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L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda mariok il 07/02/2015, 13:26

Eravamo nell'ottobre del 2012, appena poco più di due anni fa. Chavez ha conseguito l'ennesima vittoria elettorale, anche se truccando un po' le carte.

La sinistra radicale italiana esulta.

Nichi Vendola — «Al netto di errori, anche grossi, come l’amicizia con l’Iran e qualche altra tentazione luciferina, al netto di tutto questo Chávez resta l’artefice, il protagonista d’una sperimentazione concreta di lotta contro la povertà». Meglio sarebbe se certe sperimentazioni avvenissero in un’atmosfera di concreta libertà. «Guardi, noi non dobbiamo più cercare tipi o idealtipi...» «Beh, sì, insomma: che ci compensino della rivoluzione smarrita... Quindi, come è chiaro che sul tema delle libertà civili non possiamo fare sconti a nessuno, è altrettanto chiaro che, per un’altra volta ancora, Chávez esce vincitore dal responso delle urne grazie anche ad una straordinaria mobilitazione delle fasce più povere». Una mobilitazione che, secondo alcuni osservatori, non sarebbe stata del tutto spontanea. «Senta: io non ho il mito di Chávez, però ho una profonda simpatia per quel laboratorio chiamato "rivoluzione bolivariana", un’esperienza che ha fatto invecchiare la stella di Cuba, perché Chávez, questa è la profonda verità, riesce dove Fidel ha fallito». I suoi discorsi faranno sobbalzare molti nel Pd. «Ah ah ah! Sì sì, certo, immagino... e allora le aggiungo pure che dal Sudamerica arriva una bella lezione anche per la sinistra italiana: perché lì non ci si misura con le biografie dei protagonisti politici, ma con i problemi reali della gente».

Chávez pensa ai poveri, Chávez distribuisce case e lavoro, Chávez forse qualche tentazione luciferina ce l’ha, «ma comunque è stato eletto democraticamente, come dimostrano le percentuali del risultato finale: la prova che c’è stato dibattito, confronto, gara politica» (questa era la voce di Norma Rangeri, direttore del manifesto, che alle elezioni venezuelane dedica gran parte della prima pagina). Raccomandazione di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione: «Dittatura? Scriva che laggiù c’è stata una grande lezione di democrazia». Marco Rizzo, segretario di Csp-Partito comunista: «La verità gliela dico io, che sono l’ultimo bolscevico. In Venezuela, con il comandante Chávez, sono andati a votare quattro volte. Qui in Italia Monti lo hanno eletto le banche. Punto. Fine. Tutto il resto è fuffa».

La situazione del Venezuela oggi.

In Venezuela scarseggiano preservativi e pillole anti-concezionali. Una scatola di condom costa 800 dollari
Redazione, L'Huffington Post
Pubblicato: 06/02/2015 15:49 CET Aggiornato: 06/02/2015 15:51 CET CARACAS

La mancanza di beni di prima necessità affligge il Venezuela da anni. Supermercati e farmacie non ricevono i rifornimenti dall'estero con regolarità e per questo motivo è facile vedere lunghe code ai negozi.

Così come accade per il riso, la farina e il latte, l'alternativa è rivolgersi al Mercado Libre, un portale simile a Ebay, dove però i prezzi salgono vertiginosamente. Un utente, sempre secondo la Cnn, vende online una scatola con 36 preservativi a 755 dollari, corrispondenti a 4760 bolivar, la moneta locale. Lo stipendio medio mensile è di poco superiore: 5602 bolivar. È facile immaginare che soltanto pochi venezuelani molto benestanti stiano utilizzando prodotti anti-concezionali e si proteggano adeguatamente dalle malattie sessualmente trasmissibili.

http://www.huffingtonpost.it/2015/02/06 ... mg00000001
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda franz il 07/02/2015, 13:41

Il dramma è doppio.
Principalmente per i venezuelani, che sono le prime vittime delle loro scelte democratiche, come però è giusto che sia.
Ma c'è anche un altro dramma, minore ma piu' vicino a noi: quello delle anime candide di quella sinistra italiana che non capisce che Chavez poteva "pensare ai poveri" ridistribuendo i proventi del petrolio (quando superava i 100, anche 120 dollari al barile) ma che per farlo non ha saputo creare nulla di stabile, nulla che creasse valore aggiunto in modo strutturale.

