La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda franz il 27/03/2015, 8:06

Premessa: Si potrebbe inaugurare una rubrica: "finalmente buone notizie".


Poletti: 9mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi
Il ministro del Lavoro ha reso pubblici i dati sulle assunzioni avvenute tra gennaio e febbraio, cresciute del 38,4%. Assunzioni che hanno beneficiato degli sgravi contributivi introdotti dalla Legge di Stabilità, ma non ancora della spinta del Jobs Act.

Poletti, 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesiIl ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (ansa)
MILANO - "Nei primi due mesi del 2015 sono stati attivati 79 mila contratti a tempo indeterminato, il 38,4% in più rispetto ai primi due mesi del 2014". Lo ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti. L'annuncio era stato anticipato dal premier Matteo Renzi che aveva parlato di un aumento "a doppia cifra" rispetto all'anno precedente: "E' il segnale che l'Italia riparte".

Arrivando al ministero delle Infrastrutture per il suo insediamento dopo l'interim, Renzi ha parlato di una giornata cruciale: "Oggi è un giorno importante. Tra qualche ora saranno diffusi i dati dei contratti a tempo indeterminati siglati nei primi due mesi dell'anno. È un dato davvero sorprendente, che mostra una crescita a doppia cifra". E Poletti ha confermato.

A spingere il dato è stata la decontribuzione Inps introdotta dalla Legge di Stabilità 2015. A partire dal 7 marzo, le aziende potranno assumere anche con le regole del Jobs Act, che prevede altri benefici fiscali per tre anni, per cui le attese sono di una ulteriore crescita in termini di assunzioni. "Fino ad adesso abbiamo volato con un motore, da marzo avremo due motori e vedremo quello che sta succedendo", ha aggiunto Poletti che ha sottolineato anche che nel solo mese di gennaio il balzo dei contratti a tempo indeterminato è stato del 32,5% su base annua e per i giovani tra i 15 e i 29 anni la variazione tendenziale è stata pari a 43,1%. A febbraio scorso, l'aumento percentuale è stato del 38,4% e per i giovani è arrivato al 41,4%.

Già il presidente dell'Inps, Tito Boeri, aveva spiegato il nuovo impulso del mercato del lavoro. "I primi dati che abbiamo" sulle assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione, previste dalla legge di Stabilità, "sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, ossia dall'1 al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta", aveva detto Boeri, spiegando che l'istituto fornirà "sistematicamente" i dati e che "a fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti". Poletti ha dato i numeri definitivi. Non tutti, però , sono pronti a stappare lo champagne. Secondo uno studio di Manpower, l'agenzia di selezione del personale, le prospettive di assunzioni delle aziende non cambiano molto. Nei prossimi tre mesi ci saranno solo timidi segnali di ripresa del mercato del lavoro.

Il ministro Poletti ha poi fatto il punto sul fondo Garanzia Giovani. I giovani che si sono iscritti al programma hanno superato quota 476 mila: tra questi 233.907 sono stati presi in carico dalle istituzioni, mentre 49 mila hanno avuto già una proposta tra stage, servizio civile, tirocinio, lavoro o un'opportunità formativa. Se prosegue questo ritmo nelle registrazioni è prevedibile che entro dicembre si iscrivano 800 mila giovani a fronte di risorse disponibili per 560 mila unità.

Al suo arrivo, però, Poletti è stata contestato da un gruppo di giovani precari con lo striscione "Non lavoriamo gratis". "Il tirocinio viene spacciato come formativo ma è sfruttamento - ha spiegato al megafono un portavoce del gruppo - Vorremmo parlare noi con il commissario europeo, avremmo tanto da dire su Garanzia Giovani e su come non funziona. E' l'ennesimo spreco di soldi. Un miliardo e mezzo, ma a noi nulla. Nessuno ha intenzione di lavorare gratis".

Tra i manifestanti anche alcuni ragazzi estremamente delusi dalla loro esperienza con Garanzia Giovani, il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. "Sono iscritta a Youth Guarantee dal primo novembre, un lavoro di produzione audio e video - afferma Antonietta - e non ho ancora avuto una indennità. Lavoro 35 ore settimanali, e fino a ora per me é stata solo una spesa e una attesa senza prospettive. Ci hanno fatto partecipare a tavoli inutili, abbiamo chiesto l'innalzamento delle indennità, che adesso é di 2,5 euro l'ora: non é una opportunità, non garantisce l'ingresso nel mondo del lavoro".

