo monetario internazionale? Qualche programma governativo? Aiuti ai paesi in via di sviluppo?

No. E’ merito della globalizzazione, del libero mercato, dei diritti di proprietà, del rule of law, della caduta di barriere interne ed esterne. In una parola, del capitalismo.

E questo è evidente anche ai più scettici, dato che il contributo più grande alla riduzione della povertà l’hanno dato i popoli di due paesi fino a poco fa (e in parte ancora oggi) prigionieri dello stato e della pianificazione economica, cioè la Cina e l’India.

Chissà se tutto ciò potrà indurre, per questa Santa Pasqua, a una riflessione anche Papa Francesco sul suo anti capitalismo pauperista esposto nella “Evangelii Gaudium”.


Fin qui il testo. Da parte mia osservo che la povertà assoluta, basata su una soglia fissa (1.25 dollari al giorno) non è il massimo come parametro, anche se ha fatto testo per molti anni. Bisognerebbe trovare altri parametri e vedere se sono concordanti o discordanti. La prima ricerca che mi è venuta in mente è quella sulla fame nel mondo.
Ed ho trovato questo: "805 milioni di persone nel mondo non hanno abbastanza da mangiare. Questo numero è diminuito di 209 milioni dal 1990." Quindi 1/4 di affamati in meno. Che è meno della metà indicata sopra. Tuttavia nel 1990 la popolazione del pianeta era pari a 5 miliardi e 263 milioni. Oggi siamo 7 miliardi e 300 milioni. Quindi nel 1990 il quasi il 20% della popolazione non aveva abbastanza da mangiare. Oggi l'11%. Che è molto vicino alla metà. Una conferma.
Ultima modifica di franz il 07/04/2015, 9:58, modificato 1 volta in totale.
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Re: Pensiero pasquale

Messaggioda trilogy il 07/04/2015, 9:57

Il grosso dell'effetto statistico è in Asia per effetto della crescita cinese, vietnam, ecc.
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Re: Pensiero pasquale

Messaggioda franz il 07/04/2015, 17:24

Soprattutto Cina e India, direi, il che non esclude altri.
Vietnam ed ora la Mongolia, l'economia che la maggior crescita, attualmente.
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Re: Pensiero pasquale

Messaggioda trilogy il 07/04/2015, 18:10

Si c'è anche un lungo dibattito tra economisti sul perchè l'Asia sia decollata e l'Africa sia ancora in ritardo.


Ad esempio Sachs:

[..]Egli descrive gruppi di popolazione oppure interi paesi che si situano in uno “stato di povertà” dal quale è molto difficile uscire con le proprie forze. Nei suoi viaggi attraverso l’Africa le famiglie di contadini gli hanno riferito come essi, per sopravvivere, abbiano consumato a poco a poco negli ultimi venti anni il loro capitale produttivo (aratri, buoi, alberi, ecc…). Per gli investimenti futuri non è rimasto praticamente niente. Oppure come intere famiglie poggino solo su vecchi e bambini, poiché la generazione attiva è morta di Aids. Per uscire dalle situazioni di povertà è indispensabile l’aiuto esterno – da parte dei propri governi e da parte dei paesi industrializzati. Jeffrey Sachs sostiene quindi uno sdoppiamento dell’aiuto allo sviluppo.

Sachs utilizza molta energia nel tentativo di mostrare che l’Africa nera lamenta più povertà rispetto all’Asia o all’America latina a causa di un unico concatenamento di fattori contrari. In Africa sarebbe straordinario e incurabile l’accumulo delle malattie tropicali in combinazione con la grossa diffusione dell’Aids, l’isolamento geografico dell’offerta rurale e la distruzione crescente dell’ambiente, come risulta anche dalla ricerca del suo stesso Earth Institute.[..]

[..] specialmente in Africa, il profilo ecologico e la crisi della sanità siano fattori essenziali, che spiegano meglio la problematica. E’ discutibile invece che questa spiegazione basti, come propone Sachs. Una sostanziale differenza consiste nel fatto che gli Stati asiatici si basano su una lunga storia e possiedono molta più autorità e legittimità. L’Africa si basa invece ancora su Stati e frontiere fatte sulla carta dai poteri coloniali europei circa cento anni fa, che si estremizzano in molti conflitti violenti all’interno e fra gli Stati.[..]

http://www.alliancesud.ch/it/politica/s ... frey-sachs
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Re: Pensiero pasquale

Messaggioda franz il 08/04/2015, 8:32

C'è un libro, per me una delle migliori letture di questi 15 anni, che ha titolo "Armi, acciaio e malattie" di Jared Diamond.
Spiega bene perché, nella storia degli ultimi 13'000 anni, l'Africa pur essendo stata la culla dell'umanità (fintanto che l'economia era quella della caccia e della raccolta) è nettamente sfavorita in un'economia agricola, base di partenza per le economie successive. E comunque spiega perché invece altri continenti hanno favorito l'esplosione che conosciamo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Armi,_acciaio_e_malattie
http://en.wikipedia.org/wiki/Guns,_Germs,_and_Steel

Tra l'altro devo proprio ringraziare un forumista di qui per avermene consigliato la lettura.

Questo per dire che oltre ai motivi contingenti esposti nell'intervento qui sopra, ci sono motivi strutturali ben precisi che limitano fortemente lo sviluppo umano nell'africa equatoriale mentre le cose migliorano nettamente nell'africa del nord, la quale pero' è stata desertificata ed in gran parte resa inabiltabile per questioni climatiche (il cambiamento climatico era attivo anche decine di migliaia di anni fa). Le cose stanno pero' cambiando anche in Africa e ci sono diverse economie emergenti.

Questo un articolo di tre anni fa: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AbkN9NII
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