Ci sono due modi per ulitilzzare i proventi della vendita di materie prime.
La prima è investire, creare infrastrutture (porti, strade, comunicazione telefonica e Internet) e, poi su questa base, saper invogliare le imprese a stabilirsi, a svilupparsi, in un ambito ovviamente di libero mercato, senza meccanismi statali che controllanio prezzi e salari, seguendo antiche visioni protezioniste, comuniste o fasciste.

La seconda pare piu' veloce (e premiante sul piano del voto) e consiste nel dare direttamente i soldi alla popolazione bisognosa. Ma questo non è investire. È una costante e perpetua elemosina, che nulla di fisso produce.
Una simile valanga pero' genera inflazione e quindi occorre controllare in modo rigido prima i prezzi e poi la distribuzione, tramite negozi statali. L'inflazione arriva lo stesso ma ora che il petrolio è a 50 dollari tutto il castello crolla ed i venezuelani hanno in mano solo un pugno di mosche.

Il dramma è che noi queste cose le capiamo ma ci sono personaggi come vendola e gli altri citati che ancora inseguono questi sogni, senza capire che in realtà sono incubi.

Come approfondimento e stimolo: http://it.wikipedia.org/wiki/Maledizione_delle_risorse
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda mariok il 07/02/2015, 15:57

Tutti i miti della sinistra italiana sono finiti in malo modo.

Speriamo che non sia la volta di Tsipras.
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda franz il 07/02/2015, 17:09

mariok ha scritto:Tutti i miti della sinistra italiana sono finiti in malo modo.

E la sinistra stessa non è messa meglio.
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda flaviomob il 07/02/2015, 17:22

Come già postato in passato, il PIL del Venezuela è cresciuto in maniera superiore alla media del suo continente durante gli anni di Chavez. Gli errori dei suoi successori sono cosa diversa e in ogni caso il crollo del prezzo del petrolio è devastante per un paese in cui l'economia si basa sulla sua estrazione e vendita. Del resto ci sono crisi profonde in paesi con governi di colori diversissimi in tutto il mondo, mentre prospera la dittatura cinese che, anche su questo forum "liberale" è tanto spesso presa a fulgido esempio, in maniera del tutto acritica e superficiale. Del resto non può che essere così quando si accetta ed esalta la globalizzazione dell'economia e della finanza fuori controllo a prescindere dalla diffusione della democrazia e dei diritti. Che ovviamente vanno monitorati ovunque, anche in Venezuela ;)


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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda mariok il 07/02/2015, 18:11

Nicolas Maduro è subentrato a Chavez meno di due anni fa, dopo essere stato indicato come suo successore dallo stesso Chavez. Quali errori può aver commesso in meno di due anni, tanto da far precipitare il Venezuela in una tale crisi, con un'inflazione oltre il 60% e con un rapporto deficit/pil superiore al 15%? O non è piuttosto vero che i nodi di quasi quindici anni di populismo sono venuti al pettine?

Il budget statale può reggersi solo a condizione che il prezzo del petrolio si mantenga sui 120$ al barile. Ciò vuol dire che l'unica operazione che ha tenuto in piedi il regime è stata quella di vendere il greggio ad alto prezzo per finanziare l'assistenza e quindi il consenso e la corruzione.

Non mi sembra proprio un grande modello.
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda franz il 07/02/2015, 18:23

Nel caso faccio notare che il tema di questo thread non è (e chiedo conferma all'autore) tanto lo stato disastroso del venezuela (cosa che avrebbe caso mai meritato un inserimento nel thread già aperto in altro forum) ma come la sinistra italiana ammira, si innamora, mitizza il chavismo (polulismo di sinistra) ed altri populismi radicali. Cosa che di fatto Flavio sta confermando con questi suoi interventi legittimamente difensivi.
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda flaviomob il 07/02/2015, 18:28

Riguardo alla corruzione è vero che il Venezuela è tra gli stati più corrotti del mondo (e il trend sembra negativo: questo sì imputabile anche agli anni di Chavez)

http://en.wikipedia.org/wiki/Corruption_in_Venezuela

Diritti umani: tra le altre cose Amnesty segnala violenza di polizia e gruppi filogovernativi (ma anche di manifestanti) nel corso delle manifestazioni di protesta:

http://www.amnesty.it/Venezuela-spirale ... di-diritto

http://www.amnesty.org/en/region/venezuela

Rimane da capire se il crollo del prezzo del petrolio sia dovuto a qualche saggia "manina" che voleva mettere alle corde Venezuela e Russia, tanto per dire.