In serata è arrivato il commento, sui dati, del premier Matteo Renzi: "Ci hanno detto di tutto in questi Mesi,

ci hanno accusato di voler rendere la nostra generazione per sempre precaria. E' vero esattamente il contrario: stiamo dando diritti a chi non ne ha mai avuti. Che bella l'italia che riparte, avanti tutta", ha scritto sulla sua pagina Facebook. "E non è che un inizio".

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ef=HRER1-1
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda franz il 28/03/2015, 8:37

Sembra che le buone notizie facciano discutere poco ... ;)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda pianogrande il 28/03/2015, 14:19

franz ha scritto:Sembra che le buone notizie facciano discutere poco ... ;)

Eravamo tutti a fare un colloquio di assunzione. :)

Queste sono sicuramente ottime notizie ma credo facciano parte di un meccanismo che ha bisogno del conforto di una conferma.

Sicuramente, abbiamo letto tutti con piacere.
Come leggiamo con piacere i dati su questo PIL che danza sopra e sotto le zero (ma pare che almeno non scenda più) a seconda dell'ora, della pressione atmosferica e del ginocchio sinistro della nonna che je dole quando cambia il tempo.

Un elemento di discussione potrebbe essere che i contratti a tempo indeterminato non sono più quelli di una volta; granitici e inossidabili e questo li fa diventare più gestibili/flessibili etc.

Allora?
Quale è il dato vero che ci confermerebbe che le cose vanno meglio?
I posti di lavoro.
Cominceranno ad aumentare anche quelli?
Benissimo!
Grazie (almeno, anche) alla flessibilità?
Benissimo!
W la flessibilità.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda franz il 28/03/2015, 17:59

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:Sembra che le buone notizie facciano discutere poco ... ;)

Eravamo tutti a fare un colloquio di assunzione. :)

Anche i pensionati? Galattico!!!! :lol:
Scherzi a parte, una rondine non fa primavera ma è un buon segnale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda pianogrande il 30/03/2015, 18:18

Qualche approfondimento.

http://temi.repubblica.it/repubblica-ra ... e-riforme/

Ancora nessuno si entusiasma.
Comunque, la tipologia dei contratti non può che andare sulle "tutele crescenti".

Speriamo che quel fatto dei tre anni non diventi una specie di contratto a termine (a termine delle agevolazioni).

Siamo in mezo al guado.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda flaviomob il 01/04/2015, 1:41

Renzi, la Waterloo dell’occupazione

—  Roberto Ciccarelli, ROMA, 31.3.2015

Lavoro. I cacciatori di farfalle di Palazzo Chigi smentiti dai dati Istat e del ministero del lavoro. Aumenta la disoccupazione, i più colpiti giovani e donne. I gufi non c’entrano. È l’effetto di una politica in crisi. Nessuna ripresa in vista e conti sbagliati. Il governo non vede le cessazioni dei contratti e la precarietà. Camusso: «È un nauseante balletto sui dati»


L’Istat ha messo il bastone tra le ruote alla pro­pa­ganda incon­te­ni­bile del governo Renzi sul pre­sunto aumento dell’occupazione. E il mini­stro del lavoro Poletti è stato smen­tito dal suo stesso mini­stero che lunedì ha dif­fuso i dati reali sulle atti­va­zioni com­ples­sive dei con­tratti e quelli sui con­tratti a tempo inde­ter­mi­nato. La disoc­cu­pa­zione è tor­nata a cre­scere a feb­braio (+12,7%), i disoc­cu­pati sono cre­sciuti di 67 mila unità nell’ultimo anno, i gio­vani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro sono aumen­tati di 34 mila unità. L’occupazione a tempo inde­ter­mi­nato non è aumen­tata di 79 mila unità negli ultimi due mesi. I gene­rosi incen­tivi alle imprese con­cessi dal governo nella legge di sta­bi­lità 2014 sono stati insi­gni­fi­canti. Per i cac­cia­tori di far­falle di Palazzo Chigi la gior­nata di ieri è stata una «Water­loo». L’esecutivo si è sfra­cel­lato con­tro il muro della realtà dopo avere preso la ricorsa gio­vedì 26 marzo. Quel giorno Renzi e Poletti hanno cin­guet­tato sull’aumento di 79 mila con­tratti a tempo inde­ter­mi­nato nel periodo gennaio-febbraio 2015. Il plauso dei media è stato imme­diato. Poi sono cre­sciute le ombre.

