Eravamo nell'ottobre del 2012, appena poco più di due anni fa. Chavez ha conseguito l'ennesima vittoria elettorale, anche se truccando un po' le carte.
La sinistra radicale italiana esulta.
Nichi Vendola — «Al netto di errori, anche grossi, come l’amicizia con l’Iran e qualche altra tentazione luciferina, al netto di tutto questo Chávez resta l’artefice, il protagonista d’una sperimentazione concreta di lotta contro la povertà». Meglio sarebbe se certe sperimentazioni avvenissero in un’atmosfera di concreta libertà. «Guardi, noi non dobbiamo più cercare tipi o idealtipi...» «Beh, sì, insomma: che ci compensino della rivoluzione smarrita... Quindi, come è chiaro che sul tema delle libertà civili non possiamo fare sconti a nessuno, è altrettanto chiaro che, per un’altra volta ancora, Chávez esce vincitore dal responso delle urne grazie anche ad una straordinaria mobilitazione delle fasce più povere». Una mobilitazione che, secondo alcuni osservatori, non sarebbe stata del tutto spontanea. «Senta: io non ho il mito di Chávez, però ho una profonda simpatia per quel laboratorio chiamato "rivoluzione bolivariana", un’esperienza che ha fatto invecchiare la stella di Cuba, perché Chávez, questa è la profonda verità, riesce dove Fidel ha fallito». I suoi discorsi faranno sobbalzare molti nel Pd. «Ah ah ah! Sì sì, certo, immagino... e allora le aggiungo pure che dal Sudamerica arriva una bella lezione anche per la sinistra italiana: perché lì non ci si misura con le biografie dei protagonisti politici, ma con i problemi reali della gente».
Chávez pensa ai poveri, Chávez distribuisce case e lavoro, Chávez forse qualche tentazione luciferina ce l’ha, «ma comunque è stato eletto democraticamente, come dimostrano le percentuali del risultato finale: la prova che c’è stato dibattito, confronto, gara politica» (questa era la voce di Norma Rangeri, direttore del manifesto, che alle elezioni venezuelane dedica gran parte della prima pagina). Raccomandazione di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione: «Dittatura? Scriva che laggiù c’è stata una grande lezione di democrazia». Marco Rizzo, segretario di Csp-Partito comunista: «La verità gliela dico io, che sono l’ultimo bolscevico. In Venezuela, con il comandante Chávez, sono andati a votare quattro volte. Qui in Italia Monti lo hanno eletto le banche. Punto. Fine. Tutto il resto è fuffa».
La situazione del Venezuela oggi.
In Venezuela scarseggiano preservativi e pillole anti-concezionali. Una scatola di condom costa 800 dollari
Redazione, L'Huffington Post
Pubblicato: 06/02/2015 15:49 CET Aggiornato: 06/02/2015 15:51 CET CARACAS
La mancanza di beni di prima necessità affligge il Venezuela da anni. Supermercati e farmacie non ricevono i rifornimenti dall'estero con regolarità e per questo motivo è facile vedere lunghe code ai negozi.
Così come accade per il riso, la farina e il latte, l'alternativa è rivolgersi al Mercado Libre, un portale simile a Ebay, dove però i prezzi salgono vertiginosamente. Un utente, sempre secondo la Cnn, vende online una scatola con 36 preservativi a 755 dollari, corrispondenti a 4760 bolivar, la moneta locale. Lo stipendio medio mensile è di poco superiore: 5602 bolivar. È facile immaginare che soltanto pochi venezuelani molto benestanti stiano utilizzando prodotti anti-concezionali e si proteggano adeguatamente dalle malattie sessualmente trasmissibili.
http://www.huffingtonpost.it/2015/02/06 ... mg00000001