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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda mariok il 07/02/2015, 19:28

franz ha scritto:Nel caso faccio notare che il tema di questo thread non è (e chiedo conferma all'autore) tanto lo stato disastroso del venezuela (cosa che avrebbe caso mai meritato un inserimento nel thread già aperto in altro forum) ma come la sinistra italiana ammira, si innamora, mitizza il chavismo (polulismo di sinistra) ed altri populismi radicali.


Infatti, la sinistra italiana ha sempre avuto bisogno di miti, di modelli esterni a cui riferirsi.

Il modello dei modelli è stato ovviamente il socialismo reale incarnato dall'Unione sovietica. Anche quando era evidente il tragico fallimento di quella esperienza, di fronte a fatti gravissimi come quelli dell'Ungheria e di Praga, ci si ostinava a definire dei dittatori sanguinari in "compagni che sbagliano".

Ancor oggi, dopo tanto tempo, una riflessione approfondita su ciò che ancora può restare del socialismo, non mi pare sia stata fatta. E non mi riferisco tanto alla questione dei diritti umani, su cui è unanime la critica anche se talvolta un po' di maniera e sbrigativa, quanto ai principi di base su cui dovrebbe fondarsi il tanto sognato sistema alternativo capace di coniugare giustizia e sviluppo.

Proprio dalla mancanza di idee e di capacità di analisi credo discenda l'innamoramento per tutto ciò che in qualche modo si manifesti "contro". Può essere il rifiuto delle ingerenze ecclesiastiche nel campo dei diritti civili (di qui il mito Zapatero) o la lotta allo strapotere delle multinazionali americane in sud-america (mito Castro prima e Chavez poi) o l'insofferenza per un'Europa dominata dall'economia e dalla finanza a discapito della politica e del benessere sociale (ultimo mito, in ordine di tempo, Tsipras).

Sia chiaro, son tutti riferimenti che hanno un'indubbia capacità di presa. Credo che chiunque abbia un minimo di spirito liberale, abbia visto con simpatia alcune iniziative legislative nella Spagna di Zapatero. Così come è innegabile il condizionamento USA sulle condizioni di vita di milioni di sud-americani. Né credo che nessuno possa rallegrarsi delle condizioni cui sono stati ridotti molti bambini e malati in Grecia.

Ma costruire su questo una politica ed un programma di cambiamento, ce ne corre. La simpatia per alcuni aspetti specifici rappresentati da alcuni personaggi, non è sufficiente per assumerli a modello, sottovalutando i disastri che complessivamente le loro politiche hanno generato nei loro rispettivi paesi.

Qualche tempo fa ho proposto un thread dal titolo un po' provocatorio "Ha ancora senso il titolo 3° della nostra costituzione?" riportando i passi più significativi che danno un'idea abbastanza efficace delle basi "ideologiche" su cui si fonda la parte "economica" della nostra costituzione: il cristianesimo sociale e lo statalismo post-comunista.

In essa non compare mai la parola mercato: cosa che la dice lunga sul fatto che in questo paese non c'è mai stata una rivoluzione liberale, senza la quale è impossibile realizzare quel "socialismo liberale" che sogna Scalfari e di cui si parla in altro thread.
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Re: L'eredità di Chavez e la sinistra italiana

Messaggioda pianogrande il 08/02/2015, 0:13

Spero che non ci mettiamo più a discutere sui socialismi più o meno reali che erano (sono) semplicemente dittature che cercano il consenso con quegli slogan.
Una dittatura è sempre una dittatura e nessun bello slogan la potrà mai sdoganare.

Il socialismo "di lotta" (di lotta e basta) poteva andare bene quando le condizioni di vita del proletariato erano veramente infami e la popolazione era realmente divisa in classi.

Il socialismo si deve semplicemente adeguare (niente di drammatico).

Chi è ancora attaccato all'antico è semplicemente superato.

Quando l'ipocrisia di questa gente tocca le altissime vette che ha toccato un individuo (che ha il mio più profondo disprezzo) come Bertinotti, un soprassalto di serietà ci dovrebbe essere anche da parte dei sostenitori.

Insomma, la "sinistra" italiana fa finta di non capire che ormai anche se dovesse "venì" non saprebbe proprio da che parte cominciare.
Fotti il sistema. Studia.
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