Al netto del dome­stico e della pub­blica ammi­ni­stra­zione, le tabelle del mini­stero del lavoro hanno invece regi­strato l’incremento di 78.927 atti­va­zioni in più (303.648) rispetto al bime­stre 2014 (224.721). Le ces­sa­zioni per tipo­lo­gia con­trat­tuale sono aumen­tate di 75.535. E sono aumen­tati i con­tratti pre­cari: più 73.902. In totale, i posti pre­cari sono 847.487 sui com­ples­sivi 1.382.978 posti di lavoro. Tra aumento delle ces­sa­zioni (+8,9%) e ege­mo­nia incon­tra­stata del pre­ca­riato (il 61,2%, sei posti di lavoro su dieci) non c’è dun­que alcuna ripresa. I dati sull’occupazione dif­fusi da Poletti non erano atten­di­bili. Quelli «veri» sul primo bime­stre 2015 saranno pub­bli­cati dal sistema infor­ma­tivo sta­ti­stico delle comu­ni­ca­zioni obbli­ga­to­rie solo il 20 aprile. Dati più certi ver­ranno fuori solo quando saranno con­so­li­dati i risul­tati del tri­me­stre, vale a dire a luglio. Tra tre mesi i titoli strap­pati dal governo saranno archi­viati come pagine inu­tili. I gufi e gli scia­calli non c’entrano. Il disa­stro media­tico è stato pro­dotto dalla sua ansia di pre­sta­zione. Fru­stata dalla realtà della crisi.

L’altra maz­zata è arri­vata dall’Istat. Quei bene­detti 78.927 con­tratti a tempo inde­ter­mi­nato pos­sono essere il risul­tato delle tran­si­zioni dal tempo deter­mi­nato a tempo inde­ter­mi­nato. In più i con­tratti atti­vati non equi­val­gono neces­sa­ria­mente a nuovi occu­pati. I dati prov­vi­sori su feb­braio 2015 pub­bli­cati ieri dicono anche que­sto. I disoc­cu­pati sono aumen­tati su base men­sile: –0,2%, 44 mila unità in meno. Non con­tano dun­que le varia­zioni men­sili, quelle a cui Renzi si è aggrap­pato inge­nua­mente. Conta l’andamento annuale per­ché un’eventuale cre­scita si regi­stra se dura tre tri­me­stri. Da dicem­bre l’occupazione «è rima­sta sostan­zial­mente sta­bile» ha avver­tito l’Istat. E la disoc­cu­pa­zione è dimi­nuita non per­ché è rico­min­ciata la «ripresa», ma «per la risa­lita del tasso di inat­ti­vità». Que­sto l’Istat l’ha sem­pre ripe­tuto nei ultimi mesi.

Ina­scol­tata dal governo che vive in una realtà paral­lela. Ad ogni report, insieme agli «esperti» del Par­tito Demo­cra­tico, inscena una danza della piog­gia. Ma in que­sto deserto non piove mai. Si resta in attesa della sospi­rata pre­ca­riz­za­zione impo­sta via Jobs Act. Gli uomini della piog­gia annun­ciano grandi tem­po­rali. Il cielo gli darà ragione?

Il bol­let­tino Istat ha con­fer­mato le carat­te­ri­sti­che della disoc­cu­pa­zione strut­tu­rale di massa cre­sciuta negli anni della crisi. I più col­piti sono i gio­vani e le donne. Il tasso di disoc­cu­pa­zione dei primi è cre­sciuto di 1,3 punti per­cen­tuali a feb­braio e di 0,1 nell’ultimo anno. E si è atte­stato al 42,6%. I gio­vani occu­pati tra i 15 e i 24 anni sono dimi­nuiti di 34 mila unità, +3,8%. È un’altra prova del fal­li­mento del pro­gramma «Garan­zia gio­vani». For­te­mente pena­liz­zata resta l’occupazione fem­mi­nile. A feb­braio il tasso è sceso di 42 mila unità (-0,4%). Stesso anda­mento si regi­stra sul tasso di occu­pa­zione. Quello maschile è sta­bile al 64,7%, quello fem­mi­nile è dimi­nuito di 0,2 punti per­cen­tuali. Se il tasso di inat­ti­vità cre­sce per gli uomini di 0,4 punti, men­tre dimi­nui­sce quello di disoc­cu­pa­zione, per le donne la situa­zione è oppo­sta. Le inat­tive dimi­nui­scono, men­tre aumen­tano le disoc­cu­pate (+0,9%). La ten­denza ad una risi­cata cre­scita dell’economia senza occu­pa­zione fissa (Jobless reco­very) è stata con­fer­mata dai dati Istat sul Pil: «Si raf­for­zano i primi segnali posi­tivi per l’economia ita­liana, all’interno di un qua­dro ancora ete­ro­ge­neo». «Nel com­plesso, l’indicatore anti­ci­pa­tore dell’economia ita­liana per­mane su livelli posi­tivi, sup­por­tando l’ipotesi di un miglio­ra­mento dell’attività eco­no­mica nel primo trimestre».

Quello di Renzi è «un nau­seante bal­letto sui numeri dell’occupazione –ha com­men­tato la segre­ta­ria della Cgil, Susanna Camusso — Biso­gne­rebbe smet­terla di dire che la ripresa è die­tro l’angolo –ha aggiunto — per­ché non si può con­ti­nuare a soste­nere che la situa­zione sta miglio­rando se la disoc­cu­pa­zione con­ti­nua a salire e se anche per chi lavora le con­di­zioni con­ti­nuano a peg­gio­rare». Per Bar­ba­gallo (Uil) «Se si con­ti­nua ad andare a scuola dalla Mer­kel — che pre­dica auste­rità — piut­to­sto che da Obama — che pra­tica la cre­scita inve­stendo in infra­strut­ture, inno­va­zione, ricerca e cul­tura — i dati occu­pa­zio­nali non miglio­re­ranno». Secondo Fur­lan (Cisl) per creare nuova occu­pa­zione «occorre favo­rire gli inve­sti­menti, con una nuova poli­tica indu­striale» Per Damiano (Pd): «l’eccesso di otti­mi­smo o di pes­si­mi­smo rivela un’ansia da pre­sta­zione che dovrebbe lasciare il passo a una rifles­sione più medi­tata». Per i Cin­que Stelle «i dati Istat ripor­tano Renzi sulla terra». Per gli stu­denti della Rete della Cono­scenza «la reale alter­na­tiva sta nella crea­zione di forme uni­ver­sali di Wel­fare come il red­dito di dignità pro­po­sto da Libera. Un oriz­zonte di tra­sfor­ma­zione che, tut­ta­via, è fuori dalla pro­spet­tiva di que­sto governo».

(Manifesto)
http://ilmanifesto.info/renzi-la-waterl ... cupazione/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Se non aumenta la domanda....

Messaggioda pianogrande il 01/04/2015, 2:13

E chiaro che il risultato vero è l'aumento dei posti di lavoro.
Se cambia solo la tipologia di contratto, grazie alle incentivazioni e al fatto che il tempo indeterminato tanto indeterminato non è più, non abbiamo fatto passi avanti ma solo messo soldi in una macchina che se li mangia senza dare frutti.
Momento piuttosto grigio.
Naturalmente speriamo in meglio ma il parametro più utile per la ripresa è l'aumento della domanda.

Draghi vuole l'inflazione e compra titoli di stato per mettere soldi in circolazione.
Dove finiscono, o meglio, dove si fermano questi soldi?
I consumatori non spendono (la domanda non aumenta) e lui continua a stampare moneta.

Avremo gli ottanta Euro anche per i pensionati?

Quella potrebbe essere una via più redditizia che lasciarli nelle casse dello stato.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda franz il 01/04/2015, 8:50

L'incremento occupativo, a livello annuale, c'è stato.
Poco, ma ISTAT lo mostra qui. http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSet ... CV_TAXOCCU
Il tasso di occupazione 2013 era 64.7% ora è 64.8% (+0.1%)

Poi in momenti di alti e bassi a granularità mensile, puo' capitare che un mese un balzo e quello seguente un crollo. Lo abbiamo visto in giappone, in germania, in USA, per i dati del PIL. Quindi lavorando sui mesi e prendendo quelli che fanno comodo, in un periodo di alta instabilità e varianza, si puo' dimostrare tutto ed il contrario di tutto.

I dati precedentemente diffusi pero' non riguardavano l'aumento dei posti di lavoro ma l'aumento dei contratti a tempo indeterminato. Che fosse a scapito di altri contratti precari, trasformati in posto stabile (quindi con un saldo zero dal punto di vista dei posti di lavoro) rimane comunque un fatto positivo, anche se contemporaneamente continuano ad aumetare anche i contratti precari. Da notare che non va confuso l'andamento della disoccupazione con quello della disoccupazione. La somma non fa 100, dato che ci sono anche quelli che non sono occupati e non cercano lavoro (scoraggiati). Un incremento della disoccupazione puo' significare che molti scoraggiati vendendo possibilità, si iscrivono nei registri della disoccupazione.

Per me comunque è abbastanza chiaro che le agevolazioni contributive da sole non bastano. Anche il Job Act è positivo ma non basta. Bene fare queste cose ma bisogna fare anche altro. Bisogna diminuire la burocrazia, le imposte sulle imprese (oggi il tax rate sulle imprese italiane è il 65.4%) bisogna dimunuire le spese dello stato, gli sprechi, fare questa mitica spending review. Bisogna riformare il sistema bancario, bisogna ridurre il debito pubblico e la fame di soldi dello stato. Infatti se le aziende vengono rapinate dal supracitato tax rate e gli investimenti vanno in acquisti di BOT e non alle imprese, è chiaro che la strada verso la ripresa continuerà ad essere in salita.
Ultima modifica di franz il 01/04/2015, 9:03, modificato 3 volte in totale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 79mila contratti a tempo indeterminato in soli due mesi

Messaggioda pianogrande il 01/04/2015, 9:01

Vedo che siamo tutti abbastanza d'accordo e in attesa di qualcosa di più.

Si è fatto qualcosa ma non basta.

Il vero cambio di verso appare ancora lontano.

La polpa è quella che dice Franz ma non solo lui.
Con diverse sfumature, auspichiamo le stesse cose.

Sarò felice quando potremo dire che la polpa è stata addentata davvero.

Finora siamo, più o meno, al mendicante delle mille e una notte che profuma il pane con il fumo.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

È DAVVERO “LA PRIMAVERA DEL LAVORO”?

Messaggioda franz il 29/04/2015, 8:54

PER MOLTI ASPETTI I DATI PUBBLICATI GIOVEDÌ DAL MINISTERO DEL LAVORO SUL FLUSSO DELLE NUOVE ASSUNZIONI NEL MESE DI MARZO SONO DAVVERO STRAORDINARI, MA È ANCORA PRESTO PER QUALIFICARLI CON SICUREZZA IN TUTTO O IN PARTE COME EFFETTO DELLA RIFORMA

Articolo pubblicato nella Newsletter dello Studio Ichino Brugnatelli e Associati, 24 aprile 2015 – La seconda parte dell’articolo riprende quello pubblicato su il Foglio il 23 marzo 2015: Gli errori da non commettere nella valutazione degli effetti del Jobs Act

Per quanto ancora molto grezzi, i dati tratti dalle Comunicazioni obbligatorie del mese di marzo, pubblicati il 23 aprile 2015 dal ministero del Lavoro, sono per diversi aspetti straordinariamente positivi. Quasi centomila nuovi contratti regolari in più (la differenza tra le 641.572 attivazioni di nuovi contratti verificatesi nell’arco del mese e le 549.273 cessazioni). Aumento del 49,5 per cento delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto al marzo 2014: da 108.647 a 162.498. Tra il marzo 2014 e il marzo 2015 aumentano dell’81 per cento le trasformazioni da contratto a termine in contratto a tempo indeterminato, quasi un raddoppio: da 22.116 a 40.034. E tutto questo avviene in concomitanza con una drastica riduzione del numero di ore di intervento della Cassa integrazione: ritornano al lavoro molte decine di migliaia di persone che non figuravano come disoccupate, in quanto il loro rapporto di lavoro era solo sospeso ma non interrotto.

Nei giornali del 24 aprile predominano i toni trionfalistici: “Marzo, boom delle assunzioni” (Corriere della Sera); “Boom di contratti e stabilizzazioni” (la Repubblica); “Lavoro, 92mila posti in più a marzo” (il Messaggero); “Effetto Jobs Act” (la Stampa); “Questo Jobs Act funziona” (il Foglio). Forse il più bello è il titolo del fondo di Alberto Orioli sul Sole 24 Ore: “La primavera del lavoro”.

Che in questi dati possa leggersi un forte indizio dell’impatto positivo del decreto n. 23/2015 in materia di contratto di lavoro a tutele crescenti – entrato in vigore il 7 marzo – sulla quantità e qualità delle nuove assunzioni, è difficile negarlo. Nei due mesi immediatamente precedenti l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto al bimestre gennaio-febbraio 2014 era stato del 20,7 per cento: un possibile effetto della riduzione del prelievo contributivo e fiscale sui rapporti a tempo indeterminato, disposta dalla legge di stabilità del dicembre 2014; ma nel corso del marzo 2015, nonostante che la riforma sia entrata in vigore soltanto il 7, l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto al marzo 2014 è stato del 49,5 per cento. Ancora più marcata è stata la differenza, rispetto ai due mesi precedenti (nei quali ha operato soltanto l’incentivo economico) dell’aumento delle trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato: più 81 per cento.

L’invito alla prudenza nella valutazione di questi dati, però, è d’obbligo. Per diversi ordini di motivi. I dati relativi a un solo mese, nel quale oltretutto la riforma ha operato effettivamente soltanto per tre quarti della sua durata, non possono essere significativi degli effetti stabilmente prodotti dalla riforma stessa nel funzionamento del mercato del lavoro nazionale. Inoltre non ci si deve fermare ai dati delle Comunicazioni Obbligatorie al ministero del Lavoro, inerenti al flusso delle nuove assunzioni, perché saranno importantissime anche le variazioni dello stock degli occupati e dei disoccupati, che risulteranno dai dati forniti dall’Istat, oggi non ancora disponibili, e i dati disaggregati che fornirà l’Inps sul genere e l’età dei lavoratori assunti nelle varie forme nonché sull’entità delle retribuzioni.

Soprattutto, occorre stare molto attenti alle trappole in cui si può cadere nella lettura di questi dati.

Incominciamo coll’osservare che la riforma del lavoro, se sarà efficace, produrrà una riduzione del numero complessivo dei nuovi contratti di lavoro stipulati mese per mese; e ci sarà motivo di rallegrarsene. Perché se molte persone che nel 2014 hanno avuto una sequenza di contratti a termine, con una stessa azienda o con più d’una, magari con intervalli di disoccupazione tra l’uno e l’altro, nel 2015 per effetto delle nuove misure vengono assunte a tempo indeterminato, questo si tradurrà in una riduzione del numero complessivo di nuovi contratti. Ma corrisponderà a un tasso di occupazione complessivamente più elevato; e corrisponderà soprattutto a una migliore qualità del lavoro che quelle persone svolgeranno.

Nell’ultimo quinquennio, il numero dei nuovi contratti di lavoro stipulati in Italia è stato di circa dieci milioni ogni anno: questo dato impressionante, fornito dal Sistema delle Comunicazioni Obbligatorie del ministero del Lavoro, è la conseguenza del fatto che per circa cinque sesti si è trattato di contratti a termine, molti dei quali venivano rinnovati tra le stesse parti più volte in un anno, in alcuni casi addirittura dieci o venti volte; oppure del fatto che l’impresa, per non assumere una persona in forma stabile, assumeva in sequenza due o tre persone diverse sullo stesso posto nell’arco di un anno. Se ora ciascuna di queste posizioni sarà occupata da una sola persona assunta una volta sola a tempo indeterminato, ciò determinerà un calo del numero delle assunzioni. Per valutare gli effetti della riforma occorrerà dunque tenere d’occhio soprattutto il numero delle assunzioni a tempo indeterminato, che negli ultimi anni sono andate diminuendo dai due milioni all’anno a poco più di un milione e mezzo nel 2014; e che – queste sì – ora devono invece incominciare ad aumentare in misura rilevante; e più rilevante da marzo 2015 in poi rispetto all’aumento dei primi due mesi, imputabile soltanto alla riduzione del prelievo contributivo e fiscale. E allo stesso modo, se la riforma funziona, devono aumentare le conversioni di rapporti a termine in rapporti a tempo indeterminato.

Può anche accadere che nella prima fase di applicazione della riforma, se essa produce effetti coerenti con gli intendimenti del legislatore, aumenti il tasso di disoccupazione. Questo aumento, infatti, potrebbe significare che, essendosi rimesso in moto il mercato, anche per effetto delle nuove norme, molte persone scoraggiate dalla crisi, che negli ultimi tempi avevano smesso di cercare un’occupazione, hanno ricominciato a cercarla senza trovarla immediatamente. Il dato importante da tenere d’occhio sarà piuttosto quello relativo al tasso di occupazione; ma anche qui con l’avvertenza che non sapremo in quale misura la sua variazione sia dovuta al mutamento della congiuntura economica generale, in quale misura alla riduzione drastica del cuneo fiscale e contributivo, e in quale misura alla riforma dei licenziamenti.

La riduzione del cuneo fiscale e contributivo è entrata in vigore – come si è detto – con la legge di stabilità il 1° gennaio 2015; la nuova disciplina dei licenziamenti è entrata in vigore, invece, il 7 marzo: ciò consentirà di osservare le variazioni nella dinamica delle nuove assunzioni in corrispondenza con queste due date e trarne qualche indicazione interessante. Ma occorrerà comunque tener conto degli effetti distorsivi che potrebbero essere stati generati anche dall’attesa dei nuovi provvedimenti: per esempio, molte imprese potrebbero aver evitato di assumere in novembre o dicembre per assumere a gennaio beneficiando della riduzione del prelievo fiscale e della fiscalizzazione totale dei contributi. Allo stesso modo, molte imprese potrebbero aver evitato di assumere in gennaio o febbraio in attesa che entrasse in vigore il decreto sulle tutele crescenti.

L’osservazione di gran lunga più utile e interessante sul piano scientifico per misurare l’effetto della nuova disciplina dei licenziamenti sarà quella che riguarda la differenza di crescita dei contratti a tempo indeterminato nel settore delle imprese al di sotto della soglia dimensionale dei 16 dipendenti di qualche unità, dove la disciplina dei licenziamenti è rimasta quasi del tutto invariata, rispetto alle imprese che si collocano subito sopra quella soglia, molto simili alle prime per ogni altro aspetto, ma per le quali il mutamento della disciplina è stato rilevantissimo. Sarà altrettanto utile e interessante osservare se scomparirà l’effetto di inibizione al superamento della soglia dimensionale dei 15 dipendenti ben visibile nei dati rilevati fino a oggi. Se risulterà: a) che l’occupazione è sensibilmente aumentata di più nelle imprese sopra quella soglia rispetto a quelle che si collocano al di sotto; b) che essa si è trasformata da occupazione prevalentemente a termine in occupazione a tempo indeterminato; e c) che quella soglia non ha più sulle imprese di piccole dimensioni l’effetto di inibizione alla crescita che si è osservato fin qui; beh allora occorrerà convenire che la riforma sta producendo davvero dei risultati importanti. Per la precisione, sarà la prima volta in mezzo secolo che una misura di politica del lavoro avrà prodotto risultati coerenti con gli intendimenti del legislatore, e in misura non omeopatica. Ma prima che queste osservazioni siano state compiute con il dovuto rigore, qualsiasi conclusione sarà arbitraria, o addirittura fuorviante.

http://www.pietroichino.it/?p=35433
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 22 ospiti